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martedì 23 luglio 2013

Sentinelle del territorio. Pubblichiamo la risposta del Sindaco Buttiero alla "Lettera Aperta" delle associazioni e dai gruppi che si occupano dell'urbanistica e della gestione del territorio.

Sentinelle del territorio. Pubblichiamo la risposta del Sindaco Buttiero alla "Lettera Aperta" a lui indirizzata dalle associazioni e dai gruppi che si occupano dell'urbanistica e della gestione del territorio. 
Questa sera si svolgerà la riunione dei firmatari la "Lettera Aperta": sarà l'occasione per confrontare le opinioni  a riguardo di quanto scrive il Sindaco Eugenio Buttiero. Ma ancor più pressante sarà il lavoro  che i cittadini pinerolesi dovranno svolgere dal 2 al 16 agosto prossimo (!?!), per presentare eventuali osservazioni alla variante urbanistica adottata dall'amministrazione pinerolese: quella relativa ai cosiddetti "Portici Blu", ovverosia il secondo "grattacielo" a Pinerolo!
Trasparenza e "tradizione ferragostana"del vecchio adagio: "il mattone non dorme mai"!

Gentilissimi,
ho letto con attenzione lo scambio di mail intercorse in questi giorni e la lettera inviata da alcune associazioni.
Non mi metto a ribadire un universo di questioni, di cui molte, direi troppe, sono questioni pluridecennali reiterate nei dibattiti politici: sono sempre le stesse. E’un catechismo un po’ vecchiotto.
Sono trascinato nell’esprimere un mio pensiero e alcune riflessioni.
Partirei dalla citata "trasparenza".
Per noi, componenti di questa Amministrazione comunale, è una condizione di base e non esclusiva di qualcuno. Abbiamo mai negato un confronto, uno scambio di idee o un approfondimento a chi lo ha chiesto nei modi e nei tempi opportuni?
La trasparenza ci vuole. E, aggiungerei, da parte di tutti. Da chi amministra, dai cittadini, dalle associazioni, da chi vuole farsi interprete di esigenze e necessità del territorio.
Farei poi una precisazione e credo di fare cosa gradita nel commentare solo alcune affermazioni per evitare di rispondere punto su punto in merito ad alcuni contenuti riportati da mail e lettere.

Questa Amministrazione, eletta democraticamente dai cittadini pinerolesi, si è presentata alla Città con un dettagliato programma. Al suo interno sono contenuti  i progetti strategici, gli obiettivi e le attività che ci siamo posti di voler realizzare in questi cinque anni. Certamente, visti i tempi attuali di grave crisi, non sempre è possibile dare seguito a ogni contenuto in tempi preventivati;comunque si provvederà contestualizzando il più possibile le necessità. Ci stiamo mettendo tutta la determinazione e l'impegno per o fare in modo che il programma votato dalla maggioranza dei pinerolesi e le esigenze sopravvenute trovino applicazione.
E questo vale anche per l'urbanistica.
Si cita la CP7, la PMT e altro. Tutti punti chiaramente indicati nel programma. Dunque nessuna novità, anzi, obiettivi raggiunti da questa Amministrazione.
Saremo sempre disposti ad ascoltare la voce di chi propone riflessioni e di chi ci invita a riflettere sul futuro della Città. Senza però mai dimenticare che è nostro preciso compito quello di rappresentare TUTTI i cittadini.
Dunque l'ascolto è fondamentale, i processi partecipativi sono indispensabili, ma ricordando a ciascuno che dobbiamo lavorare seguendo un programma preciso: il programma di mandato e non mi risulta che fino ad ora ci stiamo discostando.

Sono poi sempre particolarmente colpito dalle richieste di attenzione e di ascolto che, pur arrivando da interlocutori diversi, presentano forti comunanze, chiare terminologie comuni e richiami agli stessi temi(e questo mi pone qualche interrogativo.)
Segno che c'è bisogno di un approfondimento, di capire le vere ragioni che portano a tracciare riflessioni così simili, così chiaramente ispirate da uno stesso fattore comune.
Comunque una cosa chiara va detta: la cementificazione selvaggia non è il nostro obiettivo, e fino ad oggi non si è verificato.
Fatte queste necessarie precisazioni, voglio riprendere con convinzione quanto già asserito da diversi componenti della Giunta.
Questa amministrazione non pone al primo posto solo l'urbanistica che ultimamente riscontro che provoca un particolare interesse. Può comunque esserci una scala di priorità in questi tempi difficili, di quello che viene prima e quello che viene dopo.
Ci sono però temi che hanno e devono avere quanto meno la stessa attenzione da parte di chi si dice attento alle sorti della nostra Città.
Oggi ci sono contesti diversi rispetto al passato, è cambiato il modo di lavorare, è cambiata la Pubblica Amministrazione, sono cambiate (e quanto, ahi noi) le risorse a disposizione dei comuni e i problemi.

Commenti ad alcune affermazioni

- (Lettera aperta) Il progetto di “Social-Housing” di via Vescovado
- (Sindaco) Il Social-Housing si tratta di una opportunità per il disagio sociale,  che si attua attraverso un finanziamento ed  un protocollo di intesa con la Regione Piemonte che va incontro al disagio abitativo, non occupa nuovi suoli,recupera un fabbricato nel centro storico,dove esiste un piano particolareggiato.
Il discorso dei costi eccessivi è frutto di strumentalizzazioni.Direi un esercizio di fantasia poco utile e non corrispondente.
   
- (Lettera aperta) Tutto questo mentre,oramai alla metà del mandato amministrativo, le competenze dell’assessorato all’Urbanistica continuano ad essere mantenute dal sindaco….
- (Sindaco) Per opportuna conoscenza comunico che non sono ancora a metà mandato(qualcuno questo lo diceva già un anno fa). A metà mandato mancano ancora 4 mesi e più. Il fatto che io abbia mantenuto l’assessorato all’urbanistica ad alcuni dispiace e lo so, ma altri sono di diversa
opinione. Parliamo di contenuti più che di chi detiene le deleghe.

- (Lettera aperta) A nulla sono valsi gli inviti ad una maggiore riflessione e cautela , provenienti anche da esponenti dello stesso partito di maggioranza su propri temi...............................
- (Sindaco) Gli inviti degli esponenti di maggioranza sono stati accolti,  condivisi e votati. Non so dunque a che cosa ci si riferiscano affermazioni così generiche.

- (Lettera aperta) Qual è ”lo stato di fatto” del PRG della città di Pinerolo?
- (Sindaco) Lo stato di fatto del PRG di Pinerolo è ben noto e la conoscenza non è ad appannaggio esclusivo di qualcuno.

- (Lettera aperta) La legge 106/2011 e P.M.T.
- (Sindaco) Forse la 106/2011 non è a tutti nota. A mio parere, e non solo mio ma anche di molti specialisti del settore, contrariamente a quanto sommariamente espresso è un atto dovuto (forse non piace ma la legge è così). Peraltro non promuove l’utilizzo di nuovi suoli semmai li migliora. Nel caso in specie consente opportunità di lavoro ed occupazione e possibilità di ulteriore sviluppo occupazionale nella ex Buroni e sistema una viabilità alquanto pericolosa e si amplia di molto le aree aservizi della collettività. Non mi pare poco,ma forse queste attenzioni risultano difficili da parte di chi ha vissuto un altro mondo del lavoro e oggi non deve più confrontarsi con le difficoltà dei giovani.

- (Lettera aperta) L’edilizia e stata lo strumento spesso utilizzato dalle mafie per il riciclaggio di denaro sporco.
- (Sindaco) La preoccupazione è legittima, ma fortunatamente non tutti coloro che hanno operato e  operano in edilizia sono stati o sono dei mafiosi. Anche altri comparti devono destare preoccupazione e attenzione. Detto questo comprendo la preoccupazione, ma allo stato attuale, personalmente non ho riscontro in merito a Pinerolo. Se così fosse e ne venissi a conoscenza non esiterei un attimo a fare la mia parte e comunicarlo alle autorità competenti.Non scordiamoci comunque che nel comparto edilizio operano muratori,manovali ,fabbri,ferraioli vetrai, piastrellisti,impiantisti,decoratori,ecc.. quasi tutti imprese di consistenza famigliare ed altri con un limitato numero di personale  che sommandoli sono migliaia,(con un significativo indotto) Oggi questi non hanno più lavoro e nemmeno protezioni sociali.  

Chiudo con questa constatazione generale.
 Nella lettera ho riscontrato spesso  parole come "sembrano, ci pare, andrebbero,ecc…"che fanno parte di una vecchia liturgia .
Le cose sono o non sono. Se tutti iniziassero a ragionare così, il nostro Paese inizierebbe a migliorare. Serve concretezza non dubbia filosofia.
 Dobbiamo essere capaci, tutti, di renderci conto che occorre ragionare con altri parametri, con altri metodi, senza che nessuno si consideri un marziano.
 Avviamo volentieri un percorso di confronto, di trasparenza, da parte di tutti.
 Sono certo che assieme supereremo i problemi, partendo sempre dagli impegni programmatici di questa amministrazione presi con la Città,

Il Sindaco - Eugenio Buttiero

martedì 16 ottobre 2012

Corruzione: all'Italia costa 60 miliardi. Appalti gonfiati del 40%

Mentre la crisi economica segna la vita di molti italiani, per i quali "non si trovano le risorse" che possano acconsentire a misure di sostegno del reddito, corrotti e corruttori, cosche-cricche e caste continuano a godere di immensi guadagni illeciti.
Il "libro dei sogni" di come potrebbe essere l'Italia se, a strangolarla, non ci fosse l'Idra a tre teste della corruzione ( a cui si aggiunge il mostro delle mafie) 

fonte: La Repubblica
Il libro bianco del governo sarà presentato lunedì prossimo a Palazzo Chigi. Oltre 400 pagine frutto del lavoro della commissione del ministero della Funzione pubblica: "Intervenire ora con la prevenzione". Il premier: "Il diffondersi di pratiche corruttive mina la fiducia dei mercati, scoraggia gli investimenti, danneggia la competitività". Deleghe subito dopo l'ok al testo Severino. Stop ai condannati nelle liste elettorali

ROMA - Lo apre una prefazione di Monti. Lo chiude un elenco dei più importanti documenti internazionali sulle politiche anti-corruzione. In mezzo c'è il "libro dei sogni" di come potrebbe essere l'Italia se, a strangolarla, non ci fosse l'Idra a tre teste della corruzione. Quella che condanna le imprese grandi e medie del nostro Paese a perdere il 25% del loro tasso di crescita, che sale al 40% per quelle più piccole. Il rapporto sulla corruzione in Italia - di cui Repubblica anticipa i contenuti - sarà presentato lunedì 22 ottobre, a palazzo Chigi, e poi ancora il 6 novembre alla Treccani. Le oltre 400 pagine sono il frutto del lavoro della commissione costituita presso il ministero della Funzione pubblica dal titolare Filippo Patroni Griffi. Con l'obiettivo, come ha detto più volte lo stesso ministro, di "contrastare il fenomeno con la prevenzione, perché la repressione arriva ormai a danni già fatti".

L'ALLARME DI MONTI
Non servono molte parole al capo del governo per etichettare la corruzione per quello che è e per gli effetti che produce. Scrive: "Il diffondersi delle pratiche corruttive mina la fiducia dei mercati e delle imprese, scoraggia gli investimenti dall'estero, determina quindi, tra i suoi molteplici effetti, una perdita di competitività del Paese". Per questo, dice ancora Monti, "la lotta alla corruzione è stata assunta come una priorità del governo".
I dati parlano chiaro: nella classifica del Corruption Perception Index di Trasparency International l'Italia è al 69° posto con Ghana e Macedonia. E nell'indice di percezione della corruzione che va da 1 a 5, come scrive il rapporto, "le rilevazioni attribuiscono 4,4 ai partiti, 4 al Parlamento, 3,7 al settore privato e della pubblica amministrazione".
la campagna di Libera contro i corrotti
Nel volume si ammette che il 64% degli intervistati "ritiene inefficace la risposta del governo ai problema della corruzione".

SUBITO LE DELEGHE
Al richiamo di Monti la commissione anti-corruzione - l'ha coordinata il capo di gabinetto Garofoli, ne facevano parte i magistrati Granelli e Cantone, i professori di diritto amministrativo Mattarella e Merloni, di procedura penale Spangher - risponde mettendo in cantiere un pacchetto di deleghe che il governo potrà esercitare un minuto dopo che la legge contro i corrotti sarà votata a Montecitorio. Innanzitutto sulla non candidabilità dei condannati (Patroni Griffi ha lavorato con il ministro dell'Interno Cancellieri), sulla trasparenza nella pubblica amministrazione, sulle incompatibilità dei dirigenti, sulle sanzioni disciplinari per chi sgarra, sul codice di condotta, il primo dopo quello famoso di Sabino Cassese.

STATO DESTABILIZZATO 
Parla chiaro il rapporto quando si addentra nella disamina dei costi della corruzione. Che certo sono sotto stimati rispetto al loro effettivo ammontare perché bisogna considerare "il dato della scarsa propensione a denunciare i fatti di corruzione propria delle vittime che pure ne siano a conoscenza". Ma ai 60 miliardi di euro all'anno valutati dalla Corte dei conti vanno aggiunti quelli "indiretti". Scrive il rapporto: "Si pensi a quelli connessi ai ritardi nel definire le pratiche amministrative, al cattivo funzionamento degli apparati pubblici, all'inadeguatezza, se non inutilità, delle opere pubbliche, dei servizi pubblici, delle forniture pubbliche". Eccoci ai "costi striscianti", al "rialzo straordinario che colpisce le grandi opere, valutabile intorno al 40 per cento". Sta qui quella che Monti chiama "la perdita di competitività del Paese". Si legge nel rapporto che "la corruzione, se non combattuta adeguatamente, produce costi enormi, destabilizzando le regole dello Stato di diritto e del libero mercato".

CODICI E TRASPARENZA
Per pagine e pagine il "libro dei sogni" di Patroni Griffi discetta di dirigenti obbligati a rigide regole di incompatibilità, di draconiani codici di comportamenti nel settore pubblico, della mannaia disciplinare che, appena passa la legge anti-corruzione e la relativa delega, colpirà i funzionari infedeli. Alle "gole profonde" sarà garantita copertura, ma la vera scommessa è quella della trasparenza online, "nella possibilità per tutti i cittadini di avere accesso diretto all'intero patrimonio informativo delle pubbliche amministrazioni", fatta salva solo la privacy più stringente. Gli enti locali dovranno diventare un libro aperto disponibile per chiunque voglia curiosare sul web. L'Italia potrà sfidare altri paesi che, come gli Usa, già si sono incamminati su questa strada. Chi sarà eletto, a qualsiasi livello, dovrà garantire la totale trasparenza della sua vita e dei suoi averi
Un Grande Fratello che potrebbe evitare in futuro gli ormai innumerevoli casi di patrimoni e ricchezze improvvise costruite grazie al denaro pubblico.

SCURE SU APPALTI E SANITA'
Diventa un "super libro dei sogni" quello che descrive i futuri interventi sulla sanità e sugli appalti pubblici. Rispetto alla totale "insindacabilità odierna" la commissione ipotizza automatismi nella selezione e nomina dei direttori generali delle aziende sanitarie. Un albo nazionale o regionale e soprattutto nessun incarico "eterno". Controlli incrociati su acquisti e commesse. Idem per gli appalti pubblici dove la commissione prevede "una drastica riduzione delle stazioni appaltanti, la centralizzazione delle gare, un regime più severo delle varianti, l'azionariato esclusivamente pubblico delle Soa", le società che certificano i requisiti complessivi di un'impresa e la sua ammissibilità a una gara pubblica. E qui il rapporto si chiude.

lunedì 1 ottobre 2012

Libera, lega Ambiente, Avviso Pubblico, presentano il dossier: "Corruzione, le cifre della tassa occulta che impoverisce ed inquina il paese".

Libera, insieme a Lega Ambiente Avviso Pubblico,  presenta a Roma un dossier sul tema della corruzione: "Corruzione, le cifre della tassa occulta che impoverisce ed inquina il paese". 

Nella relazione  si sottolinea che "(...) il 12% degli italiani si è visto chiedere una tangente nell'arco degli ultimo anno. Sono dati allarmanti quelli che emergono  dal dossier " che raccoglie l'ultima rivelazione di Eurobarometer 2011.  Un risultato che supera la media europea che è invece dell'8%. In termini assoluti, rivela ancora il dossier, questo significa il coinvolgimento personale, nel corso di quell'anno, di circa 4 milioni e mezzo di cittadini italiani in almeno una richiesta, più o meno velata, di tangenti. Dal 1 gennaio 2010 al 30 settembre 2012 sono state 78 le inchieste relative ad episodi di corruzione connessi ad attività dal forte impatto ambientale. 
Particolarmente allarmante, poi, quella che viene definita "corruzione ambientale". Le inchieste analizzate hanno riguardato il ciclo illegale dei rifiuti (dai traffici illeciti agli appalti per la raccolta e la gestione dei rifiuti fino alle bonifiche); il ciclo illegale del cemento (dall'urbanistica alle lottizzazioni, dalle licenze edilizie agli appalti pubblici); le autorizzazioni e la realizzazione di impianti eolici e fotovoltaici; le inchieste sulle grandi opere, le emergenze ambientali e gli interventi di ricostruzione. 
La 'corruzione ambientale', si legge nel dossier, nel senso del suo impatto sul patrimonio naturale, sul territorio e sul paesaggio, è un veleno che attraversa il paesesono 15 le regioni coinvolte nelle inchieste, con 34 procure impegnate, omogeneamente distribuite tra nord (13), centro (11) e sud Italia (10).
Il maggior numero di inchieste, invece, si è concentrato in Lombardia (15) seguita a pari merito, con 8 inchieste ciascuna da Calabria, Campania e Toscana. Le persone arrestate complessivamente, per reati che vanno dalla corruzione all'associazione a delinquere, dal traffico illecito di rifiuti al riciclaggio, dal falso in atto pubblico alla truffa aggravata, sono state 1.109. Il dato disaggregato per aree geografiche evidenzia da un lato il primato, per numero di arresti, delle regioni dell'Italia nord occidentale (esattamente 442, pari al 39,9%) e dall'altro l'incidenza rilevante delle regioni a tradizionale presenza mafiosa (Campania, Puglia, Calabria e Sicilia), con 409 ordinanze di custodia cautelare pari al 36,9% del totale nazionale.
Numeri  che dimostrano quanto sia stretto il legame tra corruzione e mafie. La Calabria guida la classifica nazionale per numero di persone arrestate (224), seguita da Piemonte (210) Lombardia (209), Toscana (154) e Campania (130).Una corruzione ambientale che miete ogni anno altre vittime"

venerdì 13 luglio 2012

Sentinelle del territorio. Intervista a Massimiliano Puca, l'eletto presidente della "Commissione Consiliare Speciale di promozione della Legalità e del contrasto dei fenomeni mafiosi"

 Intervista a  Massimiliano Puca, l'eletto presidente della  "Commissione Consiliare Speciale di promozione della Legalità e del contrasto dei fenomeni mafiosi" 



Anche questa volta parliamo di mafie, di mafiosi ma anche di Pinerolo; dell'Operazione Minotauro e degli intrecci perversi con la politica e il mondo degli affari piemontesi; della crisi economica; degli appalti; della 'ndrangheta in Val Susa; di "capitali sporchi" da riciclare; di Monte Oliveto; del Piano Regolatore; di "partito del cemento"; di "conflitto di interesse"; della necessità del confrontarsi "coi migliori della classe"...
Di seguito, le domande rivolte a Massimiliano Puca, consigliere del PDL nel Consiglio Comunale di Pinerolo
  1. Intervistiamo Massimiliano Puca, eletto consigliere del PDL. Ma questa sera lo intervistiamo in quanto eletto presidente della Commissione antimafia, una commissione che in realtà si vuole occupare anche da un punto di vista culturale del problema della mafie, eventualmente presenti anche nel nostro territorio. Rivolgiamo la domanda fatta anche a Marco Gaido. Perché una commissione antimafia a Pinerolo? La domanda può sembrare retorica ma, a nostro parere, non lo è…
  2. Quali sono le competenze di coloro che compongono la Commissione? ( dal min. 1.47 )
  3. E’ prassi per l’amministrazione di Pinerolo avere contatti o ricevere relazioni da parte dei rappresentanti delle forze dell’ordine presenti sul territorio in merito a fenomeni che possano essere riconducibili ai pericoli derivanti dall’infiltrazione mafiosa? ( dal min. 3.45 )
  4. Quali sono i contenuti di questo "contenitore" che, così com'è presentato ed essendo composto formalmente solo da membri del Consiglio Comunale, a noi parrebbe avere il rischio di essere un contenitore di essenziale significato "politico"? mentre pensiamo e speriamo che così non debba essere...  ( dal min. 5.50)
  5. La Commissione, anche se è solo all’inizio dei suoi lavori ma sfruttando anche quello che è il suo passato biografico ( Massimiliano Puca è stato comandante della stazione dei carabinieri di Pinerolo), è a conoscenza di fatti o situazioni da cui si possano ipotizzare forme di  infiltrazione mafiosa sul territorio pinerolese? ( dal min. 7.00)
  6. La Commissione ha intenzione di avere e stabilire contatti e scambi di esperienze e di conoscenze con i comuni e le istituzioni limitrofe, a volte purtroppo interessate dal fenomeno mafioso? ( dal m. 9.37)
  7. A suo parere, quali sono i settori che meritano maggiore attenzione in riferimento alla problematica dell'infiltrazione mafiosa?  ( dal min. 10.43)
  8. Considerando che l'urbanistica  e l'edilizia, come governo e utilizzo del territorio da parte di una amministrazione, sono purtroppo da sempre – e come Lei ha già ricordato-  i settori privilegiati e maggiormente utilizzati dalle organizzazioni mafiose per il riciclo del "denaro sporco", come posta per il "voto di scambio", ritiene che l'urbanistica e l'edilizia del territorio di Pinerolo siano settori da attenzionare?  ( dal min. 11.43)
  9. Vorremmo ricollegarci a quello che Lei ha appena detto. Più volte non è sfuggito il fatto che Lei abbia parlato dell’attuale maggioranza del Consiglio Comunale di Pinerolo come del “partito del cemento”. Questa definizione è solo "una battuta" o trova conferme, o ipotesi, nell’azione amministrativa dell’attuale maggioranza?  ( dal min. 13.40)
  10. Esistono quindi a suo parere situazioni che potremo definire di conflitto di interesse nell’ambito dell’amministrazione pinerolese? O meglio: interessi che potrebbero distogliere gli atti e le decisioni politiche che vengono assunte dal perseguimento del “bene comune”? ( dal min. 14.57)
  11. Ritornando alla questione urbanistica e territoriale, valuta la Commissione di ascoltare e conoscere esperienze significative ed efficaci, ad esempio sull'uso "virtuoso" dell’urbanistica del territorio? Faccio riferimento all’Associazione dei “comuni virtuosi”, a “consumo suolo zero”  (dal min.17.11)
  12. Ha già elaborato la Commissione un regolamento, un programma attuativo che determini forma e carattere della partecipazione ai lavori della  Commissione da parte dei soggetti esterni dal momento che, come recita il testo delladelibera, la Commissione "(...) è aperta alla collaborazione dell'associazionismo, di esperti delle forze dell'ordine e della magistratura"? (dal min.18.58)
  13. Facendo riferimento alla sua esperienza professionale passata, quali ritiene siano gli strumenti efficaci di cui una comunità deve dotarsi, quali i comportamenti, per impedire infiltrazioni mafiose nel proprio territorio? (dal min.20.00)
  14. Nel passato, e nell’ambito della sua esperienza nell’arma dei Carabinieri, ha avuto occasione di confrontarsi col fenomeni di tipo mafioso o con elementi che potessero farne sospettare la vicinanza al fenomeno mafioso? (dal min.21.25)
  15. Libera ha posto l’attenzione esplicita e specifica su determinate attività commerciali quali, ad esempio, le sale-giochi e gli esercizi commerciali che offrono il servizio del cosiddetto “compro-oro”. Lei ritiene che possano costituire attività da attenzionare? (dal min.24.58)
  16. Ringraziamo Massimiliano Puca per l’intervista che ci ha voluto concedere e ne approfittiamo anche per dare in anteprima una comunicazione: è stata fissata, a quanto sappiamo, la data della prima seduta che terrà la Commissione antimafia di Pinerolo. La seduta è stata fissata per il 19 luglio. Siamo orgogliosi perché questa data, come purtroppo sappiamo tutti, è la ricorrenza della strage di Via D’Amelio nella quale persero la vita il giudice Paolo Borsellino insieme ai ragazzi della sua scorta. Quindi vorremmo salutare Massimiliano Puca e dargli l’occasione di dire ancora due parole su questo evento. (dal min.27.25)
Come ha detto Massimiliano Puca, è stato prontamente accolto il suggerimento del presidio Libera “Rita Atria” Pinerolo di voler impegnare simbolicamente i componenti e l’operato della  “Commissione Consiliare Speciale” facendo sì che l’insediamento  della  commissione avvenga proprio il prossimo 19 luglio,   nel ventennale della strage di Via D’Amelio  nella quale vennero uccisi il  giudice Paolo  Borsellino e i  ragazzi della sua scorta: Emanuela Loi, Agostino Catalano,  Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina, Claudio Traina. 
Tutti i cittadini sono invitati a partecipare alla seduta di insediamento della "Commissione Consiliare Speciale di promozione della cultura della legalità e del contrasto dei fenomeni mafiosi

mercoledì 11 luglio 2012

Sentinelle del territorio . Intervista a Marco Gaido, il proponente della "Commissione Consiliare Speciale di promozione della Legalità e del contrasto dei fenomeni mafiosi"

Intervista a  Marco Gaido, il proponente  della "Commissione Consiliare Speciale di promozione della Legalità e del contrasto dei fenomeni mafiosi"


Parliamo di mafie, di mafiosi ma anche di Pinerolo; della crisi economica, del Piano Regolatore, dell'edilizia, del Parco Olimpico di Pinerolo, del modo di fare politica, degli anticorpi della società, dei "conflitti di interesse"...
Di seguito, le domande rivolte a Marco Gaido, consigliere dell'IDV nel Consiglio Comunale di Pinerolo
  1. La prima domanda può sembrare banale ma secondo noi non lo è: perché una “commissione antimafia” a Pinerolo?
  2. Quali sono le competenze di coloro che compongono o sono stati designati alla Commissione? (dal min. 02.28)
  3. Quali sono i contenuti di questo "contenitore" che, così com'è presentato, ed essendo composto formalmente solo da membri del Consiglio Comunale, ci è apparso sostanzialmente  un "contenitore politico"? (dal min. 04.25)
  4. Lei ha detto che l’idea e l’iniziativa di una Commissione “antimafia” è scaturita anche dall’incontro che abbiamo avuto ( noi del presidio “Rita Atria”) il 21 marzo quando abbiamo celebrato a Pinerolo, per la prima volta, la “Giornata della Memoria”. E allora ci chiediamo se la Commissione ha già elaborato un regolamento programmatico  che determini la forma, i limiti e i contenuti di questa partecipazione che, come lei ha detto e come leggiamo testualmente: "(...) è aperta alla collaborazione dell'associazionismo, di esperti delle forze dell'ordine e della magistratura"?... Proprio perché vorremmo che la commissione avesse un carattere ed una efficacia concreta sul nostro territorio… (dal min. 06.58)
  5. La Commissione è a conoscenza di fatti o situazioni da cui si possano ipotizzare forme di  infiltrazione mafiosa sul territorio pinerolese? (dal min 08.55)
  6. Prima abbiamo parlato di infiltrazioni mafiose, formalmente definite tali. Ma le Operazione Minotauro e Maglio a cui faceva riferimento, e che hanno “rivelato” la presenza delle mafie proprio in provincia di Torino, hanno mostrato come gli esponenti di quasi tutti i partiti si recavano in una sorta di “laico pellegrinaggio” da alcuni personaggi - degli “emeriti sconosciuti” o tali avrebbero dovuto essere- i quali, alla luce delle indagini della magistratura, si sono rivelati essere i capi delle famiglie della ‘ndrangheta in Piemonte. Parliamo di personaggi che non sono professionisti affermati o elementi di rilievo di una comunità. Eppure questi personaggi erano conosciuti nell’ambito politico come referenti a cui doversi rivolgere. Lei ritiene che nel pinerolese ci siano figure di questo genere? Una precisazione: io dico “personaggi” non attualmente e manifestamente implicati in situazioni “mafiose” ma che possano essere ritenuti “collettori di voti”; quali potevano essere considerati questi anonimi personaggi a cui si rivolgevano gli esponenti del PD, dell’IDV, del’PDL. ( dal min. 10.55)
  7. Quindi, a suo modo di vedere, non esistono delle situazioni che potremmo banalmente definire“chiacchierate”? (dal min.14.57)
  8. La Commissione ha intenzione di avere e stabilire contatti e scambi di esperienze e di conoscenze con i comuni e le istituzioni limitrofe interessate dalle inchieste di cui abbiamo parlato? (dal min. 15.37)
  9. Quali sono, secondo lei e a parere della Commissione che si andrà costituendo, i settori che meritano maggiore attenzione in riferimento alla problematica dell'infiltrazione mafiosa? (dal min 16.47)
  10. Libera ha voluto porre l’attenzione anche su altri settori problematici: il gioco d’azzardo, le sale-giochi e altre attività quali i cosiddetti “compro-oro”. Questo perché si sono verificati casi in cui non era chiara la tracciabilità del denaro e della merce presente in queste attività commerciali. Ritiene anche Lei che queste possano essere punti di attenzione della vostra attività? (dal min 17.29)
  11. Vorremmo ritornare un attimo sulla questione “edilizia” o meglio sullo strumento che dovrebbe governare l’edilizia ovverosia l’Urbanistica, visto che l’amministrazione ha “il patrocinio” dell’indirizzo urbanistico di una città. La città di Pinerolo ha un Piano Regolatore che, a detta di quasi tutte le forze politiche che hanno partecipato alle ultime elezioni, risulta essere sovradimensionato. Pertanto, uno dei punti che venivano presentati dalle forze politiche era la necessità di una revisione dell’attuale Piano Regolatore. Le pare che questa politica di revisione e di limitazione dell’attività edificatoria di Pinerolo sia portata avanti? E ritiene che l’attività edificatoria, essendo storicamente uno dei campi a maggior rischio di infiltrazione mafiosa, sia controllata e controllabile con  lo strumento urbanistico di Pinerolo? (dal min 21.42)
  12. Lei ha parlato giustamente di tutela del suolo, di tutela degli aspetti paesaggistici della città di Pinerolo. Nel panorama politico italiano ci sono delle esperienze portate avanti dai cosiddetti “comuni virtuosi”. Ovvero sia comuni che hanno scelto, che hanno attuato, la “crescita zero” per l’edilizia del territorio. Ritenete che possa essere utile e interessante per la Commissione di ascoltare e conoscere esperienze di questo genere? (dal min 27.20)
  13. In conseguenza della sua esperienza professionale, quali ritiene siano gli strumenti efficaci di cui una comunità deve dotarsi, quali i comportamenti -della comunità e dell’amministrazione della comunità- per impedire infiltrazioni mafiose nel proprio territorio? (dal min 33.56)
  14. Rivolgiamo a Marco Gaido la stessa domanda posta nell’intervista a Massimiliano Puca. Ovvero sia: Lei ritiene che nell’ambito della amministrazione di Pinerolo, poiché Massimiliano Puca ha più volte parlato a questo riguardo di “partito del cemento”, esistano “conflitti di interesse”? (dal min 40.15)





lunedì 18 giugno 2012

Sentinelle del Territorio: "Vogliamo aspettare il prossimo allagamento" ?



Vogliamo aspettare il prossimo allagamento?
(Non abbiamo dovuto aspettare troppo...E ieri sera abbiamo replicato)

Pinerolo. allagamento del  sottopasso di C.so Torino
 Due ore di pioggia torrenziale ieri sera hanno provocato a Pinerolo gli stessi effetti dello scorso 29 aprile quando un violento temporale, pure di minor durata, aveva determinato l’allagamento della parte terminale di Via Martiri del XXI, con l’acqua che si riversava nelle cantine e nei garages di case e condomini della zona e l’allagamento del sottopasso. 
La settimana scorsa, la sera del 14 giugno, si era svolta l’assemblea pubblica indetta dall’Osservatorio 0121 sul tema. Il titolo dato all'incontro, quasi una preveggenza, era stato: Vogliamo aspettare il prossimo allagamento?”.


Gli organizzatori
L’Osservatorio 0121 nasce aderendo al Forum Italiano del movimento “Salviamo il paesaggio difendiamo il Territorio”, e avendo come scopo la sensibilizzazione dei cittadini e delle amministrazioni verso una delle risorse principali delle comunità, il Territorio-Paesaggio, oggetto di tutela persino dalla nostra Costituzione laddove all’art. 9 si dice: “La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica. Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione”.
L’Osservatorio 0121 ha introdotto il tema dell’incontro sottolineando come l’attività edilizia, quando viene condotta in maniera poco attenta e non tenendo conto della situazione esistenti,  può costituire un pericolo per il territorio. La riduzione delle superfici agricole e delle verdi diminuisce infatti la capacità drenante del suolo e quindi può determinare, in presenza di insufficienti sistemi fognari e di smaltimento delle acque,  episodi come quelli che si sono verificati: le acque che si riversano dalla collina pinerolese, e non efficacemente intercettate, trovano in Via martiri del XXI una sorta di canale "naturale, insufficiente tuttavia a garantirne il corretto deflusso. Da qui il ripetersi degli allagamenti!
Sembra quindi poco lungimirante continuare a consumare suolo in una cittadina nella quale  circa 4.000 alloggi risultano sfitti. Quindi, perchè costruire ancora in una area così delicata? Ricordiamo che questa è l’area  prossima a Monte Oliveto, la famosa area CP7 del Piano Regolatore Generale, per la quale l’attuale Amministrazione ha di fatto restituito alle imprese concessionarie dei diritti edificatori la possibilità di realizzare un nuovo insediamento residenziale. Gli organizzatori rimarcano un altro aspetto, solitamente poco considerato: l’eccessiva estensione delle aree edificate, oltre ai problemi contingenti di "invenduto" derivanti dalla crisi economica in atto, determina un aggravio dei costi a carico della collettività dovuti alla manutenzioni ed ai servizi di cui occorre dotare le arre di insediamento. 
Da parte dell'Osservatorio si è voluto sottolineare come una urbanistica “partecipata”, una gestione del territorio che nasca anche valorizzando l’esperienza e le indicazioni di coloro che vivono realmente in quel territorio, possa contribuire a cambiare l’indirizzo di una attività, l’edilizia, che pare volta al perseguimento di un “profitto” che avvantaggia solo alcuni, e dove le condizioni e i limiti imposti dalla salvaguardia del bene comune "paesaggio-territorio" spesso non vengono considerati. La richiesta è quindi anche quella di indire un Consiglio Comunale "aperto" nel quale si discutano gli indirizzi urbanistici della città di Pinerolo.
Le richieste specifiche avanzate dall’Osservatorio ( alle quali si è chiesto di aderire firmando il relativo documento) poste in discussione sono state le seguenti:
a)      verifica situazione fognaria esistente
b)      messa in sicurezza del sottopasso e zone “alluvionate”
c)      studio ed intervento a breve termine su pulitura-riassetto idrogeologico a monte (collina)
d)      rivalsa economica sul progettista-appaltatore-collaudatore del sottopasso
e)      stop alla cementificazione       
Gli interventi dei partecipanti.
I partecipanti hanno anzitutto posto in evidenza come il problema “alluvione” per la zona di Via Martiri del XXI sia un problema serio e i danni economici subiti dalle abitazioni -che hanno avuto garages e cantine allagate-  non siano trascurabili; danni in realtà quasi sempre non "riconosciuti" ai cittadini  poichè la Regione ha imposto una franchigia di € 3.500,00 sull’eventuale richiesta di risarcimento. 
Interessante l’intervento che faceva notare come, accanto al fenomeno degli alloggi sfitti e dell'allargamento delle fasce sociali in difficoltà economiche, si unisca il paradosso di avere alloggi “popolari” davanti ai quali si vedono parcheggiate “Porsche” ( il noto marchio di automobili di lusso). Occorrerebbero pertanto attente verifiche su coloro che  occupano alloggi di edilizia popolare, i quali rappresentano un notevole onere di manutenzione a carico del Comune, senza magari averne più diritto in considerazioni di migliorate situazioni economiche
Da parte di alcuni cittadini è stata avanza la proposta di far pagare lIMU anche ai costruttori qualora gli edifici risultino ultimati e anche se le unità abitative siano ancora invendute.
Intervento del Sindaco di Pinerolo, Eugenio Buttiero.
Il Sindaco di Pinerolo era stato immediatamente chiamato in causa da gli organizzatori del dibattito, anche perchè egli ha mantenuto per sé, sino ad oggi, la delicata delega all’Urbanistica; forse, come è stato detto,  per curare meglio quell’ambito non avendo trovato nessuno di sua fiducia all’altezza dell’incarico. 
Il sindaco non ha voluto negare l’evidenza del problema: le nuove costruzioni che sono sorte a ridosso di Via Martiri sono un dato di fatto; così come è reale l'insufficiente portata dell’impianto fognario esistente. Un impianto che risente anche di una impostazione funzionale oramai superata, facendo confluire in una unica canalizzazione sia le acque “bianche” che le acque “nere”. Questo determina una complicanza alle soluzioni di smaltimento ipotizzabili e consentite.
L’impegno assunto dal Sindaco è stato di incaricare i tecnici del comune di un immediato e attento esame della situazione per verificare lo stato reale degli impianti esistenti e le misure adottabili. Occorre considerare, ha sottolineato il Sindaco, che gli interventi risolutivi  e necessari non sono di poco conto e potrebbero essere adottati solo nelle previsioni di spesa dei prossimi anni. Riconoscendo una gestione oculata delle amministrazioni precedenti , il Sindaco  ha infatti rilevato come esiste la possibilità di ricorrere a mutui per la realizzazioni di opere impegnative come quelle ipotizzabili nel caso specifico e che sarebbero -a suo dire-  nell’ordine di  €1.500.000,00. Nell’immediato occorre tuttavia considerare la necessità di interventi di portata più ridotta ma che possano alleviare il problema. Il sindaco ha ribadito la sua vicinanza ai problemi dei cittadini, assumendosi le responsabilità che ne incorrono anche se derivanti da fatti  e situazioni pre-esistenti alla attuale amministrazione.
Conclusione.
Poichè l’adagio “prevenire è meglio che curare” è stato citato sia dal Sindaco che dai cittadini, anche noi del presidio Libera "Rita Atria" saremo attenti a verificare che anche queste non siamo parole dettate dalla emergenza del momento ma si tramutino in atti e politiche territoriali coerenti e conseguenti: “Sentinelle del territorio” significa conoscere e vigilare anche su un ambito importante come quello dell'urbanistica della città!
presidio Libera "Rita Atria" Pinerolo

domenica 3 giugno 2012

Perchè nominare Cavaliere della Repubblica un politico sospettato di essere vicino alla 'ndrangheta della Liguria?


Nominato Cavaliere politico Udc vicino al boss della ‘ndrangheta in Liguria.
Rosario Monteleone, presidente del Consiglio regionale, non è indagato ma compare in alcune inchieste. Dalle intercettazioni emergono i suoi rapporti con Mimmo Gangemi, a cui sarebbe ricorso più volte per ottenere appoggio elettorale


Fonte : Il Fatto Quotidiano

di Chiara Pracchi |
Rosario Montaleone
Due giugno, festa della Repubblica, è il giorno in cui vengono nominati i cavalieri della Repubblica. E fra i nominati oggi da Giorgio Napolitano figura anche Rosario Monteleone, presidente del Consiglio regionale della Liguria. Ma Monteleone, politico dell’Udc con una parentesi nella Margherita, compare nelle indagini che hanno portato all’inchiesta ‘Maglio’ e in alcuni passi dell’indagine ‘Crimine’, come ha denunciato oggi Christian Abbondanza di "Casa della Legalità" di Genova. 
Monteleone non è indagato ma dagli atti emergerebbe una sua vicinanza con Mimmo Gangemi, il fruttivendolo di San Fruttuoso accusato di essere il capo della ‘ndrangheta in Liguria, a cui sarebbe ricorso più volte per ottenere appoggio elettorale.
Nell’inchiesta ‘Crimine’, nel mezzo della lotta che oppone Gangemi a Domenico Belcastro per le candidature da sostenere, Belcastro si lamenta con Giuseppe Commisso perché Gangemi vorrebbe sponsorizzare “un finanziere, uno sbirro. Cinque anni fa ha detto che lui che è sbirro questo qua, che è un infame, adesso ha voluto appoggiare a Monteleone, lui lo potete appoggiare. Uno vale l’altro, appoggiamo a Monteleone”. La ragione di questa scelta, spiega ancora Belcastro, risiede nel fatto che il politico avrebbe promesso un posto di lavoro al genero di Gangemi. Ma l’intercettazione rivela anche che i rapporti fra Monteleone e la consorteria non sono sempre stati pacifici e lineari.
In particolare, dalle indagini che hanno portato all’operazione Maglio (ma che non sono confluite nell’Ordinanza di misure cautelari) emerge che Monteleone si sarebbe servito dell’appoggio del clan già nelle elezioni del 2005. Una volta eletto, però, non avrebbe mantenuto i patti convenuti, provocando così una rottura con il sodalizio che, in spregio, lo avrebbe soprannominato “il lardone”. “Allora lo facciamo sto armistizio, la facciamo sta spaghettata?”, propone ancora Monteleone all’alba delle elezioni del 2010, in un tentativo di ricucire i rapporti con il clan. L’intercettazione è riportata in un rapporto del Ros in cui si evidenzia “come gli amministratori locali (alcuni di origine calabrese) ben conoscessero i caratteri organizzativi della struttura ‘ndranghetistica, rivolgendosi a personaggi inseriti nel locale del capoluogo di Regione, per far giungere richieste di appoggio elettorale alle strutture periferiche”.

giovedì 31 maggio 2012

"Conseguenze e interrogativi sulle trasformazioni del territorio a Pinerolo"


Sentinelle del territorio: "Conseguenze e interrogativi sulle trasformazioni del territorio a Pinerolo".
Fonte: Il Forum "Salviamo il Pesaggio" di Pinerolo e del Pinerolese nel suo blog "Osservatorio 0121" 
L'articolo che riportiamo interessa precisamente il presidio Libera "Rita Atria" Pinerolo, perchè quanto si propone il forum "Salviamo il paesaggio" può costituire un tassello di conoscenza e competenza importante nell'ambito di quell'Osservatorio della Legalità e della Giustizia di cui abbiamo parlato nelle settimane scorse: .http://liberapinerolo.blogspot.it/2012/04/esiste-la-societa-civile-sappiamo.html


scorcio di PINEROLO





"Le trasformazioni del territorio e il modo di gestirle (a Pinerolo e non solo) ci lasciano molto perplessi. Il “cemento” ha divorato ( e continua a divorare) terreni attorno alla città. Una sovraproduzione che ha sprecato risorse senza, per altro, risolvere il problema di chi non possiede i mezzi finanziari per accedere alla “merce casa”. A decidere dove costruire è l’interesse privato ( sia pur legittimato dall’inserimento delle aree all’interno del Piano regolatore). Certo, il Comune incassa denaro che la legge permette, in parte, di utilizzare per il proprio funzionamento, ma infrastrutture ed urbanizzazione comportano costi … e non c’è dubbio: il futuro presenterà il conto.
Problemi, veramente, ce ne sono già adesso.Ogni piovasco un po’ intenso ( e sono sempre più frequenti per cause di cui l’uomo non è incolpevole ) fa danni considerevoli. Sottopasso allagato, cantine allagate ( chiedete a quelli di Via Martiri …). La capacità di assorbimento di un terreno agricolo è venti volte quella di un terreno asfaltato.
Non c’è da stupirsi che le fognature, per la quantità d’acqua che si riversa in esse, entrino in crisi con una frequenza ben più alta di quella messa in conto nella fase di progetto. Un attento studio del territorio può dare preziose indicazioni sul da farsi. Anche in questo si può mettere a frutto l’esperienza di chi la città la abita. E’ vero che Pinerolo si sta dotando di un Piano di Assetto Idrogeologico (PAI) che costituisce, anche, una sorta di mappatura delle zone a rischio. Un documento tecnico ( per affrontare un problema che è, anche, politico) che ci lascia dubbi per la discrezionalità delle scelte. Abbiamo notato, esaminando le mappe riportate sul sito del Comune che alcune zone classificate come III ( quelle a maggior rischio) sono destinate ad essere edificate. La CP7 ( … la solita CP7) e la CE6.3 ad esempio.
E’ proprio necessario andare a costruire in zone non sicure?
Ma la cosa più strana (e su questo gradiremmo spiegazioni) è che queste aree, completamente prive di costruzioni, sono state classificate come edificate. Seguendo la legenda sono zone “III b “ invece che ”III a”. La cosa non è indifferente visto che, a seguito di opportuni interventi, le zone “ III b” possono continuare ad essere edificate mentre per, le “ III a” questa opportunità è esclusa dalle norme.
Una svista? una nostra interpretazione errata? Può darsi anche se, diceva Giulio Andreotti, “ a pensare male si fa peccato ma, spesso, ci si azzecca”.
Osservatorio 0121
Forum “Salviamo il Paesaggio” di Pinerolo

Ecco cosa si propone il Blog  http://www.osservatorio0121.it/ 
Il paesaggio, i beni culturali, il territorio rappresentano per Pinerolo e il suo intorno una vera emergenza. Nel tempo si è consolidato un blocco d’interessi, che ruota intorno all’edilizia che condiziona pesantemente il futuro della nostra zona e della città.
Di qui l’idea di costituire un gruppo di documentazione sulle trasformazioni territoriali allo scopo  di realizzare sulla base della molta documentazione che già esiste, una mappa aggiornata degli scempi, degli interventi di “mostrificazioine” e di cambiamento irreversibile della distinazione d’uso del suolo, che si sono fatti negli anni. 
Uno degli obiettivo dell’Osservatoro potrebbe essere anche quello di una azione  di carattere preventivo: tenere sotto controllo il territorio prima che gli interventi siano realizzati, anzi, prima che siano decisi.
Ciò richiede la capacità tecnico-disciplinare e una capacità militante di filtrare anzitempo tutte le decisioni dei Consigli comunali, provinciale e regionale. Strumento dell’Osservatorio è il blog utile per divulgare i risultati delle ricerche. Il gruppo è aperto alla partecipazione di tutti gli interessati a queste problematiche.
Per contattare il gruppo scrivere una mail a:  contatto@osservatorio0121.it

mercoledì 30 maggio 2012

Le mani della 'ndrangheta sulla Salerno-Reggio Calabria


Le mani delle cosche sulla Salerno-Reggio Calabria

La storia è sempre quella. Dodici fermi nella notte nei confronti di altrettanti esponenti del clan di Giuseppe Virgilio Nasone. Un "pizzo" del 3 per cento sull'importo degli appalti per i cantieri. Gli imprenditori che non pagavano avevano i mezzi danneggiati o subivano pesanti intimidazioni
Fonte La Repubblica


REGGIO CALABRIA - I carabinieri li hanno sentiti pianificare le incursioni notturne, organizzare i danneggiamenti. Stabilire quali mezzi dovevano saltare in aria e quali essere devastati a mazzate. Per lavorare sui cantieri della Salerno-Reggio Calabria, dovevano pagare tutti. E nella zona di Scilla-Villa San Giovanni, i soldi toccavano a loro. Il 3% dell’importo dell’appalto, e “non meno”, doveva andare ai “Nasone-Gaietti”. 
All’alba di oggi una decina di componenti della cosca sono finiti in manette su richiesta della Dda di Reggio Calabria, che ha deciso di affondare il colpo mentre la cosca era ancora pienamente operativa. I carabinieri del Comando provinciale hanno notificato dodici “fermi” nei confronti di altrettante persone ritenute legate al clan degli scillesi. Il procuratore aggiunto Michele Prestipino e i pm Alessandra Cerreti e Rosario Ferracane, hanno firmato i provvedimenti nel tentativo di bloccare lo stillicidio di intimidazioni che negli ultimi mesi ha riguardato una serie di aziende impegnate nella fornitura di servizi e materiali o subappaltatori dell’A3 e non solo. 
la mapppa del racket sulle forniture del cemento. anno 2008
In questo senso, il boss Giuseppe Virgilio Nasone, e i suoi uomini erano determinati. Nonostante l’arresto di un picciotto della “famiglia” catturato nei mesi scorsi - quando si era presentato ad un imprenditore per chiedere una mazzetta da sei mila euro - il gruppo non aveva nessuna intenzione di fermarsi. Anzi. Le microspie dell’Arma li avevano sentiti ragionare: “Non è che le cose non si possono fare, basta stare attenti”.Le cose da fare erano gli attentati. E di soldi ne arrivavano tanti dalle ditte intimorite. Alcuni imprenditori pagavano per evitare che le attrezzature, in molti casi particolarmente costose, fossero danneggiate. Altri per paura o per evitare che gli operai subissero ritorsioni anche violente. “Dobbiamo fare come quelli di Gioia Tauro – dicevano – quelli che pagano sono apposto. Agli altri gli facciamo saltare i palazzi”.
L’inchiesta della Procura di Reggio Calabria ha preso il via dalla denuncia di un imprenditore che non si è voluto piegare. Così, a marzo del 2011 è finito in carcere Giuseppe Fulco, cugino dei Nasone. Gli inquirenti, incassato il risultato, tuttavia, non hanno mollato la presa ed hanno continuato ad ascoltare i suoi commenti in carcere. Ed è durante i colloqui con la madre e la sorella che sono venuti fuori una serie di elementi che hanno consentito di ricostruire la rete di rapporti interni alla cosca. Il clan infatti continuava a versargli “la mesata” ed a spartire con lui gli utili di altre estorsioni. Altre microspie e una serie di pedinamenti hanno fatto il resto, riuscendo a dare un volto ed un nome ad ogni componente del clan e a ricostruire i singoli episodi.  
GIUSEPPE BALDASSARRO

sabato 28 aprile 2012

Processo 'ndrangheta, 172 chiedono di spostare il processo in Calabria

Processo 'ndrangheta, 172 chiedono di spostare il processo in Calabria
fonte: LA Stampa. 
Hanno chiesto di essere giudicati a Reggio Calabria i 172 accusati di concorso in associazione mafiosa a Torino. Di loro 117 sono detenuti dal giugno 2010 quando vennero arrestati nel corso della maxi-operazione Minotauro contro le infiltrazioni dell’ ’ndrangheta in Torino e provincia.
In udienza preliminare (che apertasi ieri proseguirà fino al 25 maggio) tutti gli accusati hanno presentato eccezione di competenza territoriale.». Il gup Francesca Christillin ha annunciato che si pronuncerà sulla questione il prossimo mercoledì. I cinque pubblici ministeri hanno replicato che  «ormai la ’ndrangheta è un fenomeno da anni impiantato nel Torinese, dove sono le "locali" e dove avvengono le attività di stampo mafioso.
Intanto è scaduto oggi il termine per costituirsi parte civile in questa fase del procedimento penale. Al momento soltanto un imprenditore di Cuorgnè, che fu vittima di estorsione, ha deciso di farsi avanti, ma altri enti pubblici o associazioni possono costituirsi parte civile in apertura di fase dibattimentale.

giovedì 26 aprile 2012

SENTINELLE DEL TERRITORIO: Delibera per l’istituzione della “anagrafe pubblica degli eletti” e la diffusione della “comunicazione per la trasparenza”


Pinerolo. Delibera per l’istituzione della “anagrafe pubblica degli eletti” e la diffusione della “comunicazione per la trasparenza”.


Nella seduta del Consiglio Comunale di Pinerolo del 18 aprile 2012 è stata approvata la mozione presentata dai consiglieri Paolo Covato e Giorgio Canal (gruppo "Covato per Pinerolo e SEL") per istituzione della “anagrafe pubblica degli eletti e la diffusione della “comunicazione per la trasparenza”. Inizialmente prevista per il 27 marzo, la votazione sulla mozione era stata rinviata per permettere la rielaborazione di un testo che fosse il più ampiamente condivisibile.
Esaminando il testo approvato, che qui riportiamo integralmente, una prima considerazione. Nel testo definitivo non vi è più traccia del “preambolo” alla mozione contenuto nel testo originario; preambolo col quale i consiglieri Covato e Canal inserivano l’atto della mozione stessa all’interno del momento storico che l’Italia attraversa. Un momento storico connotato da una drammatica crisi economica che,  se pure travaglia l’intero mondo occidentale, trova in Italia l’aggravante di un paese profondamente turbato e degradato dagli scandali che minano il mondo della politica -la famigerata “casta”- e dai tanti episodi di corruzione che investono una intera classe dirigente. 
Pare che il Consiglio Comunale di Pinerolo abbia voluto esorcizzare così, non menzionandoli negli atti ufficiali, il riferimento agli avvenimenti scandalosi e al clima di distacco e sospetto che i cittadini manifestano, a volte senza i dovuti "distinguo", verso coloro che sono chiamati a governare le istituzioni. Eppure, il riferimento alla crisi economica; agli scandali di cui si rendono protagonisti esponenti del mondo politico-istituzionale; la corruzione che in Italia pare divenuta “sistema”; la mancanza di valori etici di riferimento; saranno proprio questi i temi su cui si incentreranno gli interventi dei consiglieri, primo fra tutti l’intervento del sindaco Eugenio Buttiero. (vedi Cronaca di una mozione)

Il contenuto della mozione approvata
Venendo al contenuto della mozione, rileviamo come questo è stato conservato in forma pressoché identica a quella  iniziale, tranne che per il punto che riguarda le dichiarazioni del coniuge non separato e dei figli maggiorenni dell’eletto. Nella versione originaria, così si scriveva al punto 5
5) Gli adempimenti indicati ai punti 2) e 3) concernono anche la situazione patrimoniale e la dichiarazione dei redditi del coniuge non separato e dei figli conviventi. Qualora essi non vi consentano, del diniego deve essere fatta specifica menzione
Nella stesura definitiva, concordata fra i capi-gruppo del Consiglio, il punto indicato ha assunto la seguente forma:
5) Con il consenso del Coniuge non separato o del convivente e dei figli maggiorenni conviventi potranno essere dichiarati anche la situazione patrimoniale e la dichiarazione dei Redditi degli stessi.

Considerazioni
In riferimento al citato punto 5 del testo approvato, pare -a nostro parere- che sia sostanzialmente venuto meno l’obbligo contenuto nella stesura iniziale della mozione, salvo diniego motivato, di dichiarazione da parte del coniuge non separato e dei figli maggiorenni dell’eletto . Può risultare questo un elemento non del tutto coerente con gli scopi della mozione, soprattutto alla luce dai numerosi episodi nei quali uomini politici , faccendieri e imprenditori, hanno cercato di dissimulare situazioni “opache”, se non veri e propri reati, attraverso l’intestazione fittizia di beni e attività fatta a favore del coniuge o di figli. La casistica generale in questo campo è purtroppo varia e “trasversale”, come si usa dire, avendo riguardato uomini politici e soggetti appartenenti a tutti gli schieramenti politici. 
Come è stato ribadito da parte di tutti i consiglieri e dal sindaco Buttiero, l’approvazione della mozione sulla “trasparenza degli eletti” non può che essere un primo passo verso la riconquista di una politica “onesta”; una politica che sia davvero al servizio dei cittadini e delle comunità; una politica che sappia - essa per prima- operare una cernita e porre una discriminante etica, morale, verso coloro che sono chiamati a rappresentare “la politica”, anche a livello locale. Tuttavia, la delibera approvata può costituire solo il primo tassello anche nel tentativo di liberare la politica e l'amministrazione locale dal pericolo di un uso distorto e "personalistico" nella gestione delle materie su cui ha competenza: incarichi, consulenze, favoritismi "agli amici...", come ha sottolineato un consigliere nel suo intervento.
Il sindaco Buttiero, riferendosi ai tanti scandali di questa Italia, ha ricordato con tono commosso e accorato la figura e l'esempio dell’avv. Ettore Serafino scomparso nello scorso mese di gennaio, eroico comandante della Brigata partigiana "Monte Albergian" : “(…) l’avvocato Serafino non ci ha insegnato questo!”.
Auspichiamo pertanto che, aldilà della modifica introdotta e di cui chiederemo spiegazioni nelle prossime interviste che vorremmo rivolgere agli esponenti della politica pinerolese, la mozione approvata inneschi un dibattito foriero di scelte e azioni coerenti e coraggiose da parte dell’amministrazione comunale pinerolese.  
Il riferimento del sindaco Buttiero “alle associazioni presenti sul territorio e che aiutano nell’azione di monitoraggio e informazione sui temi dell’infiltrazione mafiosa…”; così come il riferimento del consigliere Barbero “(…)all’incontro che la commissione dei capi-gruppo del Consiglio Comunale ha avuto con i  rappresentanti di Libera ( il presidio “Rita Atria”. n.d.r.)” ci stimolano ad una presenza, una attenzione e una azione ancora maggiore, proprio alla luce della considerazione che quelle parole mostrano verso l’operato del presidio Libera “Rita Atria” di Pinerolo.
Arturo Francesco Incurato
Presidio Libera “Rita Atria” Pinerolo

La 'ndrangheta "riapre" l'aula bunker delle Vallette


Torino. Al via stamattina la maxiudienza per le infiltrazioni delle cosche calabre in Piemonte.
fonte: La Repubblica
Alla sbarra 172 imputati venticinque anni dopo i "catanesi". Sotto accusa politici come l'ex sindaco di Leinì Nevio Coral, boss e superlatitanti. 
Si prevede che l'appello in ordine alfabetico degli indagati durerà un'ora e mezzo. Basta questo per dare l'idea dell'entità del processo "Agostino Nicodemo + 171", divenuto ormai noto come "Minotauro", del quale stamattina si apre alle 9 nell'aula bunker A delle Vallette la gigantesca udienza preliminare. Un kolossal giudiziario: era dai tempi del maxiprocesso al clan dei catanesi, che tra il 1987 e il 1988 aveva giudicato 198 imputati, che l'aula (una delle due costruite nel 1980 a ridosso del carcere Lorusso e Cutugno per ospitare i primi grandi processi a Prima Linea e alle Brigate Rosse) non vedeva tanta partecipazione e un servizio delle forze dell'ordine così massiccio.
Ora alla sbarra ci sono gli esponenti locali della 'ndrangheta: 172 imputati (dei 184 iniziali indagati), di cui 117 detenuti alle Vallette, che ogni giorno saranno trasferiti attraverso un tunnel nelle celle del bunker. Tra loro personaggi noti nel mondo della politica come l'ex sindaco di Leinì, Nevio Coral, e superlatitanti come Rocco Trimboli, arrestato pochi fa giorni fa. E soprattutto 'ndranghetisti di spicco come Adolfo Cosimo Crea, Bruno Iaria, e Giacomo Lo Surdo ed Enzo Argirò, i cui nomi comparivano in altre inchieste sulla malavita organizzata a Torino. A rappresentare la difesa si contano 132 avvocati. L'accusa è invece sostenuta da 5 pubblici ministeri (Monica Abbatecola, Enrico Arnaldi di Balme, Stefano Castellani, Roberto Sparagna e Dionigi Tibone). Al gup, Maria Francesca Christillin (coadiuvata da un cancelliere), impegnata per 25 udienze consecutive fino al 25 maggio, spetterà il compito di decidere della costituzione delle parti, soprattutto se oggi ci saranno parti lese o enti locali che intenderanno costituirsi parte civile al processo. Ma la questione più delicata per il giudice sarà legata alle questioni preliminari che è facile immaginare che gli avvocati solleveranno, prima di tutto quella della competenza territoriale. Poi, nelle udienze successive, saranno i difensori a comunicare al giudice la scelta di andare a dibattimento o di optare per il rito abbreviato.
Se le maxi-aule del palazzo di giustizia di corso Vittorio Emanuele erano state in grado di assorbire l'arrivo di migliaia di persone, tra parti civili e pubblico, per il processo dei record per eccellenza, quello Eternit, ora quello che mancherà sarà proprio il pubblico, visto che si tratta della fase dell'udienza preliminare, a porte chiuse.
Riemersa da anni di abbandono, usata come set cinematografico per "L'uomo sbagliato" e "Il divo", a ottobre del 2010 la grande aula blindata era stata rispolverata per il riconteggio delle schede di Bresso e Cota nelle ultime, contestate, elezioni regionali. E adesso, dopo un intervento di ristrutturazione di circa 100 mila euro a carico del Comune, è stata di nuovo adibita a sede del tribunale per il processo ai No Tav e, da oggi, per Minotauro.
FEDERICA CRAVERO

Appalti e affari, così Leini era in mano alle 'ndrine


Comune sciolto, ecco le carte: sperperato un fiume di soldi pubblici
Fonte: LA Stampa.. Torino

Per capire perché quello di Leini, dal 30 marzo scorso, sia un Comune sciolto per infiltrazioni mafiose, bisogna partire dalla fine di questa brutta storia lunga 178 pagine. E da una considerazione che è il fulcro di sei mesi di lavoro della commissione di accesso agli atti: «A Leini la ’ndrangheta ha condizionato le decisioni e ha saputo efficacemente infiltrarsi tra le maglie dell’ente comunale (e non solo) trattando alla pari con i pubblici amministratori». Come? «Grazie agli stretti rapporti personali instauratisi tra elementi di spicco dell’organizzazione e Nevio Coral (sindaco dal 1994 al 2006)», scrivono i commissari. Aggiungono: «Il mezzo di cui quest’ultimo si è servito per concludere gli affari illeciti con i boss è stata la società Provana s.p.a., attraverso la quale è riuscito a pilotare - e sperperare - una mole impressionante di denaro pubblico (anche contributi regionali ed europei)" 
Il «capolavoro» di Coral 
Nevio Coral è stato sindaco di Leinì dal 1994 al 2006. Nevio «il veneto» avrebbe mantenuto contatti diretti con boss e «mediani» della consorteria criminale, rivelatisi tali dopo l’operazione Minotauro. Gli stessi avrebbero lavorato più e più volte per Provana, la multiservizi comunale che lo stesso Coral ha fondato nel 1998 e che, ai magistrati che lo interrogavano dopo l’arresto, ha definito «il capolavoro della sua vita». Provana, società a capitale interamente pubblico, avrebbe dovuto rispettare le stesse leggi a cui è sottoposto il Comune in materia di assegnazione di appalti. Per i commissari non è andata così. Parlano di «gestione privatistica dell’ente» che avrebbe consentito a esponenti della ’ndrangheta di «aggiudicarsi lavori pubblici artificiosamente frazionati per evitare le procedure concorsuali previste».
Cantieri in mano alle ’ndrine.
Qualche esempio: la costruzione di un intero quartiere (cosiddetto «Il Mulino») per un valore di quasi 5 milioni destinato - amara ironia della sorte - anche alle forze armate, durante la cui realizzazione altre ditte in odore di mafia lavoravano in sub-appalto impiegando anche clandestini irregolari. E poi: interventi nel refettorio della scuola materna di Nole, la tinteggiatura dell’elementare di frazione Tedeschi a Leini, degli spogliatoi della media, una parte di lavori dell’ampliamento del palazzo comunale di San Sebastiano Po, del poliambulatorio di Leini. E tanti altri esempi. Il fulcro è sempre Provana su cui Coral avrebbe mantenuto un assoluto controllo anche nel momento in cui suo figlio Ivano è diventato sindaco.
Nevio, sindaco per sempre
Fu lo stesso Ivano a firmare al padre - allora semplice consigliere - una delega in bianco «a collaborare nei rapporti con Provana e dell’esame delle opere edilizie e delle opere di urbanizzazione al fine di rendere più omogeneo lo sviluppo delle infrastrutture comunali». Plenipotenziario, dunque. Pare lo sapessero anche i presunti mafiosi: «Ivano dovunque va non è il sindaco, ma è il figlio di Nevio», si legge in un’intercettazione ambientale a una cena tra Coral e alcuni rappresentanti delle famiglie, tutti pregiudicati, intercettata grazie alla geniale intuizione di un ufficiale dell’Arma. Sempre Provana gestisce gli appalti per la Cittadella dello Sport, un’opera che «ha determinato quantomeno un notevole esborso di denaro pubblico». Peccato che Leini avesse già un Palasport agibile costruito solo 10 anni fa. «Tuttavia Nevio Coral, approfittando della disponibilità di finanziamenti pubblici ha fatto avviare la progettazione dell’opera». Ancora oggi - si legge nella relazione - i leinicesi non hanno capito quale sia stato l’interesse pubblico, visto che la struttura è stata concessa gratuitamente in gestione ad altro ente». In questo appalto, in misura minoritaria, risulta che avrebbero lavorato due ditte riconducibili rispettivamente a Giuseppe e Urbano Zucco e a Bruno Raschillà, affiliati al locale di Natile di Careri a Torino e tutti e tre coinvolti nell’operazione Minotauro. Totale lavori: 650 mila euro.
GIUSEPPE LEGATO

venerdì 13 aprile 2012

Difendiamo il territorio! Allarme "villettopoli" anche a Pinerolo


Essere "sentinelle del territorio" significa volerlo difendere. "Le zone a rischio sono a Pinerolo, Ivrea e in collina, da Chieri a Carmagnola".
In un nostro prossimo articolo tratteremo  la vicenda CP7,  l'intervento edilizio previsto  ai piedi di Monte Oliveto, a Pinerolo 
fonte La Stampa

Secondo i dati della Provincia l'aggressione al territorio si sposta lontano dai centri urbani oltre la seconda cintura torinese
Prima e finora unica in Italia a fare del consumo di suolo un tema politico, a otto mesi dall’approvazione del piano di governo del territorio che ferma la cementificazione dei terreni agricoli, la Provincia di Torino rilancia. Con dati aggiornati e un nuovo monito ai Comuni. Primo: negli ultimi cinque anni il consumo di suolo cresce a tassi sostenuti ma ridotti rispetto a prima (da 800 a 200 ettari l’anno) per effetto della crisi economica e della diffusione della sensibilità sul tema. Secondo: la forbice tra consumo di suolo e aumento della popolazione resta ampia. Terzo: l’aggressione al territorio si sposta lontano dai centri urbani, ormai ben oltre la seconda cintura torinese. E’ lì che l’osservatorio della Provincia individua il grande pericolo: nelle pieghe dei piani regolatori ci sono 4000 ettari di cemento già prenotati e realizzabili. Una villettopoli distribuita a macchia d’olio e di dimensioni gigantesche, pari alla metà della città di Torino o a cinquemila campi da calcio. Le zone a rischio sono a Pinerolo, Ivrea e in collina, da Chieri a Carmagnola.
La documentazione della Provincia, che sarà illustrata oggi nel convegno «Territorio: maneggiare con cura. Lavori in corso» (in corso Inghilterra 7 a partire dalle 10), illustra una serie di fenomeni che all’estero sono da anni oggetto di studio, ma in Italia largamente ignorati. Le immagini aeree acquistate da una scuola di volo di Parma per soli 50 mila euro (farle ex novo sarebbe costato dieci volte di più) e riferite alla fine del 2010 sono state confrontate con quelle scattate nel 2006. Il risultato è una galleria fotografica della cementificazione. Che la crisi edilizia ha solo spostato: meno capannoni e più villette; meno in città, più in collina. «Le crescite di urbanizzazione si concentrano sulle aree collinari e premontane del Pinerolese e dell’Eporediese, oltre che lungo l’arco della collina compresa tra Chieri e Chivasso e nel quadrante Nord-Est di Torino». E anziché completare agglomerati già esistenti, se ne creano di nuovi. I motivi: «Minor costo delle abitazioni, maggior standard abitativo, garanzia di accessibilità ai servizi».
Ma la dispersione sul territorio rappresenta un pericolo. «Gli enti pubblici non sono più in grado di garantire servizi a queste città polverizzate - spiega il presidente della Provincia Antonio Saitta - quindi abbiamo acceso un faro sulle varianti urbanistiche dei Comuni. E abbiamo detto basta alla moltiplicazione di strade e circonvallazioni che anziché risolvere problemi ne creano altri, diventando promotori di consumo di suolo». La prima applicazione del rivoluzionario piano di governo del territorio è incoraggiante. La Provincia ha bloccato alcune edificazioni selvagge su suoli liberi, ma soprattutto i Comuni hanno collaborato per evitare varianti urbanistiche invasive. Finora le città che hanno adeguato i piani regolatori sono undici, ma altre venticinque sono in fase avanzata. Nessun conflitto, zero ricorsi giudiziari. «In alcuni casi abbiamo sventolato il cartellino rosso, ma in generale c’è collaborazione - dice Saitta -, ora dobbiamo spingere i Comuni a puntare sul riuso di suolo già consumato».
GIUSEPPE SALVAGGIULO
TORINO