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martedì 23 agosto 2022

Una riflessione di Marco Calliero sulla storia dei luoghi di Pinerolo. "Pinerolo merita più amore e più conoscenza"

Come gruppo "Associazione Rita Atria Pinerolo" continuiamo ad occuparci di gestione del territorio poiché, a nostro parere, questo può rappresentare un indicatore utile ad individuare gli scopi, gli indirizzi,  il “progetto generale” che guida e determina non solo il carattere di una amministrazione locale ma anche della sua comunità. Non solo: avere cura e amore per i territori è un primo fondamentale strumento per opporsi a "mafie e pensiero mafioso".

Marco Calliero “(…) Non si può più tollerare l'arroganza di coloro che, giustificandosi con la necessità di applicare una normativa, oppure di rispettare bilanci economici, oppure ancora sventolando false urgenze igieniche, hanno deciso e decidono che un luogo giunto a noi dopo secoli non valga più nulla. Questo è un autentico crimine legalizzato ai danni dell'identità del territorio, poiché l'identità è la più preziosa delle eredità tramandate da chi ci ha preceduto(…)”.

Guido Piovene ( "VIAGGIO IN ITALIA"): "(...) Si avverte frequentemente in Italia una rottura fra le tradizioni, lo sfondo e la vita di oggi, che appare perciò come vuota. La civiltà diviene quindi endemica, senza giungere più all'intelligenza e all'amore: gli abitanti assomigliano ad ospiti occasionali, senza storia, su un fondale storico. Si devono a questo,ritengo, le brutture edilizie perpetrate per speculazione,ma soprattutto per mancanza di affetto (...)".

Coordinamento Associaizoni  Pinerolesi: "Comunità significa conoscere, tutelare e valorizzare la memoria collettiva anche nelle sue espressioni materiali, ad esempio gli edifici in cui persone hanno vissuto, lavorato, hanno passato il loro tempo. Non tutto deve rimanere così come è ma nulla deve (più) andare perduto.Per questo motivo iniziamo la pubblicazione di contributi che raccontano la storia delle testimonianze, silenti, accanto alle quali passiamo senza porvi attenzione, affinché domani quel "passaggio" ci racconti di un tempo passato". 

Paolo Pileri ( : "(...) Chi si occupa di spiegare che consumare suolo è un guaio, deve fare i conti con una politica abituata a farlo consumare e a usare quel consumo per varie ragioni: consuetudine, potere, consenso elettorale, riproduzione di se stessa, compiacere altri poteri, far arrivare a fine mese il proprio Comune, buona fede, ignoranza delle conoscenze, etc.(...)"

Ringraziamo l'Eco del Chisone per il significativo rilievo che ha voluto offrire alla riflessione di Marco Calliero, archivista e autore pinerolese, pubblicata la prima settimana di agosto. Auspichiamo che l'attenzione manifestata da alcuni giornali locali (Eco del Chisone, Vita Diocesana, Voce Pinerolese, Piazza Pinerolese) nei confronti del tema proposto da Marco Calliero -la tutela del patrimonio storico, architettonico e urbanistico della nostra città a salvaguardia della identità di una comunità- possa costituire un contributo importante alla "battaglia culturale" condotta anche dalle associazioni pinerolesi riunite nel "COORDINAMENTO ASSOCIAZIONI PINEROLESI". Lo stesso Marco Calliero ha infatti espresso profonda preoccupazione e rincrescimento per le azioni che si  stanno prospettando a danno del patrimonio storico-urbanistico di Pinerolo, in questo caso si tratta dell'ex setificio Vagnone, storico opificio che si vuole abbattere per edificare il 17° supermercato cittadino: «Il setificio Vagnone di Abbadia, un altro opificio storico di Pinerolo in pericolo. Oramai sono a rischio estinzione. Più ancora delle cicogne. L’accanimento del Piano regolatore comunale su questi luoghi è scientifico. Un autentico crimine verso l’identità del territorio». 

Quanto accade a Pinerolo, la rozzezza culturale di comunità e amministrazioni che ancora permettono la distruzione dei luoghi di memoria e di identità della comunità stessa, sembra l'ennesimo ed ultimo esempio, in ordine di tempo, di quanto denunciava lo scrittore Guido Piovene, "speculazione e mancanza di affetto", o della "ignoranza delle conoscenze" rilevata da Paolo Pileri, urbanista. Il contributo offerto da Marco Calliero colma la "scusante dell'ignoranza" sul valore e sul significato di uno dei luoghi sui quali si fonda la storia e l'identità della comunità di Pinerolo. Pinerolo merita più amore e più conoscenza!

STORIA DEL SETIFICIO VAGNONE - Parte 1 -

Autore: Marco Calliero, archivista, autore letterario

Ci apprestiamo a raccontare la storia di un luogo che, a causa del fatto di essere stato dimenticato dai pinerolesi, per mano di essi sarà a breve cancellato. Esiste un legame tra valori, credenze, tradizioni di una comunità e le tracce evolutive di essa stessa disseminate sul territorio. In altre parole si tratta del nesso esistente tra i propri abitanti e i luoghi dove si à fatta la storia. Una "comunità patrimoniale" è quella che ha coscienza del proprio ruolo di riconoscere i luoghi significativi che la rappresentano e di impegnarsi a trasmetterli alle generazioni future valorizzandoli, indipendentemente da chi ne detenga la proprietà. Un ruolo complementare e distinto da quello delle soprintendenze, e che espande la sensibilità oltre i limiti del valore meramente artistico e strutturale dei manufatti. Qui sta la differenza fra una comunità consapevole e un'altra inconsapevole della propria identità.

Nei secoli scorsi il paesaggio attorno all'abitato di Pinerolo era costituito da terreni coltivati, piccoli corsi d'acqua e filari di alberi. Cascinali sparsi facevano da contrappunto a questo stato di fatto. La distanza tra la città e il paese di Abbadia era rappresentata dalla strada che li congiungeva e che attraversava quella distesa di natura verdeggiante. Il tragitto era quello ricordato fin dal 1294 quando i cavalieri pinerolesi lo coprirono con la famosa cavalcata per raggiungere e salvare l'abate dalla minaccia dei perosini coalizzati col conte di Savoia. A interrompere la continuità dei campi, lungo il tragitto, già nel XVI secolo erano i forni di Abbadia, opificio non lontano dall'antichissimo monastero benedettino. La presenza di fornaci per la cottura dei laterizi è tipica e consolidata qui come genericamente in pianura, dove al contrario dei luoghi montuosi e collinari la disponibilità di pietra è minore.

Verso l'inizio del XIX secolo, in direzione di Pinerolo si aggiunse un secondo complesso edilizio. In effetti, a partire dal 1837 i fratelli Pietro e Luigi Vagnone installarono un battitore da rusca situato nel sito compreso fra la bealera di Cholera, costeggiante la strada che congiunge Pinerolo ad Abbadia, e il canale scaricatore di Abbadia nel tratto più prossimo al torrente Lemina. La rusca è polvere di corteccia che si utilizzava nella concia delle pelli, attività storicamente presente in questo territorio.

La cura dei canali artificiali tendeva ad aumentare laddove essi venivano sfruttati da piccoli insediamenti industriali. Dunque anche qui, dove, nel 1862 la bealera di Cholera fu riallineata alla strada di San Secondo affiancante il lato occidentale del sito che stiamo raccontando.

Intorno all'anno 1860 l'area edificata risultava notevolmente ampliata, e comprendeva un battitore, una conceria, una casa civile e la corte interna. All'epoca la proprietà passò all'erede Giacinto Vagnone. A partire dal 1862 il battitore fu utilizzato per lavorare le fibre di canapa, questo fino a quando si decise di convertire le produzioni nel redditizio mercato della seta, motivo per cui si mise in piedi una vasta filatura. Questo avvenne negli ultimi tre decenni del XIX secolo.










giovedì 21 luglio 2022

Coordinamento Associazioni Pinerolesi: replica alla risposta del Sindaco di Pinerolo alla petizione a “Tutela dell’area ex Vagnone , ciminiera con nido e cicogne”.

Torniamo ad occuparci di urbanistica, torniamo ad occuparci di gestione del territorio perchè in data 15 luglio u.s. è giunta al Coordinamento Associazioni Pinerolesi la risposta, a firma del Sindaco della città di Pinerolo, alla petizione, sottoscritta da circa 500 cittadini pinerolesi, avente per oggetto la “Tutela dell’area ex Vagnone , ciminiera con nido e cicogne” (puoi leggere qui la risposta del Sindaco di Pinerolo).

Pertanto continua la battaglia culturale che vede impegnate associazioni pinerolesi, gruppi, cittadine e cittadine, a difesa delle cicogne, della ciminiera, dello storico opificio Vagnone, della storia architettonica-urbanistica di Pinerolo. Come abbiamo già scritto, non sono solo le cicogne ad essere in pericolo: con l'avallo di "umanissime regole", si sta distruggendo il patrimonio storico-urbanistico di Pinerolo, elemento fondante e identitario di una comunità!

Di seguito il comunicato stampa in replica alla risposta del Sindaco di Pinerolo




Comunicato stampa del Coordinamento Associazioni Pinerolesi
in replica alla risposta del Sindaco di Pinerolo

La risposta del sindaco non ci convince: si vuole distruggere uno storico opificio per costruire l’ennesimo supermercato che di certo danneggerebbe il commercio di vicinato.

In data 15 luglio u.s. è giunta al Coordinamento Associazioni Pinerolesi la risposta, a firma del Sindaco della città di Pinerolo, alla petizione, sottoscritta da circa 500 cittadini pinerolesi, avente per oggetto la “Tutela dell’area ex Vagnone , ciminiera con nido e cicogne”. La risposta pervenuta, garbata nella forma e nei toni è da ritenersi del tutto insoddisfacente nei contenuti, in quanto:

  • per il primo punto ignora che la delibera 38 di “Adozione del progetto preliminare alla Variante Generale del Piano Regolatore Generale” approvata dal Consiglio Comunale della città di Pinerolo in data 30 giugno 2021, accogliendo un’osservazione formulata dagli Uffici Regionali in sede di conferenza di copianificazione e valutazione, riconferma la persistenza (o la riproposizione) del vincolo di tutela ai sensi dell’ex art. 45 delle NTA del PRGC vigente con riferimento all’edificio, in posizione centrale nell’area dell’ex setificio Vagnone, ritenuto di interesse storico ambientale.
  • ancora per il primo punto ignora che la ciminiera, nella sua posizione puntuale, rientra nella fascia di rispetto del torrente Lemina. Il Permesso di Costruire n° 11 del 10/03/2022, che ne prevede l’abbattimento, è mancante del parere della Commissione Locale per il Paesaggio, compromettendo la validità dell’atto la cui applicabilità è quindi dubbia. Il combinato disposto dei due punti precitati, a giudizio degli scriventi, rende inefficace il contenuto sia della delibera 14 del 14/04/2021 che del PDC 11 del 10/03/2022. Il mantenimento dell’edificio di interesse storico documentale rende impraticabile il perseguimento dell’iniziativa di realizzazione di una nuova (ed aggiungiamo ulteriore) piattaforma commerciale di medie dimensioni, che, se realizzata, determinerebbe un grave nocumento alla struttura attuale del commercio pinerolese.

Permane peraltro un fondato dubbio in merito alla legittimità della destinazione esclusivamente commerciale prevista dal progetto che interessa l'area in oggetto in quanto la tabella di zona inclusa nel testo del Piano regolatore comunale, che identifica tale area come B 4.1, riporta per la stessa la previsione di destinazione d'uso esclusivamente residenziale, quindi in netto contrasto con la prevista costruzione di un nuovo supermercato.

Si auspicano atti concreti affinché si possa dire “Pinerolo città delle cicogne” (e non “dei supermercati”).

  • per il secondo punto, rileviamo che l’unico impegno formale assunto dall’Amministrazione Comunale, inserito nella delibera N° 14 richiamata in precedenza, con riferimento alla realizzazione di posatoi atti ad accogliere un nido di cicogne riguarda esclusivamente il posatoio al parco della Pace. Tale previsione risulta sostituita dall'accordo con la proprietà, citato nella risposta del Sindaco, che  prevede invece il posatoio compensativo nel sito stesso oggetto di intervento edilizio ma di questa proposta non risultano ancora evidenze formali. Non si può peraltro non accogliere con favore la conferma, attraverso il testo della risposta alla petizione, di un’adesione implicita dell’Amministrazione Comunale alla proposta avanzata dal Coordinamento delle Associazioni Pinerolesi all’inserimento nel territorio cittadino di una pluralità di posatoi, atti a rendere concreta la proposta avanzata dallo stesso Coordinamento, finalizzata a dare vita al progetto “Pinerolo città delle cicogne”.


Attendiamo ancora risposte in merito alla domanda: davvero si può "legalmente" distruggere il nido delle cicogne, specie protetta dalla legislazione italiana?

Il Coordinamento delle Associazioni Pinerolesi rimane in fiduciosa attesa di una risposta formale e quindi scritta, ad oggi non pervenuta, alla lettera datata 18 maggio 2022, avente per oggetto “Cicogne area ex Vagnone conformità alla legge 157/92 ed autorizzazione Città Metropolitana di Torino”in merito ai quesiti avanzati e che qui vengono riproposti ovvero:

  • di conoscere secondo quale norma di legge si ritenga superata la previsione della L. 152/92 nella parte in cui la stessa vieta la distruzione di nidi di uccelli di specie selvatiche senza prevedere che la loro sostituzione o ricostruzione in altro sito possa esimere da tale divieto 
  • di ricevere copia dell’autorizzazione alla distruzione del suddetto nido a seguito della demolizione della ciminiera, rilasciata dal Settore Tutela Fauna della Città Metropoli.


giovedì 23 giugno 2022

CICOGNE E CIMINIERA: il Coordinamento Associazioni Pinerolesi ribadisce la loro difesa; Il sindaco e l'assessora ne vogliono lo sfratto e l'abbattimento


Continua la battaglia culturale che vede impegnate associazioni pinerolesi, gruppi, cittadine e cittadine, a difesa delle cicogne, della ciminiera, dello storico opificio Vagnone, della storia architettonica-urbanistica di Pinerolo. Come abbiamo già scritto, non sono solo le cicogne ad essere in pericolo: con l'avallo di "umanissime regole", si sta distruggendo il patrimonio storico-urbanistico di Pinerolo, elemento fondante e identitario di una comunità! Condividiamo ancora una volta quanto scrive Marco Calliero, storico, archivista e , come molti di noi, innamorato di Pinerolo: «Il setificio Vagnone di Abbadia, un altro opificio storico di Pinerolo in pericolo. Oramai sono a rischio estinzione. Più ancora delle cicogne. L’accanimento del Piano regolatore comunale su questi luoghi è scientifico. Un autentico crimine verso l’identità del territorio». Maurizio Trombotto, presidente della sezione pinerolese di Italia Nostra, ne parla in una intervista rilasciata a Voce Pinerolese ( vedi qui)

Lo scorso venerdì 17 giugno 2022 si è tenuto un incontro negli uffici del Settore Tutela Fauna della Città Metropolitana di Torino fra i rappresentanti del Coordinamento Associazioni Pinerolesi, l'Amministrazione della Città di Pinerolo e la proprietà dell'area setificio ex Vagnone, per discutere il problema della tutela delle cicogne residenti sulla ciminiera. Come noto, esiste un progetto che prevede l'abbattimento della ciminiera e degli edifici industriali storici esistenti per la costruzione di quello che dovrebbe essere il 17° supermercato pinerolese.
Da parte nostra ribadiamo che "Continuiamo ad occuparci di gestione del territorio poiché, a nostro parere, questo può rappresentare un indicatore utile ad individuare gli scopi, gli indirizzi,  il “progetto generale” che guida e determina non solo il carattere di una amministrazione locale ma anche della sua comunità. Non solo: avere cura e amore per i territori è un primo fondamentale strumento per opporsi a "mafie e pensiero mafioso".
                                                     Pinerolo merita più amore!


Comunicato stampa
Incontro presso Citta' Metropolitana di Torino - Settore Tutela Fauna e Flora

Venerdì 17 giugno il Settore Tutela Fauna della Città Metropolitana di Torino ha convocato un incontro con i rappresentanti del Coordinamento Associazioni Pinerolesi, l'Amministrazione della Città di Pinerolo e la proprietà dell'area setificio ex Vagnone per discutere il problema della tutela delle cicogne residenti sulla ciminiera. Come noto esiste un progetto sull'area che prevede l'abbattimento della ciminiera e degli edifici industriali storici esistenti per la costruzione di un nuovo supermercato. Il Coordinamento ha ribadito la contrarietà all'abbattimento della ciminiera (con eliminazione del nido), in quanto la coppia di cicogne è stanziale, occupa il nido tutto l'anno ed è aleatorio che utilizzino il posatoio sostitutivo attualmente previsto al Parco della Pace.

E’ emerso con chiarezza, da parte dei funzionari presenti della Città Metropolitana, che la normativa vigente impedisce la distruzione/rimozione dei nidi delle cicogne e nessuna autorizzazione in deroga è stata rilasciata dagli Enti competenti .


La proprietà dell'area ha ribadito la volontà di procedere con l’abbattimento totale di tutti gli edifici esistenti, cancellando un pezzo importante del patrimonio di archeologia industriale esistente a testimonianza della storia della Comunità pinerolese, rendendosi esclusivamente disponibile ad incrementare le opere a compensazione mediante la realizzazione di tre posatoi per nuovi nidi, di cui uno posto nel sito stesso oggetto dei lavori e gli altri nelle immediate vicinanze. La scelta precedente di installare un posatoio nel Parco della Pace, è stata valutata come non ottimale ed abbandonata a seguito di un parere tecnico-veterinario specializzato.

L'Amministrazione Comunale, rappresentata dal Sindaco Salvai e dall’’assessora Proietti (presenti entrambi all’incontro), ha manifestato la volontà di procedere con il progetto originario di abbattimento dei fabbricati esistenti compresa la ciminiera e di realizzazione di una nuova costruzione, accogliendo favorevolmente le nuove proposte avanzate dalla proprietà in merito ai posatoi. Riportiamo che, mentre da un lato l’Amministrazione non ha dimostrato alcun interesse per la tutela del patrimonio storico industriale di Pinerolo, la stessa amministrazione lo ha manifestato per la collaborazione con il Coordinamento delle Associazioni Pinerolesi in merito alla realizzazione del progetto "Pinerolo Città delle Cicogne", progetto avanzato dal Coordinamento stesso, avente finalità naturalistiche e turistiche.

La Città Metropolitana convocherà nuovo incontro durante il quale la proprietà esporrà , anche dal punto di vista tecnico, i contenuti della loro proposta.

Il Coordinamento specifica che non esiste alcun accordo diverso dal mantenimento della ciminiera col suo nido e ricorda di essere in attesa della risposta da parte del Sindaco alla petizione sottoscritta da oltre 500 pinerolesi, depositata il 31 maggio scorso




mercoledì 13 giugno 2018

AREA TURK: A CHI GIOVA?

Come "sentinelle del territorio, il presidio LIBERA "Rita Atria" Pinerolo torna ad occuparsi di urbanistica. Come abbiamo sempre detto, ci occupiamo di urbanistica, intesa come governo del territorio, poiché a nostro parere: "(...) l'urbanistica può rappresentare un indicatore utile ad individuare gli scopi, gli indirizzi,  il “progetto generale” che guida e determina il carattere di una amministrazione locale". Per questo consideriamo "(...) la tutela del “territorio” come parte di una educazione alla legalità per una comunità che si dota di anticorpi contro l’infiltrazione della criminalità organizzata(...)".
A due anni dal suo insediamento, l’attuale amministrazione pinerolese si accinge a conferire l’incarico per una “Variante Generale” che auspichiamo ponga rimedio all'ancora vigente Piano Regolatore -superato e sovradimensionato- e alla cosiddetta “Variante Ponte” che, approvata dalla precedente amministrazione, aveva introdotto altre discutibili azioni. Osservazioni tecniche alle Linee Guida di indirizzo della Variante sono state già presentate dalle associazioni “ambientaliste”.La nostra riflessione si incentra invece su aspetti di natura più culturale e sociale insieme, prendendo le mosse da un’area di notevole estensione, pure circoscritta ma la cui importanza non è certo “circoscrivibile”: l’area TURK. Ricordiamo che l’attuale piano regolatore consente di edificare in quell'area ben 869 vani residenziali e superfici commerciali e che la “Variante Ponte” prima citata, al fine di agevolare l'edificazione in quella area, aveva reso possibile anche la demolizione dello storico edificio “follone”, “il TURK”. 
Ci siamo chiesti se quanto previsto sull’area TURK dalla normativa urbanistica vigente si inserisca davvero in una visione organica e strategica per la città, rispondendo alle reali esigenze della comunità.
Ringraziamo il direttore del giornale Vita Diocesana, Patrizio Righero, per aver pubblicato integralmente la nostra riflessione.
L'iL'lL'i  
L'importanza dell'area è confermata anche dalle suddette Linee Guida che la individuano come area sicuramente strategica per la città. Poiché la definizione architettonica del progetto riferito all'area TURK è stata affidata alla “regia pubblica”, auspichiamo si concretizzi un progetto nel quale risulti evidente l'aspetto della “pubblica l'utilità”. In attesa di valutare il progetto elaborato, e di cui ancora non si ha notizia, ci siamo chiesti se quanto previsto sull’area TURK dalla normativa urbanistica vigente si inserisca davvero in una visione organica e strategica per la città, rispondendo alle reali esigenze della comunità.
l'area TURK
l'articolo sul quotidiano "Cronaca qui"
Come presidio di LIBERA non possiamo infine esimerci dal ricordare che il settore dell'edilizia, delle costruzioni, rimane uno di quelli più a rischio di infiltrazione da parte della criminalità organizzata, delle mafie, anche nella nostra regione. Un settore da sempre utilizzato per il riciclaggio di denaro sporco e per investimenti “opachi”. “Pecunia non olet” ricordava l’allora procuratore Gian Carlo Caselli nell’ambito del tristemente famoso processo “Minotauro”. Confessiamo quindi una preoccupazione: non vorremmo che una volta approvato il progetto sull'area TURK questa passasse “di mano”, legittimamente e rapidamente, dai noti imprenditori e cittadini pinerolesi che acquistarono l'area direttamente dal fallimento TURK a nuovi e magari “meno noti” imprenditori di un settore delicato, lo ripetiamo, quale quello delle costruzioni. Anche per questo motivo invitiamo l’amministrazione e la comunità a vigilare e ad agire come “buoni padri di famiglia” sul destino urbanistico di Pinerolo; una città che, alla luce di quanto ancora permesso dagli attuali strumenti che governano il suo territorio, potrebbe apparire come una piazza “favorevole” anche per imprenditori e investitori “spregiudicati”. Ringraziamo quindi anche Marco Bertello, redattore del quotidiano "Cronaca qui "per aver voluto evidenziare le problematiche a cui prima si accennava

AREA TURK: “A chi giova una sua edificazione in chiave “residenziale”?
Giova alla città?
Primo atto necessario alla edificazione nell'area pare essere la demolizione, totale o parziale, dell’edificio ex-merlettificio TURK. La città di Pinerolo perderebbe così un altro dei suoi edifici-simbolo, monumenti lasciati diventare ruderi. Pare una triste consuetudine: a cavallo del 1960, gli amministratori dell’epoca decidevano l'abbattimento della fortificazione-caserma che definiva l’attuale Piazza Cavour, opera di Sébastien Le Prestre di Vauban, architetto di Luigi XIV, il “Re Sole”. Con la scusa di “un solaio pericolante” e del “degrado sociale” causato dalle povere genti che vi trovavano dimora, veniva cancellato una delle strutture militari del Vauban e di cui Pinerolo avrebbe potuto invece menar vanto poichè quegli edifici sono oggi considerati addirittura “patrimonio dell’Umanità”, tutelati dall’Unesco. La “storia” si ripeterà col TURK?
Lungi dal pensare che la situazione debba essere lasciata “così com'è”, nell'incontro pubblico svoltosi lo scorso 19 gennaio 2018, “TURK. La grande occasione”, erano stati presentati esempi virtuosi, ristrutturazioni di edifici simili i quali ripensati, vivificati, reintegrati in ambiti urbanistici che privilegiano la qualità architettonica-urbanistica, hanno offerto alle comunità stimoli e occasioni per originali e coerenti visioni di “identità”, di sviluppo etico, equo, sostenibile.

Giova ai pinerolesi?
Per rispondere a questa domanda, invitiamo a riflettere su alcuni punti:
a) la costruzione di centinaia di nuovi alloggi nell’area “Turk”, svaluterà inevitabilmente il valore degli edifici esistenti, spesso frutto dei risparmi di una intera vita lavorativa, e disincentiverà anche la ristrutturazione del patrimonio edilizio esistente che, di conseguenza, perderà ulteriormente di valore.
b) aggiungere numerosi nuovi alloggi in una zona priva di una strada alternativa che adegui la viabilità della zona ai numerosi nuovi residenti (nelle linee guida si pensa sia sufficiente prolungare Corso Piave) creerà forti problemi in Corso Piave: dapprima il via-vai dei camion necessari per le demolizioni necessarie e per edificare i nuovi condomini; dopodiché, il traffico dei nuovi residenti. Problemi di viabilità che saranno certo acuiti dal decongestionamento di Corso Torino, previsto nelle stesse linee guida.
c) a farci dubitare della necessità di nuova edilizia residenziale, ricordiamo che a Pinerolo vi sono già 2000 unità abitative sfitte / inutilizzate e che da decenni gli abitanti oscillano intorno alle 36.000 unità.
d) già ora nella città vi sono problemi causati dalle cosiddette “polveri sottili”; problemi forse sottovalutati e non adeguatamente posti alla conoscenza della comunità ma che incidono concretamente sulla salute dei cittadini. L'aumento di traffico causato dalle nuove residenze non farà che aggravare la situazione. Chi se ne farà carico? Eppure, lo ricordiamo, l'amministrazione delle città ha fra i primi compiti proprio la tutela della salute della comunità.

E' coerente con il programma presentato dall'amministrazione e votato da tanti pinerolesi?
Nel programma del Movimento 5 Stelle pinerolese, fra altre cose, così si leggeva: “A Pinerolo non servono più nuovi condomini nei suoi campi(...) occorre invertire la tendenza urbanistica alla dismissione di aree industriali per trasformarle in residenziale o commerciale e agevolarne piuttosto la riqualificazione polifunzionale, incentivando l’insediarsi anche di nuove attività manifatturiere e artigianali compatibili con la residenza (...)individuazione di aree agricole pubbliche e private da assegnare a gruppi di sviluppo territoriale seguiti dal comune, creati per giovani e disoccupati, per la produzione di prodotti agricoli autoctoni.. Da questo altre domande:
a) come si conciliano quei principi condivisibili con quanto si sta decidendo sull'area del TURK nella quale, lo ricordiamo, è presente anche un prato di 10.000 mq di superficie? Cosa diventerà quel prato?
b) poiché a Pinerolo c'è carenza di lavoro, non certo di alloggi, perché non cercare di rendere nuovamente produttivi gli edifici esistenti, fra questi proprio il TURK, mettendo in atto politiche e agevolazioni che favoriscano nuovi insediamenti? Ad esempio, riconoscendo sgravi fiscali azzerando per alcuni anni IMU, TARI, TASI per locatore e locatari; riconfermando e incentivando le convenzioni con ACEA , già disponibile a fornire energia a prezzo di costo alle aziende che si insediassero nel nostro territorio.
c) più volte lo stesso sindaco Salvai ha menzionato le segnalazioni dell'ASL riferite alle problematiche derivanti da coloro che trovano alloggio e riparo nell’area del Turk. Premesso che le “problematiche igienico-sociali” ritornano spesso nelle vicende urbanistiche a giustificare sventramenti, demolizioni, speculazioni edilizie, il problema non lo si risolverà di certo allontanando “il problema” stesso, i “senza-tetto”, dall'area TURK. Molto più “strategico” e utile alla città sarebbe a nostro parere mettere in atto politiche che, incentivando l'utilizzo del patrimonio edilizio esistente di più basso valore commerciale, reperiscano alloggi da destinare proprio alle fasce sociali più in difficoltà.

Giova ai proprietari dell'area TURK?
a) poiché a Pinerolo ci sono circa 2000 unità abitative sfitte /inutilizzate, è conveniente esercitare proprio adesso il diritto edificatorio consentito sull'area TURK, necessitando investimenti davvero cospicui?
b) gli attuali imprenditori-cittadini pinerolesi proprietari dell'area sono davvero consci di rischiare ingenti somme di denaro, stante il perdurare di una crisi strutturale che ha mutato sostanzialmente le caratteristiche del mercato immobiliare e dell'investimento “nel mattone”?

Presidio LIBERA “Rita Atria” Pinerolo

lunedì 12 ottobre 2015

Sentinelle del territorio: Osservazioni alla "Variante Ponte".

SENTINELLE DEL TERRITORIO. Torniamo ad occuparci di Urbanistica perché, come abbiamo scritto sin dall'inizio della nostra attività come presidio LIBERA "Rita Atria" Pinerolo, "(...) può rappresentare un indicatore utile ad individuare gli scopi, gli indirizzi,  il “progetto generale” che guida e determina il carattere di una amministrazione locale". 
Ci riferiamo ora alla cosiddeta "Variante ponte", documento approntato dall'Amministrazione con Delibera n. 36 del 08-09/07/2015
Le associazioni pinerolesi che si interessano alla gestione del nostro territorio si erano già espresso su quanto emergeva, a loro parere, dal progetto di Variante redatto dall'amministrazione. (leggi qui l'articolo integrale). 
Ora siamo giunti alla fase di Proposta tecnica del Progetto Preliminare presenta dall'amministrazione in  Consiglio Comunale. Proposta tecnica che non solo riconferma le perplessità già espresse ma le amplifica per i motivi che scriviamo nella introduzione alle Osservazioni presentate (lo scorso 28 settembre 2105): "(...) aver “celato” provvedimenti importanti quali la possibile demolizione del Turk; non aver tenuto conto, nella sostanza, dei pareri espressi dagli Enti sovra-comunali nella Conferenza di Pianificazione; aver permesso che al progetto preliminare si aggiungessero nuovi e diversi interessi privatistici. Tutto questo, come scriviamo in seguito, ci pare inficiare il principio di trasparenza che, accanto al perseguimento dell’interesse pubblico, deve sempre muovere ogni provvedimento dell’Amministrazione."

 "Le pietre che parlano"
Parlando di materia urbanista, lo sappiamo, occorre superare uno scoramento che ogni volta assale: come gran parte della materia legislativa italiana, anche questo campo -l'urbanistica- appare volutamente noioso, ostico, contorto e complesso. Non è un caso che questo avvenga! Nel paese che aveva posto fra i principi fondamentali della sua Carta Costituzionale la tutela del Paesaggio (Art. 9), proprio quelle "vesti", le norme e le leggi, sono state usate in maniera addirittura "perversa".
Lo scriveva chiaramente Salvatore Settis in "Paesaggio, Costituzione, Cemento" ( Ed. Einaudi, pag. 13-16.: "(...) i delitti contro il paesaggio si consumano non ignorando le regole, ma modificandole o "interpretandole" con mille artifici, perchè siano al servizio non del bene pubblico, ma "del partito del cemento" invadente e trasversale (...) Nascondendosi dietro la facile foglia di fico di una normativa più o meno ben fatta, anzi sbandierandola a ogni occasione, amministratori e politici perpetrano manovre e accordi sottobanco, trasformando il paesaggio e le città, corpo vivo della nostra memoria storica e della nostra identità, in merce di scambio elettoralistica". 
Amara l'analisi e la considerazione espressa da Salvatore Settis e le cui conseguenze si presentano quotidianamente al nostro stesso sguardo: il Paesaggio italiano, quotidianamente, viene distrutto spesso dalle leggi e dalle istituzioni che, invece, dovrebbero tutelarlo. 
Amare considerazioni vengono anche dall'osservare il "corpo vivo" della nostra città, Pinerolo,"le pietre che parlano" della sua storia passata e della storia che stiamo vivendo. Parlano i luoghi della città, il paesaggio della città; luoghi che negli ultimi decenni sono stati trasformati, modificati, mutandone spesso violentemente il carattere e la fisionomia. Questo è avvenuto in base a regole-leggi che avrebbero dovuto tener conto della storia e dei valori che quei luoghi esprimevano per la comunità, per assecondarli e difenderli, come presupposto essenziale del perseguimento del "bene-pubblico" nella evoluzione dell'organismo urbano. Occorre ricordare a noi tutti come la città, la sua forma e fisionomia, è sempre espressione dei valori etici e politici di una comunità.
Ancora Settis, parlando dello "sviluppo" degli organismi urbani: “(…) la progressiva trasformazione delle pianure e delle coste italiane in un'unica immensa periferia, non avverrebbe impunemente se vi fosse fra i cittadini una chiara percezione del valore della risorsa e dell'irreversibilità del suo consumo. È oggi più che mai necessario parlare di paesaggio”.

Ne parliamo anche a Pinerolo?
il merlettificio Turk
Noi pensiamo che a Pinerolo (come in altri luoghi) la sua classe politico-dirigente, l'attuale e quelle che si sono succedute negli ultimi decenni, debba ancora dare segni di operare concretamente per la salvaguardia del Paesaggio come "bene comune", come "bene collettivo"!  Eppure, lo stesso Consiglio di Stato lo  ha ribadito (sentenza n. 2222- 29 aprile 2014) : "il paesaggio è bene primario e assolutoIl paesaggio rappresenta un interesse prevalente rispetto a qualunque altro interesse, pubblico o privato, e, quindi, deve essere anteposto alle esigenze urbanistico-edilizie".
Ma il significato di "Paesaggio", è bene ricordarlo, non si limita al concetto meramente estetico di “bellezza naturale": "(...) il Paesaggio è l'insieme dei valori inerenti il territorio” concernenti l’ambiente, l’eco-sistema ed i beni culturali, i valori che fondano l’identità stessa della nazione." ...e di una comunità! (aggiungiamo noi).
Monte Oliveto
Invece, anche a Pinerolo associazioni e cittadini devono impegnarsi in strenue battaglie per difendere luoghi,  lembi di Paesaggio, che amministrazioni comunali vorrebbero cementificare, modificare, cancellando con essi Memoria e Paesaggio. Dietro l'aridità dei documenti urbanistici, infarciti di sigle, commi e articoli di leggi, sono "celati" luoghi della nostra vita quotidiana: l'edificio del Turk, il centro storico, l'area ai piedi di Monte Oliveto, (la cosiddetta area CP7), area da tutelare secondo il Piano Paesaggistico della Regione e invece area "da cementificare" secondo l'Amministrazione comunale.
Noi auspichiamo che anche a Pinerolo si ribadisca il valore del  Paesaggio come "bene collettivo" su cui si fonda l'identità della comunità:  un bene  tale da essere "non negoziabile", né tanto meno "mercificabile" a vantaggio dei soliti "pochi",   e ne chiediamo la tutela contro speculazioni e interessi  particolari.
Arturo Francesco Incurato 
referente presidio LIBERA "Rita Atria" Pinerolo





Osservazioni alla DC n. 36 del 08-09/07/2015, avente ad oggetto le Controdeduzioni alle osservazioni alla Proposta tecnica del Progetto Preliminare ed il Progetto Preliminare della Variante Strutturale denominata “Variante Ponte”, ai sensi dei commi 7 e 8 dell’art. 15 della L.R. 56/1977 e s.m.i
Introduzione
A nostro parere, la variante strutturale denominata “Variante ponte” non risponde alle esigenze di una revisione dell'attuale -ipertrofico- Piano Regolatore, punto qualificante anche del programma elettorale dell'attuale Amministrazione. La Variante è piuttosto la mera addizione di piccoli “aggiustamenti”, volti a soddisfare le molteplici esigenze e richieste pervenute da cittadini e professionisti, senza tuttavia che queste siano inscritte in un disegno-progetto generale, organicamente compiuto.
A questo si aggiunge una considerazione derivante dalle procedure sin qui seguite dall’Amministrazione: aver “celato” provvedimenti importanti quali la possibile demolizione del Turk; non aver tenuto conto, nella sostanza, dei pareri espressi dagli Enti sovracomunali nella Conferenza di Pianificazione; aver permesso che al progetto preliminare si aggiungessero nuovi e diversi interessi privatistici. Tutto questo, come scriviamo in seguito, ci pare inficiare il principio di trasparenza che, accanto al perseguimento dell’interesse pubblico, deve sempre muovere ogni provvedimento dell’Amministrazione.

1. Considerazioni sulle criticità procedurali

1.1 L’oscuramento del ruolo della copianificazione
Fra gli elaborati amministrativi e tecnici della variante non sono compresi i pareri espressi nelle Conferenze di Pianificazione. Ad illustrare i pareri, a rendere evidenti quelle che avrebbero dovuto essere le relative conseguenze progettuali di questo importante momento del nuovo modello di pianificazione urbanistica (la copianificazione appunto), è dedicato unicamente il cap. 3.6 della Relazione Illustrativa. In questo documento tuttavia “i contenuti” dei pareri sono riportati solo attraverso brevissime sintesi, non in forma estesa, e limitatamente ad aspetti ben circoscritti, mentre sono alquanto sfumate le obiezioni esprese alla variante a riguardo delle problematiche urbanistiche e paesistiche.
Vista questa carenza di informazioni della Relazione Illustrativa, e verificato che tali pareri non sono stati neppure resi pubblici, ne consegue che i cittadini e gli stesssi consiglieri (!) sono rimasti all’oscuro dei temi dibattuti nelle Conferenze di Pianificazione e, soprattutto, all'oscuro delle conclusioni che in quella sede sono emerse. Di fatto, cittadini e consiglieri sono stati sostanzialmente esclusi da una partecipazione consapevole alla formazione del piano.
Tutto questo appare in evidente contrasto con la LR. n. 56/77, laddove all'Art. 1 bis si legge: “2. I processi di formazione degli strumenti di pianificazione sono pubblici; l’ente che li promuove garantisce l’informazione, la conoscenza dei processi e dei procedimenti e la partecipazione dei cittadini agli stessi, assicurando, altresì, la concreta partecipazione degli enti, dei portatori d’interesse diffuso e dei cittadini, singoli o associati, attraverso specifici momenti di confronto.” E anche Art. 15: “7. Il soggetto proponente, avvalendosi delle osservazioni e dei contributi espressi dalla conferenza di copianificazione e valutazione, predispone il progetto preliminare del piano che è adottato dal Consiglio.”.
Le criticità procedurali di cui abbiamo detto risultano “imbarazzanti”. Celare gli elementi sostanziali del dibattito svolto nella Conferenza -le compensazioni ambientali, la pianificazione paesistica, le trasformazioni sostenibili, il piano della collina, i corridoi ecologici- ha determinato infatti un duplice effetto: da un lato, come già detto, l'impossibilità di intervenire e dibattere sulla variante con cognizione di causa attraverso le osservazioni e le proposte; dall'altro, l'impedimento a che quei rilievi potessero rappresentare stimolo e buon motivo per intraprendere addirittura una nuova fase nella discussione sulle caratteristiche e la natura della variante stessa.
Ad oggi, la “Variante ponte” appare essenzialmente basata su richieste di trasformazioni episodiche, privatistiche, poco coerenti -se non estranee- ad un credibile progetto urbanistico utile alla città. Tanto che si è portati ad una preoccupante considerazione di carattere generale: difficile intravedere una progettualità che denoti carattere di “interesse pubblico” nel documento in esame.
Oltre alle già citate difformità dagli artt. 2 bis e 15 della LR. n. 56/77, è opportuno segnalare che la mancata pubblicazione di atti (i pareri espressi dalle CdP) essenziali al processo di piano potrebbero costituire una sorta di “patologia amministrativa”, con possibili profili di illegittimità gravanti sull’intero procedimento urbanistico.

1.2 Le interferenze nello svolgimento del processo tecnico-amministrativo
Il procedimento di adozione del progetto preliminare di variante in corso appare viziato da errori in ordine alla sequenzialità e coerenza dei vari passaggi previsti dalla normative in materia, determinando così probabili presupposti di illegittimità. Infatti sono stati impropriamente introdotti emendamenti aggiuntivi, anche durante lo svolgimento del Consiglio Comunale, del tutto nuovi rispetto a quanto definito dalla proposta tecnica. Benché gli ambiti urbanistici della Proposta Tecnica -oggetto di possibili “osservazioni”- non siano rigidamente circoscritti come richiesto per il progetto preliminare (“Le osservazioni devono essere riferite agli ambiti e alle previsioni del piano o della variante;” art. 15, comma 10 della LR. n. 56/77) è evidente, per analogia, che quegli elementi non possano eccedere, essere “qualcosa di più e di diverso, rispetto a quanto previsto nella proposta tecnica della Variante ponte. Quest'ultimo documento infatti già costituisce un progetto articolato e sostanzialmente concluso, come si evince dall’art. 14 comma 3 bis della LR. n. 56/77.

1.3 La sopravvenuta incompletezza del processo valutativo
Le nuove previsioni inserite dopo l’adozione della proposta tecnica, contrariamente a tutto l’impianto progettuale della stessa proposta, non sono state sottoposte alla verifica di assoggettabilità, determinando anche in questo caso un contrasto con la legge (artt. 3 bis e 15, LR. n. 56/77) e quindi un altro presupposto di illegittimità.
Inoltre occorre sottolineare il fatto che le nuove previsioni incrementali (es. la rifunzionalizzazione delle zone D1.1 – cartiera, RU6.4 -Corcos), creando considerevoli effetti (aumenti di superfici residenziali e commerciali), determinano una probabile alterazione del quadro ambientale e quindi la necessità della VAS.

1.4 L’inadeguatezza del parere motivato OTC di VAS
Ulteriore contributo alla debolezza del presente procedimento è dato dal provvedimento n. 32997 del 30/6/2015 dell’OTC per la Valutazione Ambientale, che si limita a ribadire che la procedura di pianificazione non è soggetta alla VAS. Tuttavia, non entrando nel merito delle successive implicazioni urbanistiche, si elude la prescrizione della DGR. 9/6/2008 n. 12-8931: “Richiama, per i casi di esclusione dal processo valutativo, la necessità che i provvedimenti di adozione e di approvazione definitiva della variante di piano diano atto della determinazione di esclusione dalla valutazione ambientale e delle relative motivazioni ed eventuali condizioni”. Infatti la valutazione dei pareri ambientali e le modalità per concretizzarle nell’apparato urbanistico con l’adeguata modalità progettuale e normativa è certamente in carico a tale organo (OTC per la Valutazione ambientale), il cui atto rappresenta il passaggio fra due discipline organicamente integrate, quella ambientale e quella urbanistica. C’è il rischio che tale operazione di modulazione progettuale richieda, a questo punto, una ulteriore valutazione (VAS) aggiuntiva non contemplata dalla legge.
Per tutte le argomentazioni sopra esposte si richiede all’Amministrazione Comunale di revocare la DC n. 36 del 08-09/07/2015

2. Considerazioni sugli apporti esterni alla formazione della variante

2.1 Considerazioni sulle risposte dell’A.C. alle osservazioni e suggerimenti sulla proposta tecnica delle scriventi Associazioni.
Le associazioni richiedevano un corretto ed esaustivo adeguamento della Variante ai piani sovra-ordinati, secondo le modalità chiaramente illustrate nelle norme dei suddetti piani. Dalla conseguente controdeduzione comunale scopriamo invece che l’Amministrazione Comunale ritiene che il recepimento dei piani di Regione e Provincia si realizzi - “sic et simpliciter” - con la sola partecipazione dell'Amministrazione stessa alla Conferenza con questi enti; tutto il resto -integrazione di cartografie, analisi, norme- sembrerebbero dei meri dettagli. Pare così che si voglia affermare il predominio della “forma” (la procedura) sulla “sostanza” (il piano regolatore).
Naturalmente le scriventi Associazioni ribadiscono le richieste già formulate ma che ora sono rafforzate dalla sintonia con le conclusioni della Conferenza di Pianificazione.

2.2 Considerazioni sul recepimento dei pareri della Conferenza di pianificazione
Le richieste formulate a conclusione della Conferenza di Pianificazione dai vari enti avrebbero dovuto creare le condizioni per elevare la qualità del piano sia dal punto di vista metodologico che nel merito del progetto.
Il progetto preliminare si limita invece a recepire le richieste e i suggerimenti di natura disciplinare (essenziali per migliorare i meccanismi gestionali) mentre ignora sostanzialmente le sollecitazioni verso una pianificazione più organica e con una più spiccata caratterizzazione progettuale. Prevale, in più occasioni, il recepimento burocratico che prende forma nel sistematico rimando ad altri strumenti normativi (manuali, linee guida, piani esecutivi, protocolli di intesa). Conseguenza di questo modo di procedere è che, così facendo, si riducono sia i margini di condivisione che quelli di controllo delle trasformazioni urbane da parte della cittadinanza.

3. Osservazioni sui contenuti urbanistici della variante
Esaminati gli elaborati tecnici del Progetto Preliminare le Associazioni scriventi, visto il tenore delle non-risposte ricevute, ritengono di riproporre le osservazioni e suggerimenti già formulati sulla Proposta Tecnica con D.C. n. 4 del 4/2/2015.
Inoltre avanzano le seguenti richieste e suggerimenti:

    1. Zona RU5.1 – ambito Turk: si richiede di ripristinare la normativa precedente che garantiva e tutelava la conservazione dell'edificio, riconosciuto (anche dalla letteratura storica e specialistica) come esempio di archeologia industriale avente rilevante valore storico. Le disposizioni inerenti la tutela del manufatto, essendo state introdotte dalla Regione col provvedimento di approvazione, hanno particolare autorevolezza e quindi non possono essere stralciate. A questo riguardo, riteniamo davvero grave che l’Amministrazione abbia omesso nei suoi elaborati descrittivi (nella Proposta Tecnica e anche nel presente Progetto Preliminare) il richiamo a tale previsione di stralcio, rendendola piuttosto “clandestina”. Non è certo con questo agire che si rende un buon servizio all’immagine del Amministrazione Comunale.
Le stesse disposizioni riguardanti la richiesta di parere da parte della commissione regionale per gli insediamenti d’interesse storico-artistico, paesaggistico o documentario, ex art. 91 bis LR. n. 56/77, essendo stata posta come “facoltativa e discrezionale”, sembrano unicamente un espediente per legittimare, o almeno “agevolare”, la demolizione del Turk!

3.2 Zona CE7.4- Riva di Pinerolo: dal punto di vista urbanistico, si ritiene inaccettabile l’espulsione dall’abitato del campo di calcio (già esistente!), in quando si riducono gli spazi di socialità in un organismo edilizio già poco dotato di spazi di relazione. Eventuali situazioni di conflittualità determinate dall’attuale utilizzo -si tratta comunque di uno spazio destinato ad attività sportive- possono essere risolte in ben altro modo, ad esempio modificando la destinazione d’uso dello spazio pubblico a giardino o parco urbano. Si prospetta invece una operazione che lascia alquanto perplessi: lo spostamento del campo di calcio in area periferica, in sostituzione di un’area degradata (D7.2); la conseguente possibilità di edificare nuove residenze nell'area dell'attuale campo sportivo. A nostro parere, i supposti benefici pubblici derivanti dall'operazione non compensano i costi di impoverimento urbano e di relazione sociale che si vengono a determinare in quella zona; né risultano proporzionali, i supposti benefici, alla cospicua valorizzazione immobiliare che si riconosce al privato, consentendogli la realizzazione (e vendita) di superfici residenziali! Anche in questo caso ci domandiamo: dove è l'interesse pubblico?

3.3 Area per esposizione autoveicoli: si richiede di stralciare la previsione di un’area a temporanea esposizione di autoveicoli (indicata nell’art. 49, comma 13 delle NTA), collocata recentemente in zona agricola del prgc vigente, non essendo neppure chiaro con quale titolo abilitativo sia stato possibile. La previsione dell'area espositiva determina infatti un impatto visivo del tutto negativo proprio all’ingresso della città, in un luogo che, ancora oggi, mantiene una apprezzabile fascia inedificata di protezione, “a verde” e agricola. Quell'area di verde agricolo merita invece di essere tutelata, anche considerando che al suo interno sono presenti cascine ed edifici di valore documentario che caratterizzano il “paesaggio” a cintura della città.

    1. Zona A2.1 – Centro Storico: Anche in questo ambito non sono chiare le operazioni edilizie ed urbanistiche definitivamente approvate, (possibilità di abbattimento e ricostruzione senza vincolo del rispetto delle sagome, altezze, sedimi) frutto di un emendamento presentato in Consiglio Comunale. Le demolizioni e ricostruzioni devono avere carattere di eccezionalità, devono essere dettagliatamente motivate e non possono prescindere da una precisa individuazione cartografica (vedasi articoli legge regionale 56/77 sui centri storici).

    1. Zone NF – Nuclei frazionali: l’eliminazione della normativa di tutela di questi ambiti, e la facoltà di procedere con tutti i tipi d’intervento, può produrre l’alterazione sostanziale dei tessuti di carattere documentario e storico che contraddistinguono questi aggregati. Infatti mancando una perimetrazione cartografica, le disposizioni cautelari previste nell’art. 45 comma 4 tris difficilmente garantiscono la difesa degli insediamenti tradizionali. Riteniamo pertanto necessaria la perimetrazione puntuale degli ambiti meritevoli di conservazione scelti attraverso una procedura partecipata e condivisa con i cittadini.

    1. Zona RU 6.4 – Area ex Corcos: Le scriventi Associazioni ribadiscono quanto espresso nelle osservazioni già presentate. In presenza di un aumento abnorme delle superfici commerciali previste in quell’area, ritengono assolutamente indispensabile un preliminare aggiornamento del Piano del Commercio ed una attenta valutazione circa le ripercussioni che tali superfici possano avere sulle condizioni del residuo tessuto commerciale “di vicinato”. Tali perplessità sono giustificate e sostenute da quanto richiesto nei pareri della stessa Conferenza di Pianificazione.


giovedì 13 novembre 2014

Incontro pubblico sull'urbanistica di Pinerolo

Sentinelle del territorio. Invitiamo quindi a partecipare all'incontro pubblico che si terrà questa sera , alle ore 20.45 nella Sala di rappresentanza del Comune di Pinerolo e che avrà come tema il "Documento  programmatico per la pianificazione urbanistica"
Torniamo ad occuparci di Urbanistica perché, come abbiamo scritto sin dall'inizio, "(...) può rappresentare un indicatore utile ad individuare gli scopi, gli indirizzi,  il “progetto generale” che guida e determina il carattere di una amministrazione locale".
In attesa di partecipare all'incontro di questa sera, quanto emerso nelle riunioni della Commissione Urbanistica di Pinerolo dedicate specificatamente al tema in questione, ci induce a pensare che rimanga -purtroppo- ancora valido quanto scritto nel commento  delle associazioni pinerolesi ( qui il testo integrale)   al Documento Programmatico approvato dal Consiglio Comunale di Pinerolo nello scorso aprile  

"(...) pensiamo che le linee programmatiche approvate dal Consiglio Comunale risultino generiche e poco incisive. Ancora una volta manca l’idea, la visione, della Pinerolo “a venire”. Inoltre, se da un lato abbiamo inizialmente apprezzato la dichiarazione  dell’Amministrazione di voler adottare il metodo del confronto nell’affrontare un tema fondamentale quale è tratteggiare la Città “ a venire”, le azioni sinora condotte appaiono ben lontane dalla cosiddetta urbanistica partecipata , pratica a nostro parere fondamentale per indirizzare eticamente le “pre-visioni” e il carattere della città futura. Alla necessità di prevedere la partecipazione concreta delle comunità al momento progettuale e decisionale fanno oramai riferimento i migliori e più moderni strumenti di gestione dei territori: partire dallanalisi delle situazioni esistenti; individuare obbiettivi rispettosi della vocazione dei territori, obbiettivi condivisi dalla comunità e “sostenibili”, sia dal punto di punto di vista economico che ecologico.
Questi alcuni dei “fondamenti” necessari per iniziare il processo della revisione - anche “culturale”- dell’attuale Piano Regolatore: un Piano ipertrofico, non rispondente alla realtà attuale,  frutto di una idea meramente speculativa del bene comune “Territorio-Paesaggio”.  Pinerolo ha bisogno di un progetto che ne difenda e ne rivitalizzi la sua Bellezza.
Le Associazioni e i gruppi del forum pinerolese sull'Urbanistica e il Paesaggio  

Infine, riportiamo alcune considerazioni generali di Enzo Garnero, membro del circolo pinerolese dell'associazione "Salviamo il Paesaggio", scaturite dopo l'ultima seduta della Commissione Urbasnisti

·         Il risparmio di consumo di suolo, è dovuto solo in minima parte alla riduzione della capacità edificatoria, mentre  in gran parte è dovuto alla riduzione delle infrastrutture previste nel PRG (non è più prioritaria la viabilità di bordo sud e la strada al contorno di Villaggio San Giacomo di Riva). Le riduzioni di cubatura, specialmente in area CPS1 e prevedendo una riduzione del numero dei piani previsti per le nuove costruzioni, sono piuttosto ininfluenti sul consumo di suolo. (...)

·         Con questa variante viene dichiarata una diminuzione di abitanti teorici di circa 1900 abitanti passando da una previsione del PRG di 54.420 a 52520. Dai dati indicati sempre nella relazione illustrativa gli abitanti di Pinerolo si attestano negli ultimi 15 anni (da quando è stato approvato il PRGC vigente) sui 35-36000 abitanti. Pertanto la diminuzione prevista non tiene conto del reale andamento dell’incremento demografico. 

·         Il cambiamento di destinazione previsto per l’area D 6.9 (area Gallo) da produttiva a commerciale e l’aumento della quota residenziale e terziaria dal 22 al 40%  della RU 6.4 Corcos (con un aumento del rapporto di copertura dal 33 al 60%) determina un consistente aumento dell’offerta commerciale con un ulteriore impoverimento del tessuto commerciale del centro storico. Queste operazioni si devono inscrivere nell’obiettivo dichiarato nel documento di programmazione economica di migliorare la qualità di tutti gli ingressi alla città?




Commento del forum pinerolese alla delibera 
"Linee programmatiche per la pianificazione urbanistica"

Il 25 marzo scorso il Consiglio Comunale di Pinerolo ha approvato le “Linee programmatiche per la pianificazione urbanistica”, documento la cui bozza era stata presentata alla Cittadinanza nel dicembre 2013. Anche le Associazioni e i gruppi che partecipano al Forum pinerolese per l’Urbanistica e il  Paesaggio avevano fatto pervenire proprie osservazioni a quel documento. Fra le Osservazioni presentate, ci pare essere stata realmente accolta solo quella riguardante il Piano Particolareggiato della collina: come richiesto dalle Associazioni, nel documento è stato esplicitato il mantenimento dei vincoli più gravosi in caso di contrasto tra gli strumenti comunali e quelli provinciali.Le altre osservazioni da noi presentate sono state ignorate nella sostanza. In particolare:
  •  Non è stata quantificata, al di là delle dichiarazioni di principio, la quota diriduzione della capacità edificatoria rispetto al piano regolatore vigente e la conseguente riduzione del consumo di suolo. Inoltre non è stata esclusa l’individuazione di nuove aree residenziali.
  •  In relazione alle cosiddette “valorizzazioni immobiliari”, le Associazioni chiedevano fossero definiti criteri oggettivi che provassero l’esistenza di reali condizioni di interesse pubblico”  nel momento in cui si adottassero varianti urbanistiche puntuali e “permessi di costruire in deroga alle attuali destinazioni d’uso del PRG. Inoltre, si chiedeva di favorire il ricorso allo strumento della “variante” anzicchè i “permessi di costruire in deroga” previsti dalla LR106/2011.
  •  Nella delibera approvata viene ribadita la necessità di reperire una nuova area industriale. Al contrario, le Associazioni chiedevano di verificare la possibilità di riportare in città alcune delle attività di tipo terziario ( uffici, servizi) che – impropriamente!- sono state insediate nell’area industriale della Porporata. Si chiedeva inoltre di evitare ulteriore consumo di suoloagevolando l’insediamento di piccole/medie industrie nelle aree produttive dismesse, già presenti sul territorio. La previsione di una nuova area industriale ci pare ingiustificata e da doversi considerare solo in conseguenza di specifici e reali progetti, o proposte industriali, che possano assicurare un cospicuo e sostenibile sviluppo occupazionale.
  • Nella delibera approvata nulla di concreto anche sul tema della mobilità sostenibile. Le Associazioni chiedevano l’adozione delle soluzione già prospettate nel lavoro condotto dagli uffici comunali con l’ Associazione Salvaciclisti: un progetto  che stimolava soluzioni nuove nel campo dell’ accessibilità e dell’attraversamento dello spazio cittadino.
  • Le Associazioni richiedevano una maggior attenzione al verde cittadino, con la realizzazione di una “fascia verde” attorno al centro abitato a salvaguardia delle residue zone agricole, per riportare in luce le cascine storiche, per valorizzare e salvaguardare i cosiddetti “coni visivi” e il paesaggio della città.
  • Nel capitolo “obiettivi”, la delibera approvata introduce il tema del cosiddetto “miglioramento della qualità degli ingressi in città “. Le Associazioni paventano che sotto quelle parole si celi piuttosto l’alibi per individuareri-definire, nuove e grandi aree a destinazione commerciale.
A seguito di quanto esposto, pensiamo che le linee programmatiche approvate dal Consiglio Comunale risultino generiche e poco incisive. Ancora una volta manca l’idea, la visione, della Pinerolo “a venire”. Inoltre, se da un lato abbiamo inizialmente apprezzato la dichiarazione  dell’Amministrazione di voler adottare il metodo del confronto nell’affrontare un tema fondamentale quale è tratteggiare la Città “ a venire”, le azioni sinora condotte appaiono ben lontane dalla cosiddetta urbanistica partecipata , pratica a nostro parere fondamentale per indirizzare eticamente le “pre-visioni” e il carattere della città futura. Alla necessità di prevedere la partecipazione concreta delle comunità al momento progettuale e decisionale fanno oramai riferimento i migliori e più moderni strumenti di gestione dei territori: partire dallanalisi delle situazioni esistenti; individuare obbiettivi rispettosi della vocazione dei territori, obbiettivi condivisi dalla comunità e “sostenibili”, sia dal punto di punto di vista economico che ecologico.

Questi alcuni dei “fondamenti” necessari per iniziare il processo della revisione - anche “culturale”- dell’attuale Piano Regolatore: un Piano ipertrofico, non rispondente alla realtà attuale,  frutto di una idea meramente speculativa del bene comune “Territorio-Paesaggio”.  Pinerolo ha bisogno di un progetto che ne difenda e ne rivitalizzi la sua Bellezza.