Sentinelle del Territorio:
“L’urbanistica ci pare un tema importante in quanto, a nostro parere, può rappresentare un indicatore utile ad individuare gli scopi, gli indirizzi, il “progetto generale” che guida e determina il carattere di una amministrazione locale”.
presidio LIBERA "Rita Atria" Pinerolo
Lo scorso 18 dicembre 2013 , l'Amministrazione di Pinerolo aveva presentato un Documento Programmatico sulle linee guida dell'urbanistica della città.
Le Associazioni e i gruppi che partecipano al Forum
pinerolese per l’Urbanistica e il
Paesaggio avevano replicato con un documento di cui riportiamo un estratto.
Questa sera, allle ore 21.00 è previsto un secondo incontro nel quale si vedrà come e se l'Amministrazione avrà recepito le osservazioni giunte anche da altre associazioni ( fra queste Italia Nostra) e da alcuni gruppi politici della Città ( tra questi, il gruppo Progetto per Pinerolo)
Osservazioni al documento programmatico
dell’Amministrazione
relativo alla pianificazione urbanistica
Le Associazioni e i gruppi che partecipano al Forum
pinerolese per l’Urbanistica e il
Paesaggio ritengono utile e positiva la scelta dell’ Amministrazione di
avviare un confronto sui temi della pianificazione territoriale e urbanistica al
fine di ampliare la partecipazione dei cittadini.(...)
Avremmo tuttavia preferito che si intraprendesse –finalmente!- l’iter di studi e di confronti indispensabili
per dare vita ad un nuovo ed aggiornato
strumento di gestione urbanistica del territorio, vista la necessità
condivisa da molte forze politiche di “avviare le procedure per un nuovo Piano
Regolatore…”, come si leggeva addirittura nel programma di mandato dell’attuale
Sindaco. La predisposizione di una
“variante”, per quanto generale, fa temere che prevalga una logica improntata ad
“aggiustamenti”, volti a soddisfare i
“desiderata”, le molteplici esigenze e richieste pervenute da cittadini e
professionisti interessati a modifiche puntuali, senza che queste azioni
si inscrivano in un disegno-progetto
generale, organicamente compiuto a favore della intera comunità. Al
di fuori di un “progetto organico”, senza criteri preliminari che ne
definiscano ambiti e modalità, anche
l’applicazione della legge 106/2011 e di altri principi di pratica urbanistica
- quali la “perequazione” e la “compensazione edilizia”- mettono “a rischio” quel che resta della
programmazione e della gestione del territorio.
Già nella redazione dell’ attuale PRG era emersa più la volontà di assecondare
gli interessi della speculazione immobiliare che non la capacità di previsione e di indirizzo
“etico” della città: lo testimonia il
vistoso scostamento, il sovra-dimensionamento, che si è rivelato tra le
previsioni insediative del Piano stesso e la realtà dei fatti.
Vogliamo allora esprimere alcune osservazioni che nascono proprio dal
rilievo strategico che la “variante ponte”
dichiara di voler assumere.(...); pensiamo che
uno strumento che ambisca a “contenere elementi che anticipino i contenuti del futuro PRGC” debba
partire e fondarsi su alcuni elementi oggettivi, premesse indispensabili ad ogni
altra considerazione:
a)
una analisi
più dettagliata dell’ esistente e dello
scostamento tra quanto realizzato e le previsioni del vigente PRGC:
b)
una verifica dell’identità
del territorio per confrontare, valutare e stabilire, linee di relazione e di
indirizzo sostenibile
c)
la chiara determinazione
delle scelte ritenute essenziali sulla base dei punti precedenti
Se non si analizzano i dati
esistenti, la realtà esistente, se non
si precisano i contorni del “progetto” futuro, risulta troppo vaga la
dichiarazione di “limitare al massimo, per quanto possibile, l’ulteriore consumo di suolo
agricolo o non antropizzato”; così come inutile pare sottolineare più
volte, quasi a preventiva scusante, l’ovvio limite delle “poche risorse economiche disponibili”.
Chiediamo dunque che le premesse del documento programmatico siano
integrate ( rivalutate) con alcuni dati
significativi :
- andamento demografico della popolazione pinerolese
- analisi di massima sulla composizione per classi di
età
- elementi di analisi sulle attività produttive e
loro andamento e le previsioni di rilancio, ove identificabili.
- patrimonio edilizio esistente e dati certi sulle
unità abitative non occupate
- elencazione delle aree residenziali autorizzare e
non attuate , con relative previsioni insediative
- elencazione di massima delle aree sicuramente
individuabili come “degradate, dismesse, da riqualificare”
Ancora in relazione alle
premesse del documento, facciamo notare come
il principio di limitare il consumo di “ suolo
agricolo o non antropizzato” non si pone affatto in antitesi con un
possibile rilancio del comparto edilizio, per il quale tuttavia occorre perseguire decisamente altre
strade che non siano la semplice realizzazione-addizione di altra edilizia
all’organismo della città. Come viene
sottolineato da molti esperti, come si deduce anche dai dati economici
forniti da Unioncamere, occorre puntare
su innovazione, qualità e bellezza, eccellenze dei territori. Sono
questi i punti qualificanti, e più volte ribaditi, per il rilancio del nostro
Paese e da perseguire affinché l’economia dei vari settori abbia concrete speranze di
risollevarsi dalla crisi strutturale che viviamo. Nel governo e nell’indirizzo del territorio, noi pensiamo che si debba
agire nelle seguenti direzioni:
- salvaguardare il paesaggio, riducendo drasticamente –o azzerare- il
consumo di suolo, soprattutto nelle aree di maggior pregio paesaggistico (
l’area di Monte Oliveto, l’area pre-collinare e collinare)
- riqualificare il patrimonio edilizio esistente
- rivitalizzare gli
immobili esistenti, sottoutilizzati o inutilizzati, attraverso la
ri-destinazione a nuove e
sostenibili funzioni
- richiedere contenuti di alto livello nella qualità
architettonica-urbanistica dei progetti edilizi e nella qualità
costruttiva degli edifici
- incentivare l’applicazione delle tecniche volte al
risparmio energetico
- operare nel principio della sostenibilità e riciclo dei materiali
costruttivi
(...) Da ultimo sottolineiamo la necessità di rendere efficace e reale la
partecipazione e il coinvolgimento dei cittadini nel processo analitico e
decisionale, anche in vista della preparazione del futuro PRGC. Occorre
predisporre la creazione di “processi partecipativi” (interviste,
questionari, tavoli di lavoro…)”, già
sperimentati in molti enti locali -anche di piccole e medie dimensioni- che
superino il semplice binomio già previsto dalle norme “presentazione pubblica,
osservazioni”. Lo abbiamo sottolineato in altri documenti e qui lo ribadiamo: è necessario dare vita a quella forma di
“urbanistica partecipata” nella quale le comunità vedano finalmente
concretizzati piani di gestione e di sviluppo sostenibili, volti alla tutela
dei “beni comuni”, degli interessi dell’intera comunità, e non di categorie o
soggetti particolari.
Pinerolo 20/01/2014
…