Visualizzazione post con etichetta Scuola media "F. Brignone" Pinerolo. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta Scuola media "F. Brignone" Pinerolo. Mostra tutti i post

martedì 24 maggio 2016

L'ALBERO DI FALCONE, l'ALBERO AMICO, sarà anche a Pinerolo.

Domani 25 maggio 2016, alle ore 11.00 presso la Scuola Media “F. Brignone” Sez. di Abbadia Alpina  avverrà la cerimonia di piantumazione dell' “ALBERO DI FALCONE”: “(...) come segno di speranza e impegno dei nostri ragazzi di diventare CITTADINI RESPONSABILI E CONSAPEVOLI.” Questo scrivono le professoresse Teresa Saieva e Daniela Carano, referenti del progetto che, a partire dal 2012, vede legate la scuola media “F. Brignone” all'attivita del presidio “Rita Atria” Pinerolo da un comune impegno: avere a cuore il bene lungimirante della nostra comuntà attraverso la costruzione di attività che contribuiscano a formare CITTADINI RESPONSABILI E CONSAPEVOLI.

Anche noi inviatiamo a partecipare in segno di vicinanza alle ragazze e ragazzi
 futuri  CITTADINI RESPONSABILI E CONSAPEVOLI.



Una stessa comunione di intenti unisce la Scuola "F. Brignone" all'attività del presidio LIBERA "Rita Atria": una collaborazione che ci auguriamo si rafforzi ancora , insieme all'attività svolta nelle altri Istituti pinerolesi.
Alla celebrazione prenderanno parte anche le rappresentanze degli istituti che hanno partecipato già alla Giornata della memoria nel ricodo delle Vittime Innocenti delle mafie, svolta lo scoro 19 marzo. In attesa del "racconto della Giornata, riprendiamo qui quanto avevamo scritto a seguito di quell'evento

Progetto “ALBERO AMICO”

La Scuola Media “F. Brignone” Sez. di ABBADIA ALPINA da anni è impegnata a promuovere attività volte a coinvolgere gli alunni in progetti di Educazione alla Legalità. La Scuola collabora con il Presidio LIBERA “Rita Atria” Pinerolo, partecipando attivamente con riflessioni, lavori teatrali, incontri. Il Progetto LIBERA fa parte del Piano dell’Offerta Formativa della Scuola e si prefigge obiettivi ambiziosi che mirano a:
  • Sviluppare la coscienza civile e democratica
  • Educare alla legalità
  • Promuovere la lotta alla cultura delle mafie e alla mafiosità
  • Educare al rispetto delle regole come strumenti indispensabili per una civile
convivenza
  • Sottolineare la necessità del riconoscimento del merito e delle reali capacità dei
singoli, soffocate altrimenti dalle pratiche della raccomandazione e del familismo.
  • Prevenire comportamenti devianti e contrastare valori negativi (il bullismo)

Quest’anno le classi terze aderiscono all’iniziativa “GLI ALBERI AMICI”, promossa dalla Fondazione Giovanni e Francesca Falcone, che prevede di piantare un albero in ricordo del sacrificio di Giovanni Falcone nel cortile della scuola come segno di speranza e impegno dei nostri ragazzi di diventare CITTADINI RESPONSABILI E CONSAPEVOLI.
L’albero entrerà nel censimento nazionale degli ”ALBERI AMICI”.

Referenti del progetto: Prof.ssa Daniela Carano, Prof.ssa Teresa Saieva


L'ALBERO DI FALCONE in via Notarbartolo a Palermo, di fronte alla casa del giudice,  meta di pellegrinaggio e di riflessioni 

mercoledì 23 marzo 2016

MIGLIORIAMOCI! NOI CONTRO IL PENSIERO MAFIOSO


Le ragazze ed i ragazzi del Consiglio Comunale dei Ragazzi di San Secondo invitano all'incontro pubblico che si terrà questa sera, alle ore 21.00 presso la Sala Consiliare.
MIGLIORIAMOCI! NOI CONTRO IL PENSIERO MAFIOSO
Perchè la lotta alle mafie comincia davvero nel rendere coscienti le nuove generazioni
che tutti noi possiamo fare qualcosa: anzitutto rifiutando e contrastando il "pensiero mafioso" in cui tutti noi possiamo incappare quotidianamente. Se le mafie sono innanzi tutto Ingiustizia, il "pensiero mafioso" è il pensare di poter ottenere qualcosa senza averne merito: la raccomandazione, il privilegio, il favore...
E' sempre vivo l'insegnamento di Paolo Borsellino, la sua attenzione alle "nuove generazioni" , le parole pronunciate il 23 giugno 1992, alla commemorazione di Giovanni Falcone organizzata dall’Agesci di Palermo, nella parrocchia di S. Ernesto, ad un mese dalla strage di Capaci: "(...)

“La lotta alla mafia, il primo problema da risolvere nella nostra terra bellissima e disgraziata, non doveva essere soltanto una distaccata opera di repressione, ma un movimento culturale e morale, anche religioso, che coinvolgesse tutti e specialmente le giovani generazioni, le più adatte a sentire subito la bellezza del fresco profumo di libertà che fa rifiutare il puzzo del compromesso morale, dell'indifferenza, della contiguità e quindi della complicità".Paolo Borsellino


Vi invitiamo


lunedì 26 maggio 2014

Pinerolo 27 maggio 2014 alle ore 21.00. Teatro Incontro. " Libera...le emozioni...senza lacrime, a pugni chiusi"

Pinerolo 27 maggio 2014 alle ore 21.00.   Teatro Incontro. Le classi terze della Scuola media "F. Brignone" plessi scolastici dell'Abbadia Alpina e San Secondo, in collaborazioneco presidio LIBERA "Rita Atria" Pinerolo, presentano lo spettacolo " Libera...le emozioni...senza lacrime, a pugni chiusi

 " Libera...le emozioni ...senza lacrime, a pugni chiusi
è da intendersi come il momento più importante del percorso 
che quasi 100 ragazzi hanno compiuto in questi due anni 
parlando di giustizia, di mafie,
 di uomini e donne che l'hanno combattute,
 lavorando a stretto contatto col presidio "Rita Atria" di Pinerolo. 
In scena ci saranno le emozioni, i sogni e le realtà di tutti loro" 
                                                     Daniela Carano, per le prof.sse dell F. Brignone


lunedì 17 marzo 2014

"Anche noi siamo con Nino Di Matteo" La fotografia, la settima.

Proseguono gli incontri. Alla Scuola Media "F. Brignone", plesso Abbadia Alpina, la settima fotografia a sostegno di Nino Di Matteo.

Anche agli studenti più giovani abbiamo fatto conoscere la lettera aperta con la quale  don Luigi Ciotti, lo scorso 14 novembre 2013,   ha espresso la vicinanza di Libera  al giudice Nino Di Matteo e agli altri giudici che conducono il processo sulla “trattativa”, minacciati di morte da Totò Riina. Anche noi del presidio Libera “Rita Atria” Pinerolo, accogliendo le parole di don Luigi Ciotti, vogliamo manifestare a favore Nino Di  Matteo e agli altri giudici. Pertanto,  dopo aver letto la lettera di don Ciotti,  chiediamo agli studenti che condividono quelle parole  di scattare una fotografia. Questa è la settima fotografia

Lettera aperta di don Luigi Ciotti a Nino Di Matteo

CARO Nino Di Matteo, devi sapere che non sei solo, che tutti voi a Palermo, e in ogni angolo d`Italia, non sarete mai più soli. Dalla stagione delle stragi è cresciuta nel nostro paese la consapevolezza che la questione delle mafie non è solo di natura criminale. È un problema più profondo, anche culturale e sociale. Una questione che non sarebbe ancora cosi grave se a contrastare le mafie ci fossero stati, oltre alla magistratura e alle forze di polizia, la coscienza pulita e l`impegno della maggior parte degli italiani. Questa coscienza e questo impegno, lentamente e faticosamente si sono negli anni moltiplicati. 
Devi dunque sapere caro Nino, anche se qualcuno—mafiosi o complici dei mafiosi — continua a minacciare e lanciare messaggi inquietanti, che oggi tu e tutti gli altri magistrati siete meno soli. Che minacciare voi vuoi dire minacciare tanti di noi, tanti italiani, che nei più vari ambiti si sono messi in gioco. Cittadini che non si limitano a scendere in piazza, a indignarsi o commuoversi, ma che hanno scelto di muoversi, di trasformare il loro "no" alle mafie in un impegno quotidiano per la democrazia, per la libertà e la dignità di tutti. Le luci non nascondono però le molte ombre. In tanti ambiti prevale ancora l`indifferenza o una semplice e facile risposta emotiva. Anche la politica non sempre ha saputo affrontare la questione con la pulizia morale e il respiro necessario: pensiamo solo ai troppi compromessi che hanno impedito un`adeguata riforma della legge sulla corruzione e ai patti sottobanco. Lo Stato, tutto lo Stato, deve proteggere se stesso e i suoi cittadini. Ma negli ultimi tempi, come molti segnali lasciano intendere, le mafie — indisturbate nei suoi livelli più alti: economia, finanza, appalti, affari—hanno approfittato per organizzarsi in silenzio. 
Quelle minacce dall`interno di un carcere dicono perciò una verità imbarazzante: se nell`ambito repressivo e giudiziario importanti risultati sono stati ottenuti, sul versante del contrasto politico e sociale c`è ancora molta strada da fare. Perché di una cosa dobbiamo essere certi: sconfiggeremo le mafie solo quando sapremo colmare le disuguaglianze sociali che permettono il loro proliferare. Le mafie non vanno solo inseguite: vanno prevenute. Prevenzione vuoi dire anche realizzare la condizione di dignità e di libertà responsabile prevista dalla Costituzione, il primo e più formidabile dei testi antimafia.Altrimenti, nello scarto fra le parole e i fatti, continuerà a insinuarsi la più pericolosa e subdola delle mafie: quella della corruzione, del privilegio e dell`abuso di potere. A te un forte abbraccio da parte mia e dalle oltre 1600 realtà associate a Libera.
Luigi Ciotti

Anche noi siamo con Nino Di Matteo. La fotografia, la quinta

Proseguono gli incontri. Alla Scuola Media "F. Brignone", plesso Abbadia Alpina, la quinta fotografia a sostegno di Nino Di Matteo.

Anche agli studenti più giovani abbiamo fatto conoscere la lettera aperta con la quale  don Luigi Ciotti, lo scorso 14 novembre 2013,   ha espresso la vicinanza di Libera  al giudice Nino Di Matteo e agli altri giudici che conducono il processo sulla “trattativa”, minacciati di morte da Totò Riina. Anche noi del presidio Libera “Rita Atria” Pinerolo, accogliendo le parole di don Luigi Ciotti, vogliamo manifestare a favore Nino Di  Matteo e agli altri giudici. Pertanto,  dopo aver letto la lettera di don Ciotti,  chiediamo agli studenti che condividono quelle parole  di scattare una fotografia. Questa è la quinta fotografia

Lettera aperta di don Luigi Ciotti a Nino Di Matteo

CARO Nino Di Matteo, devi sapere che non sei solo, che tutti voi a Palermo, e in ogni angolo d`Italia, non sarete mai più soli. Dalla stagione delle stragi è cresciuta nel nostro paese la consapevolezza che la questione delle mafie non è solo di natura criminale. È un problema più profondo, anche culturale e sociale. Una questione che non sarebbe ancora cosi grave se a contrastare le mafie ci fossero stati, oltre alla magistratura e alle forze di polizia, la coscienza pulita e l`impegno della maggior parte degli italiani. Questa coscienza e questo impegno, lentamente e faticosamente si sono negli anni moltiplicati. 
Devi dunque sapere caro Nino, anche se qualcuno—mafiosi o complici dei mafiosi — continua a minacciare e lanciare messaggi inquietanti, che oggi tu e tutti gli altri magistrati siete meno soli. Che minacciare voi vuoi dire minacciare tanti di noi, tanti italiani, che nei più vari ambiti si sono messi in gioco. Cittadini che non si limitano a scendere in piazza, a indignarsi o commuoversi, ma che hanno scelto di muoversi, di trasformare il loro "no" alle mafie in un impegno quotidiano per la democrazia, per la libertà e la dignità di tutti. Le luci non nascondono però le molte ombre. In tanti ambiti prevale ancora l`indifferenza o una semplice e facile risposta emotiva. Anche la politica non sempre ha saputo affrontare la questione con la pulizia morale e il respiro necessario: pensiamo solo ai troppi compromessi che hanno impedito un`adeguata riforma della legge sulla corruzione e ai patti sottobanco. Lo Stato, tutto lo Stato, deve proteggere se stesso e i suoi cittadini. Ma negli ultimi tempi, come molti segnali lasciano intendere, le mafie — indisturbate nei suoi livelli più alti: economia, finanza, appalti, affari—hanno approfittato per organizzarsi in silenzio. 
Quelle minacce dall`interno di un carcere dicono perciò una verità imbarazzante: se nell`ambito repressivo e giudiziario importanti risultati sono stati ottenuti, sul versante del contrasto politico e sociale c`è ancora molta strada da fare. Perché di una cosa dobbiamo essere certi: sconfiggeremo le mafie solo quando sapremo colmare le disuguaglianze sociali che permettono il loro proliferare. Le mafie non vanno solo inseguite: vanno prevenute. Prevenzione vuoi dire anche realizzare la condizione di dignità e di libertà responsabile prevista dalla Costituzione, il primo e più formidabile dei testi antimafia.Altrimenti, nello scarto fra le parole e i fatti, continuerà a insinuarsi la più pericolosa e subdola delle mafie: quella della corruzione, del privilegio e dell`abuso di potere. A te un forte abbraccio da parte mia e dalle oltre 1600 realtà associate a Libera.
Luigi Ciotti

lunedì 3 marzo 2014

Anche noi siamo con Nino Di Matteo. La fotografia, la quarta

Proseguono gli incontri. Alla Scuola Media "F. Brignone" , la quarta fotografia a sostegno di Nino Di Matteo.

Anche agli studenti più giovani abbiamo fatto conoscere la lettera aperta con la quale  don Luigi Ciotti, lo scorso 14 novembre 2013,   ha espresso la vicinanza di Libera  al giudice Nino Di Matteo e agli altri giudici che conducono il processo sulla “trattativa”, minacciati di morte da Totò Riina. Anche noi del presidio Libera “Rita Atria” Pinerolo, accogliendo le parole di don Luigi Ciotti, vogliamo manifestare a favore Nino Di  Matteo e agli altri giudici. Pertanto,  dopo aver letto la lettera di don Ciotti,  chiediamo agli studenti che condividono quelle parole  di scattare una fotografia. Questa è la quarta fotografia


Lettera aperta di don Luigi Ciotti a Nino Di Matteo

CARO Nino Di Matteo, devi sapere che non sei solo, che tutti voi a Palermo, e in ogni angolo d`Italia, non sarete mai più soli. Dalla stagione delle stragi è cresciuta nel nostro paese la consapevolezza che la questione delle mafie non è solo di natura criminale. È un problema più profondo, anche culturale e sociale. Una questione che non sarebbe ancora cosi grave se a contrastare le mafie ci fossero stati, oltre alla magistratura e alle forze di polizia, la coscienza pulita e l`impegno della maggior parte degli italiani. Questa coscienza e questo impegno, lentamente e faticosamente si sono negli anni moltiplicati. 
Devi dunque sapere caro Nino, anche se qualcuno—mafiosi o complici dei mafiosi — continua a minacciare e lanciare messaggi inquietanti, che oggi tu e tutti gli altri magistrati siete meno soli. Che minacciare voi vuoi dire minacciare tanti di noi, tanti italiani, che nei più vari ambiti si sono messi in gioco. Cittadini che non si limitano a scendere in piazza, a indignarsi o commuoversi, ma che hanno scelto di muoversi, di trasformare il loro "no" alle mafie in un impegno quotidiano per la democrazia, per la libertà e la dignità di tutti. Le luci non nascondono però le molte ombre. In tanti ambiti prevale ancora l`indifferenza o una semplice e facile risposta emotiva. Anche la politica non sempre ha saputo affrontare la questione con la pulizia morale e il respiro necessario: pensiamo solo ai troppi compromessi che hanno impedito un`adeguata riforma della legge sulla corruzione e ai patti sottobanco. Lo Stato, tutto lo Stato, deve proteggere se stesso e i suoi cittadini. Ma negli ultimi tempi, come molti segnali lasciano intendere, le mafie — indisturbate nei suoi livelli più alti: economia, finanza, appalti, affari—hanno approfittato per organizzarsi in silenzio. 
Quelle minacce dall`interno di un carcere dicono perciò una verità imbarazzante: se nell`ambito repressivo e giudiziario importanti risultati sono stati ottenuti, sul versante del contrasto politico e sociale c`è ancora molta strada da fare. Perché di una cosa dobbiamo essere certi: sconfiggeremo le mafie solo quando sapremo colmare le disuguaglianze sociali che permettono il loro proliferare. Le mafie non vanno solo inseguite: vanno prevenute. Prevenzione vuoi dire anche realizzare la condizione di dignità e di libertà responsabile prevista dalla Costituzione, il primo e più formidabile dei testi antimafia.Altrimenti, nello scarto fra le parole e i fatti, continuerà a insinuarsi la più pericolosa e subdola delle mafie: quella della corruzione, del privilegio e dell`abuso di potere. A te un forte abbraccio da parte mia e dalle oltre 1600 realtà associate a Libera.
Luigi Ciotti