Ritorna il “conflitto di interesse” nel dibattito della politica pinerolese. Questa volta il tema è posto dall'articolo "Il conflitto di interessi a fasi alterne”, scritto da Alberto Maranetto, vice-direttore dell' “Eco del Chisone”.
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Il vulnus del “conflitto di interesse” nella politica amministrativa, lo ricordiamo, è uno dei cardini della Carta di Avviso Pubblico (leggi qui), alla cui adesione abbiamo invitato coloro che si presentano alle prossime elezioni amministrative.
La Carta invita a comportamenti che si rifanno direttamente al principio fondamentale contenuto nell'art. 54 della Costituzione Italiana: “(...) i cittadini cui sono affidate funzioni pubbliche hanno il dovere di adempierle con disciplina ed onore”.
Non si tratta quindi di “reati”!( ci mancherebbe!...per quelli intervengono magistrati e giudici!). . Per "trasgredire" alla Carta è sufficiente avere comportamenti “opachi”, non veritieri anzitutto nei confronti dell'obbligo di servire la comunità senza trarre da quel servizio alcun beneficio, per sé o per altri.
Siamo quindi nel campo dei “princìpi”, etici e morali, qualcosa di molto più importante delle regole-leggi, giacchè queste possono essere disposte -o piegate- dalla forza di chi detiene (“pro-tempore”) il “potere”: le leggi "ad-personam"; gli esempi di mala-politica; il cosiddetto “familismo amorale”; i privilegi...
A nostro parere, l'articolo di Alberto Maranetto è importante perchè, aldilà del caso specifico e delle scelte dei singoli che ne sono conseguite, parla proprio dell'importanza del “principio” che, se assunto, impone necessaria coerenza: assunzione di responsabilità e comportamenti conseguenti. Compito arduo, la coerenza!, a cui siamo tutti chiamati!
Come si legge nell'articolo, le dichiarazioni di Luigi Pinchiaroglio avevano suscitato l'attenzione di molti, anche del nostro presidio, perchè chiamavano in ballo “principi” che devono essere patrimonio di tutti coloro che si offrono a servire la comunità attraverso l'amministrazione della "cosa pubblica": assenza di “conflitti di interessi” e del perseguimento di interessi personalistici o privati; onestà e trasparenza nell'azione amministrativa; azione politica unicamente volta a perseguire "il bene lungimirante” della comunità.
Auspichiamo pertanto che l'adesione ai principi della Carta di Avviso Pubblico da parte dei candidati-sindaco, e dei prossimi amministratori pinerolesi, sia una sorta di sincero “credo laico” dalla cui adesione emergano riconoscibili e coerenti comportamenti e azioni.
Perchè la coerenza -fra le cose dette e le cose fatte- è la discriminante.
Invitiamo ad una attenta lettura dell'articolo che segue.
Fonte: Eco del Chisone" 4 maggio 2016
"IL CONFLITTO D’INTERESSE A FASI ALTERNE"
Alberto Maranetto
Era marzo quando Luigi Pinchiaroglio si presentò alle Primarie del Pd per conquistare la candidatura a sindaco di Pinerolo. Ai cittadini si descrisse come convinto assertore della trasparenza e nemico del conflitto d’interessi. Postulati irrinunciabili che brandì come una spada nei confronti del suo rivale Luca Barbero, architetto che esercitava no a ieri la professione in città. «Luca, a causa dei suoi trascorsi professionali non potrà condurre il suo mandato senza condizionamenti. Non basta che, se venisse eletto, rinunci ad esercitare», ripeté in più occasioni con tono fermo eirremovibile.
Non solo, contestò dall’interno del partito l’alleanza con i Moderati, indicati come portatori di interessi delle lobby del mattone. In questo modo si conquistò le simpatie delle asso-ciazioni particolarmente attente a questi temi, come “Libera”, e di una parte del partito. Tutto questo non bastò a fargli vincere le Primarie, ma ottenne comunque un buon risultato.
Il 27 aprile scorso, Pinchiaroglio lo ritroviamo al Salone dei Cavalieri seduto a fianco del suo ex-rivale Luca Barbero. Barbero è sempre quel Barbero contro cui Pinchiaroglio aveva puntato il dito accusatore, ugualmente deciso a non modificare gli equilibri politici del passato, in primis l’alleanza con i Moderati, oggi ancor più legittimata dalla svolta centrista di Fassino e Renzi.
Luigi Pinchiaroglio invece non è più lo stesso. Adesso è il vicesindaco in pectore della futura Giunta di Luca Barbero (in caso di una sua vittoria, naturalmente) e soprattutto ha smesso i panni del fustigatore dei costumi politici. Ha completamente dimenticato il motivo per cui contestava la candidatura di Barbero e non sente nemmeno il bisogno di spiegarsi.
Un’amnesia fortissima, al punto da non ricordare che anche il capolista del Pd, Elvio Rostagno, se eletto, si ritroverà con un ingombrante conflitto d’interessi non solo per essere un architetto professionista molto attivo in città, ma anche per il fatto di essere contemporaneamente consigliere regionale, due cariche non incompatibili, ma difficilmente conciliabili.
Pinchiaroglio è diventato pure distratto e non si accorge che nella lista dei suoi alleati “Moderati” compaiono anche ex esponenti di Forza Italia che sicuramente sono l’antitesi di quello che lui ha sempre predicato in politica e che con ogni probabilità si potrebbe ritrovare gomito a gomito in maggioranza.
Sabato 30 in "zona Cesarini", Luca Barbero, di cui nessuno mette in dubbio l’onestà e nemmeno le intenzioni, per togliere argomenti ai veementi attacchi del Movimento 5 Stelle, dopo aver ribadito di “aver dismesso ogni incarico di natura urbanistica”, ha sottoscritto la Carta di avviso pubblico, ovvero un documento formale (redatto da alcuni associazioni sensibili a questo argomento tra cui Libera di don Ciotti) impegnandosi in questo modo a rispettare una sorta di decalogo che lo garantirebbe da ogni ombra di conflitto d’interesse.
Basterà questo gesto per dare soddisfazione a chi da Pinchiaroglio si sarebbe aspettato un po’ più di coerenza, una virtù ormai fuorimoda, ma indispensabile (o uno scotto da pagare) per chi dei princìpi ne fa una bandiera?
La replica di Luigi Pinchiaroglio all'articolo "IL CONFLITTO D’INTERESSE A FASI ALTERNE”
Pinerolo 5 maggio 2016
In riferimento
all’articolo di fondo a firma del Vicedirettore Alberto Maranetto,
pubblicato su l’Eco del Chisone del 4 maggio, nel ritenere la
critica giornalistica sempre libera e benefica per la democrazia,
affinché la stessa non si esaurisca in un mero attacco personale,
ritengo doveroso puntualizzare alcuni aspetti che temo siano
sfuggiti.
Le argomentazioni da me sostenute in occasione delle
recenti Primarie, cui fa riferimento Maranetto, sono confermate nella
loro interezza e, nel caso di mio impegno nella futura
Amministrazione comunale, costituiranno il filo conduttore del mio
personale agire istituzionale e politico.
Certo avrebbe fatto molto
più comodo a qualcuno se, a Primarie chiuse, avessi deciso di
sbattere la porta, ritirarmi sull’Aventino o, nella migliore delle
italiche tradizioni, avessi cambiato casacca uscendo dal PD e
chiedendo asilo altrove. Forse lo avrei pure trovato, chissà! Già
mi immagino i titoli dei giornali. Ma, per rispetto di quei Cittadini
che hanno condiviso le mie proposte dandomi la fiducia e il voto alle
Primarie, ho ritenuto doveroso fare nulla di tutto ciò. Anzi, forte
della mia cocciutaggine e della mia testardaggine nel perseguire gli
obiettivi anche in campo politico, mi sono sentito in dovere di
rimanere sul pezzo, continuando a dare voce a chi mi ha sostenuto,
ben consapevole delle critiche, anche pesanti, cui sarei andato
incontro.
Stare alla finestra, non perseverare nel metterci la faccia
in prima persona per le proprie idee anche a costo di scontrarsi
contro situazioni così ben radicate da apparire immutabili,
abbracciare posizioni di pura testimonianza, buone solo a mettersi la
coscienza a posto, continuare a voler giudicare gli altri senza mai
porsi nella condizione di essere giudicati, sono soluzioni troppo di
comodo che non mi si addicono. E come tali sono da me respinte con la
ferma convinzione che per cambiare occorre esserci, anche in
posizioni scomode, ma sempre coerenti nel perseguire il bene comune.
Gli assenti non sono mai stati protagonisti di alcun cambiamento.
Nella migliore delle ipotesi si sono spenti nella loro ombra.A
questo proposito, il programma per “#LaCittàCheVerrà”, compresi
i temi a me cari sull’etica in politica, contiene parecchi punti
sostanziali delle mie ”#IdeeConcrete” che sono fiducioso potranno
trovare riscontro nell’azione della futura Amministrazione di Luca
Barbero. E il mio impegno affinché tutto ciò possa diventare realtà
sarà totale. Saranno poi i fatti reali, e non le parole, a decidere
se la missione si rivelerà impossibile e se io sarò stato o meno
coerente con le mie idee.
Sempre disponibile al confronto aperto e
alla critica costruttiva sugli aspetti programmatici, in particolare
su quelli che riguardano le mie potenziali deleghe, ringrazio per
l’attenzione e porgo cordiali saluti.
Luigi Pinchiaroglio