Giovanni , il fratello di Peppino Impastato aveva scritto una dura lettera ad Antonio Campo Dall’Orto, direttore della Rai, in merito all’intervista a Riina junior, tanto da essere sul punto di negare l'autorizzazione alla messa in onda del film sulla madre Felicia. Successivamente, la la scelta di acconsentire: “La storia di mia madre non era conosciuta nei particolari. Questo film lancia un messaggio forte a quei ragazzi e a quelle persone che ancora non conoscevano Peppino Impastato. In questo momento così difficile per il nostro Paese ne avevamo proprio bisogno”.
Fonte: il Fatto Quotidiano
Peppino Impastato, la storia della mamma Felicia su RaiUno: “Quella donna ha saputo distinguere la giustizia dalla vendetta”
Si fa presto a dire “lotta alla mafia” ma quando nasci a
Cinisi negli anni Settanta, sposi un mafioso e chi abita a cento
passi da casa tua ti uccide un figlio, hai solo due strade: la
ritorsione o la giustizia. La mamma di Peppino Impastato ( leggi qui quanto abbiamo scritto ieri) ha
scelto la seconda. A 38 anni da quel suo “io vendette non ne
voglio”,Matteo Levi con la coproduzione di “Rai Fiction”
ha scelto di far conoscere al grande pubblico quella donna fiera e
coraggiosa, con il film “Felicia Impastato” in onda martedì 10
in prima visione su Rai Uno.
La fiction, diretta dal regista Francesco Albano, presentata in
anteprima alla Camera dei Deputati nei giorni scorsi, ha il
pregio di lanciare un messaggio attuale: contro gli uomini della
mafia a vincere è una donna che di fronte alle ante chiuse
dei cittadini conniventi al potere mafioso spalanca la porta della
sua casa, decide di non fermarsi davanti allo straziante dolore del
luttoma sceglie la strada della legalità.
La figura di Felicia, ben interpretata da Lunetta Savino, da
premiare in primis per il tentativo di mantenere lo stretto slang
siciliano della mamma di Impastato, emerge nella maniera più fedele
possibile, frutto di un lungo lavoro – come ha spiegato il regista
– di incontri con i parenti, gli amici, i nipoti. Il film
è una storia in cui ritrovarsi: chi, siciliano e non, ha
conosciuto di persona mamma Felicia, riconoscerà le sue parole, quel
suo “Io zitta non ci sto per questo devo andare fino in fondo”
bisbigliato tante volte ai giovani che l’hanno incontrata prima di
quell’11 aprile 2002 quando Gaetano Badalamenti è stato
condannato.
Peppino Impastato |
A lei che oggi lavora alla procura nazionale antimafia si deve la condanna di Badalamenti: “Il messaggio di Felicia è bellissimo: quella donna – spiega Franca Imbergamo - ha sempre cercato giustizia e ha saputo distinguerla dalla vendetta. L’unico ricordo vero di quella storia per me resta il suo ringraziamento, quando abbiamo concluso il processo a Badalamenti, perché non era rivolto a me ma alle istituzioni sane che le avevano restituito fiducia in questo Stato. Non intendo partecipare al coro scandalizzato di chi oggi scopre che anche nel mondo dell’antimafia c’erano comportamenti discutibili.L’antimafia è un universo complesso, eviterei ogni generalizzazione e ogni bagno di retorica. Le persone perbene si possono riconoscere da quello che fanno e i cialtroni da quello che dicono. La storia di Peppino è un ottima cartina di tornasole per comprendere cosa dev’essere l’impegno antimafia, quanti rischi di strumentalizzazione possa correre e quanto possa essere in alcuni momenti difficile portare fino in fondo la ricerca della verità e della giustizia”.
mamma Felicia e Giovanni Impastato |
Un
entusiasmo davvero condiviso da Impastato che, in merito
all’intervista a Riina junior aveva scritto una dura lettera
ad Antonio Campo Dall’Orto, direttore della Rai: “La storia
di mia madre non era conosciuta nei particolari. Questo film lancia
un messaggio forte a quei ragazzi e a quelle persone che ancora non
conoscevano Peppino Impastato. In questo momento così difficile per
il nostro Paese ne avevamo proprio bisogno”.
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