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lunedì 12 marzo 2018

Giuseppe Costanza autista fidato di Giovanni Falcone: "Non siete venuti per assistere ad uno spettacolo ma per ascoltare una denuncia".


Nella serata del 9 marzo scorso, al Teatro Sociale di Pinerolo, Giuseppe Costanza autista fidato di Giovanni Falcone, ha potuto ricevere l'omaggio di un teatro "al completo", tanti sono stati i pinerolesi accorsi a sentire la sua testimonianza. 


Giuseppe Costanza, ringraziando il pubblico e gli amministratori presenti, ha tuttavia tenuto a sottolinearlo: "Non siete venuti per assistere ad uno spettacolo ma per ascoltare una denuncia". La "denuncia" di Giuseppe Costanza è la stessa richiesta di Verità e Giustizia pronunciata pure da Salvatore Borsellino: "La mafia, i mafiosi, sono solo dei manovali. Ancora non siamo arrivati alle menti raffinatissime ( le parole usate da Giovanni Falcone ad indicare gli ideatori - mai scoperti- del fallito attentato all'Addaura), ai mandanti che hanno organizzato le stragi. Falcone poteva essere ammazzato "facilmente" a Roma, dove si muoveva senza scorta...Invece, l'hanno ammazzato in Sicilia. E allora chi è stato?...facile la risposta: la mafia!". 
Lo sappiamo: non è stata sola la mafia, "cosa nostra", a volere la morte dei giudici Giovanni Falcone e Paolo Borsellino.
Giuseppe Costanza, come tanti altri, chiede Verità e Giustizia per scoprire i "mandanti" di quelle stragi, di tutte le stragi e di tutte le morti oscure (senza Verità e Giustizia) che infangano la storia di questo paese, l'Italia, "bellissimo e disgraziato".
Riportiamo il resoconto dei giovani di "Ok. Parliamone", grazie ai quali è stata possibile avere a Pinerolo la preziosa testimonianza di Giuseppe Costanza. 
"Un bagno di folla venerdì 9 marzo al teatro Sociale: 548 persone hanno deciso che Giuseppe Costanza meritasse di essere ascoltato e si sono presentate ad un appuntamento prima di tutto con essi stessi. 
"Ok, Parliamone" (Rebecca Marsura, Pietro Vello, Asia Morosinotto, Sandro Baridon) ringrazia nuovamente il pubblico, lo staff che ha lavorato in modo eccellente per rendere possibile la realizzazione del nostro piccolo sogno, il Comune di Pinerolo ed ovviamente ringrazia Giuseppe Costanza, con la speranza di avergli regalato, nei tre giorni di permanenza a Pinerolo, delle emozioni che gli ricordino che non è stato abbandonato e dimenticato proprio da tutti. Ci teniamo a precisare che Costanza svolge questa attività senza alcun tornaconto economico, prendendo in considerazione anche tutto il tempo che dedica agli incontri e che inevitabilmente è sottratto alla sua vita privata. Il fatto che un uomo che ha servito lo Stato, mettendo a disposizione la propria vita, continui a dedicare moltissimo tempo ad un'attività che ha l'obiettivo di rendere lo stesso Stato che lo ha abbandonato un posto migliore, dovrebbe farci comprendere che un dovere grava su tutti noi. Essendo una persona eccezionale non poteva che lasciare dentro ognuno di noi un pezzo di lui, che ci porteremo dietro per tutta la vita.
Noi ce l'abbiamo messa tutta e ci siamo ripromessi che quello che per noi inizialmente sarebbe stato un punto d'arrivo, lo avremmo fatto diventare il nostro punto di partenza. 
E' questo il momento di alzare la testa e rendersi conto che l'orizzonte non è poi così lontano e lo si raggiunge solamente camminando e continuando a guardalo".

Alla fine della "testimonianza" di Giuseppe Costanza, in tanti hanno voluto salutarlo e ringraziarlo personalmente.

Giuseppe Costanza ha incontrato gli studenti delle classi seconde e terze della scuola Puccini di Pinerolo

Come abbiamo già scritto, grazie ai giovani del gruppo "Ok Parliamone" la città di Pinerolo ha potuto accogliere Giuseppe Costanza, l’autista di Giovanni Falcone, sopravvissuto alla strage di Capaci, vivendo così due giorni di riflessione sul tema delle mafie e del "pensiero mafioso".
Nella mattina del 9 marzo scorso, prima dell'incontro pubblico che si sarebbe svolto nella serata al Teatro Sociale, Giuseppe Costanza ha incontrato gli studenti delle classi seconde e terze della scuola secondaria Puccini di Pinerolo e i rappresentanti della scuola media di San Secondo di Pinerolo.
Riportiamo le parole e l'articolo pubblicato da Voce Pinerolese "(..) E’ stato un incontro emozionante per gli studenti e gli insegnanti. Per gli studenti, in particolare, è stata l’occasione per ascoltare dal “vivo” cos’é la mafia, comprendere e valorizzare il sacrificio dei servitori dello Stato e come proseguire nella lotta contro la criminalità organizzata.

Il primo incontro con Costanza è avvenuto nel cortile della scuola “Puccini” e “Lauro” dove nel 2016 è stato piantumato, grazie alla collaborazione della scuola con il Presidio di Pinerolo “Libera” intitolato alla memoria di Rita Atria (la giovane testimone di giustizia siciliana morta il 26 luglio 1992) un ulivo in ricordo del giudice Giovanni Falcone. (...)".
Giuseppe Costanza davanti all'Albero di Falcone
Giuseppe Costanza ha potuto così visitare i locali della scuola che aderisce a LIBERA. Accompagnato dalla dirigente scolastica dott.ssa Roberta Martinno e dalle professoresse Teresa Saieva e Daniela Carano, Giuseppe Costanza ha potuto rendersi conto della peculiarità della scuola: sulla porta di ogni aula è riportata una frase significativa di Vittime Innocenti delle mafie: fra le altre, le parole di Giovanni Falcone, Paolo Borsellino, Peppino Impastato, Rita Atria, ricordano agli giovani studenti importanti figure di riferimento, esempi mirabili, di persone che hanno vissuto e lottato affinché i valori di Giustizia e Libertà fossero i valori concreti a fondamento della nostra italia.



Ritornando alla figura di Giuseppe Costanza il suo è uno di quei nomi che sono stati "messi da parte", sconosciuto ai più ("rottamati o scomodi testimoni?") così come lo sono i nomi degli altri tre agenti che viaggiavano sulla terza Croma, le auto della scorta di Giovanni Falcone: Paolo Capuzza, Gaspare Cervello, Angelo Corbo,
Ringraziamo infine I due giornali pinerolesi, "L'eco del Chisone" e "Voce Pinerolese", che hanno voluto seguire l'incontro di Giuseppe Costanza con gli studenti..
Riportiamo uno stralcio della testimonianza di Giuseppe Costanza pubblicato da "L'eco del Chisone" :

Qui anche il servizio di Voce Pinerolese di cui abbiamo riportato alcune fotografie dell'incontro.

lunedì 23 maggio 2016

Capaci (PA). 23 maggio 1992. ore 17.56'.48": GIOVANNI FALCONE, FRANCESCA MORVILLO, ANTONIO MONTINARO, ROCCO DICILLO, VITO SCHIVANI

Giovanni Falcone:"Gli uomini passano , le idee restano. Restano le loro tensioni morali e continueranno a camminare sulle gambe di altri uomini."
Oggi più che allora questa Italia ha bisogno di persone oneste che agognino quanto ha detto Paolo Borsellino: "(...) il fresco profumo di libertà che si contrappone al puzzo del compromesso morale dell'indifferenza, della contiguità e quindi della complicità". 
La memoria e l'insegnamento di Giovanni Falcone, di Paolo Borsellino, dei tanti che hanno sacrificato la loro vita perchè questo Paese diventasse un luogo ove Giustizia e Libertà diventassero principi di verità indicano la strada da seguire. 
Invece, conosciamo e riconosciamo coloro che oggi indosseranno le "maschere pittate a lutto"; li vedremo nei telegiornali, nelle prime file di tante cerimonie di commemorazione. Li conosciamo e li riconosciamo!
Oggi più che mai, anche in memoria di Giovanni Falcone occorre essere "partigiani": per Giustizia e Libertà!

Per Loro chiediamo Verità e Giustizia
Nella fotografia, la Croma bianca su cui viaggiavano Giovanni Falcone, Francesca Morvillo e Giuseppe Costanza, l'agente che avrebbe dovuto guidare l'auto di Falcone e che sopravvisse alla strage. A pochi metri la croma azzurra sulla quale viaggaivano gli altri tre agenti di scorta che rimarranno solo feriti dall'esplosione: Angelo Corbo, Gaspare Cervello, Paolo Capuzza.
In questa immagine i resti della Croma marrone su cui morirono, dilaniati dall'esplosione che li investì in pieno, Antonio Montinaro, Rocco Dicillo e Vito Schifani. 
Il nome in codice della scorta era "Quarto Savona Quindici"

 Per AMORE
GIOVANNI FALCONE, FRANCESCA MORVILLO, ANTONIO MONTINARO, ROCCO DICILLO, VITO SCHIFANI, vivono nelle parole pronunciate da Paolo Borsellino la sera del 23 giugno 1992 , ad un mese dalla strage di Capaci:
Giovanni Falcone lavorava con perfetta coscienza che la forza del male, la mafia, lo avrebbe un giorno ucciso. Francesca Morvillo stava accanto al suo uomo con perfetta coscienza che avrebbe condiviso la sua sorte. Gli uomini della scorta proteggevano Falcone con perfetta coscienza che sarebbero stati partecipi della sua sorte. Non poteva ignorare, e non ignorava, Giovanni Falcone, l’estremo pericolo che egli correva perché troppe vite di suoi compagni di lavoro e di suoi amici sono state stroncate sullo stesso percorso che egli si imponeva. 
Perché non è fuggito, perché ha accettato questa tremenda situazione, perché mai si è turbato, perché è stato sempre pronto a rispondere a chiunque della speranza che era in lui? 
Per amore! 
La sua vita è stata un atto di amore verso questa sua città, verso questa terra che lo ha generato, che tanto non gli piaceva. 
Perché se l’amore è soprattutto ed essenzialmente dare, per lui, e per coloro che gli siamo stati accanto in questa meravigliosa avventura, amore verso Palermo e la sua gente ha avuto e ha il significato di dare a questa terra qualcosa, tutto ciò che era ed è possibile dare delle nostre forze morali, intellettuali e professionali per rendere migliore questa città e la patria a cui essa appartiene.(...)"