La notizia del giorno è di certo l'avvenuta scarcerazione di Giovanni Brusca, l'uomo che ha premuto il telecomando a Capaci e fatto sciogliere
nell'acido il piccolo Giuseppe Di Matteo. Brusca ha lasciato il penitenziario
di Rebibbia, con 45 giorni di anticipo rispetto alla scadenza della
condanna. Adesso sarà sottoposto a 4 anni di libertà vigilata.
La riflessione di Umberto Ottone, membro dell'Associazione Rita Atria sin dalla sua fondazione, indica con precisione quale sia il vero scandalo: "Molti gridano allo scandalo, leggiamo titoloni scandalizzati: "Brusca torna libero!”. Ma quando mai! Brusca non è libero, sono invece liberi quelli che hanno architettato ciò che poi la mafia ha realizzato".
Per coerenza allo "stato di diritto" a cui tanti insigni commentatori fanno oggi riferimento, ricordando addirittura che la legge che riconosce benefici ai "collaboratori di giustizia " venne concepita dallo stesso Giovanni Falcone, noi vorremmo modestamente ricorda che in un reale Stato di diritto una comunità che si volesse definire realmente "civile" avrebbe il dovere di pretendere dallo Stato Verità e Giustizia per le tante vittime dei giochi di potere, oscuri e miserabili, in cui le mafie - da sempre- sono uno degli attori sulla scena: come "braccio armato" o come "società di servizi".
Questo sarebbe la prova di vivere in uno "Stato di diritto"; questo ci renderebbe davvero "una società civile"; questo ci renderebbe davvero differenti dai mafiosi e da coloro che, pur non essendo "formalmente mafiosi", usano e fanno proprio il "pensiero mafioso" ( ottenere -con tutti i mezzi possibili- quel che non ci meritiamo).
Lo scandalo, l'oscenità che si cerca sempre di relegare in un angolo buio è il non aver voluto giungere alla Verità sulle stragi, le tanti stragi, che hanno insanguinato l'Italia. "(...) Brusca non è libero, sono invece liberi quelli che hanno architettato ciò che poi la mafia ha realizzato"!
Di seguito, una selezione dei commenti che si sono susseguiti nella giornata di oggi:Maria Falcone,
sorella del giudice Giovanni Falcone: "Umanamente è una notizia
che mi addolora, ma questa è la legge, una legge che peraltro ha
voluto mio fratello e quindi va rispettata. Mi auguro solo che
magistratura e le forze dell'ordine vigilino con estrema attenzione
in modo da scongiurare il pericolo che torni a delinquere, visto che
stiamo parlando di un soggetto che ha avuto un percorso di
collaborazione con la giustizia assai tortuoso. Ogni altro commento
mi pare del tutto inopportuno". Lo ha detto Maria Falcone,
sorella del giudice Giovanni Falcone, dopo la notizia della
scarcerazione per fine pena di Giovanni Brusca, l'ex capomafia, poi
pentito, che ha premuto il telecomando che ha innescato l'esplosivo
nella strage di Capaci. Nell'attentato morirono Giovanni Falcone, la
moglie Francesca Morvillo e gli agenti di scorta Antonio Montinaro,
Vito Schifani e Rocco Dicillo.
Salvatore Borsellino, fratello del giudice paolo Borsellino:"La liberazione di Brusca, che per me avrebbe
dovuto finire i suoi giorni in cella, è una cosa che umanamente
ripugna. Però, quella dello Stato contro la mafia è, o almeno
dovrebbe essere, una guerra e in guerra è necessario anche accettare
delle cose che ripugnano. Bisogna accettare la legge anche quando è
duro farlo, come in questo caso. Questa legislazione premiale per i
collaboratori di giustizia fa parte di un pacchetto voluto da un
grande stratega, Giovanni Falcone, per combattere la mafia, dentro ci
sono l'ergastolo ostativo, il 41 bis. Va considerata nella sua
interezza ed è indispensabile se si vuole veramente vincere questa
guerra contro la criminalità organizzata. L'alternativa, in assenza
dell'ergastolo ostativo, sarebbe stato vedere tra cinque anni questa
persona libera senza neppure aver collaborato con la giustizia e
senza aver permesso di assicurare alla giustizia tanti altri
criminali come lui. Non credo al pentimento di Brusca, anche perché
la sua collaborazione con la giustizia è stata molto travagliata: in
un primo tempo aveva cercato di fingere per minare le istituzioni.
Non credo si sia veramente pentito, come, invece, ha fatto Gaspare
Mutolo, assassino anche lui, che ha ucciso, strangolandole, 50
persone a mani nude, ma che oggi penso sia una persona veramente
cambiata. Di Brusca non ho questa impressione. Anche perché non ha
raccontato neanche tutto quello che sa e che avrebbe potuto dire.
Sicuramente, però, quello che ha detto è stato tanto e ha permesso
di fare tanti processi, di assicurare tanti criminali come lui alla
giustizia". Brusca E' fondamentalmente un criminale, di una
persona che uccide un bambino e lo scioglie nell'acido dicendo che
era come un cagnolino non ci si può fidare appieno. Ma non credo che
possa costituire oggi un pericolo".
Rita Dalla Chiesa: "La
scarcerazione di Giovanni Brusca è una vergogna di Stato. Sono
sconvolta per quanto accaduto. Non mi aspettavo l'ennesima vergogna
della giustizia in Italia", ha dichiarato Rita Dalla Chiesa dopo
la diffusione della notizia. L'amarezza di
Giuseppe Costanza,
il funzionario scampato alla strage di Capaci, colui che avrebbe
dovuto essere alla guida dell'auto del giudice Falcone: "Che
Paese è il nostro? È una notizia che sicuramente non mi fa piacere.
È un'offesa per le persone che sono morte in quella strage. Secondo
me dovevano buttare via le chiavi. Sono trascorsi 29 anni da quel
giorno, ma né Falcone, né la moglie, né i ragazzi della scorta
potranno mai ritornare in vita - aggiunge -. Che Paese è il nostro?
Chi si macchia di stragi del genere per me non deve più uscire dalla
galera". Se avesse la possibilità di farlo cosa direbbe
all'uomo che azionò il telecomando che causò l'esplosione? "Niente.
Non mi sento neppure di avvicinarmi a una persona del genere".
Antonio Ingroia:
"È comprensibile che possa fare impressione che l'uomo che ha
ucciso Giovanni Falcone, che è stato il responsabile della morte
orribile del piccolo Giuseppe Di Matteo possa tornare in libertà, ma
un conto è la condanna morale, un conto quello che prevede
l'ordinamento giuridico. E va accettato".
Tina Montinaro,
vedova di Antonio Montinaro, caposcorta di Falcone: "Sono
indignata, sono veramente indignata. Lo Stato ci rema contro.
Noi dopo 29 anni non conosciamo ancora la verità sulle stragi
e Giovanni Brusca, l'uomo che ha distrutto la mia famiglia, è
libero. Sa qual è la verità? Che questo Stato ci rema contro.
Io adesso cosa racconterò al mio nipotino? Che l'uomo che ha ucciso
il nonno gira liberamente?...Dovrebbe indignarsi tutta l'Italia e non
solo io che ho perso mio marito. Ma non succede. Queste persone
vengono solo a commemorare il 23 maggio Falcone e si ricordano di
'Giovanni e Paolo'. Ma non si indigna nessuno. Sono davvero indignata
e amareggiata - dice - Quando questi signori prendono queste
decisioni, come la scarcerazione di Brusca, non pensano a noi
familiari, non pensano alle vittime. Lo Stato non sta dando un grande
esempio. Abbiamo uno Stato che ha fatto memoria per finta.
Mancano le parole. Cosa c'è sotto? A noi la verità non è
stata detta e lui è fuori e loro continuano a dire perché ha
collaborato... E' incredibile. O ha detto una verità che a noi
non è stata raccontata. C'è una giustizia che non è
giustizia, allora è inutile cercare Matteo Messina Denaro, noi
continuiamo a fare memoria, mi sa che c'è uno Stato che ci rema
contro, una politica che ci rema contro...".
Pietro Grasso, senatore ed ex procuratore
nazionale antimafia: "Con Brusca lo Stato ha vinto non una ma
tre volte. La prima quando lo ha arrestato, perché era e resta uno
dei peggiori criminali della nostra storia per numero di reati e
ferocia. La seconda quando lo ha convinto a collaborare: le sue
dichiarazioni hanno reso possibili processi e condanne e hanno fatto
emergere pezzi di verità fondamentali sugli anni in cui Cosa nostra
ha attaccato frontalmente lo Stato. La terza ieri, quando ne ha
disposto la liberazione dopo 25 anni di carcere, rispettando
l`impegno preso con lui e mandando un segnale potentissimo a tutti i
mafiosi che sono rinchiusi in cella e la libertà, se non
collaborarono, non la vedranno mai. Ora lo Stato dovrà proteggere
Brusca: è un dovere perché è importante che Brusca resti vivo e
possa andare a testimoniare nei processi. Oltre al punto morale c'è
un interesse specifico, quasi egoistico, affinché le sue parole
possano essere ripetute nelle aule di giustizia dove servono per
condannare mandanti ed esecutori di omicidi e stragi. L'indignazione
di molti politici che di codice penale e di lotta alla mafia
capiscono ben poco mi spaventa. Se davvero facessero quello che
dicono, ovvero ridurre gli sconti per chi collabora con la giustizia,
diminuirebbe l`incentivo a pentirsi. Se a questo aggiungiamo che si
sta cercando di limitare l`ergastolo ostativo, e lavorerò affinché
questo non avvenga, potremo anche dichiarare chiuso il capitolo del
contrasto a Cosa nostra. Al contrario, servono sconti di pena forti
per chi aiuta lo Stato e prospettiva di ergastolo senza sconti per
chi non collabora".
Nicola Morra,
Presidente della Commissione antimafia:"A 64 anni ha la
capacità di tornare a essere immediatamente efficiente, vero è che
resta in libertà vigilata per quattro anni ma ricordo che ci sono
70enni che continuano a guidare i sodalizi mafiosi". Così
"L'autore della strage di Capaci, assassino fra gli altri
del piccolo Giuseppe Di Matteo, sciolto nell'acido perché figlio di
un pentito. Dopo 25 anni di carcere, il boss mafioso Giovanni
Brusca torna libero. Non è questa la 'giustizia' che gli Italiani si
meritano". Lo dice il leader della Lega Matteo
Salvini. "E' una notizia che lascia senza fiato e fa venire i
brividi. L'idea che un personaggio del genere sia di nuovo in libertà
è inaccettabile, è un affronto per le vittime, per i caduti contro
la mafia e per tutti i servitori dello Stato che ogni giorno sono in
prima linea contro la criminalità organizzata. 25 anni di carcere
sono troppo pochi per quello che ha fatto. E' una sconfitta per
tutti, una vergogna per l'Italia intera". Lo dichiara il
presidente di Fratelli d'Italia, Giorgia Meloni. ''Il percorso è
chiaro come il suo obiettivo e va avanti da anni sostenuto da menti
criminali e da utili idioti: delegittimare lo Stato e minimizzare il
ruolo della mafia nelle stragi, e di conseguenza ridurre la
percezione della sua pericolosità nell'opinione pubblica e in
tutte le sedi. Dobbiamo alzare la guardia perché ci stanno
riuscendo''. Così all'AdnKronos il colonnello
Sergio De Caprio,
alias Capitano Ultimo: 'Brusca fa il suo gioco, nulla di nuovo, le
istituzioni devono fare la loro parte. Il presidente Mattarella non
ci abbandonerà in questo degrado''.
Claudio Fava,
Presidente dell'Antimafia all'Assemblea regionale siciliana: "Che
Brusca, scontata la sua pena, venga scarcerato è un fatto normale, è
la legge. Quello che non è normale, invece, è che dopo 30 anni la
verità sulle stragi sia ancora tenuta ostaggio di reticenze, viltà
e menzogne. Brusca avrebbe potuto dire molto di più di quanto ha
detto, avrebbe potuto contribuire molto di più per arrivare alla
verità di quella stagione, di certo ora non lo farà più".