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martedì 3 ottobre 2023

3 ottobe 2013 - la Strage e la "VERGOGNA": (...) Il mare era pieno, di ragazzi, di gente: le teste uscivano come se uscissero i pesci a mare...".

Fonte: AVVENIRE 3 ottobre 2023:  ll  3 ottobre 2013 morirono 368 persone. Oggi le commemorazioni, con studenti e rifugiati. Polemiche per l'assenza del governo. L'ex sindaca Nicolini: "Ha vinto l'indifferenza". L'ennesima vergogna!

"In tanti sono arrivati, questa mattina, alla Porta d'Europa, il luogo simbolo dell'isola di Lampedusa, nel decennale del drammatico naufragio che costò la vita a 368 persone. Ci sono centinaia di studenti giunti da tutta Italia e da vari Paesi, che ieri hanno dialogato con i sopravvissuti di quella tragedia. Molti di loro portano dei cartelli con impressi i numeri delle vittime del mare per ciascun giorno: 28mila circa in 10 anni secondo quanto affermano le organizzazioni internazionali. "Basta morti invisibili", si legge nello striscione che ha aperto il corteo. "Dieci anni di indifferenza", è scritto in alcuni striscioni. Due bambine hanno attraversato la Porta affacciata sul Mediterraneo e sull'Africa, con dei fiori in mano da gettare in acqua per le loro sorelline: sono le figlie di un medico sopravvissuto al naufragio avvenuto una settimana dopo quel 3 ottobre del 2013 e nel quale perse le sue quattro figlie. "Dopo dieci anni non è cambiato nulla ed è calata una coltre di indifferenza. Lo dimostra anche la circostanza che oggi, per la prima volta, a questa Giornata nazionale della memoria, non ci sia nessuno del governo" ha affermato l'ex sindaca di Lampedusa, Giusi Nicolini, alla guida del centro isolano nei giorni del naufragio(...)".

Puoi continuare a leggere qui l'articolo di AVVENIRE

Tratto da "COMITATO 3 OTTOBRE": "Il 3 ottobre 2013 un’imbarcazione carica di rifugiati in maggioranza eritrei affonda a mezzo miglio dalle coste di Lampedusa. La conta, alla fine è di 368 morti tra bambini, donne e uomini. I corpi delle vittime vengono recuperati tutti e per la prima volta nella storia dei naufragi del Mediterraneo, si mostrano al mondo in un drammatico grido di aiuto collettivo."

La testimonianza di coloro che quella notte sono stati i primi, improvvisati e casuali soccorritori di quelle persone, i naufraghi, di cui quella notte in cui era pieno: " (...) Il mare era pieno, di ragazzi, di gente: le teste uscivano come se uscissero i pesci a mare...". Con la loro barca, quella notte loro ne salveranno 47; 47 persone che erano come "pesci ammare", "pesci ammare" che non volevano morire inseguendo il sogno di poter costruire una nuova vita.

Nelle ore immediatamente successive al naufragio, i telegiornali italiani e mondiali saranno mostreranno immagini del recupero dei corpi dei naufraghi. Bambine e bambini, ragazze e ragazzi, uomini e donne a cui qualcuno appiccicherà l'etichetta di "clandestini" per cancellare la vergogna di popoli incapaci di cambiare situazioni, drammi, spesso provocate da fredde e squallide "politiche di conquista", culturale ed economica dell'Occidente.

Papa Francesco avrà il coraggio di pronunciare la parola VERGOGNA!: "Una sola parola: VERGOGNA!". Una vergogna indirizzata a tutti coloro che sono causa di questo dramma, un dramma che, lo sappiamo bene, continua e si perpetua giorno dopo giorno. VERGOGNIAMOCI!
Nei giorni successivi al naufragio le istituzioni italiane promisero che le vittime sarebbero state recuperate tutte e tutte avrebbero avuto funerali solenni. Anche questo non avvenne. E tanti di quei poveri corpi furono poi allontani da Lampedusa, anonimi e irriconosciuti, accolti da tanti cimiteri siciliani.
Il 16 marzo 2016 il Senato italiano ha approvato in via definitiva la legge che istituisce la Giornata della Memoria e dell’accoglienza, da celebrarsi il 3 ottobre. Durante questo giorno si ricorderanno tutti i migranti morti nel tentativo di fuggire da persecuzioni, guerre e miseria. Ma, soprattutto nelle scuole, in quel giorno si svolgeranno attività didattiche per approfondire e capire chi sono le persone che vengono dal mare. 


la Porta d'Europa
Oggi a Lampedusa si  svolgerà la celebrazione in memoria della strage del  3 ottobre 2013.  Aprendo la marcia che portava i partecipanti al monumento "Porta d'Europa",  l'allora presidente del Senato Piero Grasso nel 2017 ebbe a dire : "Forse non tutti in Italia ricordano l'articolo 10 della nostra Costituzione, quello che sancisce un diritto universale, il diritto d'asilo allo straniero al quale, nel suo paese, sia impedito l'esercizio della libertà. E allora non solo chi fugge dalla guerra, ma anche chi scappa dalla povertà, dalla fame, dalla violenza ha diritto d'asilo. Io oggi sono qui per ribadire la volontà delle istituzioni tutte ad andare avanti su questa strada. Per realizzare questo sogno dei nostri padri costituenti si deve camminare molto, sulle nostre e sulle vostre gambe".

Questo avevamo scritto nelle ore che seguirono quella strage di innocenti:


Viaggiano nel buio delle coscienze dell'occidente: "Vergogna"

Oggi -quando indosseranno le facce "pittate a lutto"- abbiano il coraggio di parlare di bambini, ragazzi, donne e uomini!...non di clandestini! 
Parlate  i bambini, ragazzi, donne e uomini che raccolgono le loro speranze per deporle su una barca che viaggia nel buio delle coscienze dell'occidente.
Vergogna!

alcune fotografie delle vittime della strage

martedì 25 aprile 2023

LIBERAZIONE è FRUTTO della RESISTENZA: 1945-2025 "PER DIGNITA' NON PER ODIO"

 LIBERAZIONE è FRUTTO della RESISTENZA 

"PER DIGNITA' NON PER ODIO"

VIVA L'ITALIA  ANTIFASCISTA




Piero Calamandrei: "(...) Vittoria contro noi stessi: aver ritrovato dentro noi stessi la dignità dell’uomo. Questo fu il significato morale della Resistenza: questa fu la fiamma miracolosa della Resistenza. Aver riscoperto la dignità dell’uomo, e la universale indivisibilità di essa: questa scoperta della indivisibilità della libertà e della pace, per cui la lotta di un popolo per la sua liberazione è insieme lotta per la liberazione di tutti i popoli dalla schiavitù del denaro e del terrore, questo sentimento della uguaglianza morale di ogni creatura umana, qualunque sia la sua nazione o la sua religione o il colore della sua pelle, questo è l’apporto più prezioso e più fecondo di cui ci ha arricchito la Resistenza. "

Ma la concretizzazione dei principi di quella LIBERAZIONE, frutto del sacrificio della RESISTENZA di tante cittadine e cittadini "responsabili", è in gran parte ancora tutta da realizzare a partire dalla considerazione che accompagnano oggigiorno le riflessioni di molti: "occorre riscoprire  e rendere vivi i valori di conoscenza e partecipazione per essere cittadine e cittadini responsabili, perché questi sono tempi in cui "ci vuole Coraggio..." anche solo per "fare comunità", per “sentirsi parte di una comunità”. 

La LIBERAZIONE è ancora in gran parte da costruire quando vediamo “l'anima delle nostre comunità” offese da ingiustizia ma anche intorpidite da indifferenza, conoscenza superficiale delle cose, latitanza di  progetti politici e culturali lungimiranticomunità in cui all’impegno encomiabile di “singoli” si contrappongono complicità al “sistema” e cedimenti al “pensiero mafioso che assicura privilegi immorali caste-cricche-cricche- mentre disconosce diritti fondamentali a milioni di cittadine e cittadini 

La LIBERAZIONE è ancora in gran parte  da costruire quando siamo di fronte al dramma delle migrazionialle "schiavitù del denaro e del terrore", drammi denunciati già da Calamandrei, ribadite con forza e coraggio dal pontificato di  Papa FRANCESCO, drammi che permangono  ancora ai nostri giorni; quando vengono mantenute regole-leggi che innalzano mura e discriminazioni, contraddicendo i principi della nostra Costituzione e della Convenzioni sui diritti umani.

Ancora oggi occorre lottare perche DIGNITÀ' e LIBERTÀ' siano principi riconosciuti e riconoscibili nella corpo vivo delle nostre comunità. 

gruppo "Associazione Rita Atria Pinerolo"




Estratto dal discorso di Piero Calamandrei  agli studenti della Cattolica di Milano, inaugurando un ciclo di lezioni sulla Costituzione (26 gennaio 1955): 

"(...) L’articolo 34 dice: “I capaci e i meritevoli, anche se privi di mezzi, hanno diritto di raggiungere i gradi più alti degli studi”. Eh! E se non hanno i mezzi? Allora nella nostra Costituzione c’è un articolo che è il più importante di tutta la Costituzione, il più impegnativo per noi che siamo al declinare, ma soprattutto per voi giovani che avete l’avvenire davanti a voi. Dice così: “È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’uguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese”. È compito di rimuovere gli ostacoli che impediscono il pieno sviluppo della persona umana: quindi dare lavoro a tutti, dare una giusta retribuzione a tutti, dare una scuola a tutti, dare a tutti gli uomini dignità di uomo. Soltanto quando questo sarà raggiunto, si potrà veramente dire che la formula contenuta nell’art. 1 – “L’Italia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro” – corrisponderà alla realtà. Perché fino a che non c’è questa possibilità per ogni uomo di lavorare e di studiare e di trarre con sicurezza dal proprio lavoro i mezzi per vivere da uomo, non solo la nostra Repubblica non si potrà chiamare fondata sul lavoro, ma non si potrà chiamare neanche democratica perché una democrazia in cui non ci sia questa uguaglianza di fatto, in cui ci sia soltanto una uguaglianza di diritto, è una democrazia puramente formale, non è una democrazia in cui tutti i cittadini veramente siano messi in grado di concorrere alla vita della società, di portare il loro miglior contributo, in cui tutte le forze spirituali di tutti i cittadini siano messe a contribuire a questo cammino, a questo progresso continuo di tutta la società.

E allora voi capite da questo che la nostra Costituzione è in parte una realtà, ma soltanto in parte è una realtà. In parte è ancora un programma, un ideale, una speranza, un impegno di lavoro da compiere. Quanto lavoro avete da compiere! Quanto lavoro vi sta dinanzi! (...) Perché quando l’art. 3 vi dice: “È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale che impediscono il pieno sviluppo della persona umana” riconosce che questi ostacoli oggi vi sono di fatto e che bisogna rimuoverli. Dà un giudizio, la Costituzione, un giudizio polemico, un giudizio negativo contro l’ordinamento sociale attuale, che bisogna modificare attraverso questo strumento di legalità, di trasformazione graduale, che la costituzione ha messo a disposizione dei cittadini italiani. Ma non è una Costituzione immobile che abbia fissato un punto fermo, è una Costituzione che apre le vie verso l’avvenire. Non voglio dire rivoluzionaria, perché per rivoluzione nel linguaggio comune s’intende qualche cosa che sovverte violentemente, ma è una costituzione rinnovatrice, progressiva, che mira alla trasformazione di questa società in cui può accadere che, anche quando ci sono, le libertà giuridiche e politiche siano rese inutili dalle disuguaglianze economiche dalla impossibilità per molti cittadini di essere persone e di accorgersi che dentro di loro c’è una fiamma spirituale che se fosse sviluppata in un regime di perequazione economica, potrebbe anche essa contribuire al progresso della società. "(...) Però, vedete, la Costituzione non è una macchina che una volta messa in moto va avanti da sé. La Costituzione è un pezzo di carta: la lascio cadere e non si muove. Perché si muova bisogna ogni giorno rimetterci dentro il combustibile, bisogna metterci dentro l’impegno, lo spirito, la volontà di mantenere queste promesse, la propria responsabilità.  (…)"                                                                       


La Costituzione della Repubblica Italiana 
Principi fondamentali

Art. 1

L'Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro.
La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione.

Art. 2
La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell'uomo, sia come singolo sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità, e richiede l'adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale.

Art. 3
Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.
È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese.

Art. 4
La Repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove le condizioni che rendano effettivo questo diritto.
Ogni cittadino ha il dovere di svolgere, secondo le proprie possibilità e la propria scelta, un'attività o una funzione che concorra al progresso materiale o spirituale della società.

Art. 5
La Repubblica, una e indivisibile, riconosce e promuove le autonomie locali; attua nei servizi che dipendono dallo Stato il più ampio decentramento amministrativo; adegua i principi ed i metodi della sua legislazione alle esigenze dell'autonomia e del decentramento.

Art. 6
La Repubblica tutela con apposite norme le minoranze linguistiche.

Art.7
Lo Stato e la Chiesa cattolica sono, ciascuno nel proprio ordine, indipendenti e sovrani.
I loro rapporti sono regolati dai Patti Lateranensi. Le modificazioni dei Patti accettate dalle due parti, non richiedono procedimento di revisione costituzionale.

Art. 8
Tutte le confessioni religiose sono egualmente libere davanti alla legge.
Le confessioni religiose diverse dalla cattolica hanno diritto di organizzarsi secondo i propri statuti, in quanto non contrastino con l'ordinamento giuridico italiano.
I loro rapporti con lo Stato sono regolati per legge sulla base di intese con le relative rappresentanze.

Art. 9
La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica.
Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione.

Art. 10
L'ordinamento giuridico italiano si conforma alle norme del diritto internazionale generalmente riconosciute.
La condizione giuridica dello straniero è regolata dalla legge in conformità delle norme e dei trattati internazionali.
Lo straniero, al quale sia impedito nel suo paese l'effettivo esercizio delle libertà democratiche garantite dalla Costituzione italiana, ha diritto d'asilo nel territorio della Repubblica secondo le condizioni stabilite dalla legge.
Non è ammessa l'estradizione dello straniero per reati politici.

Art. 11
L'Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali; consente, in condizioni di parità con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni; promuove e favorisce le organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo.

Art. 12
La bandiera della Repubblica è il tricolore italiano: verde, bianco e rosso, a tre bande verticali di eguali dimensioni.

lunedì 3 ottobre 2022

3 ottobe 2013 - la "VERGOGNA": (...) Il mare era pieno, di ragazzi, di gente: le teste uscivano come se uscissero i pesci a mare...".

Tratto da "COMITATO 3 OTTOBRE": "Il 3 ottobre 2013 un’imbarcazione carica di rifugiati in maggioranza eritrei affonda a mezzo miglio dalle coste di Lampedusa. La conta, alla fine è di 368 morti tra bambini, donne e uomini. I corpi delle vittime vengono recuperati tutti e per la prima volta nella storia dei naufragi del Mediterraneo, si mostrano al mondo in un drammatico grido di aiuto collettivo."
Di seguito, la testimonianza di coloro che sono stati i primi, improvvisati e casuali soccorritori di quelle persone, i naufraghi, di cui quella notte in cui era pieno: " (...) Il mare era pieno, di ragazzi, di gente: le teste uscivano come se uscissero i pesci a mare...". Con la loro barca, quella notte loro ne salveranno 47; 47 persone che erano come "pesci ammare", "pesci ammare" che non volevano morire inseguendo il sogno di poter costruire una nuova vita.

Nelle ore immediatamente successive al naufragio, i telegiornali italiani e mondiali saranno mostreranno immagini del recupero dei corpi dei naufraghi. Bambine e bambini, ragazze e ragazzi, uomini e donne a cui qualcuno appiccicherà l'etichetta di "clandestini" per cancellare la vergogna di popoli incapaci di cambiare situazioni, drammi, spesso provocate da fredde e squallide "politiche di conquista", culturale ed economica dell'Occidente.

Papa Francesco avrà il coraggio di pronunciare la parola VERGOGNA!: "Una sola parola: VERGOGNA!". Una vergogna indirizzata a tutti coloro che sono causa di questo dramma, un dramma che, lo sappiamo bene, continua e si perpetua giorno dopo giorno. VERGOGNIAMOCI!
Nei giorni successivi al naufragio le istituzioni italiane promisero che le vittime sarebbero state recuperate tutte e tutte avrebbero avuto funerali solenni. Anche questo non avvenne. E tanti di quei poveri corpi furono poi allontani da Lampedusa, anonimi e irriconosciuti, accolti da tanti cimiteri siciliani.
Il 16 marzo 2016 il Senato italiano ha approvato in via definitiva la legge che istituisce la Giornata della Memoria e dell’accoglienza, da celebrarsi il 3 ottobre. Durante questo giorno si ricorderanno tutti i migranti morti nel tentativo di fuggire da persecuzioni, guerre e miseria. Ma, soprattutto nelle scuole, in quel giorno si svolgeranno attività didattiche per approfondire e capire chi sono le persone che vengono dal mare. 


la Porta d'Europa
Oggi a Lampedusa si  svolgerà la celebrazione in memoria della strage del  3 ottobre 2013.  Aprendo la marcia che portava i partecipanti al monumento "Porta d'Europa"  l'allora presidente del Senato Piero Grasso nel 2017 ebbe a dire : "Forse non tutti in Italia ricordano l'articolo 10 della nostra Costituzione, quello che sancisce un diritto universale, il diritto d'asilo allo straniero al quale, nel suo paese, sia impedito l'esercizio della libertà. E allora non solo chi fugge dalla guerra, ma anche chi scappa dalla povertà, dalla fame, dalla violenza ha diritto d'asilo. Io oggi sono qui per ribadire la volontà delle istituzioni tutte ad andare avanti su questa strada. Per realizzare questo sogno dei nostri padri costituenti si deve camminare molto, sulle nostre e sulle vostre gambe".

Questo avevamo scritto nelle ore che seguirono quella strage di innocenti:


Viaggiano nel buio delle coscienze dell'occidente: "Vergogna"

Oggi -quando indosseranno le facce "pittate a lutto"- abbiano il coraggio di parlare di bambini, ragazzi, donne e uomini!...non di clandestini! 
Parlate  i bambini, ragazzi, donne e uomini che raccolgono le loro speranze per deporle su una barca che viaggia nel buio delle coscienze dell'occidente.
Vergogna!
alcune fotografie delle vittime della strage





giovedì 10 gennaio 2019

“Fuga dall'inferno”. Per cercare di ri-costruire il valore di sentirsi comunità


Abbiamo accolto con piacere l'invito dell''Associazione Teatrale Pathos" ad essere presenti alla rappresentazione teatrale de “Fuga dall'inferno”, certi che la cultura possa e debba svolgere un ruolo fondamentale nel ri-creare le fondamenta di comunità che riscoprano i principi della conoscenza, dell'accoglienza, della solidarietà, del confronto, del perseguimento di “stili di vita” equi, solidali e sostenibili.Oggi ci vuole coraggio anche solo per sentirsi “comunità”: esseri umani parte di una unica, grande, variegata, famiglia.

Raccogliendo l'appello lanciato da don Luigi Ciotti, lo scorso 7 luglio 2018 anche a Pinerolo si era svolta la manifestazione “Una maglietta rossa per  per fermare l’emorragia di umanità” Numerosi erano accorsi in Piazza Facta indossando una "maglietta rossa". Una maglietta dello stesso colore, lo ricordiamo, di quella che le mamme della tragedia della migrazione fanno indossare ai loro figli, bambine e bambine, per attraversare un mare sconosciuto e "il buio della coscienza dell'Occidente", per raggiungere la speranza di vita negata nella loro terra-madre. (vedi qui il racconto di quella giornata).
L'auspicio del presidio LIBERA “Rita Atria” Pinerolo era stato tuttavia quello che l'evento di sabato  7 luglio, "la maglietta rossa",  potesse e dovesse costituire-costruire un cammino di conoscenza, di consapevolezza, di assunzione di responsabilità di ciascuno anche nei confronti di una questione epocale quale quella delle migrazioni. Lo dobbiamo alle vittime di questa “terza guerra mondiale, combattuta "a pezzi"”, come ha denunciato papa Francesco. Una guerra combattuta nel modo più  subdolo e vergognoso, spesso nell'indifferenza, nel silenzio, delle coscienze dell'Occidente, avendo come vittime i più deboli della Terra.


“Fuga dall'inferno”
Quando dal mare raggiungono la nostra terra, i profughi vengono identificati e mandati  in uno dei diversi  centri d’accoglienza  dislocati sull’intero territorio nazionale, ma  per molti di questi disperati  questi stessi  centri diventano  veri e propri luoghi di detenzione.  Da una sommossa in un centro di accoglienza che inizia la fuga del protagonista, Il suo obbiettivo è arrivare in Svezia per raggiungere la famiglia, ma la sua corsa in mezzo ai boschi, s’interrompe davanti ad un precipizio.



domenica 1 aprile 2018

L'augurio di Pasqua ha bisogno di Pace e Giustizia per l'intera Umanità

La parola ebraica pesach, da cui deriva Pasqua, significa "passare oltre", "tralasciare". L'azione di "passare oltre" fa riferimento al racconto della "decima piaga", nella quale il Signore vide il sangue dell'agnello sulle porte delle case di Israele e "passò oltre", colpendo solo i primogeniti maschi degli egiziani, compreso il figlio del faraone (Esodo, 12,21-34). La Pesach indica quindi la liberazione di Israele dalla schiavitù sotto gli egiziani e l'inizio di una nuova libertà con Dio verso la terra promessa. 
Pasqua è la resurrezione del Cristo che sconfigge la morte: "passa oltre".
Ai nostri giorni, Pablo Picasso disegna una "Colomba del Futuro", immagine di un "futuro possibile", in cui il simbolo della Pace -la Colomba- si posa su strumenti di guerra di morte distrutti, sconfitti da una Umanità che "passa oltre". Un futuro possibile ma non ancora concretizzato.





"La vergogna di aver perso la vergogna".
Ancora una volta le parole di papa Francesco si offrono ad una riflessione profonda.
Nella solenne celebrazione della Via Crucis, la Croce è  passata di mano in mano: mani di giovani, come quelle degli autori delle riflessioni che accompagnano; mani che hanno sofferto la guerra, come quelle di una famiglia siriana e di tre religiosi iracheni; mani di una bambina disabile che abbraccia la sua croce ogni giorno
Papa Francesco lo ha  affermato con chiarezza:E' necessario dare nuova forza e impegno per riaccendere la speranza ma è anche necessario riconquistare il sentimento della "vergogna". La vergogna come sentimento necessario a farci comprendere i mali del mondo che gli adulti stanno consegnando ai giovani :«un mondo fratturato dalle divisione dalle guerre; divorato dall’egoismo ove i giovani, i piccoli, i malati, gli anziani sono emarginati». La vergogna di aver perso la vergogna.
Ai nostri giorni, nel mondo che abbiamo costruito, nuovi "faraoni" erigono mura, regole-leggi, per impedire all'umanità dolente di "passare oltre" le piaghe causate da decenni,secoli di politiche errate: guerre, miseria, ingiustizie. E nuove mura e nuove regole-leggi sono costruite a difesa dei privilegi dei "faraoni" e delle loro "caste di potere" a perpetuare la secolare e oscena divisione fra padroni e sudditi, a spegnere la speranza del cambiamento, del "passare oltre".
Non vi è Speranza di Pace senza Giustizia; invece, quando si costruisce la Giustizia c'è salvezza per chiunque si adoperi e si offra a quel disegno, cristiani e non cristiani. 
Non c'è altra Pasqua se non quella che costruisce Pace e Giustizia per l'intera Umanità.

mercoledì 22 novembre 2017

RAGAZZI STRANIERI O CITTADINI ITALIANI? UNA RIFLESSIONE SULL'ACCOGLIENZA


Questa sera, 22 novembre alle ore 21 nella Sala “Pacem in Terris” del Museo Diocesano di Pinerolo (via del Pino, 49), si terrà una serata dibattito sul tema Ragazzi stranieri o cittadini italiani? Una riflessione sull’accoglienza”. Intervengono il vescovo, monsignor Derio Olivero, e l’ex magistrato Pier Carlo PazèModera Patrizio Righero, direttore di Vita Diocesana Pinerolese.
All’incontro, promosso dall’Azione Cattolica in collaborazione con il Centro Missionario e l’Ufficio Diocesano per la pastorale sociale e del lavoro. 
mons. Olivero insieme al mos. Debernardi


Punto di partenza del confronto la proposta di legge italiana detta dello “ius soli” per concedere la cittadinanza ai figli degli immigrati, ma anche i forti messaggi lanciati da papa Francesco il quale recentemente ha affermato che «è necessario garantire la permanenza regolare al compimento della maggiore età e la possibilità di continuare degli studi. Per i minori non accompagnati o separati dalla loro famiglia è importante prevedere programmi di custodia temporanea o affidamento. Nel rispetto del diritto universale a una nazionalità, questa va riconosciuta e opportunamente certificata a tutti i bambini e le bambine al momento della nascita».

Lo scorso ottobre, anche don Luigi Ciotti, fra i fondatori di LIBERA aveva manifestato il pensiero: “Aderisco con convinzione allo sciopero della fame per l’approvazione dello ‘ius soli’, legge non solo giusta ma responsabile e lungimirante. La condivisione dei diritti e dei doveri è la strada per costruire un futuro di pace e un Paese unito dal bene comune”. (...) il primo ‘ius’ non è quello del suolo, o del sangue, ma quello che parte dal nostro impegno e dalle nostre coscienze”.

martedì 3 ottobre 2017

3 ottobre 2013: "...una sola parola: Vergogna". Il dovere della Memoria.

Tratto da "COMITATO 3 OTTOBRE": "Il 3 ottobre 2013 un’imbarcazione carica di rifugiati in maggioranza eritrei affonda a mezzo miglio dalle coste di Lampedusa. La conta, alla fine è di 368 morti tra bambini, donne e uomini. I corpi delle vittime vengono recuperati tutti e per la prima volta nella storia dei naufragi del Mediterraneo, si mostrano al mondo in un drammatico grido di aiuto collettivo."

Di seguito, la testimoninza di coloro che sono stati i primi, improvvitati e casuali soccorritori di quelle persone, i naufraghi, di cui quella notte in cui era pieno: " (...) Il mare era pieno, di ragazzi, di gente: le teste uscivano come se uscisero i pesci a mare...". Con la loro barca, quella notte loro ne salveranno 47; 47 persone che erano come "pesci ammare", "pesci ammare" che non volevano morire inseguendo il sogno di poter costruire una nuova vita. 


Nelle ore immediatamente successive al naufragio, i telegiornali italiani e mondiali saranno mostreranno immagini del recupero dei corpi dei naugraghi. Bambine e bambini, ragazze e ragazzi, uomi e donne a cui qualcuno appiccicherà l'etichetta di "migranti" per cancellare la vergogna di popoli incapaci di cambiare situazioni, drammmi, spesso provocate da fredde e squallide "politiche di conquista", culturale ed economica dell'Occidente.

Papa Francesco avrà il coraggio di pronunciare la parola VERGOGNA!: "Una sola parola: VERGOGNA!". Una vergogna indirizzata a tutti coloro che sono causa di questo dramma, un dramma che, lo sappiamo bene, continua e si perpetua giorno dopo giorno. VERGOGNIAMOCI!
Nei giorni successivi al naugragio, le istituzioni italiane promisero che le vittime sarebbero state recuperate tutte e tutte avrebbero avuto funerali solenni. Anche quento non avvenne. E tanti di quei poveri corpi furono poi allontani da Lampedusa, anonimi e irriconosciuti, accolti da tanti cimiteri siciliani.
Il 16 marzo 2016 il Senato italiano ha approvato in via definitiva la legge che istituisce la Giornata della Memoria e dell’accoglienza, da celebrarsi il 3 ottobre. Durante questo giorno si ricorderanno tutti i migranti morti nel tentativo di fuggire da persecuzioni, guerre e miseria. Ma, soprattutto nelle scuole, in quel giorno si svolgeranno attività didattiche per approfondire e capire chi sono le persone che vengono dal mare. 


la Porta d'Europa

Oggi a Lampedusa si sta svolgendo la celebrazione in memroia della strage del  3 ottobre 2013.  Aprendo la marcia che porterà i partecipanti al monumento "Porta d'Europa"  il presidente del Senato Piero Grasso ha detto : "Forse non tutti in Italia ricordano l'articolo 10 della nostra Costituzione, quello che sancisce un diritto universale, il diritto d'asilo allo straniero al quale, nel suo paese, sia impedito l'esercizio della libertà. E allora non solo chi fugge dalla guerra, ma anche chi scappa dalla povertà, dalla fame, dalla violenza ha diritto d'asilo. Io oggi sono qui per ribadire la volontà delle istituzioni tutte ad andare avanti su questa strada. Per realizzare questo sogno dei nostri padri costituenti si deve camminare molto, sulle nostre e sulle vostre gambe".



Questo avevamo scritto nelle ore che seguirono quella strage di innocenti:


Viaggiano nel buio delle coscienze dell'occidente: "Vergogna"

Oggi -quando indosseranno le facce "pittate a lutto"- abbiano il coraggio di parlare di bambini, ragazzi, donne e uomini!...non di clandestini! 
Parlate  i bambini, ragazzi, donne e uomini che raccolgono le loro speranze per deporle su una barca che viaggia nel buio delle coscienze dell'occidente.
Vergogna!
Oggi parlate di questi bambini, ragazzi, donne e uomini
Alcune fotografie delle vittime del naufragio di Lampedusa
 e recuperate dai soccorritori 


domenica 16 aprile 2017

L'augurio di Pasqua ha bisogno di Pace e Giustizia per l'intera Umanità

La parola ebraica pesach, da cui deriva Pasqua, significa "passare oltre", "tralasciare". L'azione di "passare oltre" fa riferimento al racconto della "decima piaga", nella quale il Signore vide il sangue dell'agnello sulle porte delle case di Israele e "passò oltre", colpendo solo i primogeniti maschi degli egiziani, compreso il figlio del faraone (Esodo, 12,21-34). La Pesach indica quindi la liberazione di Israele dalla schiavitù sotto gli egiziani e l'inizio di una nuova libertà con Dio verso la terra promessa. 
Pasqua è la resurrezione del Cristo che sconfigge la morte: "passa oltre".
Ai nostri giorni, Pablo Picasso disegna una "Colomba del Futuro", immagine di un "futuro possibile", in cui il simbolo della Pace -la Colomba- si posa su strumenti di guerra di morte distrutti, sconfitti da una Umanità che "passa oltre". Un futuro possibile ma non ancora concretizzato.

Ai nostri giorni, nuovi "faraoni" erigono mura, regole-leggi, per impedire all'umanità dolente di "passare oltre" le piaghe causate da decenni (secoli) di politiche errate: guerre, miseria, ingiustizie. E mura e regole-leggi sono costruite a difesa dei privilegi dei "faraoni" e delle loro "caste di potere"; caste che sembrano retaggio medioevale eppure mai come oggi appaiono così salde, potenti e ben visibili, a perpetuare la secolare e oscena divisione fra padroni e sudditi.
Papa Francesco lo ha  affermato ieri sera, nella solenne Veglia della Notte Santa di questa Pasqua: "Maria di Magdala e l’altra Maria riflettono il volto di donne, di madri che piangono vedendo che la vita dei loro figli resta sepolta sotto il peso della corruzione che sottrae diritti e infrange tante aspirazioni, sotto l’egoismo quotidiano che crocifigge e seppellisce la speranza di molti, sotto la burocrazia paralizzante e sterile che non permette che le cose cambino".
Non vi è Speranza di Pace senza Giustizia; invece, quando si costruisce la Giustizia c'è salvezza per chiunque si adoperi e si offra a quel disegno, cristiani e non cristiani. 
Non c'è altra Pasqua se non quella che costruisce Pace e Giustizia per l'intera Umanità.

A coloro che sono in condizioni di difficoltà, a coloro che sono capaci di lottare per la Pace e la Giustizia, l'augurio di una Pasqua di Speranza, una Speranza che deve essere quella descritta da don Tonino Bello

Cosa è la speranza?
È difficile parlare di speranza. 
Bisogna far capire invece che la speranza è parente stretta del realismo, 
la tensione di chi, incamminandosi su una strada, 
ne ha già percorso un tratto e orienta i suoi passi, 
con amore e trepidazione, 
verso il traguardo non ancora raggiunto. 
È impegno robusto che non ha da spartire nulla con la fuga. 
Perché chi spera non fugge. Si incarna nella storia, non si aliena. 
Costruisce il futuro, non lo attende soltanto. 
Ha la grinta del lottatore, non la rassegnazione di chi disarma. 
Ha la passione del veggente, non l’aria avvilita di chi si lascia andare. 
Cambia la storia, non la subisce. 
Ricerca la solidarietà con gli altri viandanti, non la gloria del navigatore solitario. 
don Tonino Bello