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domenica 1 aprile 2018

L'augurio di Pasqua ha bisogno di Pace e Giustizia per l'intera Umanità

La parola ebraica pesach, da cui deriva Pasqua, significa "passare oltre", "tralasciare". L'azione di "passare oltre" fa riferimento al racconto della "decima piaga", nella quale il Signore vide il sangue dell'agnello sulle porte delle case di Israele e "passò oltre", colpendo solo i primogeniti maschi degli egiziani, compreso il figlio del faraone (Esodo, 12,21-34). La Pesach indica quindi la liberazione di Israele dalla schiavitù sotto gli egiziani e l'inizio di una nuova libertà con Dio verso la terra promessa. 
Pasqua è la resurrezione del Cristo che sconfigge la morte: "passa oltre".
Ai nostri giorni, Pablo Picasso disegna una "Colomba del Futuro", immagine di un "futuro possibile", in cui il simbolo della Pace -la Colomba- si posa su strumenti di guerra di morte distrutti, sconfitti da una Umanità che "passa oltre". Un futuro possibile ma non ancora concretizzato.





"La vergogna di aver perso la vergogna".
Ancora una volta le parole di papa Francesco si offrono ad una riflessione profonda.
Nella solenne celebrazione della Via Crucis, la Croce è  passata di mano in mano: mani di giovani, come quelle degli autori delle riflessioni che accompagnano; mani che hanno sofferto la guerra, come quelle di una famiglia siriana e di tre religiosi iracheni; mani di una bambina disabile che abbraccia la sua croce ogni giorno
Papa Francesco lo ha  affermato con chiarezza:E' necessario dare nuova forza e impegno per riaccendere la speranza ma è anche necessario riconquistare il sentimento della "vergogna". La vergogna come sentimento necessario a farci comprendere i mali del mondo che gli adulti stanno consegnando ai giovani :«un mondo fratturato dalle divisione dalle guerre; divorato dall’egoismo ove i giovani, i piccoli, i malati, gli anziani sono emarginati». La vergogna di aver perso la vergogna.
Ai nostri giorni, nel mondo che abbiamo costruito, nuovi "faraoni" erigono mura, regole-leggi, per impedire all'umanità dolente di "passare oltre" le piaghe causate da decenni,secoli di politiche errate: guerre, miseria, ingiustizie. E nuove mura e nuove regole-leggi sono costruite a difesa dei privilegi dei "faraoni" e delle loro "caste di potere" a perpetuare la secolare e oscena divisione fra padroni e sudditi, a spegnere la speranza del cambiamento, del "passare oltre".
Non vi è Speranza di Pace senza Giustizia; invece, quando si costruisce la Giustizia c'è salvezza per chiunque si adoperi e si offra a quel disegno, cristiani e non cristiani. 
Non c'è altra Pasqua se non quella che costruisce Pace e Giustizia per l'intera Umanità.

sabato 25 aprile 2015

25 aprile 1945-2015. Settantesimo Anniversario della LIBERAZIONE

   25 APRILE 1945 E' SEMPRE : FESTA DELLA LIBERAZIONE

LIBERAZIONE è FRUTTO della RESISTENZA:
"PER DIGNITA' NON PER ODIO"





LIBERAZIONE è FRUTTO della RESISTENZA 
"PER DIGNITA' NON PER ODIO"

"(...)Vittoria contro noi stessi: aver ritrovato dentro noi stessi la dignità dell’uomo. Questo fu il significato morale della Resistenza: questa fu la fiamma miracolosa della Resistenza.
Aver riscoperto la dignità dell’uomo, e la universale indivisibilità di essa: questa scoperta della indivisibilità della libertà e della pace, per cui la lotta di un popolo per la sua liberazione è insieme lotta per la liberazione di tutti i popoli dalla schiavitù del denaro e del terrore, questo sentimento della uguaglianza morale di ogni creatura umana, qualunque sia la sua nazione o la sua religione o il colore della sua pelle, questo è l’apporto più prezioso e più fecondo di cui ci ha arricchito la Resistenza."

 Piero Calamandrei


Martedì scoroso 21 aprile 2015, molti avranno assisitito all'intervento del partigiano Umberto Lorenzoni ( Loris era il suo nome di battaglia) nel corso della trasmissione BALLARO' (qui il brano). Nel filmato che ha accompagnato la testimonianza di Umberto Lorenzoni, le risposte di "cittadine e cittadini, più o meno giovani" alla domanda : cosa festeggiamo il 25 aprile?
In tanti -giovani e adulti- ignoravano persino quale fosse l'oggetto della" festa" del prossimo 25 aprile; in tanti -giovani e adulti- mostravano vuoto disinteresse per i sacrifici ed i valori per i quali hanno combattuto le donne e gli uomini della LIBERAZIONE , della RESISTENZA. Si mostrava disinteresse per quella che è stato il frutto di quei sacrifici: la  DEMOCRAZIA che significa LIBERTA', che è Partecipazione e Responsabilità
Di fronte a  quelle risposte, è mio parere, penso non sia casuale  il disegno-progetto a cui stiamo assistendo: tratteggiare le forme di democrazia di secondo livello, di "democratura-a-venire",
Un disegno-progetto che non è casuale: ascoltando quelle risposte, la sensazione che si prova è che una parte di questo paese sia già pronta ad accettarla, quella forma di "democrazia" mutilata (la democratura!) ! Una parte di questo paese è già pronta, di nuovo, per sentire "accettabili" quelle forme di democrazia ("limitata"); una parte di questo paese, forse una cospicua porzione, pare non sapere che farsene di una DEMOCRAZIA che significhi Partecipazione e Responsabilità.
Nel Settantesimo Anniversario della LIBERAZIONE,  la chiamata alla "LIBERAZIONE" di uomini e donne che come Umberto Lorenzoni hanno combattuto è ancora attuale. Le parole (vecchie) che Umberto Lorenzoni ha voluto ricorare a noi tutti:"Agitatevi, perché avremo bisogno di tutto il vostro entusiasmo.Organizzatevi, perché avremo bisogno di tutta la vostra forza.Studiate, perché avremo bisogno di tutta la vostra intelligenza". Antonio Gramsci

Arturo Francesco Incurato