Visualizzazione post con etichetta Resistenza. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta Resistenza. Mostra tutti i post

mercoledì 24 aprile 2024

LIBERAZIONE è FRUTTO della RESISTENZA - "PER DIGNITA' NON PER ODIO"

  LIBERAZIONE è FRUTTO della RESISTENZA 

"PER DIGNITA' NON PER ODIO"

Piero Calamandrei: "(...) Vittoria contro noi stessi: aver ritrovato dentro noi stessi la dignità dell’uomo. Questo fu il significato morale della Resistenza: questa fu la fiamma miracolosa della Resistenza. Aver riscoperto la dignità dell’uomo, e la universale indivisibilità di essa: questa scoperta della indivisibilità della libertà e della pace, per cui la lotta di un popolo per la sua liberazione è insieme lotta per la liberazione di tutti i popoli dalla schiavitù del denaro e del terrore, questo sentimento della uguaglianza morale di ogni creatura umana, qualunque sia la sua nazione o la sua religione o il colore della sua pelle, questo è l’apporto più prezioso e più fecondo di cui ci ha arricchito la Resistenza. (...)".
(Ibrano è tratto da Passato e avvenire della Resistenza, discorso tenuto da Piero Calamandrei il 28 febbraio 1954 al Teatro Lirico di Milano, alla presenza di Ferruccio Parri.) 


Riportiamo il testo integrale del monologo di Antonio Scurati sul 25 aprile che lo scrittore avrebbe dovuto leggere  nella trasmissione  “Che sarà” e censurato dai dirigenti Rai:

Giacomo Matteotti fu assassinato da sicari fascisti il 10 di giugno del 1924.

Lo attesero sotto casa in cinque, tutti squadristi venuti da Milano, professionisti della violenza assoldati dai più stretti collaboratori di Benito Mussolini. L’onorevole Matteotti, il segretario del Partito Socialista Unitario, l’ultimo che in Parlamento ancora si opponeva a viso aperto alla dittatura fascista, fu sequestrato in pieno centro di Roma, in pieno giorno, alla luce del sole. Si batté fino all’ultimo, come lottato aveva per tutta la vita. Lo pugnalarono a morte, poi ne scempiarono il cadavere. Lo piegarono su se stesso per poterlo ficcare dentro una fossa scavata malamente con una lima da fabbro.

Mussolini fu immediatamente informato. Oltre che del delitto, si macchiò dell’infamia di giurare alla vedova che avrebbe fatto tutto il possibile per riportarle il marito. Mentre giurava, il Duce del fascismo teneva i documenti insanguinati della vittima nel cassetto della sua scrivania.

In questa nostra falsa primavera, però, non si commemora soltanto l’omicidio politico di Matteotti; si commemorano anche le stragi nazifasciste perpetrate dalle SS tedesche, con la complicità e la collaborazione dei fascisti italiani, nel 1944.

Fosse Ardeatine, Sant’Anna di Stazzema, Marzabotto. Sono soltanto alcuni dei luoghi nei quali i demoniaci alleati di Mussolini massacrarono a sangue freddo migliaia di inermi civili italiani. Tra di essi centinaia di bambini e perfino di infanti. Molti furono addirittura arsi vivi, alcuni decapitati. Queste due concomitanti ricorrenze luttuose – primavera del ’24, primavera del ’44 – proclamano che il fascismo è stato lungo tutta la sua esistenza storica – non soltanto alla fine o occasionalmente – un irredimibile fenomeno di sistematica violenza politica omicida e stragista. 

Lo riconosceranno, una buona volta, gli eredi di quella storia?

Tutto, purtroppo, lascia pensare che non sarà così. Il gruppo dirigente post-fascista, vinte le elezioni nell’ottobre del 2022, aveva davanti a sé due strade: ripudiare il suo passato neo-fascista oppure cercare di riscrivere la storia. Ha indubbiamente imboccato la seconda via. Dopo aver evitato l’argomento in campagna elettorale, la Presidente del Consiglio, quando costretta ad affrontarlo dagli anniversari storici, si è pervicacemente attenuta alla linea ideologica della sua cultura neofascista di provenienza: ha preso le distanze dalle efferatezze indifendibili perpetrate dal regime (la persecuzione degli ebrei) senza mai ripudiare nel suo insieme l’esperienza fascista, ha scaricato sui soli nazisti le stragi compiute con la complicità dei fascisti repubblichini, infine ha disconosciuto il ruolo fondamentale della Resistenza nella rinascita italiana (fino al punto di non nominare mai la parola “antifascismo” in occasione del 25 aprile 2023).

Mentre vi parlo, siamo di nuovo alla vigilia dell’anniversario della Liberazione dal nazifascismo. La parola che la Presidente del Consiglio si rifiutò di pronunciare palpiterà ancora sulle labbra riconoscenti di tutti i sinceri democratici, siano essi di sinistra, di centro o di destra. Finché quella parola, Antifascismo, non sarà pronunciata da chi ci governa, lo spettro del fascismo continuerà a infestare la casa della democrazia italiana.”

Antonio Scurati


lunedì 24 aprile 2023

"80° DELLA RESISTENZA PER UN MONDO DI PACE"

 LIBERAZIONE è FRUTTO della RESISTENZA 

"PER DIGNITA' NON PER ODIO"

Piero Calamandrei: "(...) Vittoria contro noi stessi: aver ritrovato dentro noi stessi la dignità dell’uomo. Questo fu il significato morale della Resistenza: questa fu la fiamma miracolosa della Resistenza. Aver riscoperto la dignità dell’uomo, e la universale indivisibilità di essa: questa scoperta della indivisibilità della libertà e della pace, per cui la lotta di un popolo per la sua liberazione è insieme lotta per la liberazione di tutti i popoli dalla schiavitù del denaro e del terrore, questo sentimento della uguaglianza morale di ogni creatura umana, qualunque sia la sua nazione o la sua religione o il colore della sua pelle, questo è l’apporto più prezioso e più fecondo di cui ci ha arricchito la Resistenza."  
(Il brano è tratto da Passato e avvenire della Resistenza, discorso tenuto da Piero Calamandrei il 28 febbraio 1954 al Teatro Lirico di Milano, alla presenza di Ferruccio Parri.)







giovedì 2 giugno 2022

2 GIUGNO - FESTA DELLA REPUBBLICA ITALIANA nata dalla RESISTENZA ANTIFASCISTA

Il 2 giugno l’Italia ricorda il referendum del 1946 con cui gli italiani furono chiamati a scegliere tra la Monarchia e la Repubblica. Dopo la tragica esperienza del ventennio di dittatura fascista culminato con la II Guerra Mondiale, per la prima volta la società italiana visse l’esperienza di libere elezioni a suffragio universale maschile e femminile: si votò domenica 2 e lunedì 3 giugno per l’elezione di un’Assemblea Costituente, alla quale sarebbe stato affidato il compito di redigere la nuova carta costituzionale. Contemporaneamente si tenne il referendum istituzionale per la scelta — appunto — tra Monarchia (che ottenne 10.719.284 voti) e Repubblica (12.717.923). Un milione e mezzo furono le schede bianche e nulle. La Repubblica prevalse quindi con  2 milioni di voti di scartoIl voto referendario mostrò tuttavia una spaccatura evidente, tra Nord e Sud: il Nord votò a maggioranza repubblicana mentre il Sud confermò la tradizionale fedeltà all'istituto monarchicoNel 1946 gli aventi diritto al voto erano 28 milioni, i votanti furono quasi 25 milioni

ll ricordo di quella giornata storica nei racconti di chi c’era e un appello da parte di Maria Lisa (Marisa) Cinciari Rodano rivolto alle donne, a memoria di quel loro primo voto del 1946: " Ho un appello da fare per questo 2 giugno, ed è proprio a loro, le più giovani: impegnatevi in politica, scendete in campo, non solo per il vostro interesse personale (oggi vedo troppo individualismo in politica), ma per quello di tutti, per lo sviluppo democratico del nostro Paese e dell’Europa"


Maria Lisa (Marisa) Cinciari Rodano:
un secolo di vita antifascista, vissuta in difesa dei diritti delle donne: partigiana, deputata e senatrice comunista, tra le fondatrici dell'Udi, l'Unione donne italiane. “Gli episodi di odio e razzismo mi hanno riportato ai giorni più bui della nostra storia. Ma chi li ha vissuti non dimentica

LA PRIMA VOLTA AL VOTO DELLE DONNE
È il 2 giugno del 1946. Lunghissime file di donne attendono di fronte ai seggi elettorali.
È una giornata storica per loro e per l’intero Paese, e non c’è nord o sud che faccia differenza.
Difatti, proprio in quella giornata, le donne vengono chiamate, per la prima volta, alle urne, per esprimere il loro voto su Monarchia o Repubblica e per eleggere i membri dell’Assemblea costituente.
Una data importante, che segna un punto di svolta: sino a quel momento alle donne è sempre stato proibito qualsiasi “avvicinamento” al mondo politico.
Nel corso degli anni precedenti al 1946, erano state numerose le lotte animate dallo spirito di emancipazione femminile. Nella loro ribellione a questo “sistema”, le donne avevano sempre chiesto il diritto di accesso all’istruzione e quindi alle università, cercando di ottenere la tanto agognata parità dei diritti.
Prima dell’Unità d’Italia, infatti, i vari Stati italiani avevano legislazioni molto diverse e contrastanti in materia: alcuni concedevano pochi diritti alle donne, mentre altri glieli negavano totalmente. Successivamente, con la nascita del Regno d’Italia e l’adozione del Codice Albertino, risalente al re Carlo Alberto, si decise di limitare quasi totalmente tutti i diritti delle donne.
Ho un appello da fare per questo 2 giugno, ed è proprio a loro, le più giovani: impegnatevi in politica, scendete in campo, non solo per il vostro interesse personale (oggi vedo troppo individualismo in politica), ma per quello di tutti, per lo sviluppo democratico del nostro Paese e dell’Europa».




  • Adele Bei
  • Bianca Bianchi
  • Laura Bianchini
  • Elisabetta Conci
  • Maria De Unterrichter Jervolino
  • Filomena Delli Castelli
  • Maria Federici
  • Nadia Gallico Spano
  • Angela Gotelli
  • Angela M. Guidi Cingolani
  • Leonilde Iotti
  • Teresa Mattei
  • Angelina Livia Merlin
  • Angiola Minella
  • Rita Montagnana Togliatti
  • Maria Nicotra Fiorini
  • Teresa Noce Longo
  • Ottavia Penna Buscemi
  • Elettra Pollastrini
  • Maddalena Rossi
  • Vittoria Titomanlio

VIVA L'ITALIA CHE NON HA PAURA


mercoledì 2 giugno 2021

2 GIUGNO - FESTA DELLA REPUBBLICA ITALIANA nata dalla RESISTENZA ANTIFASCISTA



ll ricordo di quella giornata storica nei racconti di chi c’era e un appello da parte di Maria Lisa (Marisa) Cinciari Rodano: " Ho un appello da fare per questo 2 giugno, ed è proprio a loro, le più giovani: impegnatevi in politica, scendete in campo, non solo per il vostro interesse personale (oggi vedo troppo individualismo in politica), ma per quello di tutti, per lo sviluppo democratico del nostro Paese e dell’Europa"


Maria Lisa (Marisa) Cinciari Rodano:
un secolo di vita antifascista, vissuta in difesa dei diritti delle donne: partigiana, deputata e senatrice comunista, tra le fondatrici dell'Udi, l'Unione donne italiane. “Gli episodi di odio e razzismo mi hanno riportato ai giorni più bui della nostra storia. Ma chi li ha vissuti non dimentica

LA PRIMA VOLTA AL VOTO DELLE DONNE
È il 2 giugno del 1946. Lunghissime file di donne attendono di fronte ai seggi elettorali.
È una giornata storica per loro e per l’intero Paese, e non c’è nord o sud che faccia differenza.
Difatti, proprio in quella giornata, le donne vengono chiamate, per la prima volta, alle urne, per esprimere il loro voto su Monarchia o Repubblica e per eleggere i membri dell’Assemblea costituente.
Una data importante, che segna un punto di svolta: sino a quel momento alle donne è sempre stato proibito qualsiasi “avvicinamento” al mondo politico.
Nel corso degli anni precedenti al 1946, erano state numerose le lotte animate dallo spirito di emancipazione femminile. Nella loro ribellione a questo “sistema”, le donne avevano sempre chiesto il diritto di accesso all’istruzione e quindi alle università, cercando di ottenere la tanto agognata parità dei diritti.
Prima dell’Unità d’Italia, infatti, i vari Stati italiani avevano legislazioni molto diverse e contrastanti in materia: alcuni concedevano pochi diritti alle donne, mentre altri glieli negavano totalmente. Successivamente, con la nascita del Regno d’Italia e l’adozione del Codice Albertino, risalente al re Carlo Alberto, si decise di limitare quasi totalmente tutti i diritti delle donne.
Ho un appello da fare per questo 2 giugno, ed è proprio a loro, le più giovani: impegnatevi in politica, scendete in campo, non solo per il vostro interesse personale (oggi vedo troppo individualismo in politica), ma per quello di tutti, per lo sviluppo democratico del nostro Paese e dell’Europa».


  • Adele Bei
  • Bianca Bianchi
  • Laura Bianchini
  • Elisabetta Conci
  • Maria De Unterrichter Jervolino
  • Filomena Delli Castelli
  • Maria Federici
  • Nadia Gallico Spano
  • Angela Gotelli
  • Angela M. Guidi Cingolani
  • Leonilde Iotti
  • Teresa Mattei
  • Angelina Livia Merlin
  • Angiola Minella
  • Rita Montagnana Togliatti
  • Maria Nicotra Fiorini
  • Teresa Noce Longo
  • Ottavia Penna Buscemi
  • Elettra Pollastrini
  • Maddalena Rossi
  • Vittoria Titomanlio

VIVA L'ITALIA CHE NON HA PAURA



mercoledì 25 aprile 2018

25 APRILE 1945 - LIBERAZIONE E' RESISTENZA, SEMPRE

 25 APRILE 1945 - LIBERAZIONE E' RESISTENZA SEMPRE



LIBERAZIONE è FRUTTO della RESISTENZA 
"PER DIGNITA' NON PER ODIO"

"(...) Vittoria contro noi stessi: aver ritrovato dentro noi stessi la dignità dell’uomo. Questo fu il significato morale della Resistenza: questa fu la fiamma miracolosa della Resistenza.
Aver riscoperto la dignità dell’uomo, e la universale indivisibilità di essa: questa scoperta della indivisibilità della libertà e della pace, per cui la lotta di un popolo per la sua liberazione è insieme lotta per la liberazione di tutti i popoli dalla schiavitù del denaro e del terrore, questo sentimento della uguaglianza morale di ogni creatura umana, qualunque sia la sua nazione o la sua religione o il colore della sua pelle, questo è l’apporto più prezioso e più fecondo di cui ci ha arricchito la Resistenza. (Piero Calamandrei)

Ma la concretizzazione dei principi di quella LIBERAZIONE, frutto del sacrificio della RESISTENZA di tante cittadine e cittadini "responsabili", è in gran parte ancora tutta da realizzare, a partire dalla considerazione che accompagna le nostre riflessioni: "occorre riscoprire  e rendere vivi i valori di conoscenza e partecipazione per essere cittadine e cittadini responsabili, perché questi sono tempi in cui "ci vuole Coraggio..." anche solo per "fare comunità", per “sentirsi parte di una comunità”. 

La LIBERAZIONE è ancora in gran parte da costruire quando vediamo “l'anima delle nostre comunità”, schiacciate da ingiustizia, conoscenza superficiale delle cose, indifferenzaassenza di progetti politici e culturali lungimiranti; comunità in cui all’impegno encomiabile di “singoli” si contrappongono complicità al “sistema” e cedimenti al “pensiero mafioso che assicura privilegi immorali caste-cricche-cricche- mentre disconosce diritti fondamentali a milioni di cittadine e cittadini 

La LIBERAZIONE è ancora in gran parte  da costruire quando di fronte al dramma delle migrazionialle "schiavitù del denaro e del terrore" denunciate già da Calamandrei e che permangono  ancora ai nostri giornivengono promulgate regole-leggi che innalzano mura e discriminazioni, contraddicendo i principi della nostra Costituzione e della Convenzioni sui diritti umani.

Ancora oggi occorre lottare perche DIGNITA' e LIBERTA' siano principi riconosciuti e riconoscibili nella corpo vivo delle nostre comunità. 

                                                                                         presidio LIBERA "Rita Atria" Pinerolo


La Costituzione della Repubblica Italiana 
Principi fondamentali

Art. 1

L'Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro.
La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione.

Art. 2
La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell'uomo, sia come singolo sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità, e richiede l'adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale.

Art. 3
Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.
È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese.

Art. 4
La Repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove le condizioni che rendano effettivo questo diritto.
Ogni cittadino ha il dovere di svolgere, secondo le proprie possibilità e la propria scelta, un'attività o una funzione che concorra al progresso materiale o spirituale della società.

Art. 5
La Repubblica, una e indivisibile, riconosce e promuove le autonomie locali; attua nei servizi che dipendono dallo Stato il più ampio decentramento amministrativo; adegua i principi ed i metodi della sua legislazione alle esigenze dell'autonomia e del decentramento.

Art. 6
La Repubblica tutela con apposite norme le minoranze linguistiche.

Art.7
Lo Stato e la Chiesa cattolica sono, ciascuno nel proprio ordine, indipendenti e sovrani.
I loro rapporti sono regolati dai Patti Lateranensi. Le modificazioni dei Patti accettate dalle due parti, non richiedono procedimento di revisione costituzionale.

Art. 8
Tutte le confessioni religiose sono egualmente libere davanti alla legge.
Le confessioni religiose diverse dalla cattolica hanno diritto di organizzarsi secondo i propri statuti, in quanto non contrastino con l'ordinamento giuridico italiano.
I loro rapporti con lo Stato sono regolati per legge sulla base di intese con le relative rappresentanze.

Art. 9
La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica.
Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione.

Art. 10
L'ordinamento giuridico italiano si conforma alle norme del diritto internazionale generalmente riconosciute.
La condizione giuridica dello straniero è regolata dalla legge in conformità delle norme e dei trattati internazionali.
Lo straniero, al quale sia impedito nel suo paese l'effettivo esercizio delle libertà democratiche garantite dalla Costituzione italiana, ha diritto d'asilo nel territorio della Repubblica secondo le condizioni stabilite dalla legge.
Non è ammessa l'estradizione dello straniero per reati politici.

Art. 11
L'Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali; consente, in condizioni di parità con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni; promuove e favorisce le organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo.

Art. 12
La bandiera della Repubblica è il tricolore italiano: verde, bianco e rosso, a tre bande verticali di eguali dimensioni.

martedì 24 aprile 2018

RESISTENZA è LIBERTA'

FIACCOLATA DEL 24 APRILE 2018: affinché sempre si ricordi cosa è stata la RESISTENZA

(...) Se voi volete andare in pellegrinaggio nel luogo dove è nata la nostra Costituzione, andate nelle montagne dove caddero i partigiani, nelle carceri dove furono imprigionati, nei campi dove furono impiccati. Dovunque è morto un Italiano per riscattare la libertà e la dignità della nazione, andate là, o giovani, col pensiero, perché là è nata la nostra costituzione." Piero Calamandrei, Discorso ai giovani sulla Costituzione nata dalla Resistenza. Milano, 26 gennaio 1955 ( leggi qui il testo integrale)": 
                                             RESISTENZA è LIBERTA'

venerdì 26 gennaio 2018

ANCHE A PINEROLO "MAI PIU’ FASCISMI"

ANCHE A PINEROLO "MAI PIU’ FASCISMI"


Il Pinerolese è da sempre impegnato a tutelare e a difendere i valori della Resistenza antifascista e dei principi della Costituzione Repubblicana.
Per queste ragioni guardiamo con grande preoccupazione alle sempre più frequenti manifestazioni promosse da organizzazioni neofasciste, portatrici di valori ed idee che si collocano al di fuori dal perimetro costituzionale e dall’ordinamento repubblicano, nonché dai principi fondamentali della convivenza civile e del rispetto della dignità umana.
In questo quadro non può passare inosservata e senza risposta la presenza organizzata di militanti di Casapound sotto i portici di corso Torino dello scorso sabato 20 gennaio.
La memoria storica, soprattutto oggi con l’avvicinarsi del 27 gennaio, deve essere sempre e con forza posta all’attenzione di tutti e soprattutto delle giovani generazioni affinché l’affacciarsi di nuovi fascismi non metta in discussione i principi democratici e di pacifica convivenza conquistati con il sacrificio di molti.
Come forze politiche e sociali, sindacati, movimenti ed associazioni, cittadine e cittadini democratici e antifascisti promuoveremo per tutti i sabati sino al voto del 4 marzo 2018 dei momenti di sensibilizzazione sui temi dell’antifascismo.
Il primo momento sarà il domani, sabato 27 gennaio: dalle ore 8,30 ci troveremo per presidiare i portici di corso Torino all’altezza del semaforo di piazza Barbieri.

Chiediamo infine al Consiglio comunale della Città di Pinerolo di approvare la mozione posta all’ordine del giorno della seduta del prossimo 30 gennaio 2018 e che prevede la dichiarazione di "antifascisti" a chiunque si proponga di utilizzare un banchetto per la raccolta di firme o per altro intento.



giovedì 25 gennaio 2018

FACCIAMO MEMORIA AFFINCHE' IL PASSATO NON RITORNI

Anche al presidio LIBERA "Rita Atria" è giunto l'invito a partecipare al presidio antifascista  che si vorrebbe tenere il  prossimo sabato 27 gennaio, in  risposta di quanto accaduto la scorsa settimana quando, sotto i "portici nuovi" di Pinerolo, in Corso torino, c'è stato un banchetto di esponenti di Casa Pound.
Sabato 27 gennaio ricorre l'anniversario dell'ingresso delle truppe russe nel campo di sterminio di Auschwitz, data scelta universalmente per celebrare  la GIORNATA DELLA MEMORIA in ricordo delle VITTIME DELLA SHOAH. 

            Questa è la proposta del presidio LIBERA “Rita Atria” Pinerolo:
Invitiamo a ritrovarsi in un presidio antifascista facendo Memoria di quel che è stato affinché non abbia più a ripetersi. 
Portiamo con noi il testo di “Bella Ciao” e cantiamo con serenità quella canzone che è simbolo stesso della Resistenza da cui nasce la Repubblica Italiana. 
Ritroviamoci portando con noi libri: quello di Primo Levi “Se questo è un uomo”, il “Diario" di Anna Frank,  e leggiamone brani significativi. 
Ritroviamoci facendo Memoria del fatto che la Resistenza e la Bellezza di donne e uomini giusti hanno contribuito a sconfiggere l’ideologia nazi-fascista.

Ritroviamoci per non dimenticare l’ammonimento di Primo Levi“Come nascono i lager? Facendo finta di nulla”

martedì 25 aprile 2017

25 APRILE 1945 - E' SEMPRE

                              25 APRILE 1945 -  E' SEMPRE  FESTA PER LA LIBERAZIONE




LIBERAZIONE è FRUTTO della RESISTENZA 
"PER DIGNITA' NON PER ODIO"

"(...) Vittoria contro noi stessi: aver ritrovato dentro noi stessi la dignità dell’uomo. Questo fu il significato morale della Resistenza: questa fu la fiamma miracolosa della Resistenza.
Aver riscoperto la dignità dell’uomo, e la universale indivisibilità di essa: questa scoperta della indivisibilità della libertà e della pace, per cui la lotta di un popolo per la sua liberazione è insieme lotta per la liberazione di tutti i popoli dalla schiavitù del denaro e del terrore, questo sentimento della uguaglianza morale di ogni creatura umana, qualunque sia la sua nazione o la sua religione o il colore della sua pelle, questo è l’apporto più prezioso e più fecondo di cui ci ha arricchito la Resistenza. (Piero Calamandrei)

Ma la concretizzazione dei principi di quella LIBERAZIONE, frutto del sacrificio della RESISTENZA di tante cittadine e cittadini "responsabili", è in gran parte ancora tutta da realizzare, a partire dalla considerazione che accompagna le nostre riflessioni: "occorre riscoprire  e rendere vivi i valori di conoscenza e partecipazione per essere cittadine e cittadini responsabili, perché questi sono tempi in cui "ci vuole Coraggio..." anche solo per "fare comunità", per “sentirsi parte di una comunità”. 

La LIBERAZIONE è ancora ingran parte da costruire quando vediamo “l'anima delle nostre comunità”, schiacciate da ingiustizia, conoscenza superficiale delle cose, indifferenza, assenza di progetti politici e culturali lungimiranti; comunità in cui all’impegno encomiabile di “singoli” si contrappongono complicità al “sistema” e cedimenti al “pensiero mafioso che assicura privilegi immorali a caste-cricche-cricche- mentre disconosce diritti fondamentali a milioni di cittadine e cittadini 

La LIBERAZIONE è ancora da costruire quando di fronte al dramma delle migrazioni, alle "schiavitù del denaro e del terrore" denunciate già da Calamandrei e che permangono  ancora ai nostri giorni, vengono promulgate regole-leggi che innalzano mura e discriminazioni, contraddicendo i principi della nostra Costituzione e le convenzioni sui diritti umani.

Ancora oggi occorre lottare perche DIGNITA' e LIBERTA' siano principi riconosciuti e riconoscibili nella corpo vivo delle nostre comunità. 

                                                                                                    presidio LIBERA "Rita Atria" Pinerolo


La Costituzione della Repubblica Italiana 
Principi fondamentali

Art. 1

L'Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro.
La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione.

Art. 2
La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell'uomo, sia come singolo sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità, e richiede l'adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale.

Art. 3
Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.
È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese.

Art. 4
La Repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove le condizioni che rendano effettivo questo diritto.
Ogni cittadino ha il dovere di svolgere, secondo le proprie possibilità e la propria scelta, un'attività o una funzione che concorra al progresso materiale o spirituale della società.

Art. 5
La Repubblica, una e indivisibile, riconosce e promuove le autonomie locali; attua nei servizi che dipendono dallo Stato il più ampio decentramento amministrativo; adegua i principi ed i metodi della sua legislazione alle esigenze dell'autonomia e del decentramento.

Art. 6
La Repubblica tutela con apposite norme le minoranze linguistiche.

Art.7
Lo Stato e la Chiesa cattolica sono, ciascuno nel proprio ordine, indipendenti e sovrani.
I loro rapporti sono regolati dai Patti Lateranensi. Le modificazioni dei Patti accettate dalle due parti, non richiedono procedimento di revisione costituzionale.

Art. 8
Tutte le confessioni religiose sono egualmente libere davanti alla legge.
Le confessioni religiose diverse dalla cattolica hanno diritto di organizzarsi secondo i propri statuti, in quanto non contrastino con l'ordinamento giuridico italiano.
I loro rapporti con lo Stato sono regolati per legge sulla base di intese con le relative rappresentanze.

Art. 9
La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica.
Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione.

Art. 10
L'ordinamento giuridico italiano si conforma alle norme del diritto internazionale generalmente riconosciute.
La condizione giuridica dello straniero è regolata dalla legge in conformità delle norme e dei trattati internazionali.
Lo straniero, al quale sia impedito nel suo paese l'effettivo esercizio delle libertà democratiche garantite dalla Costituzione italiana, ha diritto d'asilo nel territorio della Repubblica secondo le condizioni stabilite dalla legge.
Non è ammessa l'estradizione dello straniero per reati politici.

Art. 11
L'Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali; consente, in condizioni di parità con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni; promuove e favorisce le organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo.

Art. 12
La bandiera della Repubblica è il tricolore italiano: verde, bianco e rosso, a tre bande verticali di eguali dimensioni.