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lunedì 25 aprile 2022

LIBERAZIONE è FRUTTO della RESISTENZA: "PER DIGNITA' NON PER ODIO"

Piero Calamandrei: "(...) Vittoria contro noi stessi: aver ritrovato dentro noi stessi la dignità dell’uomo. Questo fu il significato morale della Resistenza: questa fu la fiamma miracolosa della Resistenza. Aver riscoperto la dignità dell’uomo, e la universale indivisibilità di essa: questa scoperta della indivisibilità della libertà e della pace, per cui la lotta di un popolo per la sua liberazione è insieme lotta per la liberazione di tutti i popoli dalla schiavitù del denaro e del terrore, questo sentimento della uguaglianza morale di ogni creatura umana, qualunque sia la sua nazione o la sua religione o il colore della sua pelle, questo è l’apporto più prezioso e più fecondo di cui ci ha arricchito la Resistenza. 

"LIBERAZIONE è FRUTTO della RESISTENZA 

"PER DIGNITA' NON PER ODIO"

Oggi siamo chiamati a riflettere sulla effettiva concretizzazione dei principi della LIBERAZIONE, frutto del sacrificio della RESISTENZA di tante cittadine e cittadini "responsabili": princìpi in gran parte ancora da realizzare, riflessioni che non possono prescindere dal dramma della "schiavitù del denaro e del terrore" che si ri-materializza nella guerra in cui la Russia di Putin, invadendo uno stato libero e indipendente quale l'Ucraina,  scuote e chiama a responsabilità la stessa Europa. 
Oggi vale per l’Europa intera quello che negli anni passati abbiamo auspicato per la nostra comunità: "(…) occorre riscoprire  e rendere vivi i valori di conoscenza e partecipazione per essere cittadine e cittadini responsabili, perché questi sono tempi in cui "ci vuole Coraggio..." anche solo per "fare comunità", per “sentirsi parte di una comunità”. 
Oggi però è anche il momento di mettere da parte l'ipocrisia che consente di mantenere rapporti e affari con Stati che  -pur non essendo "in guerra"- violano i diritti umani; Stati che fanno della loro forza economica, o dell'importanza strategica della loro posizione, la merce di scambio che consente loro di acquistare silenzio e accondiscendenza pur violando principi che dovrebbero essere imprescindibili e non "negoziabili".

Estratto dal discorso di Piero Calamandrei  agli studenti della Cattolica di Milano, inaugurando un ciclo di lezioni sulla Costituzione (26 gennaio 1955): 

"(...) L’articolo 34 dice: “I capaci e i meritevoli, anche se privi di mezzi, hanno diritto di raggiungere i gradi più alti degli studi”. Eh! E se non hanno i mezzi? Allora nella nostra Costituzione c’è un articolo che è il più importante di tutta la Costituzione, il più impegnativo per noi che siamo al declinare, ma soprattutto per voi giovani che avete l’avvenire davanti a voi. Dice così: “È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’uguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese”. È compito di rimuovere gli ostacoli che impediscono il pieno sviluppo della persona umana: quindi dare lavoro a tutti, dare una giusta retribuzione a tutti, dare una scuola a tutti, dare a tutti gli uomini dignità di uomo. Soltanto quando questo sarà raggiunto, si potrà veramente dire che la formula contenuta nell’art. 1 – “L’Italia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro” – corrisponderà alla realtà. Perché fino a che non c’è questa possibilità per ogni uomo di lavorare e di studiare e di trarre con sicurezza dal proprio lavoro i mezzi per vivere da uomo, non solo la nostra Repubblica non si potrà chiamare fondata sul lavoro, ma non si potrà chiamare neanche democratica perché una democrazia in cui non ci sia questa uguaglianza di fatto, in cui ci sia soltanto una uguaglianza di diritto, è una democrazia puramente formale, non è una democrazia in cui tutti i cittadini veramente siano messi in grado di concorrere alla vita della società, di portare il loro miglior contributo, in cui tutte le forze spirituali di tutti i cittadini siano messe a contribuire a questo cammino, a questo progresso continuo di tutta la società.

E allora voi capite da questo che la nostra Costituzione è in parte una realtà, ma soltanto in parte è una realtà. In parte è ancora un programma, un ideale, una speranza, un impegno di lavoro da compiereQuanto lavoro avete da compiere! Quanto lavoro vi sta dinanzi! (...) Perché quando l’art. 3 vi dice: “È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale che impediscono il pieno sviluppo della persona umana” riconosce che questi ostacoli oggi vi sono di fatto e che bisogna rimuoverli. Dà un giudizio, la Costituzione, un giudizio polemico, un giudizio negativo contro l’ordinamento sociale attuale, che bisogna modificare attraverso questo strumento di legalità, di trasformazione graduale, che la costituzione ha messo a disposizione dei cittadini italiani. Ma non è una Costituzione immobile che abbia fissato un punto fermo, è una Costituzione che apre le vie verso l’avvenire. Non voglio dire rivoluzionaria, perché per rivoluzione nel linguaggio comune s’intende qualche cosa che sovverte violentemente, ma è una costituzione rinnovatrice, progressiva, che mira alla trasformazione di questa società in cui può accadere che, anche quando ci sono, le libertà giuridiche e politiche siano rese inutili dalle disuguaglianze economiche dalla impossibilità per molti cittadini di essere persone e di accorgersi che dentro di loro c’è una fiamma spirituale che se fosse sviluppata in un regime di perequazione economica, potrebbe anche essa contribuire al progresso della società. "(...) Però, vedete, la Costituzione non è una macchina che una volta messa in moto va avanti da sé. La Costituzione è un pezzo di carta: la lascio cadere e non si muove. Perché si muova bisogna ogni giorno rimetterci dentro il combustibile, bisogna metterci dentro l’impegno, lo spirito, la volontà di mantenere queste promesse, la propria responsabilità.  (…)"      

Alessia Candido, giornalista: "Che Aldo torni a dire "26x1" per dare il via alla Liberazione" 

"Il 25 aprile o è antifascista o non è .Il 25 aprile deve essere divisivo, perché fascisti vecchi e nuovi ormai sono troppo bravi a nascondersi.

Il 25 aprile deve essere difeso da chi prima lo ha svuotato di ogni significato e ora cerca di smantellarlo.

Il 25 aprile è stato il culmine della lotta generosa, nelle montagne e nelle città, nelle fabbriche e nei latifondi, contro un italianissimo regime dittatoriale che per vent'anni ha tutelato pochi, soliti, noti padroni delle ferriere e schiacciato, affamato, oppresso, incarcerato, ammazzato molti. Con metodo scientifico e intenzione.

Quei padroni delle ferriere, i loro eredi e i loro emuli sono ancora in giro, si permettono di dare lezioni di civismo, di distribuire patenti di buono e cattivo per nascondere ancora, per l'ennesima volta giochi sporchi. E sono ritornati i ritrovamenti a orologeria delle pistole nelle sedi sindacali, fantomatiche "cellule eversive" fra i compagni, campagne di criminalizzazione di chi chiede pace con tanto di novelli autoproclamati D'Annunzio.

E allora, oggi come allora, Resistenza. E che Aldo torni a dire "26x1" per dare il via alla Liberazione."

(ALDO DICE 26X1: è la frase in codice con cui inizia il testo del telegramma diffuso dal Clnai indicante il giorno [26] e l'ora [1 di notte] in cui dare inizio all'insurrezione che condusse alla  Liberazione dal nazi-fascismo)

martedì 10 dicembre 2019

Ce lo auguriamo di cuore: "Torino si Slega". E a Roma ci sarà anche l'ANPI


Dopo, Bologna, Modena, e Genova stasera è il turno di Torino: l'appuntamento è alla 19.00 in piazza Castello. "Torino si Slega" è lo slogan della manifestazione indetta dalle "sardine". 
LIBERTA' E' PARTECIPAZIONE, insegnava l'eterno Gaber. 
Alle "sardine" va il nostro augurio: che possano davvero costituire l'inizio di un cammino, il levarsi dal torpore e dall'indifferenza che pare aver colpito tante cittadine e tanti cittadini italiani, a volte impegnati sì a coltivare "piccoli orticelli" ma spesso incapaci , non interessati, a levare lo sguardo , alzare la voce, quando questo implica mettere in forse piccole certezze e rassicuranti quotidianità. 
E poi c'è la questione sottolineata in tante dichiarazioni delle sardine: la ribellione necessaria contro il decadimento culturale, morale, indotto da una classe politica becera e meschina, ma bravissima a suscitare odio e paure necessari alla costruzione del nemico, del colpevole, del diverso; una classe politica che -quotidianamente- scopriamo essere a volte composta da meri comitati di affari, ben lontani dall'esprimere cura e attenzione nel servire il Paese e le sue comunità; la necessità di una politica che miri concretamente al "bene lungimirante delle comunità".
Ancora una volta, in italia la Storia pare non averci insegnato nulla 


"Torino si Slega", avrà fra i temi anche quello della violenza fisica e psicologica sulle donne. Per questo, stasera aprendo il flash mob partirà il canto di Bella Ciao, inizialmente con le labbra chiuse, senza aprire bocca, "come tutte quelle vittime di violenza che non ne hanno avuto la possibilità".

Gli organizzatori hanno anche varato un  vademecum per chi parteciperà la dimostrazione:

"Portare un libro (porteremo la cultura lasciando a casa l'insulto), no a piazze piene di immondizia, niente bandiere (vi preghiamo e vi suggeriamo di non portare bandiere e nessun logo di partito), no insulti, no cartelloni offensivi, no violenza.

Saremo tantissimi, senza bandiere o simboli di partito, armati soltanto di sardine di tutti i colori e della nostra voglia di urlare "basta", basta all'odio, alla politica del terrore voluta dalla Lega e dal suo Capitano. Basta con l'uso indiscriminato dei media e dei social per diffondere falsità, per metterci gli uni contro gli altri, cercando di controllarci col terrore. 

Siamo persone libere, siamo persone educate e civili, ripudiamo qualunque tipo di violenza e fascismo e non permetteremo più che il clima voluto dalla destra sovranista inquini la nostra vita. 
Siamo contro il razzismo, la xenofobia, il bullismo, l'omofobia, la transfobia, il sessismo. Siamo contro chi costruisce il consenso sulla divisione, la paura e la manipolazione. 
Siamo per l'ecologia della mente e dell'ambiente, perché vogliamo vivere bene in un posto che sta bene. 
Siamo un mare che non si può più fermare, una forza che costringerà il mondo della politica ad assumersi le proprie responsabilità, a ricominciare a lavorare per il benessere delle persone, soprattutto dei più deboli, nel rispetto dell'individuo e della Costituzione. 
Sardine torinesi, dimostriamo ancora una volta come questa città sia culla di civiltà e libertà, torniamo a impossessarci delle nostre strade, delle nostre piazze, spolveriamo quell'orgoglio che ci ha consentito di essere così centrali nella storia di questo Paese. Amiamo l'Italia e vogliamo con forza dimostrare che possiamo farcela, possiamo battere questo male oscuro che ci hanno imposto e che sta condizionando le nostre vite. 
Siamo giovani, anziani, donne, uomini, italiani, stranieri, siamo Sardine!"

Quale sia la potenziale risorsa espressa dal movimento delle sardine lo conferma anche il comunicato dell'ANPI Nazionale, che ha annunciato la partecipazione alla manifestazione nazionale del "movimento delle sardine" prevista a Roma per sabato 14 dicembre. Di seguito il comunicato: 
"Parteciperemo alla manifestazione nazionale promossa dalle “sardine” sabato 14 dicembre alle 15 a Roma, perché si tratta di un movimento fortemente popolare con una dichiarata passione democratica e costituzionale. Ne condividiamo la natura antiautoritaria, il ripudio dell’odio e di ogni linguaggio offensivo, la spontanea vocazione antifascista che si manifesta nel frequente canto di “Bella ciao”. Soprattutto ne condividiamo l’entusiasmo e il desiderio di riconquista del proprio futuro, ed auspichiamo perciò che duri nel tempo. E’ il contrario dell’antipolitica, perché avanza parole d’ordine di riforma della politica e di fiducia nella buona politica. La fortissima presenza di ragazzi in questo movimento è una interessante novità perché, al pari delle recenti manifestazioni studentesche contro il riscaldamento globale, manifesta una speranza ed una volontà di cambiamento che va incoraggiata e sostenuta. Parteciperemo alla manifestazione di Roma senza bandiere e striscioni d’associazione, come cittadini che rivendicano più democrazia e più giustizia sociale, e che vedono nella Costituzione il punto di riferimento fondamentale per ogni cambiamento"



venerdì 6 luglio 2018

Una maglietta rossa per fermare "l'emorragia di umanità"- Pinerolo- Piazza facta- ore 11


"Una maglietta rossa per fermare l'emorragia di umanità": è l'appello firmato da Don Ciotti (Libera e Gruppo Abele) e dai presidenti di Arci, Anpi e Legambiente. 
Raccogliendo l'appello,invitiamo a ritrovarsi anche a Pinerolo, in Piazza Facta, alle ore 11, indossando, portando, una maglietta rossa. Una maglietta dello stesso colore di quella che le mamme della tragedia della migrazione fanno indossare alle bambine e alle bambine per attraversare un mare sconosciuto e "il buio della coscienza dell'Occidente", per raggiungere la speranza di vita negata nella loro madre-patria.
"Una maglietta rossa per fermare "l'emorragia di umanità". Rosso come le magliette di molti bambini annegati o arrivati in condizioni disperate sulle nostre coste, o come quelle delle mamme che si vogliono rendere riconoscibili.  Il rosso è il colore dei vestiti e delle magliette dei bambini che muoiono in mare e che a volte il mare riversa sulle spiagge del Mediterraneo. Di rosso era vestito il piccolo Aylan, tre anni, la cui foto nel settembre 2015 suscitò la commozione e l’indignazione di mezzo mondo. Di rosso erano vestiti i tre bambini annegati l’altro giorno davanti alle coste libiche.

Muoiono, questi bambini, mentre l’Europa gioca allo scaricabarile con il problema dell’immigrazione – cioè con la vita di migliaia di persone – e per non affrontarlo in modo politicamente degno arriva a colpevolizzare chi presta soccorsi o chi auspica un’accoglienza capace di coniugare sicurezza e solidarietà. Bisogna contrastare questa emorragia di umanità, questo cinismo dilagante alimentato dagli imprenditori della paura. L’Europa moderna non è questa. L’Europa moderna è libertà, uguaglianza, fraternità. Fermiamoci allora un giorno, sabato 7 luglio, e indossiamo tutti una maglietta, un indumento rosso, come quei bambini. Perché mettersi nei panni degli altri – cominciando da quelli dei bambini, che sono patrimonio dell’umanità – è il primo passo per costruire un mondo più giusto, dove riconoscersi diversi come persone e uguali come cittadini".

 firmano:
Luigi Ciotti presidente LIBERA  
Francesca Chiavacci, presidente nazionale Arci 
Stefano Ciafani, presidente nazionale Legambiente 
Carla Nespolo, presidente nazionale ANP
Francesco Viviano, giornalista; 

mercoledì 25 aprile 2018

25 APRILE 1945 - LIBERAZIONE E' RESISTENZA, SEMPRE

 25 APRILE 1945 - LIBERAZIONE E' RESISTENZA SEMPRE



LIBERAZIONE è FRUTTO della RESISTENZA 
"PER DIGNITA' NON PER ODIO"

"(...) Vittoria contro noi stessi: aver ritrovato dentro noi stessi la dignità dell’uomo. Questo fu il significato morale della Resistenza: questa fu la fiamma miracolosa della Resistenza.
Aver riscoperto la dignità dell’uomo, e la universale indivisibilità di essa: questa scoperta della indivisibilità della libertà e della pace, per cui la lotta di un popolo per la sua liberazione è insieme lotta per la liberazione di tutti i popoli dalla schiavitù del denaro e del terrore, questo sentimento della uguaglianza morale di ogni creatura umana, qualunque sia la sua nazione o la sua religione o il colore della sua pelle, questo è l’apporto più prezioso e più fecondo di cui ci ha arricchito la Resistenza. (Piero Calamandrei)

Ma la concretizzazione dei principi di quella LIBERAZIONE, frutto del sacrificio della RESISTENZA di tante cittadine e cittadini "responsabili", è in gran parte ancora tutta da realizzare, a partire dalla considerazione che accompagna le nostre riflessioni: "occorre riscoprire  e rendere vivi i valori di conoscenza e partecipazione per essere cittadine e cittadini responsabili, perché questi sono tempi in cui "ci vuole Coraggio..." anche solo per "fare comunità", per “sentirsi parte di una comunità”. 

La LIBERAZIONE è ancora in gran parte da costruire quando vediamo “l'anima delle nostre comunità”, schiacciate da ingiustizia, conoscenza superficiale delle cose, indifferenzaassenza di progetti politici e culturali lungimiranti; comunità in cui all’impegno encomiabile di “singoli” si contrappongono complicità al “sistema” e cedimenti al “pensiero mafioso che assicura privilegi immorali caste-cricche-cricche- mentre disconosce diritti fondamentali a milioni di cittadine e cittadini 

La LIBERAZIONE è ancora in gran parte  da costruire quando di fronte al dramma delle migrazionialle "schiavitù del denaro e del terrore" denunciate già da Calamandrei e che permangono  ancora ai nostri giornivengono promulgate regole-leggi che innalzano mura e discriminazioni, contraddicendo i principi della nostra Costituzione e della Convenzioni sui diritti umani.

Ancora oggi occorre lottare perche DIGNITA' e LIBERTA' siano principi riconosciuti e riconoscibili nella corpo vivo delle nostre comunità. 

                                                                                         presidio LIBERA "Rita Atria" Pinerolo


La Costituzione della Repubblica Italiana 
Principi fondamentali

Art. 1

L'Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro.
La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione.

Art. 2
La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell'uomo, sia come singolo sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità, e richiede l'adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale.

Art. 3
Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.
È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese.

Art. 4
La Repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove le condizioni che rendano effettivo questo diritto.
Ogni cittadino ha il dovere di svolgere, secondo le proprie possibilità e la propria scelta, un'attività o una funzione che concorra al progresso materiale o spirituale della società.

Art. 5
La Repubblica, una e indivisibile, riconosce e promuove le autonomie locali; attua nei servizi che dipendono dallo Stato il più ampio decentramento amministrativo; adegua i principi ed i metodi della sua legislazione alle esigenze dell'autonomia e del decentramento.

Art. 6
La Repubblica tutela con apposite norme le minoranze linguistiche.

Art.7
Lo Stato e la Chiesa cattolica sono, ciascuno nel proprio ordine, indipendenti e sovrani.
I loro rapporti sono regolati dai Patti Lateranensi. Le modificazioni dei Patti accettate dalle due parti, non richiedono procedimento di revisione costituzionale.

Art. 8
Tutte le confessioni religiose sono egualmente libere davanti alla legge.
Le confessioni religiose diverse dalla cattolica hanno diritto di organizzarsi secondo i propri statuti, in quanto non contrastino con l'ordinamento giuridico italiano.
I loro rapporti con lo Stato sono regolati per legge sulla base di intese con le relative rappresentanze.

Art. 9
La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica.
Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione.

Art. 10
L'ordinamento giuridico italiano si conforma alle norme del diritto internazionale generalmente riconosciute.
La condizione giuridica dello straniero è regolata dalla legge in conformità delle norme e dei trattati internazionali.
Lo straniero, al quale sia impedito nel suo paese l'effettivo esercizio delle libertà democratiche garantite dalla Costituzione italiana, ha diritto d'asilo nel territorio della Repubblica secondo le condizioni stabilite dalla legge.
Non è ammessa l'estradizione dello straniero per reati politici.

Art. 11
L'Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali; consente, in condizioni di parità con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni; promuove e favorisce le organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo.

Art. 12
La bandiera della Repubblica è il tricolore italiano: verde, bianco e rosso, a tre bande verticali di eguali dimensioni.

martedì 25 aprile 2017

25 APRILE 1945 - E' SEMPRE

                              25 APRILE 1945 -  E' SEMPRE  FESTA PER LA LIBERAZIONE




LIBERAZIONE è FRUTTO della RESISTENZA 
"PER DIGNITA' NON PER ODIO"

"(...) Vittoria contro noi stessi: aver ritrovato dentro noi stessi la dignità dell’uomo. Questo fu il significato morale della Resistenza: questa fu la fiamma miracolosa della Resistenza.
Aver riscoperto la dignità dell’uomo, e la universale indivisibilità di essa: questa scoperta della indivisibilità della libertà e della pace, per cui la lotta di un popolo per la sua liberazione è insieme lotta per la liberazione di tutti i popoli dalla schiavitù del denaro e del terrore, questo sentimento della uguaglianza morale di ogni creatura umana, qualunque sia la sua nazione o la sua religione o il colore della sua pelle, questo è l’apporto più prezioso e più fecondo di cui ci ha arricchito la Resistenza. (Piero Calamandrei)

Ma la concretizzazione dei principi di quella LIBERAZIONE, frutto del sacrificio della RESISTENZA di tante cittadine e cittadini "responsabili", è in gran parte ancora tutta da realizzare, a partire dalla considerazione che accompagna le nostre riflessioni: "occorre riscoprire  e rendere vivi i valori di conoscenza e partecipazione per essere cittadine e cittadini responsabili, perché questi sono tempi in cui "ci vuole Coraggio..." anche solo per "fare comunità", per “sentirsi parte di una comunità”. 

La LIBERAZIONE è ancora ingran parte da costruire quando vediamo “l'anima delle nostre comunità”, schiacciate da ingiustizia, conoscenza superficiale delle cose, indifferenza, assenza di progetti politici e culturali lungimiranti; comunità in cui all’impegno encomiabile di “singoli” si contrappongono complicità al “sistema” e cedimenti al “pensiero mafioso che assicura privilegi immorali a caste-cricche-cricche- mentre disconosce diritti fondamentali a milioni di cittadine e cittadini 

La LIBERAZIONE è ancora da costruire quando di fronte al dramma delle migrazioni, alle "schiavitù del denaro e del terrore" denunciate già da Calamandrei e che permangono  ancora ai nostri giorni, vengono promulgate regole-leggi che innalzano mura e discriminazioni, contraddicendo i principi della nostra Costituzione e le convenzioni sui diritti umani.

Ancora oggi occorre lottare perche DIGNITA' e LIBERTA' siano principi riconosciuti e riconoscibili nella corpo vivo delle nostre comunità. 

                                                                                                    presidio LIBERA "Rita Atria" Pinerolo


La Costituzione della Repubblica Italiana 
Principi fondamentali

Art. 1

L'Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro.
La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione.

Art. 2
La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell'uomo, sia come singolo sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità, e richiede l'adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale.

Art. 3
Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.
È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese.

Art. 4
La Repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove le condizioni che rendano effettivo questo diritto.
Ogni cittadino ha il dovere di svolgere, secondo le proprie possibilità e la propria scelta, un'attività o una funzione che concorra al progresso materiale o spirituale della società.

Art. 5
La Repubblica, una e indivisibile, riconosce e promuove le autonomie locali; attua nei servizi che dipendono dallo Stato il più ampio decentramento amministrativo; adegua i principi ed i metodi della sua legislazione alle esigenze dell'autonomia e del decentramento.

Art. 6
La Repubblica tutela con apposite norme le minoranze linguistiche.

Art.7
Lo Stato e la Chiesa cattolica sono, ciascuno nel proprio ordine, indipendenti e sovrani.
I loro rapporti sono regolati dai Patti Lateranensi. Le modificazioni dei Patti accettate dalle due parti, non richiedono procedimento di revisione costituzionale.

Art. 8
Tutte le confessioni religiose sono egualmente libere davanti alla legge.
Le confessioni religiose diverse dalla cattolica hanno diritto di organizzarsi secondo i propri statuti, in quanto non contrastino con l'ordinamento giuridico italiano.
I loro rapporti con lo Stato sono regolati per legge sulla base di intese con le relative rappresentanze.

Art. 9
La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica.
Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione.

Art. 10
L'ordinamento giuridico italiano si conforma alle norme del diritto internazionale generalmente riconosciute.
La condizione giuridica dello straniero è regolata dalla legge in conformità delle norme e dei trattati internazionali.
Lo straniero, al quale sia impedito nel suo paese l'effettivo esercizio delle libertà democratiche garantite dalla Costituzione italiana, ha diritto d'asilo nel territorio della Repubblica secondo le condizioni stabilite dalla legge.
Non è ammessa l'estradizione dello straniero per reati politici.

Art. 11
L'Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali; consente, in condizioni di parità con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni; promuove e favorisce le organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo.

Art. 12
La bandiera della Repubblica è il tricolore italiano: verde, bianco e rosso, a tre bande verticali di eguali dimensioni.


venerdì 24 aprile 2015

FIACCOLATA DEL 24 APRILE 2015: affinchè sempre si ricordi cosa è stata la RESISTENZA

Con partenza alle ore 21 da Piazza Facta a Pinerolo, si svolgerà per le vie cittadine la Fiaccolata in onore del 70° Anniversario della Liberazione.
Libertà è partecipazione e responsabilità 
"Ragazzi godetevi la vita, innamoratevi, siate felici ma diventate partigiani di questa nuova resistenza, la resistenza dei valori, la resistenza degli ideali. Non abbiate mai paura di pensare, di denunciare, e di agire da uomini liberi e consapevoli. State attenti, siate vigili, siate sentinelle di voi stessi!
L’avvenire è nelle vostre mani. Ricordatelo sempre!
"

Antonino Caponnetto


Comunicato ANPI Pinerolo: "I Partigiani lottarono e sacrificarono le loro vite per donarci la libertà e un 'Italia ove non vi fosse più discriminazione politica, religiosa e razziale verso nessuno. Facendo tesoro del loro insegnamento, il Tema portante della Fiaccolata del 24 aprile è il rifiuto della sempre più dilagante opera d'intolleranza tra i popoli e la gente che a livello internazionale e nazionale viene fomentato, sia per motivi nazionalisti, religiosi, etnici, economici, ecc...Con la conseguenza che in gran parte del mondo, questa intolleranza sfocia il più delle volte in scontri armati e violenze inaudite, di cui son vittime innanzi tutto le popolazioni civili. Anche nel nostro Paese c'è chi fomenta l'avversione verso chi si ritiene "diverso" da noi e attacca aspramente chi non condivide e contrasta democraticamente questo modo indegno e pericoloso di agire e pensare.
Occorre riflettere sul momento storico che stiamo atraversando e rifiutare questo clima d'intolleranza crescente.
"

venerdì 8 giugno 2012

L'Anpi ricorda le vittime del nazifascismo con una festa che guarda all'attualità


Dal 14 al 17 giugno a Marzabotto la terza festa nazionale 

dell'Anpi. Lo slogan: "La memoria batte nel cuore del 

futuro". Ma nel programma c'è ampio spazio alla contemporaneità

Fonte : LA REPUBBLICA 






L'Anpi ricorda le vittime del nazifascismo  con una festa che guarda all'attualità






"LA MEMORIA batte nel cuore del futuro". Non è solo lo slogan che accompagna la terza festa nazionale dell'Anpi 1, organizza dall'Associazione nazionale partigiani dal 14 al 17 giugno a Marzabotto, dove i tedeschi il 5 ottobre del 1944 uccisero 770 civili. Ma anche un modo per raccogliere sempre più giovani - e non è un caso che siano migliaia i ragazzi e le ragazze iscritti negli ultimi anni a sempre nuove sezioni territoriali - intorno ai valori dell'antifascismo, della Resistenza e della Costituzione. "Cioè i veri capisaldi della democrazia e del suo futuro", come ha sottolineato a Roma, presentando il programma, il presidente nazionale Anpi Carlo Smuraglia

Mentre il programma prevede quattro giorni di dibattiti, lezioni, spettacoli - tra cui un concerto dei Modena City Ramblers - il segnale forte vuole essere anche quello della solidarietà, visto che ci si trova in territorio emiliano: tra gli invitati, anche i sindaci di Novi e di Cento, devastati dal terremoto 2, a cui l'Anpi donerà parte dei fondi raccolti durante la festa. 
Più che testimonianza e ricordo, politica vera: quella che i partiti sembrano fare poco o nulla, e che spiega la grande attenzione - da parte dei giovani e non solo dei vecchi partigiani - verso l'Anpi. I temi su cui si concentreranno i dibattiti sono la richiesta di verità e giustizia per le stragi naziste, il diffondersi dei neofascismi in Europa, il destino delle donne islamiche dopo la primavera araba (non così positivo come ci si augurava durante le rivolte, come ha sottolineato  Smuraglia presentando il dibattito che include giornaliste, studiose, blogger e attiviste, da Farian Sabahi a Francesca Caferri, da Leena Ben Mhenni a Aya Homsi) e, infine, la cultura della legalità contro la mafia (tra gli altri parteciperanno Armando Spataro, Nando dalla Chiesa, Benedetta Tobagi).                                          
"Il tema della giustizia alle vittime - spiega il presidente dell'Anpi - resta la nostra principale preoccupazione. Basti pensare che il prossimo 15 giugno si svolgerà a Roma l'udienza preliminare per la strage di Cefalonia. Un ritardo inaccettabile che l'Anpi farà presente al governo italiano".
Ci sarà spazio anche per parlare di legge elettorale e "voglie" di presidenzialismo - che Smuraglia boccia, come ogni altra suggestione dirigistica che tolga peso alla figura attuale del presidente della Repubblica - nonché di respingere ancora una volta ogni proposta di accorpare in un'unica ricorrenza le date del 25 aprile e 2 giugno, come vorrebbe il Pdl. 
Ma è vero che la crisi economica è uno dei grandi temi e dei rischi da non sottovalutare: e rafforzare la memoria è necessario. Perché "fu la crisi economica e sociale a portare alle grandi dittature dei primi del Novecento. I rigurgiti neonazisti in Grecia, e quello che sta accadendo in Ungheria in questi anni, sono un campanello d'allarme da non sottovalutare".
Anche se la festa è dedicata a tutte le vittime delle stragi nazifasciste (inaugurazione alle 16.30 di giovedì 14 nella sala consiliare del comune di Marzabotto), si parlerà quindi più di attualità che di storia. A partire dalla "normalità" della Resistenza. Quella da cui - insistono i promotori - far ripartire il futuro. 
DONATELLA ALFONSO