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lunedì 24 aprile 2023

"80° DELLA RESISTENZA PER UN MONDO DI PACE"

 LIBERAZIONE è FRUTTO della RESISTENZA 

"PER DIGNITA' NON PER ODIO"

Piero Calamandrei: "(...) Vittoria contro noi stessi: aver ritrovato dentro noi stessi la dignità dell’uomo. Questo fu il significato morale della Resistenza: questa fu la fiamma miracolosa della Resistenza. Aver riscoperto la dignità dell’uomo, e la universale indivisibilità di essa: questa scoperta della indivisibilità della libertà e della pace, per cui la lotta di un popolo per la sua liberazione è insieme lotta per la liberazione di tutti i popoli dalla schiavitù del denaro e del terrore, questo sentimento della uguaglianza morale di ogni creatura umana, qualunque sia la sua nazione o la sua religione o il colore della sua pelle, questo è l’apporto più prezioso e più fecondo di cui ci ha arricchito la Resistenza."  
(Il brano è tratto da Passato e avvenire della Resistenza, discorso tenuto da Piero Calamandrei il 28 febbraio 1954 al Teatro Lirico di Milano, alla presenza di Ferruccio Parri.)







martedì 6 dicembre 2022

La storia di Pino Masciari, imprenditore calabrese, testimone di Giustizia , cittadino onorario anche di Pinerolo, torna ad interrogare le nostre coscienze e le Istituzioni preposte alla tutela sua e della sua famiglia

Pino Masciari, imprenditore calabrese, testimone di Giustizia , cittadino onorario anche di Pinerolo, lo scorso 15 ottobre 2022 ha ricevuto dalla Prefettura di Torino la comunicazione che la sua scorta sarebbe stata revocata. Una notizia del tutto inaspettata e che -di fatto- fa precipitare la vita di Pino Masciari e della sua famiglia in una grave incertezza perché, senza scorta, quelle  vite vengono esposte nuovamente al pericolo di una possibile ritorsione mafiosa.
Ad oggi, numerose le prese di posizione a favore dell'imprenditore calabrese, testimone di Giustizia: appelli sono stati presentati da amministrazioni locali ed esponenti politici di vari schieramenti; interrogazioni sulla vicenda sono state presentate sia alla Camera che al Senato. Ma, alle tante manifestazioni di solidarietà e vicinanza, sinora ha fatto da contraltare il silenzio delle Istituzioni che dovrebbero pronunciarsi su quanto accaduto.

Una promessa di impegno da parte della comunità
Come gruppo "Associazione Rita Atria Pinerolo" abbiamo atteso una presa di posizione anche da parte dell'amministrazione pinerolese a sostegno della vita di un nostro concittadino e della sua famiglia; nostro concittadino che, fra i pochi in Italia, ha denunciato la ‘ndrangheta e le sue collusioni sinanco col mondo delle istituzioni e della politica. 
Abbiamo sempre pensato che il conferimento della cittadinanza onoraria ad un testimone di Giustizia quale Pino Masciari costituisse anzitutto un impegno assunto da parte delle  stesse comunità: rendere riconoscibili, e riconosciuti dalle comunità, i principi incarnati dalla storia di Pino Masciari; ovvero, la necessità di mettere in atto  pratiche e politiche concrete volte a impedire  le condizioni che favoriscono l'infiltrazione e la presenza delle organizzazioni mafiose nel tessuto sociale, economico e produttivo, di una comunità. Ricordiamo che il primo baluardo contro le mafie è considerato la nostra stessa Carta Costituzionale. A nostro parere, proprio nei suoi Principi Fondamentali si ritrovano gli stimoli e le indicazioni a cui debbono fare riferimento comunità e amministrazioni che vogliano impegnarsi responsabilmente contro le mafie ( e contro il pensiero mafioso): la difesa della dignità dell’uomo, il diritto al lavoro, allo studio, alla salute; la difesa del territorio-paesaggio, della sua memoria e della sua cultura; la trasparenza amministrativa e la partecipazione della comunità all'elaborazione di politiche  lungimiranti, eque e sostenibili; i diritti riconosciuti a coloro che sono in difficoltà, agli stranieri, ai migranti. 
Facile comprendere quanto sia lungo il cammino ancora da compiere per costruire “anticorpi” efficaci che pongano le comunità al riparo dalle lusinghe devastanti delle mafie.
A questo ci richiama la storia di Pino Masciari, imprenditore calabrese, testimone di Giustizia, anche cittadino di Pinerolo.

Il comunicato diramato dalla Amministrazione della Città di Pinerolo in data 05.12.2022 

l’amministrazione del comune di pinerolo chiede il mantenimento della scorta a Giuseppe (detto Pino) Masciari

Premesso che:

        Pino Masciari è un imprenditore calabrese che, a seguito di pressioni, estorsioni e minacce subiti, dal 1994 iniziò a denunciare i fatti di mafia di cui era stato testimone

        A seguito di tali denunce, dopo essere stato oggetto di attentati e concrete minacce di morte, nel 1997 fu sottoposto al programma di protezione per i testimoni

        Nel 2004 è stato revocato il programma speciale di protezione

        Pino Masciari è cittadino onorario di moltissime Città e comuni italiani

Tenuto conto che:

        Avverso la revoca del programma di protezione Pino Masciari fece ricorso al TAR del Lazio il quale, nel 2009, gli diede ragione sancendo l’inalienabilità del diritto alla sicurezza, l’impossibilità di sistemi di protezione o programmi a scadenza temporale predeterminata e ordinando al Ministero di attuare le delibere su sicurezza, reinserimento sociale, lavorativo, risarcimento dei danni

        Successivamente a tale sentenza continuò ad essere oggetto di intimidazioni da parte della 'ndrangheta, nonostante il programma di protezione

        Nel 2010 ha concordato col Ministero dell'Interno l'interruzione del programma di protezione speciale, pur continuando a vivere sotto scorta

Considerato che:

        Il 15 ottobre 2022 (con comunicazione n. 353/4/OPS), il Ministero dell'Interno ha dato avvio al procedimento finalizzato alla revoca del dispositivo tutorio per sé e per la sua famiglia

        Pino Masciari attualmente vive in Piemonte, territorio in cui, oramai, la 'ndrangheta è radicata da tempo (come dimostrano le sentenze Albachiara, Minotauro, Platinum, ecc.) e quindi vive in costante pericolo di vita proprio per le denunce da lui avanzate del sistema mafioso calabrese

        La scorta rappresenta quindi un elemento fondamentale per l’incolumità sua e della sua famiglia, rappresenta inoltre un elemento concreto dello Stato nel contrastare le attività mafiose e un segnale forte e tangibile di protezione nei confronti di coloro che si ribellano alle mafie

Valutato che:

        Il Ministero dell’Interno ha riconosciuto, e da sempre riconosce, la valenza della testimonianza del Masciari e la sua peculiarità quale imprenditore in attività al momento della testimonianza, in difformità dalla quasi totalità degli imprenditori che decidono di testimoniare solo in seguito alla rovina economica delle loro attività (Memorie Ministero dell’Interno n. 434/2005 1^ Sez. Ter. TAR del Lazio)  

Visti, quindi, l'enorme importanza che riveste Pino Masciari nella lotta contro i fenomeni mafiosi - il Comune di Pinerolo ha dato la cittadinanza onoraria a Pino Masciari con la Delibera del Consiglio Comunale n. 9 del 26 marzo 2009 - e la sua situazione tangibile di rischio di morte a seguito delle sua attività di denuncia, l’amministrazione di Pinerolo è fortemente contraria alla richiesta di privazione di ogni programma di protezione visto che pongono la vita di Pino Masciari e della sua famiglia in grave rischio.

Firmatari

Amministrazione Comune di Pinerolo


Chi è Pino Masciari

“Il mio nome è Giuseppe (Pino) Masciari, imprenditore edile, calabrese, nato a Catanzaro nel 1959. Sono stato sottoposto a programma speciale di protezione dal 18 ottobre 1997, insieme a mia moglie (medico odontoiatra) e ai miei due bambini. Dal 2010, fuoriuscito dal Programma Speciale di Protezione, vivo sotto scorta. Ho denunciato la ‘ndrangheta e le sue collusioni con il mondo della politica. La criminalità organizzata ha distrutto le mie imprese di costruzioni edili, bloccandone le attività sia nelle opere racket della ‘ndrangheta. Il sei per cento ai politici e il tre per cento ai mafiosi, ma anche angherie, assunzioni pilotate, forniture di materiali pubbliche che nel settore privato, rallentando le pratiche nella pubblica amministrazione dove essa è infiltrata, intralciando i rapporti con le banche con cui operavo. Non ho accettato le pressioni mafiose dei politici e del racket della ‘ndrangheta. Fummo allontanati dalla nostra terra per l’imminente pericolo di vita in cui ci siamo trovati esposti, insieme alla mia famiglia”.

La scorta revocata 

Lo scorso 17 novembre Pino Masciari è stato audito dalla Commissione Legalità del  Comune di Torino. In quella occasione, oltre a chiedere conto delle motivazioni che hanno portato alla revoca della tutela di cui sinora ha avuto dirittto, Pino Masciari ha consegnato simbolicamente il suo testamento: 
"Queste mie parole hanno valore di testamento nel caso in cui dovessi morire. Se qualche sentenza dello Stato rimane inapplicata, quelle della criminalità organizzata prima o poi vengono eseguite e la decisione della revoca è incauta e irragionevole e assume il significato di condanna a morte di un uomo e un padre che ha creduto nello Stato. La nostra vita non può essere trattata come una pratica amministrativa. (...) Ho già consegnato la mia vita allo Stato ma se oggi sono diventato un peso per lo Stato, e devo vivere pensando che possa sempre essere l'ultimo giorno, questa non è vita. Se devo essere l'agnello sacrificale per aver fatto quello che dovremmo fare tutti, allora significa che ho sbagliato e mi auguro che lo Stato ci ripensi". 

COMUNICATO STAMPA - AMICI DI PINO MASCIARI - 1 DICEMBRE 2022
La lunga attesa
Gli “Amici di Pino Masciari” chiedono: “È tutto fermo da quarantacinque giorni, dal 15 ottobre, giorno della notifica dell’atto con il quale si comunicava alla famiglia Masciari l’avvio del procedimento volto alla revoca del servizio di scorta. Ci sono stati numerosi appelli delle amministrazioni locali e di politici, in modo del tutto trasversale. Sono state presentate interrogazioni alla Camera e al Senato, sia a risposta scritta che a risposta orale. Eppure il silenzio da chi dovrebbe pronunciarsi si prolunga. Pino Masciari e la sua famiglia hanno diritto ad avere risposte, ad avere il rispetto che è loro dovuto. Crediamo che questo tempo di inutile attesa non sia più umanamente accettabile! Per quanto tempo ancora la famiglia Masciari deve sostare in un limbo di incertezze, tra la vita e la "non vita", dopo già venticinque anni di esilio? Perché tutto questo silenzio?

Pino Masciari è cittadino onorario di Pinerolo dal 2009 

Il 27 Novembre 2008  il Consiglio Comunale di Pinerolo, allora sindaco Paolo Covato  e presidente di quel Consiglio il compianto Alberto Barbero, pubblicava le dichiarazioni che si possono leggere di seguito e che avrebbero accompagnato le procedure per conferimento della cittadinanza onoraria a Pino Masciari, imprenditore calabrese, testimone di Giustizia. Ci piace riportare una frase di quel comunicato: “(…)riconoscendo l’elevato valore morale della sua azione (di Pino Masciari, ndr), del suo sacrificio e dell’esempio civico a cui non si può essere indifferenti”. Ma già in quel momento Pino Masciari doveva far fronte a provvedimenti che suscitavano perplessità, come evidenziato dalla richiesta che lo stesso ConsiglioComunale di Pinerolo rivolgeva alle autorità competenti:”(…)Il Consiglio Comunale RIVOLGE appello alla commissione parlamentare di inchiesta sul fenomeno della criminalità organizzata Mafiosa affinché riesamini la posizione del signor Masciari in relazione ad un corretto programma di protezione nei confronti della sua persona e dei suoi familiari(…):

IL CONSIGLIO COMUNALE DI PINEROLO
ESPRIME grande apprezzamento per il coraggio e la determinazione del signor Pino Masciari nel denunciare la criminalità organizzata, le infiltrazioni nelle istituzioni e le collusioni politiche.
RIVOLGE appello alla commissione parlamentare di inchiesta sul fenomeno della criminalità organizzata Mafiosa affinchè riesamini la posizione del signor Masciari in relazione ad un corretto programma di protezione nei confronti della sua persona e dei suoi familiari e si garantisca un corrente indennizzo per i danni da lui subiti in relazione alla libera scelta testimoniale.
RICONOSCENDO l’elevato valore morale della sua azione, del suo sacrificio e dell’esempio civico a cui non si può essere indifferenti.
SI IMPEGNA ad avviare le procedure per il conferimento della cittadinanza onoraria al signor Pino Masciari.

Riunito in seduta straordinaria il Consiglio Comunale di Pinerolo, il 26 marzo 2009 il sindaco di Pinerolo Paolo Covato conferiva la Cittadinanza Onoraria a Pino Masciari, ribadendo le dichiarazioni che avevano accompagnato le procedure per conferimento della stessa onoreficenza.

#pinomasciari

https://www.pinomasciari.com/diritti-ancora-negati/

giovedì 23 giugno 2022

CICOGNE E CIMINIERA: il Coordinamento Associazioni Pinerolesi ribadisce la loro difesa; Il sindaco e l'assessora ne vogliono lo sfratto e l'abbattimento


Continua la battaglia culturale che vede impegnate associazioni pinerolesi, gruppi, cittadine e cittadine, a difesa delle cicogne, della ciminiera, dello storico opificio Vagnone, della storia architettonica-urbanistica di Pinerolo. Come abbiamo già scritto, non sono solo le cicogne ad essere in pericolo: con l'avallo di "umanissime regole", si sta distruggendo il patrimonio storico-urbanistico di Pinerolo, elemento fondante e identitario di una comunità! Condividiamo ancora una volta quanto scrive Marco Calliero, storico, archivista e , come molti di noi, innamorato di Pinerolo: «Il setificio Vagnone di Abbadia, un altro opificio storico di Pinerolo in pericolo. Oramai sono a rischio estinzione. Più ancora delle cicogne. L’accanimento del Piano regolatore comunale su questi luoghi è scientifico. Un autentico crimine verso l’identità del territorio». Maurizio Trombotto, presidente della sezione pinerolese di Italia Nostra, ne parla in una intervista rilasciata a Voce Pinerolese ( vedi qui)

Lo scorso venerdì 17 giugno 2022 si è tenuto un incontro negli uffici del Settore Tutela Fauna della Città Metropolitana di Torino fra i rappresentanti del Coordinamento Associazioni Pinerolesi, l'Amministrazione della Città di Pinerolo e la proprietà dell'area setificio ex Vagnone, per discutere il problema della tutela delle cicogne residenti sulla ciminiera. Come noto, esiste un progetto che prevede l'abbattimento della ciminiera e degli edifici industriali storici esistenti per la costruzione di quello che dovrebbe essere il 17° supermercato pinerolese.
Da parte nostra ribadiamo che "Continuiamo ad occuparci di gestione del territorio poiché, a nostro parere, questo può rappresentare un indicatore utile ad individuare gli scopi, gli indirizzi,  il “progetto generale” che guida e determina non solo il carattere di una amministrazione locale ma anche della sua comunità. Non solo: avere cura e amore per i territori è un primo fondamentale strumento per opporsi a "mafie e pensiero mafioso".
                                                     Pinerolo merita più amore!


Comunicato stampa
Incontro presso Citta' Metropolitana di Torino - Settore Tutela Fauna e Flora

Venerdì 17 giugno il Settore Tutela Fauna della Città Metropolitana di Torino ha convocato un incontro con i rappresentanti del Coordinamento Associazioni Pinerolesi, l'Amministrazione della Città di Pinerolo e la proprietà dell'area setificio ex Vagnone per discutere il problema della tutela delle cicogne residenti sulla ciminiera. Come noto esiste un progetto sull'area che prevede l'abbattimento della ciminiera e degli edifici industriali storici esistenti per la costruzione di un nuovo supermercato. Il Coordinamento ha ribadito la contrarietà all'abbattimento della ciminiera (con eliminazione del nido), in quanto la coppia di cicogne è stanziale, occupa il nido tutto l'anno ed è aleatorio che utilizzino il posatoio sostitutivo attualmente previsto al Parco della Pace.

E’ emerso con chiarezza, da parte dei funzionari presenti della Città Metropolitana, che la normativa vigente impedisce la distruzione/rimozione dei nidi delle cicogne e nessuna autorizzazione in deroga è stata rilasciata dagli Enti competenti .


La proprietà dell'area ha ribadito la volontà di procedere con l’abbattimento totale di tutti gli edifici esistenti, cancellando un pezzo importante del patrimonio di archeologia industriale esistente a testimonianza della storia della Comunità pinerolese, rendendosi esclusivamente disponibile ad incrementare le opere a compensazione mediante la realizzazione di tre posatoi per nuovi nidi, di cui uno posto nel sito stesso oggetto dei lavori e gli altri nelle immediate vicinanze. La scelta precedente di installare un posatoio nel Parco della Pace, è stata valutata come non ottimale ed abbandonata a seguito di un parere tecnico-veterinario specializzato.

L'Amministrazione Comunale, rappresentata dal Sindaco Salvai e dall’’assessora Proietti (presenti entrambi all’incontro), ha manifestato la volontà di procedere con il progetto originario di abbattimento dei fabbricati esistenti compresa la ciminiera e di realizzazione di una nuova costruzione, accogliendo favorevolmente le nuove proposte avanzate dalla proprietà in merito ai posatoi. Riportiamo che, mentre da un lato l’Amministrazione non ha dimostrato alcun interesse per la tutela del patrimonio storico industriale di Pinerolo, la stessa amministrazione lo ha manifestato per la collaborazione con il Coordinamento delle Associazioni Pinerolesi in merito alla realizzazione del progetto "Pinerolo Città delle Cicogne", progetto avanzato dal Coordinamento stesso, avente finalità naturalistiche e turistiche.

La Città Metropolitana convocherà nuovo incontro durante il quale la proprietà esporrà , anche dal punto di vista tecnico, i contenuti della loro proposta.

Il Coordinamento specifica che non esiste alcun accordo diverso dal mantenimento della ciminiera col suo nido e ricorda di essere in attesa della risposta da parte del Sindaco alla petizione sottoscritta da oltre 500 pinerolesi, depositata il 31 maggio scorso




lunedì 10 gennaio 2022

"Criminalità organizzata dietro l'angolo": l'inchiesta di "Riforma- L'eco delle valli valdesi" sulle mafie presenti nei nostri territori

Ancora una volta ci tocca ringraziare un organo della stampa  locale, "Riforma- L'eco delle valli valdesi", per l'attenzione che dimostra verso il tema delle mafie presenti anche nella nostra regione,nei nostri territori, con la pubblicazione dell'inchiesta Criminalità organizzata dietro l'angolo, inchiesta riportata nell'edizione in edicola . 
Ad un mese dall'intervista rilasciata a Patrizio Righero, direttore di Vita  Diocesana (puoi leggere qui), si torna quindi a parlare di mafie e "pensiero mafioso", temi che altrimenti paiono essere "scomodi"e troppo spesso "scansati e messi da parte" anche nella nostra comunità,. Eppure  quanto dichiarato in occasione dell’inaugurazione dell’anno giudiziario 2020 da Francesco SaluzzoProcuratore Generale della Repubblica di Torino, non lascia spazio a fraintendimenti: «Non vi è porzione del nostro territorio che sia rimasta immune dalla penetrazione della struttura criminale di natura mafiosa (...) un fenomeno pervasivo, insidioso, pericolosissimo. Di fronte al quale si registra, in molti casi, una certa “neutralità” del territorio e di sue componenti sociali nei confronti di questi personaggi: un atteggiamento spesso ambiguo, altre volte di soggezione, altre volte, purtroppo, come le indagini hanno dimostrato, una accettazione e una condivisione di fini e di strumenti criminali. È la mafia trasparente, che raramente uccide, ma si insinua nel mondo commerciale e cerca al contempo di condizionare la politica come avvenuto a Bardonecchia, a Leinì, Rivarolo e altrove. Sembra dunque mancare una “cultura dell’antimafia” capace di far comprendere la pericolosità di certe relazioni e situazioni, e di conseguenza di denunciarle".
Una dichiarazione, quella delProcuratore Francesco Saluzzo che, a nostro parere, rafforza,  l'auspicio che anche a Pinerolo si creino occasioni di riflessione e dibattito utili ad "una maggiore conoscenza del fenomeno mafioso e delle sue dinamiche, affinché non si riproducano condizioni che favoriscano la sua eventuale presenza e accrescenza".

L'inchiesta  Criminalità organizzata dietro l'angolo si compone di quattro distinti articoli, ognuno dei quali incentrato su un particolare aspetto del tema "mafie":
 
- "Il camaleonte mafioso e liquido" (di Gian Mario Gillio) è il titolo dell'intervista a Gian Carlo Caselli, magistrato Procuratore  della Repubblica di Torino. Ricordiamo le parole che il magistrato pronunciò nell'ambito del processo Minotauro nell'accorata requisitoria contro le cosiddette "relazioni esterne": “(...)La mafia c’è perché c’è mercato per i suoi servizi. Ci sono tante persone che traggono vantaggio dall’esistenza della mafia, persone che non hanno nessun interesse a denunciarla. Persone, politici e amministratori, che la legge penale non può punire perché la loro colpa è lopportunismo”. "Pecunia non olet!"

- "Fatti e  cronache nel Pinerolese" (di Claudio Geymonat): nell'articolo si riportano fatti e personaggi che testimoniano chiaramente della presenza mafiosa. Fra altre cose, ad esempio si ricorda che Vincenzo Riggio, uno dei più importanti narco-trafficanti italiani, aveva qui alcune delle sue proprietà: la cascina di Volvera, sequestratagli nel 1994 e divenuta luogo di aggregazione di Libera ("Cascina Arzilla"), e le due ville, a Valgioie e a Roletto, dove venne nuovamente arrestato nel 2007.

- "Un pastore contro la mafia" (di Claudio Geymonat): si "fa memoria" della storia di Pietro Valdo Panascia a Palermo, che si espose per primo e coraggiosamente contro “cosa nostra”, aprendo una nuova stagione.

-"Sentinella del territorio" (di Claudio Geymonat): è il titolo dell'intervista rilasciata da Arturo Francesco Incurato, referente del gruppo denominato Associazione "Rita Atria" Pinerolo, gruppo che oramai da un decennio si propone dicontribuire al contrasto culturale a mafie e "pensiero mafioso" attraverso incontri nelle scuole, l’attenzione verso la gestione del bene pubblico territorio-paesaggio, l’attenzione verso le crescenti ingiustizie e diseguaglianze all’interno della società.
Di seguito riportiamo il testo integrale dell'intervista.
Due parole sul tuo ruolo nell'associazione. 

Il ruolo del sottoscritto all’interno del gruppo denominato Associazione “Rita Atria” Pinerolo, già presidio “Rita Atria” Pinerolo dell’associazione LIBERA, è quello di referente: una sorta di “portavoce- raccoglitore” delle riflessioni e delle attività nate in questi dieci anni di attività attorno al tema delle”mafie”, tema che -anche a nostro parere- riveste un carattere eminentemente “culturale”. Da questa considerazione preliminare sono derivate le linee di  impegno che si sono succedute in questo decennio della nostra attività: gli incontri nelle scuole; l’attenzione verso la gestione del bene pubblico territorio-paesaggio; l’attenzione verso le crescenti ingiustizie e diseguaglianze all’interno di una società in cui il decadimento dei valori fondanti la nostra Democrazia appare preoccupante.

Le varie relazioni della Direzione investigativa antimafia da anni lanciano l'allarme sulla pervasiva presenza mafiosa in Piemonte come sancito dai noti processi di queste stagioni, e al contempo sottolineano una certa indole a non volere vedere, a non capire o meglio a fingere di non capire. Nel Pinerolese questa tendenza a una certa sottovalutazione pare addirittura ampliarsi: pochi casi di cronaca, poche denunce. Ma siamo un'isola felice ? O la realtà è un'altra? Eppure casi di cronaca qua e là nel tempo (estorsioni, sequestri) dovrebbero destare attenzione. 

Se il Pinerolese fosse davvero “un’isola felice”, libera da presenze mafiose, ovviamente non ci sarebbe che godere e gioire di questo privilegio. Tuttavia quanto accaduto nella nostra regione, in comunità a noi assai vicine, dovrebbe non solo destare attenzione ma pure stimolare ad una maggiore conoscenza del fenomeno mafioso e delle sue dinamiche, affinché non si riproducano condizioni che favoriscano la sua eventuale presenza e accrescenza. Il “sabaudo orgoglio” ostentato dalle comunità e dagli amministratori piemontesi nel recente passato, nei confronti della supposta estraneità della regione al fenomeno mafioso,  è del resto  miseramente crollato dinanzi alle risultanze dell’operazione “Minotauro” (giugno 2011) e del processo che ne è poi seguito. Gian Carlo Caselli , allora Procuratore capo di Torino, nel 2013 riserva a se stesso la  relazione sui rapporti dei mafiosi con la cosiddetta “zona grigia”, requisitoria che si trasforma in una “lezione” che non si deve dimenticare: “Perché la magistratura è stata lasciata sola? (…) La mafia c’è perché c’è mercato per i suoi servizi: ci sono tante persone che traggono vantaggio dall’esistenza della mafia, persone che non hanno nessun interesse a denunciarla. Persone, politici e amministratori, che la legge penale non può punire perché la loro colpa è l’opportunismo”.

Scopi primari della costituzione della vostra associazione: sono cambiati nel tempo rispetto a quanto vi aspettavate? 

Come abbiamo detto più volte detto,l’intento che ci eravamo posti era quello di provare ad essere “sentinelle  del territorio” attraverso un’attività di contrasto culturale conto mafie e “pensiero mafioso”. Il “pensiero mafioso”: così abbiamo definito il pericolo da cui dobbiamo tutti difenderci:  “cercare di ottenere quel che non ci meritiamo”, pensiero  che può albergare in ciascunno di noi, anche in coloro che “mafiosi” non possono essere propriamente detti. “Pensiero pericoloso” perché può indurre ad avvalersi sinanco dei “servizi” che le mafie possono offrire,  a conferma della frase scritta da Rita Atria all’indomani dell’uccisione di Paolo Borsellino:“(…)  La mafia siamo noi e il nostro modo sbagliato di comportarci”.

Pnrr, una pioggia di miliardi sui territori, compreso il nostro: avete già segnali di un'attenzione particolare rivolta a queste ampie possibilità imprenditoriale? 

Auspichiamo e ci auguriamo che le nostre amministrazioni siano in grado di utilizzare le risorse che arriveranno dall’Europa con consapevolezza, capaci di eleborarare progetti e strategie coordinate e complessive, strategie che -per una volta- non si riducano a “grandi opere” a vantaggio  di “soliti noti” quanto piuttosto si realizzino “opere grandi” a vantaggio del bene lungimirante delle comunità. Le recenti dichiarazioni di Nicola Gratteri, procuratore capo di Catanzaroe e uno dei magistrati cardine nella lotta alla’ndrangheta e ai suoi “opportunisti”, rilanciano l’allarme: “Questo per le cosche è un momento magico. Punta ai soldi del Recovery, mentre dall’agenda del governo scompare l’antimafia..(…) Oggi hanno una nuova arma: la corruzione.(…)”. Insomma, le parole di Gratteri non fanno che richiamare la storica “regola”: quando le mafie non fanno parlare di sé significa che godono di ottima salute  e conducono ottimi affari!

Credete che le amministrazioni locali, la società civile, parlo sempre delle nostre aree di riferimento, abbiano strumenti per contrastare la presenza di malavita organizzata sui propri territori. 

Il primo baluardo contro le mafie è da molti considerato la nostra stessa Carta Costituzionale. A nostro parere, proprio nei suoi Principi Fondamentali si ritrovano tutti gli stimoli e le indicazioni a cui debbono fare riferimento comunità e amministrazioni che vogliano impegnarsi responsabilmente per costituire una baluardo culturale contro le mafie: la difesa della dignità dell’uomo, il diritto al lavoro, allo studio, alla salute; la tutela del territorio e della cultura; l’importanza della ricerca; i diritti riconosciuti agli stranieri, ai migranti. Pertanto, facile comprendere quanto sia lungo il cammino ancora da compiere per costruire “anticorpi” efficaci che che pongano le comunità  al riparo dalle lusinghe devastanti delle mafie.

 

 




lunedì 6 dicembre 2021

Turk: "Osservazioni al Piano Esecutivo Convenzionato"

Giovedi 9 Dicembre ore 21.00 presso il Salone dei Cavalieri di Viale Giolitti, 7/9 Italia Nostra Sezione del Pinerolese organizza un incontro pubblico insieme alle associazioni Legambiente Circolo di Pinerolo, Associazione "Rita Atria" Pinerolo e SALVIAMO IL PAESAGGIO, DIFENDIAMO I TERRITORI. Una serata di illustrazione delle osservazioni al Piano Esecutivo Convenzionato "Turck" adottato dal Comune di Pinerolo, per approfondire le osservazioni presentate in merito alla più grande trasformazione urbanistica degli ultimi decenni che ci lascia alquanto perplessi sull'abbattimento dell'Ex Merlettificio Turck e sulle scelte di sistemazione dell'intera area compresa tra il Canale Moirano e il Torrente Lemina.

Invitiamo caldamente alla partecipazione all'incontro
a cui è stata formalmente invitata anche la nuova Amministrazione


lo storico edificio del TURK


In attesa della serata di giovedì 9 dicembre ricordiamo che, in relazione al progetto previsto sull'area TURK, l’Associazione “Rita Atria” Pinerolo ha posto 6 domande al rieletto sindaco Salvai e al neo-assessore all’Urbanistica Fabiano Vodini (puoi leggerle qui ), domande che muovono a loro volta da preliminari considerazioni e interrogativi di carattere generale, etico e culturale: 

La considerazione: l’amministrazione Salvai ha deciso di “stralciare" (mettere da parte) dalla Variante Generale  quell'area così importante per l'intero organismo della città (a partire ovviamente dalla sua centrale collocazione). Questo ha permesso che venissero concesse "regole di privilegio" ad una area privata (ad esempio, la possibilità di edificare "torri" che superano l'altezza consentita in tutte le altre aree cittadine e l’aver mantenuta inalterata la capacità insediativa dell’area, mentre altrove quella veniva ridotta), "privilegiandola" rispetto a tutte le altre, come se il disegno di quell'area potesse prescindere dalle condizioni del contesto urbanistico e sinanco sociale in cui quella si inserisce. 

Le domande preliminari:
a) Perchè si è imposto-concesso una regola "privilegiata" a quell'area privata? 
b) Come il progetto che deriva da quella "regola di privilegio" si inserisce in una visione organica, sostenibile, etica e strategica, utile all'intero organismo cittadino e alla sua comunità? 
c) Quale cultura esprime una comunità i cui "amministratori" agevolano e permettono nel 2021 un progetto siffatto, una siffatta speculazione privata, che consente l’abbattimento dello storico edificio del Turk