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lunedì 7 ottobre 2024

COMUNICATO STAMPA DI PINO MASCIARI - 6 OTTOBRE 2024

Dopo le eclatanti,  chiare e inusuali dichiarazioni di eminenti esponenti delle forze dell'ordine e della magistratura piemontesi circa la presenza tossica delle mafie nella nostra regione, in particolare della 'ndrangheta calabrese; dopo aver appreso la situazione di pericolo in cui  continua a trovarsi il testimone di giustizia Pino Masciari e la sua famiglia, (qui la sua storia) l'apparente "cecità" che si continua a palesare ci pare inaccettabile (qui le considerazioni di Pino Masciari.:"Cosa non si fa per il potere")

LE RIVELAZIONI DI UN COLLABORATORE DI GIUSTIZIA CONFERMANO I DISEGNI DI VENDETTA NEI CONFRONTI DELL’IMPRENDITORE E TESTIMONE DI GIUSTIZIA PINO MASCIARI.


"Ho dovuto rendere pubblica l’interezza dei messaggi dei quali sono stato destinatario nello scorso dicembre. Sono stato contattato via “Messenger” da una persona che si è poi rivelata essere Andrea Mantella, il quale mi ha circostanziato precisamente i disegni di vendetta orditi nei miei confronti nel 2004: “(…)le dico che nelle Serre vibonesi nell'anno 2004 soggetti dei così detti viperari avevano intenzioni di vendetta nei suoi riguardi chiedendo ausilio ad una feroce cosca di Sant'Onofrio ai tempi mia alleata.” E poi, ancora adesso (dicembre 2023), ha continuato sottolineando l’attualità del rischio, avendo l’accortezza di raccomandarmi di non abbassare mai la guardia, perchè “la 'ndrangheta non dimentica. La vendetta da costoro è solo una questione di tempo! (…)Il tempo non cancella assolutamente questa loro sete di vendicarsi. Purtroppo testimoni e collaboratori di giustizia non c'è mai un periodo che può stare tranquillo senza rischio. Noi siamo dei predestinati (…) Addirittura dopo tantissimi anni. Ecco, qual è la nostra triste realtà.. il futuro??????? Pieno di punti interrogativi. La tutela, è un bene primario è uno strumento per salvarsi dalla morte. Non andrebbe mai tolta..! Purtroppo non sempre è così..! Anzi si va di male in peggio. Mi perdoni se mi permetto, lei questo lo dovrà sottolineare anche a costo di incatenarsi davanti all'scp Via dell' Arte (…) faccia tesoro dei miei input(…) ”. 

Ho tenuto il riserbo sull’identità dell’interlocutore finché è stato possibile. Mi sono rivolto a tutti, in via formale, in prima persona e attraverso i miei legali. Ho scritto a tutte le Istituzioni competenti per chiedere, visto l’allarme che derivava dal contenuto di quei messaggi, un innalzamento di attenzione nei miei confronti, con un altrettanto adeguato livello di protezione. Ma ho ricevuto solo risposte evasive, nei rari casi in cui ci sono state. 

Non posso stare tranquillo, perchè chi mi ha parlato è una fonte ritenuta attendibilissima dalla Magistratura, ma anche dalla ‘ndrangheta, considerato quanto emerso pure nell’ultima operazione “Factotum”. Se la ‘ndrangheta si è data molto da fare per screditare le rivelazioni di Mantella, al punto da inviare dal Piemonte persone a rendere falsa testimonianza per raggiungere lo scopo, vuol dire che Mantella sa e le sue affermazioni sono difficilmente confutabili.

Il significato chiaro, essenziale, che emerge dal contenuto di quei messaggi è l’attualità del rischio, ancora oggi, oltre che l’impossibilità di prevederne la fine, perchè prima o poi la vendetta arriverà. Chi ne sarà responsabile? Tutti coloro che sapevano, avevano la possibilità di intervenire, avevano ruolo e strumenti per prevenire e agire per evitare il peggio e hanno dolosamente omesso di farlo."

Pino Masciari 



                     Siamo chiamati a non essere "complici", codardi, cretini"

Come gruppo "Associazione Rita Atria Pinerolo"chiediamo ancora una volta  una presa di posizione anche da parte dell'amministrazione pinerolese a sostegno della vita di un nostro concittadino e della sua famiglia; nostro concittadino che, fra i pochi in Italia, ha denunciato la ‘ndrangheta e le sue collusioni sinanco col mondo delle istituzioni e della politica. 

Come gruppo "Associazione Rita Atria Pinerolo" abbiamo sempre pensato che il conferimento della cittadinanza onoraria ad un testimone di Giustizia quale Pino Masciari costituisse anzitutto un impegno assunto da parte delle stesse comunità: rendere riconoscibili, e riconosciuti dalle comunità, i principi incarnati dalla storia di Pino Masciari.
Alle amministrazioni si chiede di mettere in atto  pratiche e politiche concrete volte a impedire  le condizioni che favoriscono l'infiltrazione e la presenza delle organizzazioni mafiose nel tessuto sociale, economico e produttivo, di una comunità. 
Ricordiamo che il primo baluardo contro le mafie è considerato la nostra stessa Carta Costituzionale perchè proprio nei suoi Principi Fondamentali si ritrovano gli stimoli e le indicazioni a cui debbono fare riferimento comunità e amministrazioni che vogliano impegnarsi responsabilmente contro le mafie ( e contro il "pensiero mafioso"): la difesa della dignità dell’uomo, il diritto al lavoro, allo studio, alla salute; la difesa del territorio-paesaggio, della sua memoria e della sua cultura; la trasparenza amministrativa e la partecipazione della comunità all'elaborazione di politiche  lungimiranti, eque e sostenibili.

Quanto sia lungo il cammino ancora da compiere per costruire “anticorpi” efficaci che pongano le comunità al riparo dalle lusinghe devastanti delle mafie lo dimostra la storia di Pino Masciari e della sua famiglia. 
A questo ci richiama la storia di Pino Masciari, imprenditore calabrese, testimone di Giustizia, anche cittadino di Pinerolo.

martedì 6 dicembre 2022

La storia di Pino Masciari, imprenditore calabrese, testimone di Giustizia , cittadino onorario anche di Pinerolo, torna ad interrogare le nostre coscienze e le Istituzioni preposte alla tutela sua e della sua famiglia

Pino Masciari, imprenditore calabrese, testimone di Giustizia , cittadino onorario anche di Pinerolo, lo scorso 15 ottobre 2022 ha ricevuto dalla Prefettura di Torino la comunicazione che la sua scorta sarebbe stata revocata. Una notizia del tutto inaspettata e che -di fatto- fa precipitare la vita di Pino Masciari e della sua famiglia in una grave incertezza perché, senza scorta, quelle  vite vengono esposte nuovamente al pericolo di una possibile ritorsione mafiosa.
Ad oggi, numerose le prese di posizione a favore dell'imprenditore calabrese, testimone di Giustizia: appelli sono stati presentati da amministrazioni locali ed esponenti politici di vari schieramenti; interrogazioni sulla vicenda sono state presentate sia alla Camera che al Senato. Ma, alle tante manifestazioni di solidarietà e vicinanza, sinora ha fatto da contraltare il silenzio delle Istituzioni che dovrebbero pronunciarsi su quanto accaduto.

Una promessa di impegno da parte della comunità
Come gruppo "Associazione Rita Atria Pinerolo" abbiamo atteso una presa di posizione anche da parte dell'amministrazione pinerolese a sostegno della vita di un nostro concittadino e della sua famiglia; nostro concittadino che, fra i pochi in Italia, ha denunciato la ‘ndrangheta e le sue collusioni sinanco col mondo delle istituzioni e della politica. 
Abbiamo sempre pensato che il conferimento della cittadinanza onoraria ad un testimone di Giustizia quale Pino Masciari costituisse anzitutto un impegno assunto da parte delle  stesse comunità: rendere riconoscibili, e riconosciuti dalle comunità, i principi incarnati dalla storia di Pino Masciari; ovvero, la necessità di mettere in atto  pratiche e politiche concrete volte a impedire  le condizioni che favoriscono l'infiltrazione e la presenza delle organizzazioni mafiose nel tessuto sociale, economico e produttivo, di una comunità. Ricordiamo che il primo baluardo contro le mafie è considerato la nostra stessa Carta Costituzionale. A nostro parere, proprio nei suoi Principi Fondamentali si ritrovano gli stimoli e le indicazioni a cui debbono fare riferimento comunità e amministrazioni che vogliano impegnarsi responsabilmente contro le mafie ( e contro il pensiero mafioso): la difesa della dignità dell’uomo, il diritto al lavoro, allo studio, alla salute; la difesa del territorio-paesaggio, della sua memoria e della sua cultura; la trasparenza amministrativa e la partecipazione della comunità all'elaborazione di politiche  lungimiranti, eque e sostenibili; i diritti riconosciuti a coloro che sono in difficoltà, agli stranieri, ai migranti. 
Facile comprendere quanto sia lungo il cammino ancora da compiere per costruire “anticorpi” efficaci che pongano le comunità al riparo dalle lusinghe devastanti delle mafie.
A questo ci richiama la storia di Pino Masciari, imprenditore calabrese, testimone di Giustizia, anche cittadino di Pinerolo.

Il comunicato diramato dalla Amministrazione della Città di Pinerolo in data 05.12.2022 

l’amministrazione del comune di pinerolo chiede il mantenimento della scorta a Giuseppe (detto Pino) Masciari

Premesso che:

        Pino Masciari è un imprenditore calabrese che, a seguito di pressioni, estorsioni e minacce subiti, dal 1994 iniziò a denunciare i fatti di mafia di cui era stato testimone

        A seguito di tali denunce, dopo essere stato oggetto di attentati e concrete minacce di morte, nel 1997 fu sottoposto al programma di protezione per i testimoni

        Nel 2004 è stato revocato il programma speciale di protezione

        Pino Masciari è cittadino onorario di moltissime Città e comuni italiani

Tenuto conto che:

        Avverso la revoca del programma di protezione Pino Masciari fece ricorso al TAR del Lazio il quale, nel 2009, gli diede ragione sancendo l’inalienabilità del diritto alla sicurezza, l’impossibilità di sistemi di protezione o programmi a scadenza temporale predeterminata e ordinando al Ministero di attuare le delibere su sicurezza, reinserimento sociale, lavorativo, risarcimento dei danni

        Successivamente a tale sentenza continuò ad essere oggetto di intimidazioni da parte della 'ndrangheta, nonostante il programma di protezione

        Nel 2010 ha concordato col Ministero dell'Interno l'interruzione del programma di protezione speciale, pur continuando a vivere sotto scorta

Considerato che:

        Il 15 ottobre 2022 (con comunicazione n. 353/4/OPS), il Ministero dell'Interno ha dato avvio al procedimento finalizzato alla revoca del dispositivo tutorio per sé e per la sua famiglia

        Pino Masciari attualmente vive in Piemonte, territorio in cui, oramai, la 'ndrangheta è radicata da tempo (come dimostrano le sentenze Albachiara, Minotauro, Platinum, ecc.) e quindi vive in costante pericolo di vita proprio per le denunce da lui avanzate del sistema mafioso calabrese

        La scorta rappresenta quindi un elemento fondamentale per l’incolumità sua e della sua famiglia, rappresenta inoltre un elemento concreto dello Stato nel contrastare le attività mafiose e un segnale forte e tangibile di protezione nei confronti di coloro che si ribellano alle mafie

Valutato che:

        Il Ministero dell’Interno ha riconosciuto, e da sempre riconosce, la valenza della testimonianza del Masciari e la sua peculiarità quale imprenditore in attività al momento della testimonianza, in difformità dalla quasi totalità degli imprenditori che decidono di testimoniare solo in seguito alla rovina economica delle loro attività (Memorie Ministero dell’Interno n. 434/2005 1^ Sez. Ter. TAR del Lazio)  

Visti, quindi, l'enorme importanza che riveste Pino Masciari nella lotta contro i fenomeni mafiosi - il Comune di Pinerolo ha dato la cittadinanza onoraria a Pino Masciari con la Delibera del Consiglio Comunale n. 9 del 26 marzo 2009 - e la sua situazione tangibile di rischio di morte a seguito delle sua attività di denuncia, l’amministrazione di Pinerolo è fortemente contraria alla richiesta di privazione di ogni programma di protezione visto che pongono la vita di Pino Masciari e della sua famiglia in grave rischio.

Firmatari

Amministrazione Comune di Pinerolo


Chi è Pino Masciari

“Il mio nome è Giuseppe (Pino) Masciari, imprenditore edile, calabrese, nato a Catanzaro nel 1959. Sono stato sottoposto a programma speciale di protezione dal 18 ottobre 1997, insieme a mia moglie (medico odontoiatra) e ai miei due bambini. Dal 2010, fuoriuscito dal Programma Speciale di Protezione, vivo sotto scorta. Ho denunciato la ‘ndrangheta e le sue collusioni con il mondo della politica. La criminalità organizzata ha distrutto le mie imprese di costruzioni edili, bloccandone le attività sia nelle opere racket della ‘ndrangheta. Il sei per cento ai politici e il tre per cento ai mafiosi, ma anche angherie, assunzioni pilotate, forniture di materiali pubbliche che nel settore privato, rallentando le pratiche nella pubblica amministrazione dove essa è infiltrata, intralciando i rapporti con le banche con cui operavo. Non ho accettato le pressioni mafiose dei politici e del racket della ‘ndrangheta. Fummo allontanati dalla nostra terra per l’imminente pericolo di vita in cui ci siamo trovati esposti, insieme alla mia famiglia”.

La scorta revocata 

Lo scorso 17 novembre Pino Masciari è stato audito dalla Commissione Legalità del  Comune di Torino. In quella occasione, oltre a chiedere conto delle motivazioni che hanno portato alla revoca della tutela di cui sinora ha avuto dirittto, Pino Masciari ha consegnato simbolicamente il suo testamento: 
"Queste mie parole hanno valore di testamento nel caso in cui dovessi morire. Se qualche sentenza dello Stato rimane inapplicata, quelle della criminalità organizzata prima o poi vengono eseguite e la decisione della revoca è incauta e irragionevole e assume il significato di condanna a morte di un uomo e un padre che ha creduto nello Stato. La nostra vita non può essere trattata come una pratica amministrativa. (...) Ho già consegnato la mia vita allo Stato ma se oggi sono diventato un peso per lo Stato, e devo vivere pensando che possa sempre essere l'ultimo giorno, questa non è vita. Se devo essere l'agnello sacrificale per aver fatto quello che dovremmo fare tutti, allora significa che ho sbagliato e mi auguro che lo Stato ci ripensi". 

COMUNICATO STAMPA - AMICI DI PINO MASCIARI - 1 DICEMBRE 2022
La lunga attesa
Gli “Amici di Pino Masciari” chiedono: “È tutto fermo da quarantacinque giorni, dal 15 ottobre, giorno della notifica dell’atto con il quale si comunicava alla famiglia Masciari l’avvio del procedimento volto alla revoca del servizio di scorta. Ci sono stati numerosi appelli delle amministrazioni locali e di politici, in modo del tutto trasversale. Sono state presentate interrogazioni alla Camera e al Senato, sia a risposta scritta che a risposta orale. Eppure il silenzio da chi dovrebbe pronunciarsi si prolunga. Pino Masciari e la sua famiglia hanno diritto ad avere risposte, ad avere il rispetto che è loro dovuto. Crediamo che questo tempo di inutile attesa non sia più umanamente accettabile! Per quanto tempo ancora la famiglia Masciari deve sostare in un limbo di incertezze, tra la vita e la "non vita", dopo già venticinque anni di esilio? Perché tutto questo silenzio?

Pino Masciari è cittadino onorario di Pinerolo dal 2009 

Il 27 Novembre 2008  il Consiglio Comunale di Pinerolo, allora sindaco Paolo Covato  e presidente di quel Consiglio il compianto Alberto Barbero, pubblicava le dichiarazioni che si possono leggere di seguito e che avrebbero accompagnato le procedure per conferimento della cittadinanza onoraria a Pino Masciari, imprenditore calabrese, testimone di Giustizia. Ci piace riportare una frase di quel comunicato: “(…)riconoscendo l’elevato valore morale della sua azione (di Pino Masciari, ndr), del suo sacrificio e dell’esempio civico a cui non si può essere indifferenti”. Ma già in quel momento Pino Masciari doveva far fronte a provvedimenti che suscitavano perplessità, come evidenziato dalla richiesta che lo stesso ConsiglioComunale di Pinerolo rivolgeva alle autorità competenti:”(…)Il Consiglio Comunale RIVOLGE appello alla commissione parlamentare di inchiesta sul fenomeno della criminalità organizzata Mafiosa affinché riesamini la posizione del signor Masciari in relazione ad un corretto programma di protezione nei confronti della sua persona e dei suoi familiari(…):

IL CONSIGLIO COMUNALE DI PINEROLO
ESPRIME grande apprezzamento per il coraggio e la determinazione del signor Pino Masciari nel denunciare la criminalità organizzata, le infiltrazioni nelle istituzioni e le collusioni politiche.
RIVOLGE appello alla commissione parlamentare di inchiesta sul fenomeno della criminalità organizzata Mafiosa affinchè riesamini la posizione del signor Masciari in relazione ad un corretto programma di protezione nei confronti della sua persona e dei suoi familiari e si garantisca un corrente indennizzo per i danni da lui subiti in relazione alla libera scelta testimoniale.
RICONOSCENDO l’elevato valore morale della sua azione, del suo sacrificio e dell’esempio civico a cui non si può essere indifferenti.
SI IMPEGNA ad avviare le procedure per il conferimento della cittadinanza onoraria al signor Pino Masciari.

Riunito in seduta straordinaria il Consiglio Comunale di Pinerolo, il 26 marzo 2009 il sindaco di Pinerolo Paolo Covato conferiva la Cittadinanza Onoraria a Pino Masciari, ribadendo le dichiarazioni che avevano accompagnato le procedure per conferimento della stessa onoreficenza.

#pinomasciari

https://www.pinomasciari.com/diritti-ancora-negati/

sabato 23 giugno 2012

Musica e legalità alla Cascina Caccia


Tre giorni di concerti e interventi
nel bene di San Sebastiano da Po confiscato all'ndrangheta

Il procuratore capo della Repubblica di Torino Gian Carlo Caselli è ospite domenica pomeriggio. A seguire il concerto dell'orchestra Pequenas Huellas
Cascina Caccia, bene confiscato alla famiglia 'ndranghetista dei Belfiore, apre le porte a musica e legalità: anche quest'anno a San Sebastiano da Po torna la rassegna artistica "Armonia", organizzata da Libera, Gruppo Abele ed Acmos, in collaborazione con il Comune, l'IIS Beccari e l'associazione culturale Orme.
La kermesse dedicata a Bruno Caccia, il magistrato torinese ucciso dalla mafia il 26 giugno 1983, prende il via stasera alle 19.30 con l'intervento della figlia Paola Caccia e il concerto dei "24 corde". Sabato 23 è la serata di Beppe Crovella, pianista e membro storico degli "Arti e Mestieri", preceduto dal testimone di giustizia Pino Masciari. Ultima giornata, domenica, con il procuratore capo della Repubblica di Torino Gian Carlo Caselli, al quale segue l'esibizione dell'orchestra Pequenas Huellas. Durante le tre serate saranno esposte le opere della collezione Carla e Bruno Caccia, della Fondazione Benvenuti in Italia, oltre ad alcuni lavori di Piero Gilarsi e di Luca Lucioni, volto amico e colonna storica del Gruppo Abele, recentemente deceduto.
«Armonia - si legge in una nota degli organizzatori - nasce nell'intento di creare una cultura della legalità a partire dalla musica e dall'arte. L'obiettivo è di autoeducarsi alla bellezza, alla difesa del bene comune e all'etica, valori fondamentali per essere cittadini attivi nel contrasto ad ogni forma di illegalità».


sabato 26 maggio 2012

Pino Masciari è tornato a casa


Pino Masciari  torna a casa . Ma resta il giallo sulla scorta dopo oltre 36 ore di silenzio

26 marzo 2008: Pino Masciari  riceve la Cittadinanza Onoraria della Città di Pinerolo
di Roberto Galullo
Fonte: Sole 24 Ore

Il suo telefono cellulare risulta ancora irraggiungibile ma i ragazzi che da anni lo accompagnano quando la scorta del Viminale latita o comunque è insufficiente, hanno telefonato alla moglie Marisa: Pino Masciari, di cui si erano perse le tracce a Cosenza dalla mattina di ieri, sta tornando a casa a Torino.
A dirlo al Sole-24 Ore è la moglie che ancora non ha parlato direttamente con il marito ma è stata rassicurata dai ragazzi e dalla ragazze che lo hanno incontrato. «Pino sta raggiungendo la prefettura – dice Marisa Masciari – e del resto il prefetto del capoluogo piemontese è stato l'unico che ci ha testimoniato presenza e affetto. Dalla Calabria, invece, nessuna voce. Solo silenzio».

venerdì 25 maggio 2012

La moglie racconta la scomparsa del testimone di giustizia Pino Masciari – Rapito o rifugiato per paura?


Marisa non mi piace quel che sta accadendo, c’è un vuoto. La scorta mi ha girato le spalle e se ne è andata”. Ecco le ultime frasi dette ieri mattina alla moglie, Marisa, dal testimone di giustizia calabrese Pino Masciari.
Marisa non sa darsi pace al telefono per la scomparsa di suo marito ma resta lucida al punto da non abbandonarsi a facili ipotesi. “Non so se sia scomparso, se l’abbiano preso, se impaurito si sia rifugiato da quale che parte in Calabria – dice - non so ancora nulla. So solo che la scorta che avrebbe dovuto riportarlo a casa, qui al Nord, è arrivata sotto l’albergo di Cosenza dove risiedeva da due notti, gli ha comunicato che non poteva accompagnarlo e se ne è andata”.
Già in Calabria. Per la precisione era a Cosenza, dove il giorno prima, il 23 maggio, Pino Masciari - ricco costruttore edile che nella sua regione denunciò usurai e cosche e per questo non solo ha perso tutto ma da quel momento la sua vita è a rischio – aveva partecipato a dibattiti sulla legalità all’Università e a una rappresentazione teatrale tratta dal libro che ha scritto con la moglie. E’ stato fino a sera con gli attori, ha incontrato gente, ha stretto mani, ha gridato la forza dello Stato e lo squallore della violenza ‘ndranghetista ed è andato in albergo.
Ieri, la mattina presto, ha chiamato la moglie per rassicurarsi che tutto procedesse bene a casa e poi l’ha richiamata tra le 8 e le 8.30 per dirgli – terrorizzato – che la scorta non lo avrebbe riaccompagnato dalla famiglia al Nord. “Pino – racconta la moglie – e questo me lo hanno testimoniato anche persone che erano in quel momento con lui, tra le quali alcuni attori della compagnia, ha cercato di mettersi in contatto con il comandante del reparto scorte della città in cui viviamo per sapere che cosa stesse succedendo ma non è riuscito a parlargli”.
Tutte le ipotesi restano aperte e affrettare le conclusioni sarebbe sbagliato, sbagliatissimo. Per restare – dunque – ai fatti, va rilevato che ieri sera Marisa Masciari ha incontrato un maresciallo del reparto scorte della città in cui vivono. “La cosa incredibile – racconta Marisaè che lui chiedeva a me dove fosse mio marito. Deve essere lui, deve essere lo Stato a dirmelo”.
Una cosa che appare strana è che Pino Masciari si muove – oltre che con una scorta - anche con un “codazzo” di persone che lo accompagnano per fargli, pomposamente, da “scudi umani”: possibile che nessuno si sia accorto della sua scomparsa? “Conosco mio marito – dice Marisae so che quando è terrorizzato e ieri al telefono lo era più del solito, non si fida di nessuno, neppure di se stesso”.
Dunque scomparso o fuggito per ripararsi in attesa che lo Stato si rifaccia vivo per assicurargli protezione vera? “Ma quale protezione – si sfoga Marisain Calabria è un disastro. Lo scorso anno fu lasciato per ore a Vibo solo e con una valigia in mano”.
Meglio erano andate le cose nei giorni scorsi. Lunedi i coniugi Masciari erano partiti per Bologna dove Pino è stato insignito della cittadinanza onoraria. La moglie è tornata a casa e il marito ha proseguito per Corigliano (Cosenza), comune già sciolto per mafia, dove ha incontrato i ragazzi di una scuola elementare e la cittadinanza. Sempre – nei movimenti – accompagnato da una macchina del servizio protezione con due persone a bordo.
Terminato l’incontro ed è andato a Cosenza, dando sempre riferimenti degli spostamenti al reparto scorte delle località attraversate.
La sua testimonianza di legalità vera, forte – conclude Marisa che è in casa sola con i figli – da fastidio. Di fatto noi siamo esiliati. Mai ci è stato proposto dai calabresi di tornare a vivere in Calabria sicuri, protetti. Si naviga a vista”.
Non resta che sperare che il radar intercetti presto Pino e che possa raccontare cosa è accaduto da ieri mattina. Ogni ipotesi – anche le più assurde e impensabili – restano aperte.


Fonte: http://robertogalullo.blog.ilsole24ore.com