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lunedì 21 ottobre 2024

VAGNONE – PREVISIONE INIZIO LAVORI - PREOCCUPAZIONE PER IL DESTINO DELLE CICOGNE

Come gruppo "Associazione Rita Atria Pinerolo, continuiamo ad occuparci di gestione del territorio poiché, a nostro parere, questo può rappresentare un indicatore utile a individuare gli scopi, gli indirizzi,  il “progetto generale” che guida e determina il carattere di una amministrazione locale. Non solo: avere cura e amore per i territori è un primo fondamentale strumento per opporsi a mafie e al "pensiero mafioso" (fare di tutto per ottenere quel che non si merita). 

Continua pertanto la battaglia culturale che vede il Coordinamento Associazioni Pinerolesi (C.A.P.) impegnato  a difesa delle cicogne, della ciminiera, dello storico opificio Vagnone, della storia architettonica-urbanistica di Pinerolo: la tutela del patrimonio storico, architettonico e urbanistico della nostra città è salvaguardia della identità stessa della nostra comunità. 

"Quale cultura esprime una amministrazione, una comunità, che permette la distruzione di un nido di cicogne, di una ciminiera, di uno storico opificio, per costruire il 17° supermercato pinerolese?" A chi giova?

 Un progetto sbagliato, in un luogo non appropriato! 

 VAGNONE – PREVISIONE INIZIO LAVORI

PREOCCUPAZIONE PER IL DESTINO DELLE CICOGNE



Pare che sia imminente l’inizio dei lavori per la costruzione dell’ennesimo supermercato sull’area dell’ex setificio Vagnone, con buona pace della tutela del commercio di prossimità, della viabilità locale e, non ultimo, della coppia di cicogne che da oltre vent’anni abita la storica ciminiera al centro del sito interessato dai lavori. Permanendo la contrarietà dello scrivente Coordinamento a tale intervento di demolizione di un pezzo significativo del patrimonio storico-industriale della Città di Pinerolo, contrarietà condivisa peraltro da buona parte della cittadinanza attiva di Pinerolo, chiediamo che siano confermatati gli interventi compensativi a seguito della demolizione della ciminiera con conseguente eliminazione del soprastante nido abitato dalla coppia di cicogne.
Ricordiamo che il Comune di Pinerolo aveva previsto obbligatoriamente, a carico dei costruttori, la costruzione di un posatoio per il nido delle cicogne sul territorio, a compensazione dell’abbattimento della ciminiera.
L’’inizialmente prevista localizzazione al parco della Pace era stata poi scartata a seguito di accertata inidoneità del sito, prevedendo quindi, in accordo con i costruttori, la realizzazione del posatoio all’interno del perimetro dell’area ex Vagnone stessa. 
Di questa previsione il Coordinamento chiede conferma, chiedendo anche di conoscere la cronologia dei lavori previsti, auspicando che la costruzione del nuovo posatoio avvenga prima della demolizione della ciminiera, per consentire il trasferimento dell’attuale nido sul posatoio stesso, come promesso dai costruttori in vari incontri con gli enti pubblici ed il Coordinamento delle Associazioni Pinerolesi.
Coordinamento delle Associazioni Pinerolesi.






martedì 25 luglio 2023

Ventimila (20.000!) “pinerolesi fantasmi” continuano a chiedere cemento!

Ventimila (20.000!) “pinerolesi fantasmi”  continuano a chiedere cemento! 

Nuovi condomini nell'area del Turck. Impatti ambientali, economici e sociali: la necessità di un Consiglio Comunale aperto.

Salvatore Settis, tratto da "PAESAGGIO COSTITUZIONE CEMENTO": "(...) Solo imparando a muoversi nel labirinto delle norme, dei dati, delle informazioni e controinformazione, potremo giudicare in prima persona (come è nostro diritto) che cosa, di quanto ci accade intorno, è giusto o inevitabile e che cosa è invece il frutto di cinica speculazione che, per il vantaggio di pochi, devasta il bene di tutti. Sta di fatto che ogni giorno, sotto gli occhi di milioni di cittadini, poche migliaia di speculatori senza scrupoli distruggono il paesaggio italiano.(...)  specialmente al Nord, ma non solo, i delitti contro il paesaggio si consumano non ignorando le regole ma modificandole, o "interpretandole" con mille artifizi, perché siano al servizio non del pubblico bene ma del "partito del cemento", invadente e trasversale.(...)"

area TURK

Ventimila (20.000!) “pinerolesi fantasmi” continuano a chiedere cemento! 

Dieci anni fa una coraggiosa sindaca piemontese, Matilde Casa di Lauriano Po, dando seguito al suo programma elettorale di chiaro stampo ambientalista, rese nuovamente agricoli dei terreni edificabili. Denunciata per abuso d'ufficio venne assolta dimostrando un fatto estremamente importante sotto l'aspetto ambientale: un'amministrazione comunale ha la possibilità imporre un reale stop al consumo del suolo.

Un'altra coraggiosa sindaca, la bolognese Isabella Conti di San Lazzaro di Savena, 9 anni fa bloccò addirittura un PEC (Piano Esecutivo Convenzionato) che prevedeva l'edificazione di oltre 500 alloggi. Anche in questo caso il TAR diede ragione alla sindaca dimostrando un ulteriore fatto: anche in presenza di un PEC un'amministrazione può bloccare tutto salvaguardando il suolo (e non solo). (puoi leggere qui la storia di Isabella Conti)

Perché non si fa tesoro di queste esperienze anche a  Pinerolo, riducendo significativamente le aree edificabili attraverso una “coraggiosa” variante al Piano Regolatore? 

Invece a Pinerolo abbiamo “ventimila (20.000!) cittadini fantasmi” che continuano a chiedere  cemento (il piano regolatore -obsoleto e sovradimensionato- prevederebbe oltre 56.000 abitanti), mentre alcune stime parlano di circa 2.000 alloggi inutilizzati! Una riduzione delle aree edificabili di certo gioverebbero quindi ai 36.000 residenti-cittadini reali (!) che non vedrebbero svalutarsi le loro abitazioni e non assisterebbero ad un incremento di traffico ed inquinamento!

il TURK
A Pinerolo accade invece che un PEC, in via di definizione, preveda l'edificazione di oltre 400 alloggi nell'ambitissima area del Turck, a due passi dal centro cittadino. In questo caso, oltre alla svalutazione del patrimonio edilizio privato ed al peggioramento della viabilità, i pinerolesi dovrebbero pure farsi carico di importanti opere accessorie (es. rifacimento del ponte della ferrovia sul Lemina) in forza della attuale bozza di convenzione tra comune e soggetti attuatori.

Eppure, in passato, nei programmi elettorali accadeva di leggere frasi come questa: “(…) occorre invertire la tendenza urbanistica alla dismissione di aree industriali per trasformarle in residenziale o commerciale e agevolarne piuttosto la riqualificazione polifunzionale, incentivando l’insediarsi anche di nuove attività manifatturiere e artigianali compatibili con la residenza. Si perseguissero con coerenza i proclami elettorali attuando quei principi nel caso dell’area Turck, oltre a creare posti di lavoro a “km zero”, si  avrebbero ulteriori vantaggi: la conservazione di uno storico edificio industriale, che è stato alla base dello sviluppo cittadino; la preservazione di un polmone verde nel cuore città; la creazione di una “cassa di espansione” per il Lemina, utile ad assorbire eventuali esondazioni del fiume.

Queste sono solo alcune delle riflessioni che hanno portato il Coordinamento delle Associazioni Pinerolesi (C.A.P.) a proporre un consiglio comunale aperto su un tema così importante.

Coordinamento delle Associazioni pinerolesi C.A.P.:

Associazioni: Italia Nostra Sezione del Pinerolese "Ettore Serafino" - LIPU delegazione di Torino Legambiente circolo di Pinerolo - LAC Lega Abolizione caccia Sezione di Pinerolo - Osservatorio 0121 Salviamo il paesaggio - Associazione Provinciale FederTerziario Torino - Comunità Laudato Si' Pinerolo

Gruppi:  APP - Ambientalisti per Pinerolo - Ass. Rita Atria Pinerolo


Ringraziamo L'Eco del Chisone e Vita Diocesana per aver voluto dare spazio al tema e alle problematicità denunciate dal C.A.P.



martedì 18 luglio 2023

AREA TURCK – LETTERA APERTA ALLA CITTADINANZA

Come gruppo "Associazione Rita Atria Pinerolo, continuiamo ad occuparci di gestione del territorio poiché, a nostro parere, questo può rappresentare un indicatore utile a individuare gli scopi, gli indirizzi,  il “progetto generale” che guida e determina il carattere di una amministrazione locale. Non solo: avere cura e amore per i territori è un primo fondamentale strumento per opporsi a mafie e al "pensiero mafioso" (fare di tutto per ottenere quel che non si merita). 

Associazioni e cittadini pinerolesi continuano ad impegnarsi nella difesa di luoghi che amministrazioni comunali vorrebbero distruggere, cementificare, cancellando con essi elementi identitari della comunità, il "patrimonio-bene comune" su cui deve fondarsi la cultura stessa della comunità. Dietro l'aridità dei documenti urbanistici, infarciti di sigle, commi e articoli di leggi, sono "celati" i luoghi che hanno accompagnato la storia  di una cittadina quale Pinerolo. Fra questi, e fra i più importanti, l'area TURK.

Siamo ben consci del fatto che tutto ciò a Pinerolo avviene grazie ad un Piano Regolatore vecchio, obsoleto e sovradimensionato, che permette a 20.000 cittadini “fantasmi” (lo strumento urbanistico prevede una città di più di 50.000 abitanti) di continuare a chiedere spazi, volumi edilizi, cemento, etc ...

Perché una comunità, la sua amministrazione, deve inchinarsi a 20.000 "abitanti fantasma"? 

Perché non vogliono cambiare il Piano Regolatore Generale di Pinerolo?

A chi giova? Per comprenderlo, leggi qui: PINEROLO HA BISOGNO DI UN NUOVO QUARTIERE? NOI DICIAMO DI NO!

Di seguito la lettera aperta che il Coordinamento delle Associazioni Pinerolesi (C.A.P.) indirizza alla cittadinanza di Pinerolo e agli amministratori:

                         AREA TURCK – LETTERA APERTA ALLA CITTADINANZA                                            

Pinerolo, 9 luglio 2023

Oggetto: possibili criticità individuabili nell’ambito del procedimento di Verifica di assoggettabilità alla Valutazione Ambientale Strategica del Piano Esecutivo Convenzionato in area RU 5.1 sub. “a” del PRGC della città di Pinerolo, di iniziativa privata.

Ritenendo proprio dovere proseguire nell’azione di dialogo con il Consiglio Comunale su alcuni temi di trasformazione urbanistica della città (azione  intrapresa attraverso alcuni momenti di confronto con i Capigruppo del Consiglio, in ultimo in data 5 giugno u.s.), proponiamo un contributo di chiarezza, a nostro giudizio, in particolare sul tema richiamato nell’oggetto della presente lettera, con particolare riferimento alle ragioni reali che hanno condotto ad oggi alle seguenti mancanze:

- mancata approvazione da parte della giunta comunale del PEC

- mancata sottoscrizione della Convenzione da parte dei soggetti attuatori

Nell’occasione chiediamo ai Capigruppo di far pervenire copia della presente lettera ai componenti i singoli gruppi consiliari.

Nel tentare di dare un contenuto comprensibile all’affermazione contenuta nella lettera del Sindaco che ci è stata trasmessa in data 29 maggio u.s. in risposta alla petizione presentata all’Amministrazione Comunale, che cosi recita (pagina 5 capoverso 2°): “... l’iter di realizzazione dell’intervento è pieno di insidie determinate proprio dalla duplice difficoltà data, da un lato, dalle condizioni del mercato immobiliare e, dall’altro, dalla complessità della realizzazione di alcune opere di urbanizzazione previste (in particolare le opere di regimazione idraulica) ...” abbiamo ritenuto di approfondire l’argomento, venendo cosi a comprendere che esistono tuttora delle criticità nella realizzazione del PEC, criticità che  -se non risolte-  potrebbero potenzialmente anche essere foriere di un grave nocumento per la qualità della vita della cittadinanza. Questo nel caso che il PEC fosse comunque approvato e la Convenzione firmata senza tener conto delle criticità emerse ed evidenziate, cosi come di seguito sinteticamente riassunte.

Nell’ambito di un processo di cittadinanza attiva, la cui positività è stata più volte richiamata e sottolineata dall’Amministrazione Comunale riteniamo quindi utile portare a conoscenza tutti i Consiglieri Comunali ,  se non già edotti, delle situazioni in essere, cosi come le abbiamo comprese. In particolare intendiamo soffermarci brevemente sui seguenti aspetti: suolo, vegetazione, aree verdi, biodiversità, traffico e viabilità, consapevoli che "a monte" di tutto ciò vi è un piano regolatore obsoleto e sovradimensionato, che permette a 20.000 cittadini “fantasmi” (lo strumento urbanistico prevede una città di più di 50.000 abitanti) di continuare a chiedere spazi, volumi edilizi, cemento, etc ...

  • Suolo. Ci chiediamo se nella documentazione presentata da parte dei soggetti attuatori siano presenti degli adeguati approfondimenti relativi alla rete fognaria, la cui realizzazione è pregiudiziale per l’attivazione del PEC; stessa cosa per la rete acquedottistica. Ci chiediamo, inoltre, se siano chiaramente individuati gli ambiti oggetto delle opere interrate: in primo luogo per i parcheggi pertinenziali. Sarebbe opportuna, per non dire indispensabile, l’indicazione delle linee progettuali che saranno seguite per gli interventi compensativi per la superficie impermeabile che si verrà a creare, in una zona “delicata”, sul piano idrogeologico, come l’area RU5.1, che costituisce un ambito di ricarica della falda freatica. Come noto le misure di compensazione devono essere “omologhe” ossia in grado di recuperare gli stessi valori e le funzioni ecologiche perse. Gli interventi di realizzazione di aree verdi in aree che attualmente non sono compromesse non costituiscono una rigenerazione della risorsa. Questo significa che i soggetti attuatori devono definire degli accordi con altri soggetti privati, acquisendo delle aree ad oggi compromesse (di pari superficie di quelle che saranno rese impermeabili inseguito all’attuazione del PEC), che dovranno essere rinaturalizzate. In assenza di questi accordi e delle conseguenti azioni di compensazione ambientale non si vede come il PEC possa proseguire il suo iter. Occorre inoltre ricordare che il suolo libero, anche se intercluso ed inutilizzato, mantiene comunque le capacità di filtrazione chimico-fisiche di tamponamento e microbiologiche/biochimiche di trasformazione, agisce come barriera alla propagazione delle sostanze inquinanti, funge da regolatore dei flussi idrici superficiali di controllo degli eventi alluvionali, mantiene la capacità di stoccaggio del carbonio e svolge la funzione di mitigazione dei cambiamenti climatici. Devono essere specificati quali interventi saranno predisposti a tutela del canale Moirano e come sarà garantita la continuità ecologica lungo il corso d’acqua dal momento che, se abbiamo ben compreso, si prevede lo “spostamento del canale d’acqua da via Moirano nel parco che si intende realizzare, parzialmente intubato con derivazione dal canale Moirano ed immissione nel torrente Lemina”.
  • Vegetazione e biodiversità. Nell’area sono presenti alcuni esemplari arborei di interesse: un bosco di latifoglie ed una fascia boscata lungo il Lemina da conservare. E’ opportuno che gli interventi in materia siano coordinati con l’individuazione a livello comunale della Rete Ecologica Locale.
  • Traffico e viabilità. Nella precitata lettera del Sindaco (pagina quattro, terzo capoverso) si evince che l’intero flusso di traffico aggiuntivo,  indotto dalle nuove costruzioni che saranno realizzate nell’ambito di trasformazione urbanistica, andrà a gravare sul sistema viabile esistente ovvero sull’asse di corso Piave e vie limitrofe. Il nodo viabile tra le vie Moirano/Vigone/Buniva/Cravero, presso il quale si registra già attualmente un livello di saturazione nelle ore di punta della sera, rischia cosi di subire un ulteriore aumento della pressione motoristica, con un superamento significativo della capacità teorica di assorbimento del traffico. Non ci pare realistico un rinvio della soluzione della problematica viabile nel quadro del Piano Urbano della Mobilità Sostenibile (PUMS). E’ fondamentale approfondire da subito gli aspetti legati all’incremento delle criticità legate al traffico, che devono trovare una loro soluzione e non possono essere rinviate ad un momento successivo. Chiunque viva e/o operi a Pinerolo ha piena consapevolezza della situazione viabile di corso Piave e vie limitrofe, non solo nelle ore di punta serali, ma ad esempio in occasione del mercato di piazza Vittorio Veneto (in particolare nella giornata del sabato). E’ sensato procedere con l’approvazione del PEC e la firma della Convenzione in assenza dell’adozione di soluzioni viabili efficaci e risolutive?

Invitiamo i Consiglieri Comunali, nell’esercizio del loro diritto/dovere di conoscenza approfondita dei procedimenti in atto, di acquisire la documentazione esistente in Municipio, con particolare riferimento alla Verifica di Assoggettabilità alla Valutazione Ambientale Strategica (VAS) del Piano Esecutivo Convenzionato richiamato in oggetto, al fine di verificare la fondatezza o meno delle nostre riflessioni. Un' Amministrazione informata può (deve!) assumere con consapevolezza le decisioni importanti per la Comunità che rappresenta.

Un tema cosi significativo, l’ipotesi di realizzazione di un nuovo quartiere, con un numero di costruzioni senza pari nella storia edilizia degli ultimi decenni a Pinerolo, dopo l’edificazione della Tabona, richiede il massimo di trasparenza, di informazione e di consapevolezza. Pertanto chiediamo ai Consiglieri Comunali di proporre un Consiglio aperto sull’argomento, preceduto da un’audizione -nelle Commissioni congiunte Ambiente ed Urbanistica- degli enti coinvolti nel procedimento di verifica di assoggettabilità del PEC alla Valutazione Ambientale Strategica.

Coordinamento delle Associazioni pinerolesI C.A.P. :

Associazioni: Italia Nostra Sezione del Pinerolese "Ettore Serafino" - LIPU delegazione di Torino - Legambiente circolo di Pinerolo- LAC Lega Abolizione caccia Sezione di Pinerolo - Osservatorio 0121 Salviamo il paesaggio - Associazione Provinciale FederTerziario Torino - Comunità Laudato Si' Pinerolo

Gruppi: APP - Ambientalisti per Pinerolo - Ass. Rita Atria Pinerolo


 

domenica 2 aprile 2023

ULTIMA CHIAMATA PER SALVARE IL TURK

Come gruppo "Associazione Rita Atria Pinerolo" continuiamo ad occuparci di gestione del territorio poiché, a nostro parere, questo può rappresentare un indicatore utile ad individuare gli scopi, gli indirizzi,  il “progetto generale” che guida e determina il carattere di una amministrazione locale e, di conseguenza, quello della sua comunità. Non solo: avere cura e amore per i territori è un primo fondamentale strumento per opporsi a "mafie e pensiero mafioso". 

Cosicché, a pochi giorni dalla celebrazione della "Giornata della memoria e dell'impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie", anche a Pinerolo bisognerebbe ricordare "la lezione" attribuita a  Peppino Impastato a coloro che, con rozzezza culturale che si vorrebbe superata e cancellata, vogliono distruggere quanto resta della bellezza della città: «Se si insegnasse la bellezza alla gente, la si fornirebbe di un'arma contro la rassegnazione, la paura e l'omertà. All'esistenza di orrendi palazzi sorti all'improvviso, con tutto il loro squallore, da operazioni speculative, ci si abitua con pronta facilità, si mettono le tendine alle finestre, le piante sul davanzale, e presto ci si dimentica di come erano quei luoghi prima, ed ogni cosa, per il solo fatto che è così, pare dover essere così da sempre e per sempre. E per questo che bisognerebbe educare la gente alla bellezza: perché in uomini e donne non si insinui più l'abitudine e la rassegnazione ma rimangano sempre vivi la curiosità e lo stupore».

Ringraziamo  pertanto Patrizio  Righero, direttore di Vita Diocesana, per aver voluto dare voce a Marco Calliero, autorevole esponente della cultura pinerolese, "una voce" ancora una volte levatasi a difesa di quel che resta della memoria storica-architettonica-urbanistica della città di Pinerolo,  dell'ex-merlettificio TURK. Nell'intervista "Ultima chiamata per il Turk", Marco Calliero ribadisce ancora una volta "di cosa stiamo parlando" quando si parla dell'ex merlettificio Turk:  "(...) un importante esempio di archeologia industriale e una testimonianza dell’antico legame tra la città di Pinerolo e l’industria tessile. L’intero stabilimento è meritevole di essere salvato, e non solo una sua parte,  rivestendo quell’interesse particolarmente importante, così come previsto dalla normativa vigente in materia di tutela storico/architettonica.".

Marco Calliero “(…) Non si può più tollerare l'arroganza di coloro che, giustificandosi con la necessità di applicare una normativa, oppure di rispettare bilanci economici, oppure ancora sventolando false urgenze igieniche, hanno deciso e decidono che un luogo giunto a noi dopo secoli non valga più nulla. Questo è un autentico crimine legalizzato ai danni dell'identità del territorio, poiché l'identità è la più preziosa delle eredità tramandate da chi ci ha preceduto(…)”.

Ultima chiamata per salvare il TURK

riportiamo il testo de "Ultima chiamata per salvare il TURK"

Le condizioni dello stabilimento Türck di Pinerolo, nella sua parte visibile, sono sotto gli occhi di tutti. Il suo destino ora sembra segnato. Ma in molti non si rassegnano a perdere per sempre questo edificio, simbolo della storia industriale della città. Tra loro Marco Calliero, autore del libro “Ruote sull’acqua. Storia e localizzazione dei siti industriali lungo il Rio Moirano a Pinerolo” e collaboratore dell’Archivio Diocesano.

Partiamo dall’inizio. Che cosa intendiamo quando parliamo dell’area Türck? Qual è la sua storia?

Il paratore di panni comunale, poi ribattezzato Follone, infine evoluto in merlettificio (noto col nome degli ultimi proprietari, i Türck), per secoli è stato l’ammiraglia della batteria di officine industriali poste lungo il rio Moirano. L’archivio storico del Comune conserva numerosi documenti che ne descrivono lo sviluppo architettonico e tecnologico, le dinamiche imprenditoriali e la produzione. Nacque nel Medioevo, per iniziativa del Comune, nel contesto dell’arte della lana. I pinerolesi andavano fieri di questo edificio, tanto da coinvolgere a inizio Settecento il famoso architetto sabaudo Buniva per i lavori del suo ampliamento; invitando successivamente i reali per celebrarne i tessuti che vi si producevano per vestire l’esercito. I Türck a fine Ottocento ne raccolsero l’eredità e la difesero, fino agli anni Settanta dello scorso secolo. Poi l’aria è cambiata, ed è iniziata l’era degli individui che gli hanno voluto male.

Dopo il fallimento, com’è stato gestito questo patrimonio immobiliare? Qual è stato il ruolo delle diverse Amministrazioni comunali nel tempo?

Complice la generale recessione industriale del tessile, i Türck erano in difficoltà. Nel 1975 il comune di Pinerolo vincolò tutta l’area fino al Lemina a verde pubblico, impedendo loro di vendere alcuni lotti di terreni al fine di risanare le loro finanze. Un vincolo durato due anni, giusto il tempo per condurre al fallimento i Türck. La vasta area fu messa all’asta e acquisita nel 1979 dalla Società Moirano intenzionata a costruirvi sopra un nuovo quartiere senza mostrare interesse nella conservazione della preesistenza. Negli anni Ottanta e Novanta furono prodotte diverse ipotesi, le quali, oltre l’equilibrio tra strutture residenziali e servizi, prospettavano il recupero dell’opificio o parte di esso. Tutte furono scartate: centro culturale, sede universitaria, nuova biblioteca civica, nuovo tribunale, sede dell’Agenzia delle Entrate. Neppure la buona volontà dell’assessore Fantone, fautore di una “Variante di qualità”, calmierante le altezze degli edifici, e di una proposta per il salvataggio dell’involucro dell’intero edificio sulle orme del progetto Eridania di Parma firmato da Renzo Piano, avranno buon fine. Già negli anni 1996-1997 la Soprintendenza aveva chiesto all’Amministrazione comunale che qualsiasi progetto presentato non compromettesse i volumi e le facciate dell’ex Merlettificio, senza tuttavia porre alcun vincolo di tutela. L’Università di Torino, rimarcando il valore assoluto di questa testimonianza della proto industria della lana, a sua volta assegnò numerose tesi di laurea, senza però ottenere alcun riscontro da parte del Comune e dei proprietari. Neanche il concorso di idee Lyda Türck, promosso da Italia Nostra in collaborazione con l’Ordine degli Architetti di Torino e finanziato dagli eredi Türck negli anni 2014-2015, riuscì a mutare gli intenti dei proprietari. Tutte queste iniziative solo nel 2021 hanno convinto la Soprintendenza a porre un vincolo su minime parti del fabbricato. Nel 2008 il Consiglio comunale ha inserito il Merlettificio in un “Piano di recupero” che ha aggirato la normativa vincolante del restauro. Il 13 ottobre 2013 un incendio interessò la porzione ovest dell’edificio. L’incendio venne imputato alla disattenzione di alcuni occupanti abusivi. L’allora sindaco Buttiero si affrettò subito dopo a dichiarare che, vista la pericolosità del sito, «è auspicabile la sua demolizione». A partire dal 2016 la nuova Amministrazione del sindaco Luca Salvai si è dimostrata in linea con le precedenti, reputando prioritario porre rimedio alle questioni di degrado, anche a discapito della conservazione del Merlettificio. Nel settembre 2018 è stato presentato pubblicamente il progetto dell’arch. Bardini di Asti, che prevede la costruzione di 869 nuovi vani. A distanza di sessant’anni siamo così di fronte al rischio che un nuovo scempio venga compiuto. Nel 1960 il sindaco di Pinerolo Bona passò alla storia (solo per questo, altrimenti nessuno lo ricorderebbe più) per aver fatto abbattere il seicentesco Hotel di Cavalleria. Un evento sconcertante, che si stentava a credere che si potesse ripetere.

Per quale motivo il Türck merita di essere tutelato? Quale il suo significato per la città di Pinerolo?

L’ex Merlettificio è il più antico opificio di pannolana, tutt’ora esistente, insediato in Piemonte, mentre gli ampliamenti settecenteschi lo hanno reso il primo lanificio modernamente inteso dello Stato sabaudo. Allo stato attuale l’edificio si presenta visivamente integro nella sua mole, comprese le strutture della parte bruciata. Conserva, in adiacenza alla porzione settecentesca del Follone, gli antichi macchinari idraulici costruiti sul Moirano, testimoni della trasformazione del sistema di produzione di energia da idroelettrico in elettrico. L’intero edificio rappresenta, nella sua integrità e totalità tutt’ora in essere, e proprio per questa sua conservazione complessiva e per la stratificazione plurisecolare derivante dalle funzioni proto-industriali ospitate, un importante esempio di archeologia industriale e una testimonianza dell’antico legame tra la città di Pinerolo e l’industria tessile. L’intero stabilimento è meritevole di essere salvato, e non solo una sua parte,  rivestendo quell’interesse particolarmente importante, così come previsto dalla normativa vigente in materia di tutela storico/architettonica.

A tuo avviso, a quali rischi va incontro quest’area paleo-industriale?

Le intenzioni dell’Amministrazione e dei proprietari si espliciteranno nella quasi totale demolizione di questo simbolo identitario, eccetto una quinta di muro, un minimo suo segmento che - c’è da scommettere - verrà buttato giù e ricostruito e che, assieme a un parco pubblico, costituiscono il “regalo” promesso alla popolazione. Tutto segue il copione tipico dell’ideologia e prassi di chi, con disinvoltura, per decenni ha distrutto l’immagine e la bellezza del nostro Paese. Anche molti cittadini hanno imparato ad argomentare che «non si può fare nulla perché si tratta di un immobile privato», mentre il basilare principio secondo cui proprio il privato deve chiedere una concessione -ossia un permesso per fare qualsiasi cosa- implica che a decidere, almeno sulla carta, sia l’istituzione pubblica. A meno che quest’ultima predisponga strumenti urbanistici fatti in modo da lasciare libertà al privato di decidere. Come è successo. E dire che l’opportunità di mettere mano al Piano regolatore, concretamente e su basi nuove, c’era. A conti fatti rimane sul campo un’Amministrazione, competente o incompetente che sia, debole nel ricoprire la funzione pubblica a cui è stata chiamata. Nel caso del Türck, l’esecutivo ha gestito talmente bene o male l’affare, a seconda del punto di vista rispetto l’incolumità del bene maneggiato, che ad averne il potere sarebbe da chiederne le dimissioni. Purtroppo si può solamente scriverlo.


domenica 26 febbraio 2023

Area TURCK: PINEROLO HA BISOGNO DI UN NUOVO QUARTIERE? NOI DICIAMO DI NO!

Associazioni e cittadini pinerolesi continuano ad impegnarsi nella difesa di luoghi che amministrazioni comunali vorrebbero distruggere, cementificare, cancellando con essi elementi identitari della comunità, il "patrimonio-bene comune" su cui deve fondarsi la cultura stessa della comunità. Dietro l'aridità dei documenti urbanistici, infarciti di sigle, commi e articoli di leggi, sono "celati" i luoghi che hanno accompagnato la storia  di una cittadina quale Pinerolo. Fra questi, e fra i più importanti, l'area TURK.

Come abbiamo già scritto: "(...)il progetto relativo all'area Turk era stato definito "a guida pubblica", motivo per il quale dovrebbe essere scontato-obbligatorio aspettarsi e riscontrare in quel progetto conclamate utilità a favore della comunità. Tuttavia, esaminando la  documentazione progettuale a disposizione, l'impressione che ne abbiamo ricavato è stato quella di essere di fronte all'ultimo atto di una serie di azioni tese anzitutto ad agevolare quanto più possibile quella che molti considerano la più grande speculazione edilizia privata mai avvenuta in Pinerolo"(...). Voci autorevoli (nel campo accademico italiano, e sinanco il TICCIH, Comitato Internazionale per la Conservazione del Patrimonio Industriale) si  sono levate pure a difesa dello storico opificio presente nell'area, l'ex merlettificio Turk, vero e proprio monumento-archetipo dell'architettura industriale.  Eppure, sinora nulla è valso a fermare quella prevista demolizione, necessaria  a consentire la realizzazione del "nuovo quartiere" : uno “scempio culturale", l'ennesimo, compiuto a danno di Pinerolo, cittadina che celebra proprio in questi tempi il millenario della sua fondazione.

Il C.A.P. Coordinamento Associazioni Pinerolesi  così si esprime, attraverso un comunicato stampa indirizzato alla comunità, agli organi di informazione, agli amministratori locali:

Area TURCK: PINEROLO HA BISOGNO DI UN NUOVO QUARTIERE?

NOI DICIAMO DI NO!

volantino del COORDINAMENTO ASSOCIAZIONI PINEROLESI

Riportiamo il testo del volantino: 

Nelle scorse settimane le proprietà della grande area compresa tra il Lemina ed il Moirano (su quest’ultimo si affaccia, lungo il corso Piave, l’edificio dello stabilimento Turck) hanno provveduto ad una pulizia complessiva delle superfici non occupate dagli ex edifici industriali.
Da più parti quest’azione è stata interpretata come propedeutica alla firma della Convenzione tra l’Amministrazione Comunale e le proprietà private, al fine di dare attuazione alle previsioni urbanistiche previste nel Piano Esecutivo Convenzionato (PEC).
La condizione posta da tempo, da parte della città di Pinerolo, per la firma della convenzione è la definizione formale di un atto di coordinamento tra le proprietà stesse, consorzio od altra forma giuridica, al fine di avere un unico interlocutore privato con il quale confrontarsi.

Se cosi è assisteremo, forse già entro quest’anno, all’apertura di un grande cantiere, il più grande negli ultimi decenni di storia recente di Pinerolo, che consegnerà alla città un nuovo quartiere,che prevede la costruzione di più di 900 nuovi vani, con alcune “case alte” di nove piani fuori terra.

Questo intervento si inserisce in una situazione tuttora di crisi del mercato immobiliare pinerolese, caratterizzato da svariate centinaia di alloggi vuoti (invenduti e non utilizzati) e rischia di portare ad un ulteriore svalutazione dei valori immobiliari del patrimonio edilizio residenziale esistente, che costituisce il risultato concreto dei risparmi di una vita di migliaia di famiglie pinerolesi.

Chi ci guadagnerà da questa grande operazione immobiliare? Alcuni, pochi, tra i soliti e più noti costruttori di Pinerolo.

Chi ci perderà da questa iniziativa? La Comunità di Pinerolo nel suo insieme.

Per quali motivi?

  • oltre al rischio, già richiamato, di svalutazione dei valori immobiliari del patrimonio edilizio residenziale esistent
  • sarà sostanzialmente distrutta la testimonianza più significativa di archeologia industriale del pinerolese, con l’abbattimento di gran parte dell’ex stabilimento Turck. E’ prevista infatti la sola conservazione della percezione volumetrica e dei caratteri identificativi del tipo edilizio originario del cosiddetto Follone ovvero della parte arsa dal fuoco dieci anni or sono nel 2013.
  • sarà deteriorato lo sky line della città di Pinerolo, già fortemente compromesso con la costruzione del “grattacielo”di diciassette piani, con la costruzione di case “alte” nove piani, quando gli edifici residenziali di Pinerolo non superano in alcun caso i cinque piani;
  • sarà fortemente compromessa la viabilità dell’intero asse di corso Piave e vie limitrofe, dove andranno inevitabilmente a concentrarsi i flussi di traffico aggiuntivi correlati ai nuovi residenti dei più di 900 nuovi vani. Questo in quanto l’apertura di un ponte sul torrente Lemina, con il collegamento della viabilità interna del nuovo quartiere con la via Toscanini, rimane al momento un’ipotesi progettuale, senza alcuna certezza di una sua realizzazione;
  • si correrà il rischio del determinarsi di un “cono d’ombra”, stante l’altezza di parte dei nuovi edifici e della vicinanza degli stessi, a discapito della qualità della vita dei frequentatori, in orario scolastico, dei plessi posti lungo la via Serafino.


Tutto questo per quali ragioni?

Perchè l’Amministrazione Comunale, pur approvando una Variante Generale al Piano Regolatore cittadino, ad oggi di destino incerto, non ha avuto il coraggio di ridurre le capacità edificatorie abnormi riconosciute a quest’area di trasformazione.

Cosa proponiamo?

Di fermare il procedimento in corso dello Strumento Urbanistico Esecutivo (S.U.E) e di ripensare le caratteristiche dell’intervento, nel rispetto dell’iniziativa privata:

  •  conservando l’intera struttura dell’ex merlettificio Turk
  •  riducendo le capacità edificatorie
  • riducendo l’altezza degli edifici, rendendola cosi coerente con le altezze medie degli edifici residenziali esistenti
  • allontanando le nuove costruzioni dai plessi scolastici di via Serafino
  • prevedendo l’inserimento di una quota di edilizia residenziale pubblica, per le fasce di popolazione altrimenti in difficoltà economica nell’accesso alla casa

SOGGETTI ADERENTI AL COORDINAMENTO ASSOCIAZIONI PINEROLESI:

Associazioni e gruppi:

- Italia Nostra Sezione del Pinerolese "Ettore Serafino"

- LIPU delegazione di Torino

- Legambiente circolo di Pinerolo

- LAC Lega Abolizione caccia Sezione di Pinerolo

- Osservatorio 0121 - Salviamo il paesaggio

- Comunità "Laudato Sì" Pinerolo

- Associazione Provinciale FederTerziario Torino

- APP - Ambientalisti per Pinerolo

- Gruppo “Ass. Rita Atria Pinerolo”

l'antico opificio ex merlettificio TURK

l'area TURK




lunedì 12 settembre 2022

Ex setificio Vagnone: il C.A.P. segnala aspetti di dubbia legittimità degli atti amministrativi; l'Associazione Commercianti boccia l'ipotesi di un ennesimo supermercato.

Continua la battaglia culturale che vede il Coordinamento Associazioni Pinerolesi (C.A.P.) impegnato  a difesa delle cicogne, della ciminiera, dello storico opificio Vagnone, della storia architettonica-urbanistica di Pinerolo: la tutela del patrimonio storico, architettonico e urbanistico della nostra città è salvaguardia della identità stessa della nostra comunità.


la ciminiera dell'ex Setificio Vagnone

Lettera del C.A.P. ad esprimere dubbi di legittimità degli atti amministrativi 

Martedì 23 agosto il C.A.P. ha inviato una lettera al Sindaco della città di Pinerolo, agli assessori all'Urbanistica e patrimonio e all'Ambiente e mobilità sostenibile, agli Enti regionali e della città metropolitana di Torino coinvolti o interessati al procedimento urbanistico in corso afferente il sito dell'ex setificio Vagnone, per segnalare alcuni aspetti di dubbia legittimità gravanti sugli atti amministrativi adottati dall'amministrazione e di prossima, prevedibile, adozione.

In sintesi, la segnalazione del C.A.P. riguarda due aspetti:
  • Il primo aspetto è in relazione all'apparente contrasto fra il Progetto preliminare di variante generale al PRGC, adottato con Deliberazione del Consiglio comunale n.38 del 30 giugno 2021, ed il permesso di abbattere la ciminiera rilasciato a marzo 2022. Il progetto preliminare di variante infatti pone sotto tutela il sito e lo indica di "interesse storico", anche in risposta ad una richiesta da parte della Soprintendenza Archeologica Belle Arti e Paesaggio della Città metropolitana di Torino e dalla Regione Piemonte, Direzione ambiente, governo e tutela del territorio.
  • Il secondo aspetto riguarda la destinazione d'uso dell'area oggetto dell'intervento di sostituzione edilizia con previsione, per quanto noto, di costruzione di un nuovo supermercato. All'area ex Vagnone risulterebbe infatti attribuita destinazione d'uso residenziale, in conseguenza della quale sarebbe compatibile prevedere solo esercizi commerciali cosiddetti "di vicinato", cioè aventi estensione fino a 250 metri quadrati di superficie, quindi incompatibile con la costruzione di una piattaforma commerciale di medie dimensioni.
Il Coordinamento ha voluto quindi segnalare gli aspetti dubbi sopra esposti affinché l'Amministrazione Comunale possa sospendere in autotutela l'efficacia degli atti emessi, revocandoli (leggasi "permesso di abbattere la ciminiera"), consentendo a tutti i soggetti interessati di ciascun Ente di verificare e chiarire quanto appare in contrasto con il regime urbanistico attualmente operante nel Comune di Pinerolo.

L'Associazione Commercianti boccia l'ipotesi dell'ennesimo supermercato a Pinerolo
I commercianti del centro storico chiedono più amore e rispetto per il loro lavoro

Negli ultimi giorni si è registrato anche il netto pronunciamento dell'Associazione Commercianti del Pinerolese la quale, tramite la sua presidente Manuela Anzalone, ha bocciato l'ipotesi dell'ennesimo supermercato a Pinerolo, ritenendo che il numero delle strutture già presenti sul territorio sia più che sufficiente a soddisfare la domanda degli abitanti. 
Del resto la presenza oramai invadente dei "supermercati" non è elemento che involgarisce e snatura solo il carattere dei luoghi. Evidenti  ed estremamente critiche appaiono anche le ripercussioni sociali ed economiche che il numero abnorme di supermercati impone al tessuto del commercio cittadino, schiacciando e impoverendo sempre più il cosiddetto "commercio di vicinato" che contribuisce invece a rende vivo e vitale anche il centro storico di Pinerolo. 
Negli ultimi ultimi anni il commercio di vicinato ha dovuto sopportare e contrastare eventi epocali -a partire proprio dall'arrivo dei "supermercati", all'avvento delle vendite "on-line", alla pandemia. Contro tutto questo hanno lottato, e continuano a lottare quotidianamente, nostri concittadini i quali hanno investito denaro e passione per costruire e sostenere attività da cui deriva il sostegno economico delle loro stesse esistenze. "Le cicogne Pina e Raul" hanno potuto ascoltare tante storie di commercianti presenti nel centro storico di Pinerolo, i primi ad essere colpiti da un ennesimo supermercato: nostri concittadini i quali, anche loro,  chiedono  "più amore e rispetto" per il lavoro che svolgono ed il contributo quotidiano che la presenza delle loro attività offre al decoro e al mantenimento del centro storico cittadino.
La politica amministrativa locale è quindi chiamata a riflettere sulle ripercussioni sociali e culturali derivanti dalla gestione del territorio. Poiché, a nostro parere, proprio la gestione urbanistica di un territorio può rappresentare un indicatore utile ad individuare gli scopi, gli indirizzi, il “progetto generale” che guida e determina non solo il carattere di una amministrazione locale ma anche della sua comunità, ribadiamola domanda: "Quale cultura esprime una amministrazione, una comunità, che permette la distruzione di un nido di cicogne, di una ciminiera, di uno storico opificio, per costruire il 17° supermercato pinerolese?"

alcuni dei negozianti pinerolesi che hanno accolto l'appello in difesa delle "cicogne"






martedì 23 agosto 2022

Una riflessione di Marco Calliero sulla storia dei luoghi di Pinerolo. "Pinerolo merita più amore e più conoscenza"

Come gruppo "Associazione Rita Atria Pinerolo" continuiamo ad occuparci di gestione del territorio poiché, a nostro parere, questo può rappresentare un indicatore utile ad individuare gli scopi, gli indirizzi,  il “progetto generale” che guida e determina non solo il carattere di una amministrazione locale ma anche della sua comunità. Non solo: avere cura e amore per i territori è un primo fondamentale strumento per opporsi a "mafie e pensiero mafioso".

Marco Calliero “(…) Non si può più tollerare l'arroganza di coloro che, giustificandosi con la necessità di applicare una normativa, oppure di rispettare bilanci economici, oppure ancora sventolando false urgenze igieniche, hanno deciso e decidono che un luogo giunto a noi dopo secoli non valga più nulla. Questo è un autentico crimine legalizzato ai danni dell'identità del territorio, poiché l'identità è la più preziosa delle eredità tramandate da chi ci ha preceduto(…)”.

Guido Piovene ( "VIAGGIO IN ITALIA"): "(...) Si avverte frequentemente in Italia una rottura fra le tradizioni, lo sfondo e la vita di oggi, che appare perciò come vuota. La civiltà diviene quindi endemica, senza giungere più all'intelligenza e all'amore: gli abitanti assomigliano ad ospiti occasionali, senza storia, su un fondale storico. Si devono a questo,ritengo, le brutture edilizie perpetrate per speculazione,ma soprattutto per mancanza di affetto (...)".

Coordinamento Associaizoni  Pinerolesi: "Comunità significa conoscere, tutelare e valorizzare la memoria collettiva anche nelle sue espressioni materiali, ad esempio gli edifici in cui persone hanno vissuto, lavorato, hanno passato il loro tempo. Non tutto deve rimanere così come è ma nulla deve (più) andare perduto.Per questo motivo iniziamo la pubblicazione di contributi che raccontano la storia delle testimonianze, silenti, accanto alle quali passiamo senza porvi attenzione, affinché domani quel "passaggio" ci racconti di un tempo passato". 

Paolo Pileri ( : "(...) Chi si occupa di spiegare che consumare suolo è un guaio, deve fare i conti con una politica abituata a farlo consumare e a usare quel consumo per varie ragioni: consuetudine, potere, consenso elettorale, riproduzione di se stessa, compiacere altri poteri, far arrivare a fine mese il proprio Comune, buona fede, ignoranza delle conoscenze, etc.(...)"

Ringraziamo l'Eco del Chisone per il significativo rilievo che ha voluto offrire alla riflessione di Marco Calliero, archivista e autore pinerolese, pubblicata la prima settimana di agosto. Auspichiamo che l'attenzione manifestata da alcuni giornali locali (Eco del Chisone, Vita Diocesana, Voce Pinerolese, Piazza Pinerolese) nei confronti del tema proposto da Marco Calliero -la tutela del patrimonio storico, architettonico e urbanistico della nostra città a salvaguardia della identità di una comunità- possa costituire un contributo importante alla "battaglia culturale" condotta anche dalle associazioni pinerolesi riunite nel "COORDINAMENTO ASSOCIAZIONI PINEROLESI". Lo stesso Marco Calliero ha infatti espresso profonda preoccupazione e rincrescimento per le azioni che si  stanno prospettando a danno del patrimonio storico-urbanistico di Pinerolo, in questo caso si tratta dell'ex setificio Vagnone, storico opificio che si vuole abbattere per edificare il 17° supermercato cittadino: «Il setificio Vagnone di Abbadia, un altro opificio storico di Pinerolo in pericolo. Oramai sono a rischio estinzione. Più ancora delle cicogne. L’accanimento del Piano regolatore comunale su questi luoghi è scientifico. Un autentico crimine verso l’identità del territorio». 

Quanto accade a Pinerolo, la rozzezza culturale di comunità e amministrazioni che ancora permettono la distruzione dei luoghi di memoria e di identità della comunità stessa, sembra l'ennesimo ed ultimo esempio, in ordine di tempo, di quanto denunciava lo scrittore Guido Piovene, "speculazione e mancanza di affetto", o della "ignoranza delle conoscenze" rilevata da Paolo Pileri, urbanista. Il contributo offerto da Marco Calliero colma la "scusante dell'ignoranza" sul valore e sul significato di uno dei luoghi sui quali si fonda la storia e l'identità della comunità di Pinerolo. Pinerolo merita più amore e più conoscenza!

STORIA DEL SETIFICIO VAGNONE - Parte 1 -

Autore: Marco Calliero, archivista, autore letterario

Ci apprestiamo a raccontare la storia di un luogo che, a causa del fatto di essere stato dimenticato dai pinerolesi, per mano di essi sarà a breve cancellato. Esiste un legame tra valori, credenze, tradizioni di una comunità e le tracce evolutive di essa stessa disseminate sul territorio. In altre parole si tratta del nesso esistente tra i propri abitanti e i luoghi dove si à fatta la storia. Una "comunità patrimoniale" è quella che ha coscienza del proprio ruolo di riconoscere i luoghi significativi che la rappresentano e di impegnarsi a trasmetterli alle generazioni future valorizzandoli, indipendentemente da chi ne detenga la proprietà. Un ruolo complementare e distinto da quello delle soprintendenze, e che espande la sensibilità oltre i limiti del valore meramente artistico e strutturale dei manufatti. Qui sta la differenza fra una comunità consapevole e un'altra inconsapevole della propria identità.

Nei secoli scorsi il paesaggio attorno all'abitato di Pinerolo era costituito da terreni coltivati, piccoli corsi d'acqua e filari di alberi. Cascinali sparsi facevano da contrappunto a questo stato di fatto. La distanza tra la città e il paese di Abbadia era rappresentata dalla strada che li congiungeva e che attraversava quella distesa di natura verdeggiante. Il tragitto era quello ricordato fin dal 1294 quando i cavalieri pinerolesi lo coprirono con la famosa cavalcata per raggiungere e salvare l'abate dalla minaccia dei perosini coalizzati col conte di Savoia. A interrompere la continuità dei campi, lungo il tragitto, già nel XVI secolo erano i forni di Abbadia, opificio non lontano dall'antichissimo monastero benedettino. La presenza di fornaci per la cottura dei laterizi è tipica e consolidata qui come genericamente in pianura, dove al contrario dei luoghi montuosi e collinari la disponibilità di pietra è minore.

Verso l'inizio del XIX secolo, in direzione di Pinerolo si aggiunse un secondo complesso edilizio. In effetti, a partire dal 1837 i fratelli Pietro e Luigi Vagnone installarono un battitore da rusca situato nel sito compreso fra la bealera di Cholera, costeggiante la strada che congiunge Pinerolo ad Abbadia, e il canale scaricatore di Abbadia nel tratto più prossimo al torrente Lemina. La rusca è polvere di corteccia che si utilizzava nella concia delle pelli, attività storicamente presente in questo territorio.

La cura dei canali artificiali tendeva ad aumentare laddove essi venivano sfruttati da piccoli insediamenti industriali. Dunque anche qui, dove, nel 1862 la bealera di Cholera fu riallineata alla strada di San Secondo affiancante il lato occidentale del sito che stiamo raccontando.

Intorno all'anno 1860 l'area edificata risultava notevolmente ampliata, e comprendeva un battitore, una conceria, una casa civile e la corte interna. All'epoca la proprietà passò all'erede Giacinto Vagnone. A partire dal 1862 il battitore fu utilizzato per lavorare le fibre di canapa, questo fino a quando si decise di convertire le produzioni nel redditizio mercato della seta, motivo per cui si mise in piedi una vasta filatura. Questo avvenne negli ultimi tre decenni del XIX secolo.