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martedì 25 luglio 2023

Ventimila (20.000!) “pinerolesi fantasmi” continuano a chiedere cemento!

Ventimila (20.000!) “pinerolesi fantasmi”  continuano a chiedere cemento! 

Nuovi condomini nell'area del Turck. Impatti ambientali, economici e sociali: la necessità di un Consiglio Comunale aperto.

Salvatore Settis, tratto da "PAESAGGIO COSTITUZIONE CEMENTO": "(...) Solo imparando a muoversi nel labirinto delle norme, dei dati, delle informazioni e controinformazione, potremo giudicare in prima persona (come è nostro diritto) che cosa, di quanto ci accade intorno, è giusto o inevitabile e che cosa è invece il frutto di cinica speculazione che, per il vantaggio di pochi, devasta il bene di tutti. Sta di fatto che ogni giorno, sotto gli occhi di milioni di cittadini, poche migliaia di speculatori senza scrupoli distruggono il paesaggio italiano.(...)  specialmente al Nord, ma non solo, i delitti contro il paesaggio si consumano non ignorando le regole ma modificandole, o "interpretandole" con mille artifizi, perché siano al servizio non del pubblico bene ma del "partito del cemento", invadente e trasversale.(...)"

area TURK

Ventimila (20.000!) “pinerolesi fantasmi” continuano a chiedere cemento! 

Dieci anni fa una coraggiosa sindaca piemontese, Matilde Casa di Lauriano Po, dando seguito al suo programma elettorale di chiaro stampo ambientalista, rese nuovamente agricoli dei terreni edificabili. Denunciata per abuso d'ufficio venne assolta dimostrando un fatto estremamente importante sotto l'aspetto ambientale: un'amministrazione comunale ha la possibilità imporre un reale stop al consumo del suolo.

Un'altra coraggiosa sindaca, la bolognese Isabella Conti di San Lazzaro di Savena, 9 anni fa bloccò addirittura un PEC (Piano Esecutivo Convenzionato) che prevedeva l'edificazione di oltre 500 alloggi. Anche in questo caso il TAR diede ragione alla sindaca dimostrando un ulteriore fatto: anche in presenza di un PEC un'amministrazione può bloccare tutto salvaguardando il suolo (e non solo). (puoi leggere qui la storia di Isabella Conti)

Perché non si fa tesoro di queste esperienze anche a  Pinerolo, riducendo significativamente le aree edificabili attraverso una “coraggiosa” variante al Piano Regolatore? 

Invece a Pinerolo abbiamo “ventimila (20.000!) cittadini fantasmi” che continuano a chiedere  cemento (il piano regolatore -obsoleto e sovradimensionato- prevederebbe oltre 56.000 abitanti), mentre alcune stime parlano di circa 2.000 alloggi inutilizzati! Una riduzione delle aree edificabili di certo gioverebbero quindi ai 36.000 residenti-cittadini reali (!) che non vedrebbero svalutarsi le loro abitazioni e non assisterebbero ad un incremento di traffico ed inquinamento!

il TURK
A Pinerolo accade invece che un PEC, in via di definizione, preveda l'edificazione di oltre 400 alloggi nell'ambitissima area del Turck, a due passi dal centro cittadino. In questo caso, oltre alla svalutazione del patrimonio edilizio privato ed al peggioramento della viabilità, i pinerolesi dovrebbero pure farsi carico di importanti opere accessorie (es. rifacimento del ponte della ferrovia sul Lemina) in forza della attuale bozza di convenzione tra comune e soggetti attuatori.

Eppure, in passato, nei programmi elettorali accadeva di leggere frasi come questa: “(…) occorre invertire la tendenza urbanistica alla dismissione di aree industriali per trasformarle in residenziale o commerciale e agevolarne piuttosto la riqualificazione polifunzionale, incentivando l’insediarsi anche di nuove attività manifatturiere e artigianali compatibili con la residenza. Si perseguissero con coerenza i proclami elettorali attuando quei principi nel caso dell’area Turck, oltre a creare posti di lavoro a “km zero”, si  avrebbero ulteriori vantaggi: la conservazione di uno storico edificio industriale, che è stato alla base dello sviluppo cittadino; la preservazione di un polmone verde nel cuore città; la creazione di una “cassa di espansione” per il Lemina, utile ad assorbire eventuali esondazioni del fiume.

Queste sono solo alcune delle riflessioni che hanno portato il Coordinamento delle Associazioni Pinerolesi (C.A.P.) a proporre un consiglio comunale aperto su un tema così importante.

Coordinamento delle Associazioni pinerolesi C.A.P.:

Associazioni: Italia Nostra Sezione del Pinerolese "Ettore Serafino" - LIPU delegazione di Torino Legambiente circolo di Pinerolo - LAC Lega Abolizione caccia Sezione di Pinerolo - Osservatorio 0121 Salviamo il paesaggio - Associazione Provinciale FederTerziario Torino - Comunità Laudato Si' Pinerolo

Gruppi:  APP - Ambientalisti per Pinerolo - Ass. Rita Atria Pinerolo


Ringraziamo L'Eco del Chisone e Vita Diocesana per aver voluto dare spazio al tema e alle problematicità denunciate dal C.A.P.



mercoledì 26 agosto 2020

Per Amore più che per paura: dobbiamo cambiare!

Vito Mancuso: "È la Vita la divinità primordiale, ma noi lo stiamo dimenticando. Stiamo riducendo la Vita a una specie di centro commerciale in cui ordinare beni e prodotti con un clic. Il mare di Poseidone? È diventato una riserva di cibo e petrolio e una superficie da solcare con le barche. Le foreste di Artemide? Una riserva di legna da abbattere per seminare la soia con cui nutrire il bestiame da macellare al più presto per farne hamburger. L’arte di Apollo? Un grande business ricolmo di finzioni che valgono solo per la capacità momentanea di vincere la noia e di sorprendere con l’ennesima profanazione. L’amore di Afrodite? Un turpe mercato che si ciba di corpi, spesso anche di bambini. E il denaro come unico dio, osservando, in questo sì, un purissimo monoteismo. Qualcuno sostiene che la Natura, espressione suprema della Vita, si sia ribellata a questa devastazione e ci stia prendendo alle spalle, anzi ai polmoni, così da riportarci nella condizione di capire di nuovo che è lei a essere più forte e che noi la dobbiamo rispettare con religioso timore. È così? Io non lo so, quello che so è che la Vita è la grande dea e che la paura in questo caso è la sua prima messaggera. E il messaggio della paura è chiaro: dobbiamo cambiare!"

Invitiamo ad assistere alla proiezione dei due film in programma



giovedì 3 maggio 2012

Più sale il livello di corruzione più sale il livello di inquinamento.


Paul Connett: ideatore della “Strategia Rifiutizero”. 
Lo sappiamo: anche grazie al libro "Gomorra" di Robero Saviano, sappiamo dello scandalo dei rifiuti tossici e pericolosi smaltito dalle mafie. Imprenditori senza scrupoli, dirigenti di aziende, tecnici, per anni si sono affidati a mafiosi e faccendieri per ridurre i costi di smaltimento e la gestione dei prodotti di scarto delle lavorazioni industriali. I "rifiuti" sono diventati un lucroso affare per le cosiddette "ecomafie" e alcune zone del Sud dell'Italia, insieme ad alcune nazioni del cosiddetto "Terzo Mondo", sono divenute "discariche abusive" di sostanze che minano la salute di intere comunità.
Fra i beni più preziosi, la salute dei cittadini, il territorio-paesaggio, sono quotidianamente minacciati dall'illegalità: "(...)Più sale il livello di corruzione più sale il livello di inquinamento(...)." E' quanto afferma Paul Connett, teorico della “Strategia Rifiutizero", nell'intervista che riportiamo: l'analisi di un problema, i rifiuti prodotti dalla nostra società, può divenire il punto di partenza per riflettere su un sistema,  quello del modello capitalistico-occidentale, che  rischia di implodere se non diventa "eco-sostenibile".

Fonte : "Articolo tre", 29 aprile 2012,  intervista di Davide Pelanda


"E’ proprio difficile non conoscere Paul Connett docente di Chimica Generale, Chimica Ambientale e Tossicologia presso la St. Lawrence University (New York), ambientalista di fama mondiale, tra i maggiori esperti in tema di diossine, furani e teorico dellaStrategia Rifiutizero”. È passato più di una volta in Italia, facendo su e giù dalla Sicilia e risalendo lo stivale fino a Roma, Pisa, e su su fino a Torino dove di recente l’abbiamo incontrato durante l'evento “Rifiutizero Italia chiama USA” in collegamento via skype proprio con San Francisco ed il suo Primo Cittadino.
- Professor Connett sapeva che l'ex sindaco di Torino Sergio Chiamparino, convinto promotore dell'inceneritore del Gerbido di Torino, intervistato dagli Amici di Beppe Grillo, alla domanda “Lei sa chi è Paul Connett?” rispose “Io non so chi sia Paul Connett, per me è uno sconosciuto”. Pensa che l'attuale sindaco Piero Fassino ed altri sindaci italiani conoscano lei e la “Strategia Rifiutizero” di cui è massimo esponente mondiale?
«Ho parlato in più di 220 città d’Italia e quindi penso che molti sindaci conoscano la “Strategia Rifiutizero” cioè un diverso modo di affrontare la gestione dei rifiuti. Le città che in Italia hanno aderito a questa idea sono adesso 73. Se proprio il vostro sindaco non conosce questa strategia potrà leggere il libro che ho appena pubblicato sull’argomento. Per il passato va bene, ma per il futuro non ci sono più scuse»
- Come può creare posti di lavoro un inceneritore? E come può invece creare benessere e lavoro la Strategia da lei promossa?
«Quando si costruisce un inceneritore si mettono i soldi in un macchinario  estremamente complicato. Una gran parte di denaro lascia la comunità e si creano pochissimi posti di lavoro. L’inceneritore di Brescia è costato trecento milioni di euro ed ha creato solo ottanta posti di lavoro. Ci sarebbero dieci volte quel numero di posti di lavoro nel riciclaggio, riutilizzo ecc…»
- Lei diceva che dove ci sono Paesi con tanta corruzione c'è tanto inquinamento. E' una correlazione dimostrabile? Se è vera, come mai succede?
«Più sale il livello di corruzione più sale il livello di inquinamento perché c’è una cattiva legge. Invece una buona legge consente una buona partecipazione della gente che farebbe migliorare anche la questione dell’inquinamento. Dobbiamo pulire il sistema democratico politico per pulire l’ambiente
- Cosa possono fare i cittadini per convincere i politici ed amministratori, ora che l'inceneritore è in fase avanzata di costruzione, che è una scelta perdente quella di bruciare i rifiuti?
«Una volta che il denaro è stato speso per questa costruzione è difficile tornare indietro. Però negli Stati Uniti alcune città hanno visto che sarebbe stato più economico non far partire l’inceneritore e scegliere le alternative. Anche se l’impianto è già stato costruito si possono usare molte sue infrastrutture per il riciclaggio dei rifiuti, senza però usare il forno. Da noi non lo si è completamente abbandonato, lo si è riutilizzato solo in parte»
- La grande partecipazione popolare per la tutela dell'ambiente e della salute dei cittadini può essere fermata con i soldati e la violenza governativa, come sta succedendo con la Tav in Valsusa?
Pinerolo:  la discarica del Torrione viene "impacchettata"
«E’ assurdo che nella situazione economica in cui ci si trova lo Stato italiano continui a mettere denaro in opere così grandi invece di usarlo per scuole, ospedali e opere per il welfare. E’ un problema molto serio. Per imporre cattive decisioni hanno bisogno di diventare antidemocratici: queste Grandi Opere non sono decisioni condivise con la popolazione. Invece non si ha bisogno dell’esercito per realizzare la “Strategia Rifiutizero” perché è ciò che la gente vuole»
- Lei ebbe a dire che la data per raggiungere l'obiettivo Rifiutizero era il 2020. Una tempistica idealista? Reale? A che punto siamo, nel mondo per ottenere quel risultato, visto che mancherebbero otto anni?
E’ bene avere un obiettivo chiaro, una chiara direzione verso cui andare. Per adesso è impossibile raggiungere lo Zero, però ci stiamo avvicinando: ad esempio, Villafranca d’Asti è all’85 per cento, San Francisco 78 per cento, tutto ciò per dire che l’80 per cento è raggiungibile con la responsabilità civica della popolazione. Ma dall'altro capo ci deve anche essere la responsabilità industriale: quello che non si può riciclare, quello che non si può riutilizzare, non dovrebbe essere prodotto. E senza questo non si arriva allo Zero. E’ questo il messaggio fondamentale.
La responsabilità civica della comunità, invece, è veloce da ottenere e dà buoni risultati, mentre la responsabilità dell’industria è molto più lenta soprattutto quella del packaging, molto più restia a collaborare. Ci sono molti esempi di produttori che adottano la “Strategia Rifiutizero”: per esempio chi fa fotocopiatrici o computer durevoli nel tempo e che possono essere anche recuperati. La “Strategia Rifiutizero” è difficile, certo, ma è un passo verso la sostenibilità che è un imperativo morale a cui noi non possiamo sottrarci. Comincia dalle mani, dalla separazione che ciascuno fa e finisce con la mente e la capacità e inventiva per trovare soluzioni nuove nella progettazione».
Davide Pelanda