La parola ebraica pesach, da cui
deriva Pasqua, significa "passare oltre",
"tralasciare". L'azione di "passare oltre"
fa riferimento al racconto della "decima piaga", nella
quale il Signore vide il sangue dell'agnello sulle porte
delle case di Israele e "passò oltre", colpendo solo i
primogeniti maschi degli egiziani, compreso il figlio del
faraone (Esodo, 12,21-34). La Pesach indica
quindi la liberazione di Israele dalla schiavitù sotto
gli egiziani e l'inizio di una nuova libertà con Dio verso
la terra promessa.
Pasqua è la resurrezione del Cristo che sconfigge
la morte: "passa oltre".
Ai nostri giorni, Pablo Picasso disegna una
"Colomba del Futuro", immagine di un "futuro
possibile", in cui il simbolo della Pace -la Colomba- si
posa su strumenti di guerra di morte distrutti, sconfitti da
una Umanità che "passa oltre". Un futuro possibile ma
non ancora concretizzato.
Ai nostri giorni, nuovi "faraoni" erigono mura, regole-leggi, per impedire all'umanità dolente di
"passare oltre" le piaghe causate da decenni (secoli) di
politiche errate: guerre, miseria, ingiustizie. E mura e
regole-leggi sono costruite a difesa dei privilegi dei "faraoni"
e delle loro "caste di potere"; caste che sembrano retaggio
medioevale eppure mai come oggi appaiono così salde, potenti e ben
visibili, a perpetuare la secolare e oscena divisione fra
padroni e sudditi.
Papa Francesco lo ha affermato ieri sera,
nella solenne Veglia della Notte Santa di questa Pasqua: "Maria
di Magdala e l’altra Maria riflettono il volto di donne, di madri
che piangono vedendo che la vita dei loro figli resta sepolta sotto
il peso della corruzione che sottrae diritti e infrange tante
aspirazioni, sotto l’egoismo quotidiano che crocifigge e
seppellisce la speranza di molti, sotto la burocrazia paralizzante e
sterile che non permette che le cose cambino".
Non vi è Speranza di Pace senza Giustizia; invece,
quando si costruisce la Giustizia c'è salvezza per chiunque si
adoperi e si offra a quel disegno, cristiani e non cristiani.
Non c'è altra Pasqua se non quella che
costruisce Pace e Giustizia per l'intera Umanità.
A coloro che sono in condizioni di difficoltà, a coloro che sono capaci di lottare per la Pace e la Giustizia, l'augurio di una Pasqua di Speranza, una Speranza che deve essere quella descritta da don Tonino Bello
Cosa è la speranza?
È difficile parlare di speranza.
Bisogna far capire invece che la speranza è parente stretta del realismo,
la tensione di chi, incamminandosi su una strada,
ne ha già percorso un tratto e orienta i suoi passi,
con amore e trepidazione,
verso il traguardo non ancora raggiunto.
È impegno robusto che non ha da spartire nulla con la fuga.
Perché chi spera non fugge. Si incarna nella storia, non si aliena.
Costruisce il futuro, non lo attende soltanto.
Ha la grinta del lottatore, non la rassegnazione di chi disarma.
Ha la passione del veggente, non l’aria avvilita di chi si lascia andare.
Cambia la storia, non la subisce.
Ricerca la solidarietà con gli altri viandanti, non la gloria del navigatore solitario.
don Tonino Bello
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