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giovedì 27 luglio 2023

RITA ATRIA , testimone di giustizia: "La mafia siamo noi e il nostro modo sbagliato di comportarci".

RITA  ATRIA  testimone di giustizia: "(...) Prima di combattere la mafia devi farti un auto-esame di coscienza e poi, dopo aver sconfitto la mafia dentro di te, puoi combattere la mafia che c'è nel giro dei tuoi amici, perché la mafia siamo noi e il nostro modo sbagliato di comportarci. (...)".

"(...) Forse un mondo onesto non esisterà mai, ma chi ci impedisce di sognare? Forse se ognuno di noi prova a cambiare, forse, ce la faremo".


Il contributo di Rita Atria alla lotta culturale contro le mafie
Il contributo di Rita Atria alla lotta culturale contro le mafie è essenziale perché Rita Atria aiuta a comprende "la verità" su uno dei drammi che segnano ancora oggi la storia del nostro paese. Quando ci chiediamo cosa sono le mafie la risposta più semplice, essenziale, la troviamo “facendo memoria” delle parole scritte da Paolo Borsellino la mattina del 19 luglio 1992, rispondendo alla lettera che gli era giunta da parte di una preside, poche ore prima di essere ucciso insieme agli agenti della sua scorta: “(…) La mafia è essenzialmente ingiustizia.(...)”
Ma provando a rispondere a quella domanda (cos'è la mafia?) dobbiamo “fare memoria” di un altro “pezzo di verità” che emerge proprio dalla storia di questa ragazzina siciliana, divenuta testimone di giustizia grazie all'esempio della cognata Piera Aiello e dal loro incontro col giudice Paolo Borsellino. Nelle ore che seguirono la strage di Via D'Amelio, la morte dello “zio Paolo”, Rita Atria scrive nel suo diario il “pezzo di verità” dinanzi alla quale tutti siamo chiamati a confrontarci: “(...) Prima di combattere la mafia devi farti un auto-esame di coscienza e poi, dopo aver sconfitto la mafia dentro di te, puoi combattere la mafia che c'è nel giro dei tuoi amici, perché la mafia siamo noi ed il nostro modo sbagliato di comportarsi.
L'insegnamento di Rita Atria è strettamente legato alla “presa di coscienza” e alla volontà di cambiamento che la sua stessa vita esprimono. Lo avevamo scritto all'inizio della nostra esperienza, quando avevamo scelto di dedicare il nostro impegno alla sua figura: pur essendo nata in una famiglia mafiosa,  Rita Atria scelse di denunciare per tentare di “cambiare” il mondo nel quale era nata e che la soffocava (….) Il valore del messaggio contenuto nelle parole di Rita Atria, la sua figura di “giovane donna”, ci paiono anche rispecchiare la speranza di cambiamento che spesso leghiamo all'immagine della componente femminile della nostra società, della donna."
Volendo sostenere la prova di maturità nel luglio del 1992, poche settimane dopo la strage di Capaci, Rita Atria dimostra di essere una ragazza-donna forte, presente e partecipe del momento storico che vive,nonostante i drammi della sua vita personale. Le sue riflessioni sulle conseguenze immediate che l'uccisione di Giovanni Falcone potrà produrre nella lotta alle mafie sono analisi lucide e profonde: le ritrattazioni, le misure necessarie per sostenere coloro che vorrebbero denunciare i mafiosi; la debolezza organizzativa e di mezzi che palesa lo stato italiano nella lotta alle mafie. E poi, sempre nel suo tema di maturità, l'appello, le parole rivolte ai ragazzi e alle ragazze che, come lei, vivevano in “famiglie mafiose”(...) L'unico sistema per eliminare tale piaga è rendere coscienti i ragazzi che vivono tra la mafia che al di fuori c'è un altro mondo fatto di cose semplici, ma belle, di purezza, un mondo dove sei trattato per ciò che sei, non perché sei figlio di questa o di quella persona, o perché hai pagato un pizzo per farti fare quel favore. Forse un mondo onesto non esisterà mai, ma chi ci impedisce di sognare. Forse se ognuno di noi prova a cambiare, forse ce la faremo".
Piera Aiello
Rita vive la sua vita con coraggio e forza, rivolgendo sempre lo sguardo fuori da sé; vive sino all'ultima speranza, la speranza riposta nella vita stessa dell'uomo in cui Lei stessa e l'Italia onesta si riconoscevano: Paolo Borsellino. Ma Rita Atria continua a vivere accanto alle tante vite di tanti, primi fra tutto lo “zio Paolo”, Paolo Borsellino, e Giovani Falcone.
Piera Aiello è stata eletta deputata nelle ultime elezioni politiche e siede ora nel Parlamento Italiano: dopo lunghi anni di anonimato, vissuti sotto protezione in una località segreta, sotto,  ha potuto riavere il suo vero nome, mostrare il suo volto.



(...) la mafia siamo noi ed il nostro modo sbagliato di comportarsi":
il pericolo di essere, o diventare, la  "docile antimafia"
Il nostro modo sbagliato di comportarci, l'ottenere quello che non ci meritiamo, costituisce quello che noi dell'Associazione“Rita Atria” Pinerolo abbiamo definito come “pensiero mafioso”: l'ingiustizia piccola o grande commessa ai danni di qualcun altro per per trarne qualche beneficio immeritato. Si tratta di un meccanismo semplice, primitivo ma efficacissimo in un “sistema malato” quale quello italiano, soggiogato da mafie e corruzione. Talmente efficace, quel “pensiero”, che da tempo viene utilizzato anche da coloro che “mafiosi” in senso stretto non sono e non possono essere definiti.
Fare memoria di Rita Atria per noi non significa quindi commemorare la morte della ragazzina siciliana quanto provare a rendere concreto l'insegnamento della sua vita, agendo per liberarci, noi per primi, dal "pensiero mafioso", cercando poi di riconoscerlo e contrastarlo negli atti della vita quotidiana. Perché, come diciamo spesso, se è vero che pochi di noi avranno la ventura di trovarsi dinanzi ad un mafioso propriamente detto, tutti noi -quotidianamente- ci scontriamo col “pensiero mafioso”.

La domanda essenziale, la traccia che lega i momenti e gli atti del nostro impegno diviene pertanto la seguente: "Come provare ad essere “sentinelle”, contro mafie e pensiero mafioso, nella nostra comunità? Cosa cambia per una comunità se ad usare il “pensiero mafioso” è un mafioso propriamente detto oppure uno (o un gruppo!) che persegue gli stessi obiettivi per ottenere ciò che non si merita?

Aveva ragione Rita Atria: (...) la mafia siamo noi ed il nostro modo sbagliato di comportarsi":

Rita Atria
Il giorno dopo la strage di via D'Amelio, Rita scrive nel suo diario nel diario le parole che costituiscono il suo testamento spirituale, parole che da allora -come abbiamo spesso detto- si impongono alla riflessione di ognuno: "(…)Ora che è morto Borsellino, nessuno può capire che vuoto ha lasciato nella mia vita …Prima di combattere la mafia devi farti un auto-esame di coscienza e poi, dopo aver sconfitto la mafia dentro di te, puoi combattere la mafia che c'è nel giro dei tuoi amici; la mafia siamo noi e il nostro modo sbagliato di comportarci. Borsellino sei morto per ciò in cui credevi, ma io senza di te sono morta. " 
Nonostante l'affetto e la vicinanza di Piera Aiello, con Paolo Borsellino muore anche “la speranza" del cambiamento possibile che Rita Atria aveva riposto nel giudice. "Un'altra delle mie stelle è volata via., me l'hanno strappata dal cuore". Queste sono le parole che Rita confiderà singhiozzando a Piera, dopo aver appreso della morte del giudice e degli agenti della sua scorta, le parole riportate dal Piera Aiello nel suo libro "Maledetta mafia"
Sabato 25 luglio 1992. Rita aveva deciso di restare a Roma e non seguire Piera Aiello che ha bisogno di andare in Sicilia: tornare per rivedere la madre e cercare di attenuare in qualche modo l'angoscia della morte dello "zio paolo". All'aeroporto, improvvisamente, Rita dice a Piera:  "Io non parto".  E ritorna nella casa di Via Amelia, nel quartiere Tuscolano.
Domenica 26 luglio 1992, la domenica successiva alla strage di via D'AmelioIn quel pomeriggio Rita si lascia cadere, lascia cadere l'ultima speranza, dal balcone dell'appartamento di Via Amelia regalando per sempre la sua vita a noi.


Tema di maturità di Rita Atria
Titolo
"La morte del giudice Falcone ripropone in termini drammatici il problema della mafia. Il candidato esprima le sue idee sul fenomeno e sui possibili rimedi per eliminare tale piaga".
Svolgimento
"La morte di una qualsiasi altra persona sarebbe apparsa scontata davanti ai nostri occhi, saremmo rimasti quasi impassibili davanti a quel fenomeno naturale che è la morte del giudice Falcone, per chi aveva riposto in lui fiducia, speranza, la speranza di un mondo nuovo, pulito, onesto, era un esempio di grandissimo coraggio, un esempio da seguire. Con lui è morta l'immagine dell'uomo che combatteva con armi lecite contro chi ti colpisce alle spalle, ti pugnala e ne è fiero. 
Mi chiedo per quanto tempo ancora si parlerà della sua morte, forse un mese, un anno, ma in tutto questo tempo solo pochi avranno la forza di continuare a lottare. Giudici, magistrati, collaboratori della giustizia, pentiti di mafia, oggi più che mai hanno paura, perché sentono dentro di essi che nessuno potrà proteggerli, nessuno se parlano troppo potrà salvarli da qualcosa che chiamano mafia.
 Ma in verità dovranno proteggersi unicamente dai loro amici: onorevoli, avvocati, magistrati, uomini e donne che agli occhi altrui hanno un'immagine di alto prestigio sociale e che mai nessuno riuscirà a smascherare. Ascoltiamo, vediamo, facciamo ciò che ci comandano, alcuni per soldi, altri per paura, magari perché tuo padre volgarmente parlando è un boss e tu come lui sarai il capo di una grande organizzazione, il capo di uomini che basterà che tu schiocchi un dito e faranno ciò che vorrai.
Ti serviranno, ti aiuteranno a fare soldi senza tener conto di nulla e di niente, non esiste in loro cuore, e tanto meno anima. La loro vera madre è la mafia, un modo di essere comprensibile a pochi. Ecco, con la morte di Falcone quegli uomini ci hanno voluto dire che loro vinceranno sempre, che sono i più forti, che hanno il potere di uccidere chiunque. Un segnale che è arrivato frastornante e pauroso. 
I primi effetti si stanno facendo vedere immediatamente, i primi pentiti ritireranno le loro dichiarazioni, c'e chi ha paura come Contorno, che accusa la giustizia di dargli poca protezione. Ma cosa possono fare ministri, polizia, carabinieri? Se domandi protezione, te la danno, ma ti accorgi che non hanno mezzi per rassicurare la tua incolumità, manca personale, mancano macchine blindate, mancano le leggi che ti assicurino che nessuno scoprirà dove sei. Non possono darti un'altra identità, scappi dalla mafia che ha tutto ciò che vuole, per rifugiarti nella giustizia che non ha le armi per lottare.
L'unica speranza è non arrendersi mai. Finché giudici come Falcone, Paolo Borsellino e tanti come loro vivranno, non bisogna arrendersi mai, e la giustizia e la verità vivrà contro tutto e tutti. L'unico sistema per eliminare tale piaga è rendere coscienti i ragazzi che vivono tra la mafia che al di fuori c'è un altro mondo fatto di cose semplici, ma belle, di purezza, un mondo dove sei trattato per ciò che sei, non perché sei figlio di questa o di quella persona, o perché hai pagato un pizzo per farti fare quel favore.
Forse un mondo onesto non esisterà mai, ma chi ci impedisce di sognare. Forse se ognuno di noi prova a cambiare, forse ce la faremo.
Rita Atria
Erice 5 giugno 1992

venerdì 25 marzo 2016

La Carta di Avviso Pubblico: un segno di trasparenza".

Sentinelle del territorio. Ritorniamo sul tema dell'etica nella pratica politica. Nella lettera aperta di alcuni giorni orsono, "E' finita l'era dei fossili"? avevamo espresso sconcerto riguardo "(...) a perniciose liturgie della politica” quali nomine e deleghe frutti di accordi “sotto-traccia”, oppure “antichi personaggi”, detentori di “pacchetti di voti”, portatori di interessi particolari e privatistici.
Aggiungi didascalia
Al contrario, fra altre cose, avevamo  auspicato che i candidati-sindaco e tutte le forze politiche pinerolesi agognino sinceramente il fresco profumo” di una azione politico-amministrativa nuova, saldamente ancorata a principi etici e morali.
Uno degli strumenti che indicavamo era la Carta di Avviso Pubblico", un documento alla cui adesione avevamo invitato i candidati sindaco. Accogliamo pertanto con piacere la scelta di spontanea adesione  a quel documento da parte di Enrica Pazè, la candidata sindaco di SEL Pinerolo.
Vita Diocesana pubblica un interessante articolo di Giancarlo Chiapello nel quale si evidenziano le peculiari finalità del documento: "(...) Il Codice si rivolge ai politici e ne chiede impegni precisi per diventare testimoni visibili di una concreta azione di educazione alla legalità, di un impegno destinato a cancellare potenziali zone d’ombra nell’azione politico-amministrativa.". 
Invitiamo ad una attenta lettura.

Fonte: Vita Diocesana
"Un’associazione per gli amministratori che non hanno nulla da nascondere
La Carta di Avviso Pubblico: un segno di trasparenza". 
Giancarlo Chiapello

UN CODICE ETICO – comportamentale, ecco in sostanza cos’è la Carta di “Avviso Pubblico”, l’associazione che raggruppa alcune centinaia di istituzioni locali, Regioni, Provincie, Comuni, Unioni di Comuni e che si è data come obbiettivo, dichiarato (cfr. www.avvisopubblico.it), quello «di collegare ed organizzare gli Amministratori pubblici che concretamente si impegnano a promuovere la cultura della legalità democratica nella politica, nella Pubblica Amministrazione e sui territori da essi governati».
Non serve di fatto a sostituire i politici con chissà quali figure “messianiche” o “tecniche”, spesso digiune di una vera visione comunitaria, non ha un’impostazione demagogica e meramente teorica, ma rappresenta un sostegno alla buona politica per emergere, in particolare in territori e situazioni dove si potrebbero evidenziare rischi legati a clientelismo, conflitti di interessi, pressioni indebite, ecc… (e nel territorio metropolitano questi rischi in molti casi forse non appartengono solo a storie passate).
In particolare, all’articolo 5 parla proprio delle situazioni di conflitto di interesse, come ad esempio «la sussistenza di interessi personali dell’amministratore che interferiscono con l’oggetto di decisioni cui egli partecipa e dalle quali potrebbe ricavare uno specifico vantaggio diretto o indiretto»; «la sussistenza di preesistenti rapporti di affari o di lavoro con persone od organizzazioni specificamente interessate all’oggetto delle decisioni»; «rapporti di frequentazione abituale con persone operanti in organizzazioni specificamente interessate all’oggetto di decisioni di rilevanza economica cui l’amministratore partecipa direttamente, anche nei casi in cui detti rapporti non configurano situazioni che danno luogo a incompatibilità previste dalla legge o da altre norme».
Questo documento è entrato in maniera sostanziale nel dibattito politico pinerolese, grazie all’azione del Presidio di Libera “Rita Atria”, apertosi da tempo sul tema della governance del territorio, dell’urbanistica, in una Città destinata a vedere l’elaborazione di un nuovo Piano Regolatore: molte realtà aggregative cittadine hanno iniziato ad interrogarsi su un tema di spinosa attualità, ossia trasparenza e conflitto di interessi.
Il Codice si rivolge ai politici e ne chiede impegni precisi per diventare testimoni visibili di una concreta azione di educazione alla legalità, di un impegno destinato a cancellare potenziali zone d’ombra nell’azione politico-amministrativa.
Nell’ambito delle primarie del Pd è stato accolto e rilanciato a seguito della personale sottoscrizione da parte di Luigi Pinchiaroglio.
Anche sul fronte dell’impegno sociale nel mondo cattolico, i giovani cattolici democratici del “Comitato Primo Mazzolari” che cercano di riorganizzare nella comunità una presenza radicata nella triplice autonomia di analisi, valutazione ed azione, considerano importante una così significativa presa di posizione.
GIANCARLO CHIAPELLO

mercoledì 12 marzo 2014

Sentinelle del territorio: "Osservazioni al documento programmatico dell’Amministrazione relativo alla pianificazione urbanistica"

Sentinelle del Territorio:
L’urbanistica ci pare un tema importante in quanto, a nostro parere, può rappresentare un indicatore utile ad individuare gli scopi, gli indirizzi,  il “progetto generale” che guida e determina il carattere di una amministrazione locale”. 
presidio LIBERA "Rita Atria" Pinerolo
Lo scorso 18 dicembre 2013 , l'Amministrazione di Pinerolo aveva presentato un Documento Programmatico sulle linee guida dell'urbanistica della città.
Le Associazioni e i gruppi che partecipano al Forum pinerolese per l’Urbanistica e il  Paesaggio avevano replicato con un documento di cui riportiamo un estratto.

Questa sera, allle ore 21.00  è previsto un secondo incontro nel quale si vedrà come e se l'Amministrazione avrà recepito le osservazioni giunte anche da altre associazioni ( fra queste Italia Nostra) e da alcuni gruppi politici della Città ( tra questi, il gruppo Progetto per Pinerolo)



Osservazioni al documento programmatico dell’Amministrazione
relativo alla pianificazione urbanistica

Le Associazioni e i gruppi che partecipano al Forum pinerolese per l’Urbanistica e il  Paesaggio ritengono utile e positiva la scelta dell’ Amministrazione di avviare un confronto sui temi della pianificazione territoriale e urbanistica al fine di ampliare la partecipazione dei cittadini.(...)
Avremmo tuttavia preferito che si intraprendesse –finalmente!-  l’iter di studi e di confronti indispensabili per dare vita ad un nuovo ed aggiornato strumento di gestione urbanistica del territorio, vista la necessità condivisa da molte forze politiche di  “avviare le procedure per un nuovo Piano Regolatore…”, come si leggeva addirittura nel programma di mandato dell’attuale Sindaco. La predisposizione di una “variante”, per quanto generale, fa temere che prevalga una logica improntata ad “aggiustamenti”,  volti a soddisfare i “desiderata”, le molteplici esigenze e richieste pervenute da cittadini e professionisti interessati a modifiche puntuali, senza che queste azioni si  inscrivano in un disegno-progetto generale, organicamente compiuto a favore della intera comunità. Al di fuori di un “progetto organico”, senza criteri preliminari che ne definiscano ambiti e modalità,  anche l’applicazione della legge 106/2011 e di altri principi di pratica urbanistica - quali la “perequazione” e la “compensazione edilizia”- mettono  “a rischio” quel che resta della programmazione e della gestione del territorio. 
Già nella redazione dell’ attuale PRG era emersa più la volontà di assecondare gli interessi della speculazione immobiliare  che non la capacità di previsione e di indirizzo “etico” della città: lo  testimonia il vistoso scostamento, il sovra-dimensionamento, che si è rivelato tra le previsioni insediative del Piano stesso e la realtà dei fatti.
Vogliamo allora esprimere alcune osservazioni che nascono proprio dal rilievo strategico che la “variante ponte”  dichiara di voler assumere.(...); pensiamo che uno strumento che ambisca a “contenere elementi che anticipino  i contenuti del futuro PRGC” debba partire e fondarsi su alcuni elementi  oggettivi, premesse indispensabili ad ogni altra considerazione:  
a)      una analisi più dettagliata dell’ esistente e dello scostamento tra quanto realizzato e le previsioni del vigente PRGC:
b)      una verifica dell’identità del territorio per confrontare, valutare e stabilire, linee di relazione e di indirizzo sostenibile
c)      la chiara determinazione delle scelte ritenute essenziali sulla base dei punti precedenti

Se non si analizzano i dati esistenti, la realtà esistente,  se non si precisano i contorni del “progetto” futuro, risulta troppo vaga la dichiarazione  di “limitare al massimo, per quanto possibile, l’ulteriore consumo di suolo agricolo o non antropizzato”; così come inutile pare sottolineare più volte, quasi a preventiva scusante, l’ovvio limite delle “poche risorse economiche disponibili
Chiediamo dunque che le premesse del documento programmatico siano integrate ( rivalutate) con  alcuni dati significativi :
  • andamento demografico della popolazione pinerolese
  • analisi di massima sulla composizione per classi di età
  • elementi di analisi sulle attività produttive e loro andamento e le previsioni di rilancio, ove identificabili.
  • patrimonio edilizio esistente e dati certi sulle unità abitative non occupate
  • elencazione delle aree residenziali autorizzare e non attuate , con relative previsioni insediative
  • elencazione di massima delle aree sicuramente individuabili come “degradate, dismesse, da riqualificare”
Ancora in relazione alle premesse  del documento, facciamo notare come il principio di limitare il consumo di “ suolo agricolo o non antropizzato” non si pone affatto in antitesi con un possibile rilancio del comparto edilizio, per il quale  tuttavia occorre perseguire decisamente altre strade che non siano la semplice realizzazione-addizione di altra edilizia all’organismo della città. Come viene sottolineato da molti  esperti,  come si deduce anche dai dati economici forniti da Unioncamere, occorre puntare su innovazione, qualità e bellezza, eccellenze dei territori. Sono questi i punti qualificanti, e più volte ribaditi, per il rilancio del nostro Paese e da perseguire affinché l’economia  dei vari settori abbia concrete speranze di risollevarsi dalla crisi strutturale che viviamo. Nel governo e nell’indirizzo del territorio, noi pensiamo che si debba agire nelle seguenti direzioni:
  • salvaguardare il paesaggio,  riducendo drasticamente –o azzerare- il consumo di suolo, soprattutto nelle aree di maggior pregio paesaggistico ( l’area di Monte Oliveto, l’area pre-collinare e collinare)
  • riqualificare il patrimonio edilizio esistente
  • rivitalizzare gli  immobili esistenti, sottoutilizzati o inutilizzati, attraverso la ri-destinazione a  nuove e sostenibili  funzioni
  • richiedere contenuti di alto livello nella qualità architettonica-urbanistica dei progetti edilizi e nella qualità costruttiva  degli edifici
  • incentivare l’applicazione delle tecniche volte al risparmio  energetico
  • operare nel principio della  sostenibilità e riciclo dei materiali costruttivi
(...) Da ultimo sottolineiamo la necessità di rendere efficace e reale la partecipazione e il coinvolgimento dei cittadini nel processo analitico e decisionale, anche in vista della preparazione del futuro PRGC. Occorre  predisporre la creazione di “processi partecipativi” (interviste, questionari, tavoli di lavoro…)”,  già sperimentati in molti enti locali -anche di piccole e medie dimensioni- che superino il semplice binomio già previsto dalle norme “presentazione pubblica, osservazioni”. Lo abbiamo sottolineato in altri documenti e qui lo ribadiamo: è necessario dare vita a quella forma di “urbanistica partecipata” nella quale le comunità vedano finalmente concretizzati piani di gestione e di sviluppo sostenibili, volti alla tutela dei “beni comuni”, degli interessi dell’intera comunità, e non di categorie o soggetti particolari.

Pinerolo 20/01/2014


                                                    …


giovedì 17 ottobre 2013

L'ex Melettificio Turk. In fiamme un pezzo della storia di Pinerolo

"Bomba ad orologeria"; "Una vergogna...edificio da abbattere". Queste le affermazioni e i ritratti estemporanei sentiti dopo che, nella giornata di domenica scorsa 13 ottobre, un incendio ha devastato l'edificio dell'ex Merlettificio Turk.

la fotografia di Alessandro Turin: fiamme e fumi avvolgono il Turk 

L'edifico, che è parte della memoria storica della città di Pinerolo, secondo uno dei proprietari dell'area era da abbattere "(...) per realizzare un progetto splendido che prevede alloggi e un grande parco". Quante volte , in questa Italia devastata abbiamo sentito intonare lodi a "da palazzi e cemento...immersi nel verde"?

Cos'era, cosa poteva essere, l'ex Merlettificio Turk per la città di Pinerolo e per i suoi cittadini? 
Proveremo a dare risposte, aspettando che doverose indagini chiariscano ed accertino le cause dell' incendio.

Ester Castano, giornalista di 23 anni dell’Altomilanese, insegna come essere "sentinelle del territorio": i suoi articoli contribuiscono a far scoprire le mafie dell'hinterland milanese

La notizia è stata diffusa nella giornata di ieri: Sedriano, comune della periferia nord di Milano, è stato sciolto per infiltrazioni mafiose.  In casi come questi, i fatti sono sempre i medesimi: amministratori che agiscono in combutta con organizzazioni mafiose, oppure sono "a disposizione" di queste per indirizzare appalti e politiche di gestione del territori. E' la prima volta che in Lombardia una amministrazione viene sciolta per questi motivi. In quella Lombardia dove "le mafie non esistono" e il problema "mafie" era lontano dai territori della regione. Questo affermavano politici, governatroi e amministratori di quella regione, almenso sino a un paio d'anni . La realtà era purtroppo ben diversa, come ha dimostrato la clamorosa operazione "Crimine" condotta dal procuratore Ilda Boccassini nel 2010 e "il caso Buccinasco", altro centro del milanese nelle mani della 'ndrangheta calabrese. 

Ma riportiamo la notizia dello scioglimento di Sedriate perchè sempre ci chiediamo cosa posa fare la società civile, la comunità dei cittadini, per ergersi a difesa del territorio, per essere "sentinelle del territorio" contro il sistema corruttivo delle mafie. Ce lo insegna Ester Castagno una giovane giornalista che facendo onestamente il proprio lavoro ha fatto quello che molti , noi tutti, potremmo fare: imparare "a vedere" le cose e non limitarci "a guardare". Questo significa essere cittadini responsabili; quello che ha fatto Ester Castagno significa essere sentinelle del territorio

Fonte: La Stampa

Sedriano, la giovane cronista anti-mafia
“Comune sciolto? Il premio più bello”


Ester Castano, classe 1990, è una giovane cronista del settimanale L’Altomilanese. Anche grazie al suo lavoro si è arrivati allo scioglimento del comune di Sedriano per infiltrazioni con la criminalità organizzata

Ester Castano, giornalista di 23 anni dell’Altomilanese, ha contributo con i suoi articoli a sollevare il caso nell’hinterland milanese
DAVIDE LESSI (NEXTA)
TORINO
«Aspetta un attimo», dice. E interrompe la telefonata per parlare al fotografo. «Guarda è quello l’avvocato del sindaco». Ester Castano, 23 anni, risponde al cellulare da Sedriano, il primo comune lombardo sciolto per infiltrazioni della criminalità organizzata. Il giorno dopo la decisione del Consiglio dei ministri lei è ancora lì. Sulla strada. A fare il suo lavoro di giovane cronista per il settimanale l’Altomilanese. Lo stesso nel quale continua a pubblicare, da più di due anni, articoli e inchieste che hanno contribuito allo scioglimento per mafia di questo comune di 11 mila anime nell’hinterland milanese. «Quando ieri sera ho saputo del provvedimento comunicato da Alfano ho provato una grande emozione», dice. E aggiunge irriverente: «Il vicepremier non mi sembra il primo dei comunisti...Insomma, non vedevo la mafia dovunque solo perché ho origini siciliane». 

Ester Castano, in realtà, ci aveva visto bene. La conferma è arrivata nell’ottobre 2012 quando l’assessore della Lombardia Domenico Zambetti è finito in carcere insieme con altre 19 persone. Tra queste, agli arresti domiciliari, c’era proprio il sindaco del Pdl di Sedriano Alfredo Celeste. Il «Celeste», come lo chiama Ester, aveva stretto rapporti con Eugenio Costantino, chiamato da tanti il «boss» e accusato di associazione mafiosa. «Il bello è che, dopo tre mesi ai domiciliari, il sindaco non si era ancora dimesso». Peggio. Il primo cittadino ha continuato a querelare la giovane cronista e il suo settimanale. Una campagna iniziata nell’ottobre del 2011, quando Ester riesce ad ottenere la prima e ultima intervista con «il Celeste». Da lì in poi è un’escalation di querele per diffamazione. «Non so nemmeno quante sono. L’ultima è arrivata due settimane fa», racconta. E aggiunge: «Il prossimo 18 dicembre ho l’udienza al tribunale di Biella per il procedimento penale che è stato aperto nei miei confronti. Non ho fatto altro che il mio mestiere».  

Un mestiere per cui Ester è pagata una manciata di spiccioli ad articolo. «Dai due ai dieci euro per pezzi che realizzo anche in cinque giorni», racconta. Certo, il “caso” Sedriano le ha portato un po’ di celebrità, alcuni riconoscimenti - due settimane fa ha vinto il premio giornalistico “Vita da cronista” dell’Unci - e qualche collaborazione in più. «Ma continuo ad avere difficoltà - ammette-. Negli ultimi giorni ho mandato il mio curriculum per trovare un lavoro: cameriera, pr, baby sitter. Qualsiasi cosa mi permetta di avere un po’ di soldi per continuare a fare il mestiere che amo, il giornalismo». Un giornalismo fatto sul campo e sui dati. «Scartabellando gli atti del Comune, gli albi, qualsiasi carta possa tornare utile». 
Un giornalismo che ha contribuito a sciogliere il primo comune lombardo per infiltrazioni mafiose. «Ma non chiamatemi eroina anti-mafia. Non sono la prima né l’ultima che prova a cambiare le cose nel modo più semplice: facendo bene il mio lavoro».  


venerdì 27 settembre 2013

Sentinelle del territorio. Un secondo "grattacielo” a Pinerolo?

Sentinelle del Territorio. Nel luglio scorso, importanti decisioni riguardanti il settore dell'urbanistica erano state adottate dall'Amministrazione comunale di PineroloFra queste delibere, la "valorizzazione" ( vendita!) dell'area dei cosiddetti "Portici Blu".
Un secondo "grattacielo” a Pinerolo?


Questa sera si terrà l'incontro pubblico 
organizzato dal Forum Salviamo il Paesaggio


Avevamo scritto che, proprio in merito a quella delibera, ci parevano criticabili due aspetti: il mancato coinvolgimento della cittadinanza su decisioni e temi importanti per la Città e la tempistica delle decisioni adottateper il fatto che “(…)proprio a ridosso delle ferie agostane, la cittadinanza, i cittadini responsabili, erano "invitati" a presentare -entro 15 giorni dalla pubblicazione della delibera adottata- "le osservazioni" addirittura ad una variante urbanistica importante quale quella relativa all'area dei "Portici Blu": ovvero sull'idea di un secondo "grattacielo" a Pinerolo”.  
Alleghiamo il testo integrale delle “Osservazioni alla deliberazione di Consiglio comunale di Pinerolo n. 36 del 2-3 luglio 2013

lunedì 2 settembre 2013

Sentinelle del Territorio: "Osservazioni alla delibera di variante urbanistica"

Dopo la pausa agostana, riprendiamo il nostro impegno nel cercare di  essere anche Sentinelle del Territorio.
Come avevamo scritto il 17 luglio scorso, importanti decisioni riguardanti il settore dell'urbanistica erano state assunte in quei giorni dall'Amministrazione comunale di Pinerolo. Li ricordiamo: la delibera riguardante l'area della P.M.T; la delibera di valorizzazione ( vendita!) dell'area dei cosiddetti "Portici Blu"; il "Social Housing " in via Vescovado. 
Insieme alle associazioni pinerolesi che si interessano dell’urbanistica e del territorio,  avevamo già espresso la nostra opinione sull’area della PMT (e sulla applicazione della legge 106/2011) in una Lettera Aperta al Sindaco di Pinerolo, Eugenio Buttiero, lettera a cui il Sindaco avevano poi replicato ( qui la risposta del Sindaco e di altri).


Vogliamo ritornare ora alla delibera riguardante la “valorizzazione” ( che è vendita!) dei “Portici Blu”. 
Scrivevamo che ci parevano criticabili due aspetti: il mancato coinvolgimento della cittadinanza su decisioni e temi importanti per la Città e la tempistica delle decisioni adottate, per il fatto che “(…)proprio a ridosso delle ferie agostane, la cittadinanza, i cittadini responsabili, erano "invitati" a presentare -entro 15 giorni dalla pubblicazione della delibera adottata- "le osservazioni" addirittura ad una variante urbanistica importante quale quella relativa all'area dei "Portici Blu": ovvero sull'idea di un secondo "grattacielo" a Pinerolo”.  
Tuttavia osservazioni alla delibera sono state prodotte e presentate grazie al lavoro svolto da “due cittadini responsabili”, Giorgio Gardiol e Paolo Bertolotto,  rappresentanti dell’ «Osservatorio 0121», aderente al Forum nazionale «Salviamo il paesaggio – Difendiamo i territori». 
Alleghiamo il testo integrale delle “Osservazioni alla deliberazione di Consiglio comunale di Pinerolo n. 36 del 2-3 luglio 2013. Nel testo, ci siamo permessi di evidenziare i passaggi che a noi paiono più significativi per agevolare la lettura di un documento necessariamente complesso.
Le associazioni pinerolesi che partecipano al forum sull’urbanistica, anche noi del presidio Libera “Rita Atria” , pur esprimendo pareri diversi, concordano su un principio: non si deve intervenire su “un luogo” come quello dei Portici Blu - un luogo pubblico e in una zona critica del tessuto urbano cittadino- con l’intento precipuo di massimizzare ipotetici introiti derivanti dalla vendita di un’area pubblica. 
Trasformata quell’area in area edificabile, massimizzandone i volumi edificabili, ecco sorgere la sagoma del “secondo grattacielo” a Pinerolo: “(…) un edificio “capace di lasciare un segno forte sul paesaggio cittadino”. Questo è quanto si legge nel documento tecnico allegato alla delibera. 
La città di Pinerolo davvero necessita di un “secondo grattacielo”?

Il nostro parere
L’eventuale, possibile, intervento sulla piazzetta dei “Portici blu”, a nostro parere poteva certo costituire l’occasione per un indire un concorso pubblico di idee, ricercando partecipazioni di alto profilo. Concorso di idee che tuttavia muovesse dallo scopo di giungere ad una migliore qualificazione e connotazione di quel luogo (non già dalla necessità di pareggiare "formalmente " un bilancio economico). Se volumi edificabili potevano essere consentiti, questi dovevano essere subordinati alla necessità di preservare il carattere di “luogo pubblico”, di “piazzetta”: luogo che da respiro a quella parte del tessuto urbano cittadino e che suggerisce momenti di aggregazione, di sosta, occasione di  commercio o di spazio espositivo. Questo il carattere che  i “Portici Blu” hanno assunto da quando quello spazio è stato reso fruibile ed è divenuto “luogo” della comunità..
Condividiamo quindi i contenuti e le osservazioni del documento presentato da Giorgio Gardiol e Paolo Bertolotto e ne vogliamo ribadire le conclusioni: (…) Il PRGC di Pinerolo, con questa variante, porta a 54.605 gli abitanti insediabili, mentre gli abitanti rilevati al censimento 2011 erano 34.854. Il totale delle abitazione è di 20.284 e di queste almeno 4.000 risultano oggi “non occupate”, o sfitte(…) La variante dei «Portici blu» non risponde in alcun modo al problema che si è evidenziato del diritto all’abitare e della casa dei cittadini. La trasformazione della «piazzetta dei Portici blu» in edifici residenziali e commerciali contraddice il diritto ai servizi collettivi sempre affermato come centrale nella politica amministrativa della città.(…)” Il territorio, le città e le risorse naturali che consentono la vita associata sono beni comuni non negoziabili. Le istituzioni pubbliche, attraverso le forme della partecipazione attiva della popolazione, ne sono i custodi e i garanti nel quadro delle specifiche competenze(…).
Facciamo nostro l'invito di Giorgio Gardiol e Paolo Bertolotto, rivolto alla cittadinanza , Al Sindaco e agli amministratori, di partecipare ad un confronto pubblico da tenersi proprio nella piazzetta dei "Portici Blu" la sera del prossimo 20 settembre 2013

giovedì 4 aprile 2013

Sentinelle del territorio. Le vicende urbanistiche della città di Pinerolo.

Nello scorso autunno, il presidio "Rita Atria" aveva proposto un'intervista sul tema dell'urbanistica ad alcuni esponenti del consiglio comunale pinerolese. Così avevamo scritto a premessa di quegli incontri: “L’urbanistica ci pare un tema importante in quanto, a nostro parere, può rappresentare un indicatore utile ad individuare gli scopi, gli indirizzi,  il “progetto generale” che guida e determina il carattere di una amministrazione locale”.
Avevamo incontrato  dapprima  il dott. Andrea Chiabrando e l'ing. Marcello Bruera, consiglieri eletti per il  gruppo "Progetto per Pinerolo", e  in seguito l'arch. Luca Barbero, capo-gruppo del PD in Consiglio Comunale.
Visto il dibattito in corso, ci pare utile ricordare i contenuti di quelle interviste interviste 


L'intervista ad Andrea Chiabrando e  Marcello Bruera,
gruppo “PROGETTO per PINEROLO”



le domande rivolte:

  1. Introduzione all'incontro
  2. (dal min. 3.30) Perché a vostro parere non è stato posto in discussione l’attuale Piano Regolatore Generale di Pinerolo da tutti considerato -a parole- superato e sovradimensionato ?
  3. (dal min. 9.45) Nell’ultima seduta della Commissione urbanistica (seduta del 1 ottobre 2012) è stato detto dal vostro gruppo che l’applicazione della legge 106/2011 contiene elementi che rischiano di      depotenziare il disegno e gli indirizzi del Piano Regolatore. Perché?
  4. (dal min. 18.45) Il principio della edificazione regolamentata prevede che colui che detiene il diritto di edificare, impresa o privato, debba versare degli “oneri alla collettività”: in termine tecnico, oneri di urbanizzazione (primaria e secondaria). Quali sono, se vi sono, i cambiamenti introdotti dalla legge 106/2011?
  5. (dal min. 22.20) Si è detto che si potrebbero creare disparità fra gli operatori del campo edilizio, cioè fra coloro che fruiscono delle agevolazioni previste dalla legge e coloro che non ne possono fruire. Quali sono queste agevolazioni e queste disparità?
  6. (dal min. 24.20) Perché nell’ultima seduta della Commissione Urbanistica la maggioranza politica di Pinerolo ha espresso chiaramente l’intenzione di volersi esprimere su di un caso “particolare e specifico”, l’area della PMT, prima ancora che sia definito il quadro regolamentare generale sul tema delle valorizzazioni?
  7. (dal min. 29.40) Il ricatto occupazionale: una azienda quale la PMT -che impiega circa 250 dipendenti nello stabilimento pinerolese- può davvero fondare il suo piano industriale a medio termine, quindi il mantenimento dei posti di lavoro, sul ricavo derivante da una “speculazione edilizia” quale quella derivante dal cambiamento di destinazione d’uso richiesto per una sua aerea?
  8. (dal min. 30.15) Quali sono a vostro parere gli strumenti coi quali l’amministrazione può vincolare le aziende al mantenimento occupazionale a medio termine, dal momento che sembra      essere questo spesso l’oggetto del patto fra impresa e collettività?
  9. (dal min. 37.00) Il momento storico che viviamo: la crisi. Ci è parso interessante il quesito posto alla maggioranza da un consigliere dell’opposizione:  quello proposto dalla PMT, e gli altri interventi abbozzati,  sono “progetti virtuosi” per la città di Pinerolo?”. Ovvero: rispondono davvero quei progetti ai bisogni di una comunità nella quale esistono già 4.000/5.000 alloggi sfitti e che presenta fasce della popolazione già interessata da una crisi economica e quindi dalla cosiddetta “emergenza–casa” ?
  10. (dal min. 44.00) Perché le banche continuano a finanziare l’edilizia generando un eccesso di offerta, mentre invece questi fondi potrebbero esse impiegati più utilmente in altre attività o nel ricercare altre attività? Quali altri e nuovi strumenti da adottare?
  11. (dal min. 51.40) Riproponiamo una domanda che avevamo posto a Marco Gaido e a Massimiliano Puca, promotore e presidente della neo-nata Commissione Consiliare Speciale: “Poichè l'urbanistica  e l'edilizia, come governo e utilizzo del territorio da parte di una amministrazione, sono purtroppo da sempre i settori che maggiormente hanno risentito dell’infiltrazione mafiosa, per il riciclo del "denaro sporco" e come posta per il "voto di scambio", ritenete pertanto che l'urbanistica e l'edilizia del territorio di Pinerolo siano settori da “attenzionare”?
  12. (dal min. 59.40): cenno sulla riflessione del Procuratore della Repubblica dott. Ciro Santoriello sulla penetrazione delle mafie al Nord
  13. (dal h. 01.02.00): Massimiliano Puca ha parlato più volte dell’attuale maggioranza del Consiglio Comunale di Pinerolo come del “partito del cemento”. Questa definizione è solo una battuta o trova conferme, o ipotesi, nell’azione amministrativa dell’attuale maggioranza?  
  14. (dal h. 01.07.50): Come amministratori, vi sentite responsabili della bellezza di questa città? Quali sono le azioni che potrebbero essere intraprese per cercare di superare questo momento di crisi che pare aver scolorito i colori dei nostri orizzonti e dei nostri pensieri?
  15. (dal h. 01.10.50): La domanda di  Andrea Chiabrando rivolta al presidio "Rita Atria"


L'intervista a Luca Barbero, capo-gruppo del PD in consiglio comunale


le domande rivolte:

  1. (dal min. 1.50): Perché non è stato ancora posto in discussione l’attuale Piano Regolatore Generale di Pinerolo, da tutti considerato -a parole- superato e sovradimensionato ?
  2. (dal min. 6.20): Nel quadro tratteggiato si inserisce la Legge 106/2011 e la circolare regionale che ne precisa i criteri di attuazione. Vuoi dare un giudizio su questa legge?
  3. (dal min. 10.50): Quali sono i punti fondamentali, l'asse portante, della circolare regionale che dovrebbe fornire gli strumenti di indirizzo alle amministrazioni? Tutto questo considerando che nella proposta di delibera presentata sul tema dal gruppo "Progetto per Pinerolo" si  legge: "(...) una sua applicazione non regolamentata rischia di generare disparità di trattamento, squilibri urbanistici e di originare plusvalenze a beneficio degli operatori che non portano alcun ritorno alla collettività”.
  4. (dal min. 15.05): L'area della PMT: le nuove aree residenziali che si vengono a generare dal cambiamento di destinazione d'uso chiesta dalla ditta, vanno a sommarsi a quelle previste dal PRG , le sostituiscono o diventano complementari?
  5. (dal min. 17.40): La preoccupazione che emerge anche dalla relazione presentata al sindaco di Pinerolo dalla sezione pinerolese di italia Nostra è che si inneschino processi di speculazione edilizia che vadano ad aumentare il numero delle abitazioni in Pinerolo, laddove dati ufficiosi parlano di circa  4.000 alloggi sfitti...
  6. (dal min. 21.14): Nella seduta della Commissione Urbanistica a cui abbiamo assistito, la maggioranza politica di Pinerolo ha espresso chiaramente l’intenzione di volersi esprimere su di un caso “particolare e specifico”, l’area della PMT, prima ancora che sia definito il quadro regolamentare generale sull'applicazione della legge, correndo così il rischio di apparire parziale nei confronti di un "caso specifico". Perché questo è avvenuto?
  7. (dal min. 25.00): Qual'è la differenza sostanziale fra "variante" ( al PRG) e "permesso di costruire in deroga" ( al PRG)?
  8.  (dal min. 26.20): Le semplificazioni permesse dal "permesso di costruire in deroga" non fanno si che questo permesso rischi di diventare una sorta di "contratto privato" fra l'imprenditore e l'Amministrazione, evitando i tavoli di confronto che dovrebbero servire a mediare e a coinvolgere anche la cittadinanza?
  9.  (dal min. 32.20): Da parte dell'Amministrazione, esiste l'obbligo di aderire alla proposta dell'imprenditore di operare con gli strumenti della legge 106/2011?
  10. (dal min. 35.05) Quali sono a vostro parere gli strumenti coi quali l’amministrazione può vincolare le aziende al mantenimento occupazionale a medio termine, dal momento che sembra essere questo spesso l’oggetto del patto fra impresa e collettività?
  11. (dal min. 39.10):  Ci è parso interessante il quesito posto alla maggioranza da un consigliere dell’opposizione:  quello proposto dalla PMT, e gli altri interventi abbozzati,  sono “progetti virtuosi” per la città di Pinerolo?” La Pinerolo che abbiamo "a cuore" ha davvero bisogno di questi interventi? 
  12. (dal min. 42.25): Nella circolare indirizzata alle amministrazioni vengono sottolineati due aggettivi importanti per le trasformazioni che si andrebbero a ipotizzare. gli aggettivi sono i seguenti: "compatibile" e "complementare". Vuoi spiegarci di cosa si tratta e che cosa implicano i due termini?
  13. (dal min. 48.15): Le edificazioni permesse dalla legge 106/2011, edificazioni ancora solo "in fieri", non corrono il rischio di far decadere il valore economico-commerciale del patrimonio edilizio esistenteE' stato considerato questo aspetto?
  14. (dal min. 51.41): Siamo un presidio di Libera. Vorremmo allora riproporre una domanda che avevamo posto a Marco Gaido e a Massimiliano Puca, promotore e presidente della neo-nata Commissione Consiliare Speciale: “Poichè l'urbanistica  e l'edilizia, come governo e utilizzo del territorio da parte di una amministrazione, sono purtroppo da sempre i settori che maggiormente hanno risentito dell’infiltrazione mafiosa, per il riciclo del "denaro sporco" e come posta per il "voto di scambio", ritieni che l'urbanistica e l'edilizia del territorio di Pinerolo siano settori da “attenzionare”?
  15. (dal min. 54.19): quali gli strumenti e gli atteggiamenti di cui dovremmo dotarci, noi cittadini e voi amministratori, per evitare quanto accaduto in territori a noi vicini? ( il riferimento è a quanto emerso dalle Operazione "Minotauro" e "Maglio" sulla presenza della 'ndrangheta in Piemonte)
  16. (dal min. 57.10): Una domanda secca: come mai il Sindaco Buttiero conserva ancora la delega all'Urbanistica?
  17. (dal min. 59.00): Massimiliano Puca ha parlato più volte dell’attuale maggioranza del Consiglio Comunale di Pinerolo come del “partito del cemento”. Questa definizione è solo una battuta? oppure: sulla base di quali ipotesi questa battuta può essere "tirata fuori"? 
  18. (dall'h. 1.01.09): Confermi quindi l'impegno dell'Amministrazione sui principi contenuti nel documento programmatico e riguardanti il consumo del suolo, la tutela del Paesaggio, del territorio? sentite questo come un impegno pressante e presente nella vostra pratica amministrativa? E poi: secondo noi, tema importante è quello del "conflitto di interessi che potrebbe verificarsi in determinate situazioni...
  19. (dall'h. 1.03.45): Come amministratori, vi sentite responsabili della tutela della Bellezza della città di Pinerolo...poichè, come sostenevano gli antichi Greci, l'Estetica viene prima dell'Etica?
  20. (dall'h. 1.05.425): La domanda conclusiva. Hai Tu delle domande da porre al presidio "Rita Atria"?