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venerdì 17 marzo 2017

XXII Giornata della Memoria e dell'Impegno in Ricordo delle Vittime Innocenti delle Mafie

Promossa dall'Associazione Libera e “Avviso Pubblico”, il prossimo 21 marzo 2017 si celebrerà la XXII edizione nazionale della "Giornata della Memoria e dell'Impegno in Ricordo delle Vittime Innocenti delle mafie". Sono oltre 800 nomi: cittadini, magistrati, giornalisti, appartenenti alle forze dell'ordine, sacerdoti, imprenditori, sindacalisti, esponenti politici e amministratori locali. Morti per mano delle mafie perché colpiti inermi, senza colpa alcuna; morti per mano delle mafie perché, con rigore e coerenza, hanno compiuto il loro dovere. “Ma da questo terribile elenco - sottolinea Libera - mancano tantissime altre vittime, impossibili da conoscere e da contare”.
Simultaneamente a quanto accadrà a Locri, località simbolo scelta quest'anno, anche a Pinerolo e in tanti luoghi d’Italia verranno letti, uno per uno, tutti i nomi delle Vittime Innocenti: persone che non vogliono semplicemente essere ricordate, ma che chiedono di vedere realizzati gli ideali e le speranze per le quali hanno speso la vita.
Le parole-manifesto di quest'anno "luoghi di speranza testimoni di bellezza" vogliono poi sottolineare l’importanza di saldare la cura dell’ambiente e dei territori con l’impegno per la dignità e la libertà delle persone, esercitando al contempo le nostre responsabilità di persone, di cittadini, di abitanti della Terra. 
Questo per noi è Memoria e Impegno. per questo vi invitamo ad unirvi a noi per contrastare mafie e "pensiero mafioso".

Gli appuntamenti previsti per la GIORNATA a Pinerolo
  • ore 8.30, presso la Scuola media "G. Puccini" - Abbadia Alpina: il procuratore Ciro Santoriello ed il presidio LIBERA "Rita Atria"  incontrano le classi medie e le classi quarte le quinte della scuola elementare "Lauro".
  • ore 10.00, presso la Scuola media "G. Puccini" - Abbadia Alpina: lettura dei Nomi delle Vittime Innocenti delle mafie
  • ore 10.00 presso il Teatro Incontro: Una storia disegnata nell'aria...per raccontare di Rita che sfidò la mafia con Paolo Borsellino" spettacolo di e con G. Castiglia 
  • ore 11.00 presso il Teatro Incontro:  lettura dei Nomi delle Vittime Innocenti delle mafie 
  • ore 20.45: presso il Salone dei Cavalieri: proiezione del film "GOMORRA" (di M. Garrone), proiezioine organizzata dal gruppoScout "Noviziato Abbadia Alpina Pinerolo2"; riflessione proposta dal presidio LIBERA "Rita Atria" Pinerolo





mercoledì 11 giugno 2014

L'Ultimo dell'anno. Incontro alla Scuola CFIQ di Pinerolo

L'Ultimo dell'anno.
Lo scorso 30 maggio abbiamo avuto l'ultimo incontro con  gli studenti della scuola professionale CFIQ di Pinerolo...Anche quell'incontro si è svolto facendo memoria dell'intuizione di Paolo Borsellino: "(...) le nuove generazione, le più adatte a sentire subito la bellezza del fresco profumo di libertà che fa rifiutare il puzzo del compromesso morale, dell'indifferenza, della contiguità e quindi della complicità". Le figure dei nostri eroi, Falcone e Borsellino, e di Peppino Impastato, Rita Atria, insieme ai tanti di cui "facciamo memoria".
Anche quel giorno abbiamo provato a riflettere insieme ai ragazzi. E abbiamo compreso come parlare "di mafie" significhi anzitutto parlare e riflettere di noi stessi: dalla necessità di prestare attenzione "alle regole", alla difesa della propria dignità ( sempre!). Perché solo rispettando le regole, ma ancora di più operando ed impegnandosi affinchè le regole applicate siano "giuste", si può pensare di costruire una società migliore. Una società nella quale le ragazze ed i ragazzi possano vivere consapevolmente la loro vita; una società nella quale possano realizzare i propri sogni; una società nella quale siano riconosciuti i meriti e le capacità di ognuno ma nella quale si assicuri attenzione e dignità anche a chi si trovi a vivere situazione di difficoltà. Tutto questo "le mafie", le cricche, le caste, negano!
Dalle regole alla "regola delle regole" : la Costituzione Italiana
Leggendo insieme a loro quei principi comprendiamo il tanto lavoro ancora da compiere: occorre ancora lavorare, impegnarsi, tutti insieme,  affinchè diventino realtà i sogni di donne e uomini che hanno lottato affinchè nascesse una società, una nazione, più giusta e quindi più libera!
Abbiamo fatto conoscere alle ragazze e ai ragazzi il tema di maturità di una loro coetanea: Rita Atria. La fine del tema: 
"(...) 'unica speranza è non arrendersi mai. Finché giudici come Falcone, Paolo Borsellino e tanti come loro vivranno, non bisogna arrendersi mai, e la giustizia e la verità vivrà contro tutto e tuttiL'unico sistema per eliminare tale piaga è rendere coscienti i ragazzi che vivono tra la mafia che al di fuori c'è un altro mondo fatto di cose semplici, ma belle, di purezza, un mondo dove sei trattato per ciò che sei, non perché sei figlio di questa o di quella persona, o perché hai pagato un pizzo per farti fare quel favore. Forse un mondo onesto non esisterà mai, ma chi ci impedisce di sognare. Forse se ognuno di noi prova a cambiare, forse ce la faremo".
 Rita Atria Erice, 5 giugno 1992
Infine, ancora le parole di Rita Atria a disvelare la verità più semplice e più gravosa:
"(...) Prima di combattere la mafia devi farti un auto-esame di coscienza e poi, dopo aver sconfitto la mafia dentro di te, puoi combattere la mafia che c’è nel giro dei tuoi amici, la mafia siamo noi ed il nostro modo sbagliato di comportarsi (...)". 
E le mafie, come ci insegna Peppino Impastato, sono la bellezza negata alle nostre vite!


Pertanto, ringraziamo dell'invito le studentesse e gli studenti della Scuola CFQI, i loro docenti, per aver contribuito a rendere reale quanto avevamo scritto in occasione della Giornata della memoria dello scorso 22 marzo: (...)  studenti, insegnanti, dirigenti scolastici pronti a riscrivere nella quotidianità la nostra scelta per la lotta alle mafie e per l'affermazione della giustizia sociale”. 

mercoledì 19 marzo 2014

Don Beppe Diana. 19 marzo 1994. "Perchè hanno ucciso ucciso un sacerdote?"

"Perchè hanno ucciso ucciso un sacerdote?"
In uno dei nostri ultimi incontri nelle scuole pinerolesi, abbiamo provato a porre questa domanda ( banale?) alle ragazze e ai ragazzi della media. Raccontavamo loro che in quegli anni tragici, per loro così lontani,  la camorra avevano ucciso un sacerdote, si chiamava don Beppe Diana, pochi mesi dopo l'assassinio di un altro sacerdote, don Pino Puglisi, ucciso dalla mafia siciliana.
La domanda: "Perchè hanno ucciso ucciso un sacerdote?"
La risposta di uno dei ragazzi: " Forse perchè provava ad insegnare pace e amore ai mafiosi.."
Per don Beppe Diana, per don Pino Puglisi, così come per tanti di coloro di cui leggeremo il nome il prossimo 22 marzo, vale quella risposta : "Forse perchè provava ad insegnare pace e amore ai mafiosi.". Perchè insegnare Pace e Amore che vuol dire insegnare il significato di Giustizia, Dignità, Libertà. Per questo sono morti 
Don beppe Diana, aveva firmato la sua condanna a morte con una lettera: " Per amore del mio Popolo non tacerò", un documento diffuso nel Natale del 1991 nelle chiese di Casal di Principe e della zona aversana insieme ai parroci della foranìa.

                   
Tratto da GOMORRA di R. Saviano:  "(...) Don Peppino iniziò a mettere in dubbio la fede cristiana dei boss. In terra di camorra il messaggio cristiano non viene visto in contraddizione con l'attività camorristica: il boss spesso dice di essere un “buon cristiano”, dà soldi per le feste. Per i camorristi uccidere non è un peccato grave:  ammazzare qualcuno viene considerato come un peccato che verrà compreso e perdonato da Cristo in nome della necessità (...) I suoi killer non scelsero una data a caso. Scelsero il  giorno del suo onomastico, il 19 marzo del 1994. Mattina prestissimo. Don Peppino non si era ancora vestito con i paramenti per la Messa. Stava in una sala riunioni della chiesa. Non era immediatamente riconoscibile.
 "Chi è don Peppino?"
 "Sono io..."
L'ultima risposta. Cinque colpi che rimbombarono nelle navate della chiesa, due pallottole lo colpirono al volto, le altre bucarono la testa, il collo e una mano. Avevano mirato alla faccia, come si fa per i peggiori nemici.  Don Peppino si stava preparando per celebrare la prima messa. Aveva trentasei anni."

Per amore del mio Popolo non tacerò
« Siamo preoccupati
Assistiamo impotenti al dolore di tante famiglie che vedono i loro figli finire miseramente vittime o mandanti delle organizzazioni della camorra. Come battezzati in Cristo, come pastori della Forania di Casal di Principe ci sentiamo investiti in pieno della nostra responsabilità di essere “segno di contraddizione”. Coscienti che come chiesa “dobbiamo educare con la parola e la testimonianza di vita alla prima beatitudine del Vangelo che è la povertà, come distacco dalla ricerca del superfluo, da ogni ambiguo compromesso o ingiusto privilegio, come servizio sino al dono di sé, come esperienza generosamente vissuta di solidarietà”.
La Camorra
La Camorra oggi è una forma di terrorismo che incute paura, impone le sue leggi e tenta di diventare componente endemica nella società campana. I camorristi impongono con la violenza, armi in pugno, regole inaccettabili: estorsioni che hanno visto le nostre zone diventare sempre più aree sussidiate, assistite senza alcuna autonoma capacità di sviluppo; tangenti al venti per cento e oltre sui lavori edili, che scoraggerebbero l'imprenditore più temerario; traffici illeciti per l'acquisto e lo spaccio delle sostanze stupefacenti il cui uso produce a schiere giovani emarginati, e manovalanza a disposizione delle organizzazioni criminali; scontri tra diverse fazioni che si abbattono come veri flagelli devastatori sulle famiglie delle nostre zone; esempi negativi per tutta la fascia adolescenziale della popolazione, veri e propri laboratori di violenza e del crimine organizzato.
Precise responsabilità politiche
È oramai chiaro che il disfacimento delle istituzioni civili ha consentito l'infiltrazione del potere camorristico a tutti i livelli. La Camorra riempie un vuoto di potere dello Stato che nelle amministrazioni periferiche è caratterizzato da corruzione, lungaggini e favoritismi. La Camorra rappresenta uno Stato deviante parallelo rispetto a quello ufficiale, privo però di burocrazia e d'intermediari che sono la piaga dello Stato legale. L'inefficienza delle politiche occupazionali, della sanità, ecc; non possono che creare sfiducia negli abitanti dei nostri paesi; un preoccupato senso di rischio che si va facendo più forte ogni giorno che passa, l'inadeguata tutela dei legittimi interessi e diritti dei liberi cittadini; le carenze anche della nostra azione pastorale ci devono convincere che l'Azione di tutta la Chiesa deve farsi più tagliente e meno neutrale per permettere alle parrocchie di riscoprire quegli spazi per una “ministerialità” di liberazione, di promozione umana e di servizio. Forse le nostre comunità avranno bisogno di nuovi modelli di comportamento: certamente di realtà, di testimonianze, di esempi, per essere credibili.
Impegno dei cristiani
Il nostro impegno profetico di denuncia non deve e non può venire meno. Dio ci chiama ad essere profeti.
Il Profeta fa da sentinella: vede l'ingiustizia, la denuncia e richiama il progetto originario di Dio (Ezechiele 3,16-18);
Il Profeta ricorda il passato e se ne serve per cogliere nel presente il nuovo (Isaia 43);
Il Profeta invita a vivere e lui stesso vive, la Solidarietà nella sofferenza (Genesi 8,18-23);
Il Profeta indica come prioritaria la via della giustizia (Geremia 22,3 -Isaia 5)
Coscienti che “il nostro aiuto è nel nome del Signore” come credenti in Gesù Cristo il quale “al finir della notte si ritirava sul monte a pregare” riaffermiamo il valore anticipatorio della Preghiera che è la fonte della nostra Speranza.
NON UNA CONCLUSIONE: MA UN INIZIO
Appello
Le nostre “Chiese hanno, oggi, urgente bisogno di indicazioni articolate per impostare coraggiosi piani pastorali, aderenti alla nuova realtà; in particolare dovranno farsi promotrici di serie analisi sul piano culturale, politico ed economico coinvolgendo in ciò gli intellettuali finora troppo assenti da queste piaghe”. Ai preti nostri pastori e confratelli chiediamo di parlare chiaro nelle omelie ed in tutte quelle occasioni in cui si richiede una testimonianza coraggiosa. Alla Chiesa che non rinunci al suo ruolo “profetico” affinché gli strumenti della denuncia e dell'annuncio si concretizzino nella capacità di produrre nuova coscienza nel segno della giustizia, della solidarietà, dei valori etici e civili (Lam. 3,17-26). Tra qualche anno, non vorremmo batterci il petto colpevoli e dire con Geremia “Siamo rimasti lontani dalla pace… abbiamo dimenticato il benessere… La continua esperienza del nostro incerto vagare, in alto ed in basso,… dal nostro penoso disorientamento circa quello che bisogna decidere e fare… sono come assenzio e veleno”. »




martedì 18 marzo 2014

Giornata della Memoria e dell'Impegno in Ricordo delle Vittime Innocenti delle mafie "Radici di memoria, frutti d'impegno"

Giornata della Memoria e dell'Impegno in Ricordo delle Vittime Innocenti delle mafie
 "Radici di memoria, frutti d'impegno"



Il 22 marzo 2014 sarà Latina ad ospitare lamanifestazione nazionale de la XIX Giornata della Memoria e dell'Impegno. Terra di straordinarie risorse ambientali ma anche terra segnata da una presenza sempre più grave e diffusa delle mafie, in particolare camorra e 'ndrangheta, che inquinano l'economia e la politica, distruggono il paesaggio e avvelenano l'ambiente. 
A Latina, dunque, per sottolineare l'urgenza di un impegno in quei territori di frontiera che rischiano di restare nell'ombra.
A Latina, nel ventennale dell'uccisione di don Peppe Diana, che ha pagato con la vita il coraggio della testimonianza e delle denuncia, per ricordare insieme ai familiari tutte le vittime innocenti delle mafie.

Vi invitiamo a celebrare la GIORNATA anche a PINEROLO

II 22 marzo 2014 il Presidio LIBERA “Rita Atria” Pinerolo celebrerà la  “XIX Giornata della Memoria e dell'Impegno in ricordo delle Vittime Innocenti delle mafie”, in concomitanza col la manifestazione nazionale che si terrà a Latina.
A partire dalle ore 10.00, in Piazza Facta saranno presentati anche i lavori e le riflessioni degli studenti delle scuole pinerolesi che hanno partecipato al  percorso che ci ha portato alla Giornata della Memoria: studenti, insegnanti, dirigenti scolastici pronti a riscrivere nella quotidianità la nostra scelta per la lotta alle mafie e per l'affermazione della giustizia sociale. Si terrà quindi la lettura dei nomi delle Vittime Innocenti delle mafie
Alle ore 21.00 - presso l’Auditorium “ Baralis in via A. Marro n. 6 - l’incontro pubblico dal titolo: “Le mafie in Piemonte. Processo MINOTAURO. L’intreccio svelato”.
Relatori della serata saranno : il sen. Elvio FASSONE; il dott. Alberto Ernesto  PERDUCA, Coordinatore - Procuratore Aggiunto presso la Procura di Torino; il dott. Ciro SANTORIELLO, Sostituto Procuratore presso la Procura di Torino.  
Vogliamo offrire una riflessione a partire dalle parole pronunciate da Gian Carlo Caselli nella sua requisitoria al Processo “Minotauro”: "La mafia c'è perché c'è mercato per i suoi servizi (…) ci sono tante persone che traggono vantaggio dall’esistenza della mafia, persone che non hanno nessun interesse a denunciarla (…)”
Giunto alla sentenza di primo grado, il  processo Minotauro” ha svelato la “quantità e la qualità” della presenza delle mafie nella provincia di Torino.