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mercoledì 2 novembre 2016

Sentinelle del Territorio: in Consiglio Comunale si presenta la delibera di adesione alla carta di Avviso Pubblico


Sentinelle del Territorio: apprendiamo con soddisfazione che, nella seduta del Consiglio Comunale di Pinerolo che si terrà nei giorni 2 e 3 novembre 2016, verrà presentata la delibera di adesione alla carta di Avviso Pubblico


Nella scorsa primavera, proprio all'inizio della campagna elettorale che avrebbe portato alle elezionie amministrative, avevamo dichiarato che, anche a Pinerolo, si avvertiva  la necessità di un cambiamento, necessario e non più rinviabile, anche nei modi e nei contenuti della politicca amministrativa. Nella riflessione "E' finita l'era dei  fossili" ( leggi qui) come presidio LIBERA "Rita Atria" così avevamo scritto . "(...) Noi auspichiamoche i candidati-sindaco e tutte le forze politiche pinerolesi agognino sinceramente il fresco profumo” di una azione politico-amministrativa nuova, saldamente ancorata a principi etici e morali. Onestà e trasparenza (...) competenza e credibilitàqualità del progetto politico a servizio del “bene lungimirante” della comunità, un progetto libero da condizionamenti e “conflitti di interessi”. Non si tratta di suscitare polemiche quanto di ribadire l'importanza di valori che devono essere patrimonio condiviso a fondamento di qualsivoglia candidatura alla gestione della “cosa-pubblica”."
Uno degli strumenti  che indicavamo utili a concretizzare quegli obiettivi, la cui importanza era stata condivisa anche dal "Comitato Primo Mazzolari" era la Carta di Avviso Pubblico (www.avvisopubblico.it) un documento alla cui adesione avevamo invitato tutti i candidati-sindaco. 
Un interessante articolo di Giancarlo Chiapello pubblicato in quei giorni da Vita Diocesana evidenziava le peculiari finalità del documento: "(...) Il Codice si rivolge ai politici e ne chiede impegni precisi per diventare testimoni visibili di una concreta azione di educazione alla legalità, di un impegno destinato a cancellare potenziali zone d’ombra nell’azione politico-amministrativa. (...) Non serve di fatto a sostituire i politici con chissà quali figure “messianiche” o “tecniche”, spesso digiune di una vera visione comunitaria, non ha un’impostazione demagogica e meramente teorica, ma rappresenta un sostegno alla buona politica per emergere, in particolare in territori e situazioni dove si potrebbero evidenziare rischi legati a clientelismo, conflitti di interessi, pressioni indebite, ecc… (e nel territorio metropolitano questi rischi in molti casi -forse- non appartengono solo a storie passate).(...)"
Avviso Pubblico svolge una importante azione per monitorare il fenomeno delle intimidazioni agli amministratori e al personale della pubblica amministrazione, collabora con “Libera” per la realizzazione della Giornata della Memoria e dell’Impegno, con ARCI e Sindacati, per l’organizzazione della Carovana Internazionale AntimafieRiportiamo ancora lo stralcio della Carta nella quale si tratta del cosiddetto "conflitto di interessi"

"CARTA DI AVVISO PUBBLICO":  Conflitto di interessi 
Sono situazioni di conflitto di interessi: 
a. la sussistenza di interessi personali dell’amministratore che interferiscono con l’oggetto di decisioni cui egli partecipa e dalle quali potrebbe ricavare uno specifico vantaggio diretto o indiretto; 
b. la sussistenza di preesistenti rapporti di affari o di lavoro con persone od organizzazioni specificamente interessate all’oggetto delle decisioni cui l’amministratore partecipa, anche nei casi in cui detti rapporti non configurano situazioni che danno luogo a incompatibilità previste dalla legge o da altre norme; 
c. la sussistenza di rapporti di coniugio, parentela o affinità entro il quarto grado, ovvero di convivenza, con persone operanti in organizzazioni specificamente interessate all’oggetto delle decisioni cui l’amministratore partecipa, anche nei casi in cui detti rapporti non configurano situazioni che danno luogo a incompatibilità previste dalla legge o da altre norme. 
d. la sussistenza di rapporti di frequentazione abituale con persone operanti La Carta di Avviso Pubblico 7 in organizzazioni specificamente interessate all’oggetto di decisioni di rilevanza economica cui l’amministratore partecipa direttamente, anche nei casi in cui detti rapporti non configurano situazioni che danno luogo a incompatibilità previste dalla legge o da altre norme. 
e. l’appartenenza a categorie, associazioni o gruppi, in virtù della quale l’amministratore possa acquisire un vantaggio personale da decisioni cui egli partecipa, anche nei casi in cui tale appartenenza non generi le incompatibilità previste dalla legge o da altre norme. Non configura conflitto di interessi la situazione in cui l’amministratore ricavi da decisioni cui abbia partecipato un vantaggio in qualità di cittadino o membro di un’ampia categoria di persone. 
Quando si manifestino situazioni di conflitto di interessi, compreso il caso in cui non vi sia un obbligo giuridico in tal senso, l’amministratore deve rendere pubblica tale condizione e astenersi da qualsiasi deliberazione, votazione o altro atto nel procedimento di formazione della decisione.

lunedì 11 maggio 2015

Nino Di Matteo: "bocciato" dal Consiglio Superiore della Magistratura e anche dal Consiglio Comunale di Pinerolo

Nino Di Matteo
Sentinelle del territorio. Lo scorso 23 aprile 2015 è stata presentata nel Consiglio Comunale di Pinerolo  la  mozione di Luca Salvai, consigliere del Movimento 5 Stelle  qui il testo), per il conferimento della Cittadinanza Onoraria a Nino Di Matteo, giudice impegnato da  venti anni in procedimenti e indagini contro "cosa nostra" e  pubblico ministero  nel processo sulla "trattativa stato-mafia". La mozione è stata respinta.

Come presidio LIBERA "Rita Atria Pinerolo abbiamo deciso di indirizzare una Lettera Aperta ( in allegato) al Sindaco e al Consiglio Comunale: "(...) ci sentiamo di condividere la lapidaria considerazione contenuta nelle parole del consigliere Mauro Martina: "Non capisco la maggioranza di questa amministrazione che non solo non condivide la mozione ma neppure la dibatte"(...). Di seguito, la registrazione della seduta con lintervento del consigliere Luca Salvai, e di quanto è poi avvenuto,  a partire dal minuto 30'.
.
 

Attendiamo, aupischiamo, una risposta da parte dei nostri amministratori,

 


Pinerolo 8 maggio 2015
- alla c. a. del Sindaco di Pinerolo
- alla c.a. del presidente del Consiglio Comunale
- alla c.a dei consiglieri

Lettera aperta
Nella seduta del Consiglio Comunale di Pinerolo dello scorso 23 aprile 2015 uno dei punti all'ordine del giorno è stata la mozione presentata dal consigliere Luca Salvai per il conferimento della Cittadinanza Onoraria al giudice Nino Di Matteo. Non vogliamo certo entrare nel merito della decisione assunta dal Consiglio Comunale che, “a maggioranza”, ha respinto la mozione. Tuttavia, sullo svolgimento del dibattito (che non ne è seguito) ci sentiamo di condividere la lapidaria considerazione contenuta nelle parole del consigliere Mauro Martina: "Non capisco la maggioranza di questa amministrazione che non solo non condivide la mozione ma neppure la dibatte"
Non abbiamo potuto assistere alla seduta ma, visionando la registrazione della seduta stessa, abbiamo potuto verificare le modalità con le quali il Consiglio Comunale di Pinerolo ha presto deliberato sul giudice Nino Di Matteo, minacciato di morte da Totò Riina e pubblico ministero nel processo sulla "trattativa Stato-mafia": la vicenda oscura che avrebbe legato le stragi siciliane del 1992 a supposte "convenienze" di pezzi della politica e delle istituzioni di quegli anni e degli anni a venire.
Ritornando alla seduta dello scorso 23 aprile, a noi che non siamo avvezzi "ai modi della politica" ha sorpreso un poco che quanto presentato dal consigliere proponente venisse sì bocciato “a maggioranza” dal Consiglio Comunale, ma chi si incaricava di "cassare" la mozione non fosse però un consigliere del primo partito di maggioranza. Quel consigliere dapprima esprimeva i necessari riconoscimenti all'attività di Nino Di Matteo, e di tutti i giudici che dovrebbero svolgere proficuamente il loro lavoro, dopodiché "cassava" Nino Di Matteo informando come del resto lo stesso giudice avesse visto da poco respinta anche la sua richiesta di passare alla Procura nazionale antimafia.
Su questo episodio, e sulle figure di coloro che sono stati preferiti a Nino Di Matteo per il passaggio alla Procura nazionale antimafia, invitiamo ad effettuare le ricerche-verifiche a cui siamo oramai avvezzi: a molti - con gli opportuni “distinguo”- l'episodio ha ricordato altre bocciature, avvenute in altri momenti della storia di questo Paese!
Pertanto, a Pinerolo la maggioranza -come suo diritto- "boccia", non dibatte, neppure si concede un ulteriore momento di riflessione, ma passa decisamente al successivo ordine del giorno!
Sulla figura di Nino Di Matteo, sul significato del lavoro svolto dal giudice, lo stesso don Luigi Ciotti - fondatore e presidente di LIBERA - aveva espresso tutt'altra considerazione nel novembre 2013, quando erano state rivelate le minacce di morte rivolte al giudice da Toto Riina. Don Luigi Ciotti aveva indirizzato a Nino Di Matteo la “lettera aperta” che segue e che, lo confessiamo, avremmo sperato suscitasse nei consiglieri della maggioranza pinerolese differente considerazione di quella adottata lo scorso 23 aprile 2015 e, di conseguenza, differente determinazione.
Anche noi del presidio LIBERA "Rita Atria" eravamo stati colpiti dalla vicenda del giudice Di Matteo. Ad alcune classi degli studenti che avevamo incontrati nello scorso anno scolastico avevamo fatto conoscere la lettera aperta di Luigi Ciotti chiedendo, nel caso in cui gli studenti avessero condiviso i contenuti della Lettera, di scattare una fotografia: "Anche Noi siamo con Nino Di Matteo e i giudici della trattativa". Cercheremo ora altre forme per continuare a ribadire -a Nino Di Matteo e agli altri giudici che svolgono il loro lavoro a servizio della verità e della giustizia- quanto scrive Luigi Ciotti:"Non sarete mai più soli"
Ringraziando per l'attenzione che avrete voluto dedicare al nostro scritto, porgiamo cordiali saluti.
Presidio LIBERA “Rita Atria” Pinerolo


Lettera aperta di don Luigi Ciotti a Nino Di Matteo - 14 novembre 2013

Caro Nino Di Matteo, devi sapere che non sei solo, che tutti voi a Palermo, e in ogni angolo d`Italia, non sarete mai più soli. Dalla stagione delle stragi è cresciuta nel nostro paese la consapevolezza che la questione delle mafie non è solo di natura criminale. È un problema più profondo, anche culturale e sociale. Una questione che non sarebbe ancora cosi grave se a contrastare le mafie ci fossero stati, oltre alla magistratura e alle forze di polizia, la coscienza pulita e l`impegno della maggior parte degli italiani. Questa coscienza e questo impegno, lentamente e faticosamente si sono negli anni moltiplicati.
Devi dunque sapere caro Nino, anche se qualcuno—mafiosi o complici dei mafiosi — continua a minacciare e lanciare messaggi inquietanti, che oggi tu e tutti gli altri magistrati siete meno soli. Che minacciare voi vuoi dire minacciare tanti di noi, tanti italiani, che nei più vari ambiti si sono messi in gioco. Cittadini che non si limitano a scendere in piazza, a indignarsi o commuoversi, ma che hanno scelto di muoversi, di trasformare il loro "no" alle mafie in un impegno quotidiano per la democrazia, per la libertà e la dignità di tutti.
Le luci non nascondono però le molte ombre. In tanti ambiti prevale ancora l`indifferenza o una semplice e facile risposta emotiva. Anche la politica non sempre ha saputo affrontare la questione con la pulizia morale e il respiro necessario: pensiamo solo ai troppi compromessi che hanno impedito un`adeguata riforma della legge sulla corruzione e ai patti sottobanco. Lo Stato, tutto lo Stato, deve proteggere se stesso e i suoi cittadini. Ma negli ultimi tempi, come molti segnali lasciano intendere, le mafie - indisturbate nei loro livelli più alti: economia, finanza, appalti, affari- hanno approfittato per organizzarsi in silenzio.
Quelle minacce dall`interno di un carcere dicono perciò una verità imbarazzante: se nell`ambito repressivo e giudiziario importanti risultati sono stati ottenuti, sul versante del contrasto politico e sociale c`è ancora molta strada da fare. Perché di una cosa dobbiamo essere certi: sconfiggeremo le mafie solo quando sapremo colmare le disuguaglianze sociali che permettono il loro proliferare. Le mafie non vanno solo inseguite: vanno prevenute. Prevenzione vuoi dire anche realizzare la condizione di dignità e di libertà responsabile prevista dalla Costituzione, il primo e più formidabile dei testi antimafia. Altrimenti, nello scarto fra le parole e i fatti, continuerà a insinuarsi la più pericolosa e subdola delle mafie: quella della corruzione, del privilegio e dell`abuso di potere. A te un forte abbraccio da parte mia e dalle oltre 1600 realtà associate a Libera.

Luigi Ciotti


Nota del presidio LIBERA “Rita Atria” Pinerolo: ci siamo permessi di evidenziare “in grassetto” alcuni passaggi della Lettera di don Luigi Ciotti, passaggi che riteniamo fondamentali per il significato della questione in oggetto.

collage delle fotografie: "Anche noi siamo con Nino Di matteo e i giudici della trattativa"
 

giovedì 30 ottobre 2014

Si scrive Acqua e si legge Democrazia!

Sentinelle del territorio: "Una bella notizia!"
Il Consiglio Comunale di Pinerolo ha approvato ieri notte  a larga maggioranza la deliberazione di trasformazione di SMAT SPA  in Azienda speciale consortile di diritto pubblico.

Fonte: Comitato  Acqua Pubblica di Pinerolo

Il testo della deliberazione, proposto dal Comitato provinciale Acqua Pubblica di Torino e fatto proprio dai consiglieri Giorgio Canal (SEL) e Luca Salvai (Movimento 5 Stelle) è stato oggetto di esame e discussione approfondita da parte dei consiglieri comunali in più riunioni.
Un confronto che ha richiesto tempo ma che è stato utile per chiarire la profonda differenza tra la gestione dell’acqua bene comune tramite una Società per Azioni di diritto privato a fini di lucro, oppure un’Azienda speciale di diritto pubblico che non ha lo scopo di realizzare profitti ma di erogare il servizio idrico così vitale in modo efficiente, equo, partecipativo e trasparente come l’Acqua. 
In tal senso si erano già pronunciati decine di Comuni della nostra Provincia (tra cui Almese, Avigliana, Bussoleno, Chivasso, Moncalieri, Nichelino, Rivalta)  ai quali viene ora ad aggiungersi anche la voce di Pinerolo.
Con il voto a larga maggioranza di ieri sera, il Consiglio comunale di Pinerolo ha dimostrato il rispetto dovuto alla volontà popolare espressa nel Referendum del 12-13 giugno 2011, e la ha attuata dando coerente prova di vera democrazia.
Un segnale positivo e incoraggiante che dimostra quali favorevoli risultati può conseguire il confronto serio, chiaro, nel reciproco rispetto e autonomia, tra movimenti di base e istituzioni.
Ancora una volta : si scrive acqua e si legge democrazia!
Viviamo questo momento di grande soddisfazione e di consonanza con quasi tutti i nostri amministratori comunali anche come lascito del nostro indimenticabile Giorgio Gardiol.
Riportiamo una immagine di  Giorgio Gardiol , scattate a Pinerolo lo scorso 27 settembre 2013 in occasione di quella che è stato forse la sua ultima apparizione "pubblica": l'incontro sulla questione dei "Portici Blu". Anche in quell'occasione, insieme Giorgio Gardiol era stato capace di produrre un importante e fondato documento di analisi di una delibera che  aveva suscitato ampio dibattito nella città di Pinerolo e riguardante l'ipotesi di un secondo grattacielo a Pinerolo

martedì 24 giugno 2014

Aspettando Renzo Piano...nuove "case popolari" a Pinerolo?


"Aspettando Renzo Piano"...Sentinelle del Territorio! (le parole riprendono quanto abbiamo scritto l'estate scorsa a proposito delle vicende urbanistiche di Pinerolo) leggiamo della discussione che si terrà nel prossimo Consiglio Comunale per l'individuazione di nuove aree destinate a edilizia popolare a Pinerolo.
Solo pochi giorni sono passati dalla prova d'esame di maturità che vedeva la sua traccia riprendere proprio un articolo scritto già alcuni mesi orsono da Renzo Piano, illustre architetto italiano.  In quell’articolo, Renzo Piano scriveva: “Siamo un Paese straordinario e bellissimo, ma allo stesso tempo molto fragile. È fragile il paesaggio e sono fragili le città, in particolare le periferie dove nessuno ha speso tempo e denaro per far manutenzione. Ma sono proprio le periferie la città del futuro (…) La prima cosa da fare è non costruire nuove periferieBisogna che le periferie diventino città ma senza ampliarsi a macchia d'olio, bisogna cucirle e fertilizzarle con delle strutture pubblicheSi deve mettere un limite alla crescita anche perché diventa economicamente insostenibile(…)”

Ci domandiamo: cosa traggono le classe politiche -anche quelle locali- dalla riflessione di Renzo Piano? Hanno letta quella riflessione?
Ma veniamo all'ipotesi di un nuovo piano di intervento di edilizia popolare a Pinerolo. 
Non dimentichiamolo: le periferie degradate di cui parla Renzo Piano, quelle bisognose di “rammendo e di cura”, sono anzitutto “periferie umane”! Luoghi degradati perché non curati! Luoghi nei quali è stata riposta l’umanità degli "ultimi", una umanità oggi ancor più dolente a causa di una una crisi economica che è una crisi strutturale , di sistema, e che  proprio per questo abbisogna di interventi innovativi e concretamente rispondenti ai bisogni delle persone.
Come rispondere a quei bisogni? 
Si dovrebbe rispondere a quei bisogni anzitutto creando sistemi socio-economici onesti, etici e sostenibili, che consentano condizioni di vita dignitosa per le persone. Non dovrebbe invece essere più consentito sfruttare “le emergenze” ( artificiosamente create)  affinchè il sistema ( sempre il solito) abbia modo di speculare sull’emergenza stessa.
Simbolo di quella periferia “bisognosa” tante volte sono state proprio le cosiddette “case popolari”. Una edilizia di bassissima qualità architettonica e urbanisitica, destinata ai ceti sociali più poveri (quelli che ora i sociologi ci invitano a chiamare " le vecchie povertà") destinata a un degrado inesorabile perchè mai sono state operate le manutenzioni necessarie a quegli edifici, quasi che il degrado materiale-edilizio dovesse mostrare, anticipare o seguire, un marchio sociale, umano. Errori da non ripetere! L'errore da non ripetere è soprattutto quello di creare "ghetti edilizi" che divengono anzitutto, come abbiamo detto,ghetti "di umanità"separati, staccati anche "fisicamente" dal resto della comunità. 
Il sistema "torinese": quando "agiatezza" e "povertà" s'incontravano sulle medesime scale
Dovremmo imparare dalla storia passata perchè non è sempre stato così . Perché non ci ricordiamo del sistema urbanistico e architettonico torinese? Torino: la città dei santi laici! Una riflessione: forse che la “santità laica” di Torino non derivasse anche dalla particolare configurazione urbanistica e architettonica dei suoi quartieri? 
Prima che la speculazione edilizia realizzasse “i quartieri popolari”, a Torino, come in verità anche in altre città, esisteva una stratificazione sociale “verticale”: nello stesso palazzo abitavano e vivevano classi sociali differenti, dal “piano nobile” al “mezzanino”. Esisteva un rapporto continuo, quotidiano, fra classi sociali diverse che derivava proprio del vivere negli stessi ambiti, addirittura nello stesso edificio. Contatti variegati e continui fra agiatezza e povertà , classi sociali che si guardavano con reciproco e necessario rispetto, dove l’una aveva modo e necessità di  confrontarsi e stemperarsi nello sguardo dell’altra, perchè agiatezza e povertà percorrevano le medesime scale! (... anche se l’altezza dei gradini delle medesime aumentava col salire le stesse, giacché l’altezza del piano dell’abitazione era inversamente proporzionale con la classe sociale a cui la famiglia apparteneva).
Le emergergenze! (...create ad arte)
Ma non vogliamo ora percorrere sentieri filosofici o pseudo-spirituali. Parliamo  del cosiddetto “bisogno abitativo”l’ennesimo “slogan”, l’ennesima “emergenza” costruita da un sistema che ha visto privilegiare l’edilizia come speculazione economica-finanziaria piuttosto che progetto razionale in risposta ai bisogni delle comunità. Il risultato è sotto i nostri occhi: tessuti urbani oltraggiati, spesso guastato dalle "cose-case" costruite negli ultimi decenni; un paesaggio deturpato da una infinita e squallida periferia - il cosiddetto urban-sprawl- che ha offeso e devastato i nostri paesaggi. L'infinita periferia della "statale dei Loghi" ( così chiamo la nostra "Statale dei Laghi") ne è la triste rappresentazione!
Proprio all'indomani del tema di maturità un articolo del prof. Piero Bevilacqua, spiega - sommariamente- il carattere e le motivazioni delle tante "emergenze" di questa Italia: il giochetto è sempre  lo stesso ( non sorridete!)  ed è quello di "creare" una emergenza per proporsi poi come colui (o coloro) che salvano dall'emergenza...Vi ricorda qualcosa? Ed ecco servita l'emergenza dell'Expo, del Mose, della Tav, dell'"edilizia popolare" che manca quando -per decenni- si è speculato sul paesaggio devastandolo con case-cose-capanoni industriali-aree industriali-rotonde-centri commerciali...
Soluzioni alternative?
E allora ci chiediamo questo: non potrebbe essere quella particolare connotazione dell’architettura residenziale “torinese” dei secoli passati - la convivenza di classi sociale variegate residenti in uno stesso edificio o complesso residenziale- un tratto e un principio da perseguire in iniziative che si propongono di rispondere alla carente offerta di abitazioni “ a buon mercato” con interventi che rispondano a criteri di alta qualità sociale e architeonica-urbanistica?
Anche perché, proprio a Pinerolo,  alla necessità di dare risposte alla carenza di edilizia  di tipo “economico” si contrappone la situazione paradossale che vede una quota significativa del patrimonio edilizio esistente “sfitto” o “in vendita”,  a prezzi che -colpa la crisi economica- spesso sono oramai concorrenziali rispetto a nuove costruzioni. Nuove costruzioni che comportano, anzitutto e comunque, ulteriore consumo di suolo sia pure "antropizzato" ( che spesso significa: già rovinato!)
Perchè non pensare invece di acquisire edilizia già edificata? Edilizia "in vendita" (ma che spesso rimane invenduta) sgravando così i proprietati dagli oneri sempre maggiori che gravano sul patrimonio immobiliare. Si potrebbe pensare a delle forme di comproprietà sociale, comunità abitative sovvenzionate sfruttando proprio gli edifici esistenti. Il cosiddetto "social housing" altrove è stato proprio usato così: acquisire a prezzi conveniente edilizia già sul mercato per offrire soluzioni abitative, con costi sostenbili, rivolte a chi è in difficoltà.
Numerose amministrazioni italiane , anche in alcuni comuni del pinerolese e della prima cintura di Torino, cominciano a porsi obbiettivi di sostenibilità degli interventi sul tessuto urbano, di "etica" che si rispecchia e si concretizza anche nell'uso, nella cura e nel rispetto del territorio, visto non più come "merce da depredare" ma come risorsa da accudire e proteggere per fondare nuovi sistemi-modi di vita sociale sostenibile. Dalle pianure alle montagne!
Occorre far ripartire l'Edilizia...  
Sul fatto poi che queste nuove edificazioni possano far superare la crisi del settore edilizio fornendo "occasioni di lavoro” è palese l’infondatezza della tesi: basterebbe considerare del quote di patrimonio edilizio “sfitto o invenduto” per capire che una prospettiva di ripresa di medio lungo periodo del settore non ha altra strada se non quella indicata proprio -e primo fra tutti- da Renzo Piano nel suo articolo: manutenzione, riqualificazione, rammendo e completamento del tessuto urbanomanutenzione e rammendo della Bellezza oltraggiata!
Aspettando Renzo Pianocosa scriverebbero,come risponderebbero, nella loro "prova di maturità" i nostri amministratori  e in merito a quella sua riflessione?
presidio LIBERA "Rita Atria" Pinerolo

domenica 19 gennaio 2014

GIORGIO GARDIOL

Questa mattina è mancato Giorgio Gardiol, sino all'ultimo impegnato 
a favore della sua comunità. 

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GIORGIO GARDIOL 
Abbiamo avuto modo di conoscere Giorgio solo un anno fa e grazie al gruppo di lavoro  formatosi lo all'inizio del 2012 a Pinerolo e che -informalmente- abbiamo spesso chiamato " Forum delle associazioni sul tema dell'urbanistica". Ne abbiamo apprezzato l'impegno e la competenza che profondeva nelle battaglie sulle tematiche ambientali; la sua volontà, dopo anni di attività politica, di mettere ancora la sua esperienza al servizio della comunità. Mancherà a tutti la sua figura di uomo e la sua volontà di impegno.
Nella sua biografia leggiamo: " Ex deputato dei Verdi e prima ancora, negli anni Settanta, consigliere comunale a Pinerolo e consigliere provinciale, Gardiol era attivo in politica sin dagli anni del Sessantotto studentesco. Eletto alla Camera nel 1996 con l'Ulivo nel Collegio di Settimo Torinese, fu componente delle commissioni Attività produttive e Lavoro."
Riportiamo due fotografie di Giorgio, scattate lo scorso 27 settembre 2013 in occasione dell'incontro pubblico sulla questione dei "Portici Blu". Anche in quell'occasione insieme a Paolo Bertolotto, Giorgio Gardiol era stato capace di produrre un importante e fondato documento di analisi di una delibera che tanto scalpore aveva suscitato nella città di Pinerolo: riguardante l'ipotesi di un secondo grattacielo a Pinerolo

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Pinerolo 27 settembre 2013.  GIORGIO GARDIOL espone le osservazioni presentate alla delibera sui cosiddetti "Portici Blu"
Provavamo per Giorgio Gardiol una forte simpatia e ne abbiamo ammirato il suo desiderio di vivere la vita, di essere "al servizio" delle battaglie  a difesa dei "beni comuni",  di regalare competenza anche in questi difficili mesi,  a dispetto della malattia e sino all'ultimo.
Commossi e sinceramente dispiaciuti esprimiamo questi  sentimenti  a nome del  presidio LIBERA "Rita Atria" Pinerolo. 
Ciao Giorgio!