Nino Di Matteo |
Sentinelle del territorio. Lo scorso 23 aprile 2015 è stata presentata nel Consiglio Comunale di Pinerolo la mozione di Luca Salvai, consigliere del Movimento 5 Stelle ( qui il testo), per il conferimento della Cittadinanza Onoraria a Nino Di Matteo, giudice
impegnato da venti anni in procedimenti e indagini contro "cosa
nostra" e pubblico ministero nel processo sulla "trattativa
stato-mafia". La mozione è stata respinta.
Come
presidio LIBERA "Rita Atria Pinerolo abbiamo deciso di indirizzare una
Lettera Aperta ( in allegato) al Sindaco e al Consiglio Comunale: "(...) ci sentiamo di condividere la lapidaria considerazione contenuta nelle parole del consigliere Mauro Martina: "Non capisco la maggioranza di questa amministrazione che non solo non condivide la mozione ma neppure la dibatte"(...). Di
seguito, la registrazione della seduta con lintervento del consigliere
Luca Salvai, e di quanto è poi avvenuto, a partire dal minuto 30'.
.
Attendiamo, aupischiamo, una risposta da parte dei nostri amministratori,
Pinerolo
8 maggio 2015
-
alla c. a. del Sindaco di Pinerolo
-
alla c.a. del presidente del Consiglio Comunale
-
alla c.a dei consiglieri
Lettera
aperta
Nella
seduta del Consiglio Comunale di Pinerolo dello scorso 23 aprile 2015
uno dei punti all'ordine del giorno è stata la mozione presentata
dal consigliere Luca Salvai per il conferimento della Cittadinanza
Onoraria al giudice Nino
Di Matteo.
Non vogliamo certo entrare nel merito della decisione assunta dal
Consiglio Comunale che, “a maggioranza”, ha respinto la mozione.
Tuttavia, sullo svolgimento del dibattito (che non ne è seguito) ci
sentiamo di condividere la lapidaria considerazione contenuta nelle
parole del consigliere Mauro Martina: "Non
capisco la maggioranza di questa amministrazione che non solo non
condivide la mozione ma neppure la dibatte"
Non
abbiamo potuto assistere alla seduta ma, visionando la registrazione
della seduta stessa, abbiamo potuto verificare le modalità con le
quali il Consiglio Comunale di Pinerolo ha presto deliberato sul
giudice Nino Di Matteo, minacciato di morte da Totò Riina e
pubblico ministero nel processo sulla "trattativa Stato-mafia":
la vicenda oscura che avrebbe legato le stragi siciliane del 1992 a
supposte "convenienze" di pezzi della politica e delle
istituzioni di quegli anni e degli anni a venire.
Ritornando
alla seduta dello scorso 23 aprile, a noi che non siamo avvezzi "ai
modi della politica" ha sorpreso un poco che quanto presentato
dal consigliere proponente venisse sì bocciato “a maggioranza”
dal Consiglio Comunale, ma chi si incaricava di "cassare"
la mozione non fosse però un consigliere del primo
partito di
maggioranza.
Quel consigliere dapprima esprimeva i necessari riconoscimenti
all'attività di Nino Di Matteo, e di tutti i giudici che dovrebbero
svolgere proficuamente il loro lavoro, dopodiché "cassava"
Nino Di Matteo informando come del resto lo stesso giudice avesse
visto da poco respinta anche la sua richiesta di passare alla Procura
nazionale antimafia.
Su
questo episodio, e sulle figure di coloro che sono stati preferiti a
Nino Di Matteo per il passaggio alla Procura nazionale antimafia,
invitiamo ad effettuare le ricerche-verifiche a cui siamo oramai
avvezzi: a molti - con gli opportuni “distinguo”- l'episodio ha
ricordato altre
bocciature,
avvenute in altri momenti della storia di questo Paese!
Pertanto,
a Pinerolo la maggioranza -come suo diritto- "boccia", non
dibatte, neppure si concede un ulteriore momento di riflessione, ma
passa decisamente al successivo ordine del giorno!
Sulla
figura di Nino Di Matteo, sul significato del lavoro svolto dal
giudice, lo stesso don
Luigi Ciotti
- fondatore e presidente di LIBERA - aveva espresso tutt'altra
considerazione nel novembre 2013, quando erano state rivelate le
minacce di morte rivolte al giudice da Toto Riina. Don Luigi Ciotti
aveva indirizzato a Nino Di Matteo la “lettera aperta” che segue
e che, lo confessiamo, avremmo sperato suscitasse nei consiglieri
della maggioranza pinerolese differente considerazione di quella
adottata lo scorso 23 aprile 2015 e, di conseguenza, differente
determinazione.
Anche
noi del presidio LIBERA "Rita Atria" eravamo stati colpiti
dalla vicenda del giudice Di Matteo. Ad alcune classi degli studenti
che avevamo incontrati nello scorso anno scolastico avevamo fatto
conoscere la lettera aperta di Luigi Ciotti chiedendo, nel caso in
cui gli studenti avessero condiviso i contenuti della Lettera, di
scattare una fotografia: "Anche Noi siamo con Nino Di Matteo e i
giudici della trattativa". Cercheremo ora altre forme per
continuare a ribadire -a Nino Di Matteo e agli altri giudici che
svolgono il loro lavoro a servizio della verità e della giustizia-
quanto scrive Luigi
Ciotti:"Non
sarete mai più soli"
Ringraziando
per l'attenzione che avrete voluto dedicare al nostro scritto,
porgiamo cordiali saluti.
Presidio
LIBERA “Rita Atria” Pinerolo
Lettera
aperta di don Luigi Ciotti a Nino Di Matteo - 14 novembre 2013
Caro
Nino Di Matteo, devi sapere che non sei solo, che tutti voi a
Palermo, e in ogni angolo d`Italia, non sarete mai più soli. Dalla
stagione delle stragi è cresciuta nel nostro paese la consapevolezza
che la
questione delle mafie non è solo di natura criminale. È un problema
più profondo, anche culturale e sociale.
Una questione che non sarebbe ancora cosi grave se a contrastare le
mafie ci fossero stati, oltre alla magistratura e alle forze di
polizia, la coscienza pulita e l`impegno della maggior parte degli
italiani. Questa coscienza e questo impegno, lentamente e
faticosamente si sono negli anni moltiplicati.
Devi
dunque sapere caro Nino, anche se qualcuno—mafiosi o complici dei
mafiosi — continua a minacciare e lanciare messaggi inquietanti,
che oggi tu e tutti gli altri magistrati siete meno soli. Che
minacciare
voi vuoi dire minacciare tanti di noi, tanti italiani, che nei più
vari ambiti si sono messi in gioco. Cittadini
che non si limitano a scendere in piazza, a indignarsi o commuoversi,
ma che hanno scelto di muoversi, di trasformare il loro "no"
alle mafie in un impegno quotidiano per la democrazia, per la libertà
e la dignità di tutti.
Le
luci non nascondono però le molte ombre.
In tanti ambiti prevale ancora l`indifferenza o una semplice e facile
risposta emotiva. Anche
la politica non sempre ha saputo affrontare la questione con la
pulizia morale e il respiro necessario:
pensiamo solo ai troppi compromessi
che
hanno impedito un`adeguata riforma della legge sulla corruzione
e ai patti
sottobanco.
Lo Stato, tutto lo Stato, deve proteggere se stesso e i suoi
cittadini. Ma negli ultimi tempi, come molti segnali lasciano
intendere, le
mafie - indisturbate nei loro livelli più alti: economia, finanza,
appalti, affari- hanno approfittato per organizzarsi in silenzio.
Quelle
minacce dall`interno di un carcere dicono perciò una verità
imbarazzante: se
nell`ambito repressivo e giudiziario importanti risultati sono stati
ottenuti,
sul versante del contrasto politico e sociale c`è ancora molta
strada da fare.
Perché di una cosa dobbiamo essere certi: sconfiggeremo
le mafie solo quando sapremo colmare le disuguaglianze sociali che
permettono il loro proliferare. Le mafie non vanno solo inseguite:
vanno prevenute. Prevenzione vuoi dire anche realizzare
la condizione di dignità e di libertà responsabile prevista dalla
Costituzione,
il primo e più formidabile dei testi antimafia. Altrimenti,
nello scarto fra le parole e i fatti, continuerà a insinuarsi la più
pericolosa e subdola delle mafie: quella della corruzione, del
privilegio e dell`abuso di potere.
A te un forte abbraccio da parte mia e dalle oltre 1600 realtà
associate a Libera.
Luigi Ciotti
Nota
del presidio
LIBERA “Rita Atria” Pinerolo: ci
siamo permessi di evidenziare “in grassetto” alcuni passaggi
della Lettera di don Luigi Ciotti, passaggi che riteniamo
fondamentali per il significato della questione in oggetto.
collage delle fotografie: "Anche noi siamo con Nino Di matteo e i giudici della trattativa"
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