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martedì 14 giugno 2016

Ai candidati-sindaco: "Giù le carte!...fuori i nomi! Dialogo fra Dario Seglie e A. Francesco Incurato

Oramai è noto ai pinerolesi che il primo turno della tornata elettorale ha portato al ballottaggio i due candidati-sindaco Luca Barbero e Luca Salvai. Citiamo i dati dell'articolo pubblicato da Vita Diocesana : "(...) Il primo sostenuto dalla coalizione formata da Partito Democratico, Moderati, Città Viva, ha riportato il 40,26% dei voti. Il secondo candidato sindaco per il Movimento 5 Stelle il 25,22%. Guardando però ai relativi partiti di riferimento il risultato è di quasi parità. 3945 voti al PD 2 3772 al M5S. E questa è la sorpresa.(...)"
In attesa del ballottaggio che si terrà domenica 19 giugno 2016, riportiamo uno di quei dialoghi "via-mail", "dialoghi" che le moderne teconologie oggi giorno rendono possibile, avvenuto nei giorni passati e ora riportato dal giornale Vita Diocesana.
Nel dialogo alcuni dei temi che stanno a cuore ai cittadini che provino ad essere "cittadini responsabili".
I protagonisti del "dialogo": Dario Seglie, noto e infaticabile direttore Direttore CeSMAP-Centro Studi e Museo d’Arte Preistorica  e Francesco Incurato, modesto referente del presidio LIBERA "Rita Atria" Pinerolo. 
Il dialogo ha preso le mosse da quanto si era scritto nelle ore della prima tornata elettorale: Votiamo liberamente e consapevolmente! ( qui l'articolo integrale)
L'articolo è stato riportato da Vita Diocesana e cade nel mezzo degli ultimi due confronti a cui sono chiamati i due candidati-sindaco: il confronto tenutosi ieri e organizzato dall'Eco del Chisone e quello che si terrà questa sera organizzato da Vita diocesana e da associazioni Pinerolesi. 
Giù le carte
Cerco sempre di leggere con attenzione quello che scrivono persone stimabili, specie se le conosco de visu. Francesco Incurato è uno di questi; recentemente con l'e-mail di LIBERA - presidio "Rita Atria Pinerolo del quale è il referente, ha scritto, riferendosi al 5 giugno:
"Oggi per noi pinerolesi oggi è il giorno del "voto": siamo chiamati ad eleggere il prossimo Sindaco e ed i componenti del Consiglio Comunale che amministrerà la Citta.  Nel sistema politico che chiamiamo Democrazia, l'atto di amministrare "pro-tempore" una comunità ha un unico significato ed un unico obiettivo: sapere mettere in atto, costruire, poliche (pensieri e azioni) che perseguano l'interesse pubblico; pensieri e azioni che portino alla realizzazione del "bene lungimirante di una comunnità". 
Solo donne e uomini liberi, onesti capaci e meritevoli possono adempiere a questo compito ammirevole. "
Gli ho risposto:(...) nel tepore della tarda primavera elettorale, il calore della passione per amministrare, sintonico col grido della "pasionaria" politica, attivista e antifascista spagnola Dolores Ibárruri, ugualmente necessario per votare la "pericolosa categoria degli onesti” che citi ricordando le parole di Paolo Borsellino: "La Rivoluzione si fa nelle piazze con il popolo, ma il cambiamento si fa dentro la cabina elettorale con la matita in mano (…)”
Nella sua chiusa Francesco afferma che  “(...) ora le legittime speranze dei cittadini pinerolesi “vanno al ballottaggio” !...speriamo di non vederle riposte ad ammuffire, per altri cinque anni, in un qualche armadio di un qualche ufficio dello storico palazzo di “Piazza Fontana”.
Gli ho risposto: Quello storico palazzo, che fu l'Arsenale francese nel XVII secolo, ha una facciata rifatta con la torre che tu da architetto credo definiresti modernista-razionalista, e che il popolo semplicemente chiama fascista. Se i nuovi Amministratori terranno chiuse nei loro armadi la nostra idee e speranze per farle ammuffire, si manifesteranno come fascisti e dittatori e noi (la Società Civile) saremo obbligati (seguendo il precetto di Kant) a scendere in lizza e far abbassare il ponte levatoio. Se viceversa, come auspichiamo, saranno dei sinceri democratici aperti alla vera partecipazione (non quella improbabile ad es. dei focus group) avranno tutto il nostro contributo di idee, sempre per i famosi cieli blu dei nostri nipoti.
Si andrà al ballotaggio domenica 19 giugno e dovremo sapere qualche cosa di nuovo rispetto al primo turno elettorale; oramai i programmi li hanno dirameti in migliaia di volantini e santini.
Ora vogliamo sapere da ogni candidato sindaco, dai due Luca, con quale squadra si prepara a governare la Città, nomi e cariche assessorili. I curricula non servono più, ogni candidato consigliere presente nelle liste in ballo ci ha già detto chi è, familiari compresi. Se entreranno candidati esterni, allora diceci chi sono.

Giù le carte, il giro di poker è finito, vogliamo vedere chi dei due ha la scala reale in mano.
Dario Seglie

Infine , la locandina dell'incontro che si terrà questa sera:



lunedì 14 settembre 2015

Dario Seglie e "La Pinerolo degli Indignati": indignarsi e impegnarsi è una forza prodigiosa

Nella settimana di fine agosto, l'articolo della redazione di Vita Diocesana nel quale si ri-proponeva l'immagine di Pinerolo come "capitale" (leggi qui), ha suscitato qualche dibattito nella comunità pinerolese. Comunità già allertata dai titoli dei giornali locali del fatto che, quella che si andava a riaprire, non  sarebbe stata una  stagione come le altre: fra pochi mesi si terranno infatti le elezioni aministrative che eleggeranno il nuovo sindaco! E di già  nomi di candidati si stagliano sulla ribalta....chi "costretto", chi reclamato a gran voce...Tutto questo mentre vecchi e nuovi problemi affliggono una "capitale" in evidente difficoltà: un Piano Regolatore abnorme ma "immutato"; una cosiddetta "Variante ponte" che si è rivelata, a detta delle associazioni che ne hanno seguito l'evolversi, la mera risposta a pochi e "privati interessi" (leggi qui); una città ( conservatrice) che ha subito pesantemente la crisi economica e la perdita di sedi istituzionali. 

Per quanti di quei nomi che "accorrono a servire la città" varrà il principio dell'antica Grecia di Pericle? "(...)Quando un cittadino si distingue, allora esso sarà, a preferenza di altri, chiamato a servire lo Stato, ma non come un atto di privilegio, come una ricompensa al merito (...)". Viene da dire: "Un altro tempo e un altro mondo!". Ben differente dal mondo della politica e della società italiana dei nostri giorni. Un mondo tratteggiato sinteticamente anche dal prof. Dario Seglie nel suo scritto " La Pinerolo degli Indignati", pubblicato da Vita Diocesana, nel numero del 6 settembre 2015.

Il prof. Seglie pare aver raccolto realmente l'invito ad essere "eretici", (leggi qui), giacchè non cela il suo pensiero dietro pietose menzogne. Cosicchè, riconosciamo tutti la società italiana, divisa nelle due fazioni da lui descritte: da un lato coloro che detengono "il Potere" e i loro sodali, gli appartenenti alla casta della politica e/o delle varie oligarghie (locali o nazionali poco importa); dall'altro lato i cosiddetti "cittadini", in realtà più simili a moderni "servi della gleba", sudditi "di una reale oligarchia che non ha fondamento democratico se non l'accaparramento dei voti...". E il prof. Seglie descrive pure le liturgie della "pantomima democratica": la tracotanza del "potere" a negare una partecipazione dei cittadini con la  retorica del"..ma noi siamo gli eletti!"; "commissioni e gruppi di lavoro che esistono solo sulla carta". 

Condividiamo il pensiero: questo è davvero il tempo di essere "eretici", indignarsi e impegnarsi", se si vuole cambiare il corso delle cose. "Nani" che siamo, impariamo a salire sulle spalle di "giganti" come Bertrand Russell: "Non smettete mai di protestare; non smettete mai di dissentire, di porvi domande, di mettere in discussione l’autorità, i luoghi comuni, i dogmi. Non esiste la verità assoluta. Non smettete di pensare. Siate voci fuori dal coro. Siate il peso che inclina il piano. (...) Un Uomo che non dissente è un seme che non crescerà mai."

                                                                                                              

 Fonte: Vita Diocesana

La Pinerolo degli Indignati

Una riflessione critica sul passato, sul presente e soprattutto sul futuro della città

Tensioni e divisioni non solo tra i gruppi storici di riferimento, i partiti, ma divaricazioni e fazioni all'interno di essi, nell'intento di scendere in lizza, sbaragliare gli avversari e conquistare, o riconquistare, o trattenere, il potere, la “governance” come si dice oggi per abbellire ed addolcire il detto medievale “tenere il coltello dalla parte del manico”. Brandeggiare il coltello è comunque, a destra come a sinistra (per usare due categorie politiche desuete ma chiare) l'operazione fondamentale per tracciare il solco, o la ferita, il vallo tra i pochi “stakeholder” (in italiano: i padroni del vapore) ed i molti cittadini, spesso considerati -come se fossimo ancora nell'epoca feudale- non “citoyen”, ma servi della gleba, al massimo sudditi di una reale oligarchia che non ha fondamento democratico se non l'accaparramento dei voti (non solo con il baratto, ma soprattutto con promesse e programmi di facciata e specchietti per le allodole, “ballon d'essai” non per innalzare la mongolfiera, ma “pour épater les burgeois”, per gettare fumo negli occhi) per un “do ut des” (dare e avere, in partita doppia computistica, quella che insegnava la Professoressa di Ragioneria Emma Liggiardi, detta la Tigre del Bengala per la sua severità, all'Istituto Buniva di Pinerolo, subito dopo la seconda guerra mondiale; la ricordo con affetto perché, lei al secondo piano ed io, bambino, al primo di una bella casa seicentesca di fronte al Palazzo del Vescovo, da lei ricevevo regalini e carezze). Decisioni e azioni di imperio che non hanno neppure l'aura del divino che incornicia il monarca, ma solo la caliginosa “nigredo” delle persistenti alchimie elettorali covate negli antri sotterranei profondi dei gruppi di potere.

Dall'alchimia vorremmo passare finalmente alla chimica, non solo in campo scientifico e tecnico, uscire dal Medioevo, saltando il Rinascimento, ed approdando al Risorgimento Democratico Contemporaneo, con esiti inclusivi veraci, soprattutto in campo elettorale, per proseguire con la coerente azione sul territorio, cioè sulla nostra pelle di cittadini liberi ed uguali, con trasparenti, intelligenti, valide, vigorose azioni partecipate e condivise da tutta la gente, perché o siamo in democrazia reale o torniamo in un astorico ad inaccettabile feudalesimo. Governare una città, un territorio, uno stato, non significa, e non deve mai più significare, pensare di essere l' ”unto del signore” ed agire nel chiuso del palazzo, con il ponte levatoio sempre alzato per evitare che la “plebaglia” possa sapere, possa dar noia ai “rappresentanti del popolo” ! Ma dopo il feudalesimo e l'assolutismo ci fu la presa della Bastiglia e su tutti i municipi di Francia, sulla facciata, è ancora oggi scritto a caratteri cubitali Liberté, Egalité, Fraternité”; Pinerolo fu Francia per tre lunghi periodi, nel 1500, nel 1600 ed a cavallo tra 1700 e 1800. Non sarebbe di troppo e tanto meno sconveniente se sulla facciata fascista del Municipio (che maschera l'Arsenale francese del 1650) ci fosse, almeno idealmente, scolpito l'illuministico trinomio rivoluzionario.
Citando un grande “maître à penser”, Herbert Marcuse (ed in particolare il suo testo “L'uomo a una dimensione”, 1964) il padre nobile dei moti rivoluzionari giovanili del '968, iniziati nei campus statunitensi e quindi approdati in Europa, dice che nelle moderne democrazie occidentali i valori, che una volta erano propri di una parte della società (la classe borghese), si sono diffusi a tutti gli altri soggetti sociali. Ma è proprio a questo punto del processo "democratico" che si innesca il meccanismo repressivo: l'azione totalizzante dell'esistenza da parte dei potentati, di fatto, impedisce una scelta che sia veramente libera; si genera un diffuso conformismo che produce l'uomo unidimensionale.
E' una parte della società che condiziona i veri bisogni umani, sostituendoli con altri artificiali, è il consumismo per il mercato divoratore, dove tutto ha un prezzo e nulla ha un valore; questa caduta etica, questo nuovo classismo polarizzato che raggruppa la ricchezza ed il potere in ristretti ambiti, apre le porte a forme estreme di mercificazione includenti la corruzione e l'intollerabile diseguaglianza tra i pochi ricchissimi ed i tanti poverissimi. Questa "democratica non-libertà" permea tutto di sé, niente le sfugge, neanche gli strati tradizionalmente anti-sistema come la classe operaia, che si è ormai pienamente integrata nel sistema stesso; segnale eloquente che non siamo ancora usciti dalla “democrazia bloccata”, dallo stato di ipnosi sociale che ci vede remissivi piuttosto che propositivi, assertivi, attivi per cambiare una società opprimente ed ingiusta.
Ed allora chi ? C'è una nuova classe emergente che sta guadagnando rapidamente la ribalta se non ancora il potere: gli Indignati. Indignarsi è una forza prodigiosa, a costo zero, in grado di farci uscire dalla palude Stigia (alimentata dal Chisone), dove l'unico che gode è ovviamente il nostrano Caron Dimonio ed i suoi Satanassi.
"Immaginazione al potere" divenne una delle parole d'ordine dei giovani del sessantotto, ai quali Marcuse guardò come veicolo attraverso il quale si può realizzare la liberazione, insieme a tutti i soggetti non integrati in esso; ma la rivoluzione generazionale prese altre vie e non sortì gli effetti sperati per migliorare l'umanità.
Chi sono oggi i “non integrati” ? Tutti coloro che si riconoscono e dialogano nei centri della Società Civile; tutti coloro che vengono tenuti lontani, esclusi, anche con tracotanza, confinati in commissioni e gruppi di lavoro che esistono solo sulla carta, coinvolti in riunioni dove l'informazione circola solo unilateralmente, senza confronto dialettico, chiudendo la gente nell'anonimato impotente della massa disinformata dei cittadini, sempre più narcotizzati ed emarginati.  
Tutta gente, la maggioranza silenziosa, che vuole e può diventare maggioranza democratica, nel senso pieno che Pericle, ad Atene, nel 5° secolo avanti Cristo le aveva dato.
Solo gli “Indignati” della Società Civile possono cambiare la situazione che si perpetua da troppo tempo, a livello locale come a livelli più ampi, metropolitano, nazionale, internazionale. Gli esempi di idee intelligenti per il territorio non mancano, ed anche persone intelligenti ed esperte esistono e potremmo fare nomi e cognomi, ma attendiamo che siano i cittadini, che devono essere i protagonisti attivi, a pronunciarsi nell'individuare i nuovi Leader.
La piazza con la fontana, già Piazza d'Armi dell'antico Arsenale di Pignerol, deve tornare ad essere il luogo dell'esercizio del potere partecipato, l'Agorà riconquistato, dopo 2500 anni, per una Governance che alla forza dell'immaginazione marcusiana aggiunga l'intelligenza dinamica e il vigore realizzativo. Il karma negativo che opprime l'anima del Pinerolese, le antiche terre dei Principi d'Acaja, deve svanire per dare finalmente cieli blu ai nostri figli ed ai figli dei nostri figli.
Dario Seglie
Settembre 2015

mercoledì 26 agosto 2015

Pinerolo "capitale"? Una domanda. Quale risposta?

Al rientro da brevi vacanze, non può mancare di suscitare interesse l'articolo della redazione di Vita Diocesana nel quale si ri-propone l'immagine di Pinerolo, come "capitale" di un territorio più o meno vasto. Ma più importante dell'immagine di Pinerolo-capitale pare sia l'interrogativo sotteso all'immagine stessa: quale classe politica, quale energia della cosiddetta "società civile", può dare vita ad un cammino che porti al "rinascimento pinerolese"?

Come referente del presidio di LIBERA "Rita Atria" Pinerolo, la mente del sottoscritto corre a una riflessione sorta all'interno del nostro gruppo a seguito di una intervista “coraggiosa”, rilasciata nel settembre dello scorso anno dal nostro concittadino il senatore Elvio Fassone ( leggi qui); coraggiosa perchè fra altre cose- il sen. Fassone esprimeva un giudizio sugli “eletti”, coloro che sono chiamati a guidare la comunità:“(…) La classe politica non è mai all’altezza. Purtroppo infatti la politica non riesce ad attrarre chi dovrebbe. (…)” Le elezioni dovrebbero servire, nel senso antico del termine (eligere) a selezionare i migliori. Tuttavia questi dovrebbero farsi avanti, e ciò quasi mai accade.(...)".
Le parole di Elvio Fassone, come già detto, avevano stimolato una nostra riflessione, di carattere generale, sulla "politica"; una riflessione che mi permetto ora di riportare auspicando che si apra davvero un dibattito nella nostra comunità, teso a stimolare energie che si offrano -e si pongano- "a servizio" della città. Come ci ricorda anche Dario Seglie nel suo commento all'articolo di Vita Diocesana, il passato di Pinerolo meriterebbe ( imporrebbe?) una comunità che sapesse assumersi la responsabilità di esprimere eccellenza civile, etica, politica e morale. D'altra parte, a mio parere, il ruolo di "capofila-capitale" di un territorio non può che essere titolo riconosciuto dal territorio stesso (a chi vorrebbe assumere quel ruolo) in conseguenza di manifeste eccellenze civili, morali, etiche, politiche.
Arturo Francesco Incurato.

Fonte : Vita Diocesana

Pinerolo capitale? 

Leggi qui il testo integrale dell'articolo e i commenti


agosto 2015

È stato presentato il 25 luglio scorso un documento programmatico in vista delle prossime elezioni amministrative. «Pinerolo è la “capitale” dell’area omogenea pinerolese – si legge nel documento – e pertanto, diventa conseguente che anche la dimensione amministrativa della città si apra alla nuova stagione politica, individuando una delega specifica all’area omogenea metropolitana nella giunta di Pinerolo, da affidare ad un profilo che rappresenti l’espressione coesa di tutto il pinerolese e capace di coinvolgere le migliori energie disponibili ad investire per la città ed il suo territorio in un’ottica “metropolitana”». Insomma, Pinerolo immaginata come capoluogo di una mini-provincia.

Ma chi può dare gambe e concretezza a questo progetto? «Gli strumenti operativi – si legge ancora – dovranno essere individuati in soggetti che già operano sul territorio e che rappresentano un patrimonio consolidato di energie ed esperienze, sia individuali che collettive». Parallelamente a questo progetto, denominato solennemente “per un nuovo rinascimento pinerolese” (forse anche solo “rinascita” potrebbe bastare), già spuntano nomi e cognomi di aspiranti sindaco (o dovremmo dire presidente?). L’autunno, con ogni probabilità, imporrà alle varie formazioni politiche di scoprire le carte.

La Redazione