Don Ciotti: "Procacciamento? Speriamo che ci sia al Senato lo scatto di unire le forze per modificare questa parola che aprirebbe ambiguità nell'applicazione della legge. Lotta alla mafia si fa in Parlamento".
Altre voci si aggiungono ai timori espressi da Roberto Saviano, Raffaele Cantore, Rosaria Capacchione, Felice Casson, e provocati dalle anticipazioni del testo di legge sull'art. 416-ter.
Per completezza di informazione, riportiamo il commento di Giulio
Cavalli, attore -ora anche consigliere regionale milanese- che vive da anni
sotto-scorta per le ripetute minacce ricevute dalle cosche.
Fonte: Blog di Giulio Cavalli
Esultare un po’ meno per il nuovo 416 ter contro il voto di
scambio mafioso
Sento tutto intorno
un certo fremito vittorioso per il nuovo testo sul voto di scambio politico
mafioso. E’ vero che in questi anni tutti abbiamo contestato la vecchia norma
del 1992 che prevedeva lo scambio di denaro per configurare il reato;
consapevoli che difficilmente un politico offre denaro liquido per acquistare
pacchetti di voti dalla criminalità organizzata quanto piuttosto una serie di
regalìe attraverso appalti e consulenze (rimane la storica prestazione dell’Assessore della Regione Lombardia
Zambetti che invece stabilì un prezzo per ogni voto, incapace com’era anche di
fare il para-mafioso oltre che il buon politico).
Il superamento del
solo elemento del denaro (in cambio
dell’erogazione di denaro o di altra utilità, nel nuovo articolo di
legge) è sicuramente un grande passo avanti ma lascerei perdere, per ora, le
grandi manifestazioni di giubilo.
Hanno ragione i magistrati
che si soffermano sull’avverbio “consapevolmente”:
Il perché è presto
detto. Quel “consapevolmente” comporta che l’inchiesta giudiziaria debba
dimostrare l’effettiva “consapevolezza” dello scambio. La parola “procacciare” sostituisce l’originaria “promessa” che rendeva assai meglio
il momento iniziale dello scambio. Critico anche il riferimento alle modalità
del 416-bis perché ciò comporta un’azione violenta che potrebbe non esserci.
Infine la pena, quei 10 anni anziché i 12 del 416-bis, col rischio che processi
in corso per reati associativi – come Cosentino, Ferraro e Fabozzi a Napoli –
vedano gli avvocati chiedere la riqualificazione del reato con un ricasco
negativo sulla prescrizione.
I boss non fanno mai
(tranne in rarissimi casi) campagna elettorale in prima persona, ed è quasi
impossibile dimostrare che un elettore si è venduto il voto o ha votato sotto
pressione. I clan sanno benissimo che dimostrare un voto comprato,
condizionato, scambiato è impresa quasi impossibile per gli inquirenti, i quali
invece, grazie alle intercettazioni e alle dichiarazioni dei pentiti, spesso
riescono a provare che un patto è stato realmente stipulato tra boss e
politico. E questo è il punto attorno a cui deve fondarsi una norma antimafia
sullo scambio dei voti.
Siccome si è
atteso oltre vent’anni per modificare la norma – ed è difficile che una legge
approvata possa poi essere di nuovo a breve modificata – quello che tutti
auspichiamo è che non un qualsiasi nuovo testo dell’art. 416 ter sia varato ma
che quello che sarà scelto sia davvero in grado di bloccare il turpe mercato
del voto mafioso.
Io esulterei un po’ meno, in modo più composto per
un’opportunità che andrebbe colta. Mica moderata.
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