Al Presidente della Regione On. Rosario Crocetta
pc :
Ai componenti della Giunta Regionale
Al presidente dell’Ars
Ai capigruppo parlamentari all’Ars
Ai segretari regionali dei partiti
Caro Presidente,
il Centro studi Pio La Torre vuole far pervenire al suo Governo e all’Assemblea regionale la preoccupazione per il futuro di quelle associazioni antimafia e culturali, come il Centro, le quali nel corso di questi ultimi decenni (il Pio La Torre dal 1986), hanno alimentato nella memoria civica del Paese il senso sociale e politico della lotta antimafia facendone motivo di mobilitazione popolare e di costruzione, soprattutto tra i giovani, di una nuova e condivisa coscienza critica antimafiosa.
Questo generoso e volontario lavoro è stato sostenuto, negli ultimi anni, da un contributo finanziario della Regione, sulla base di apposite leggi regionali istitutive, mai abrogate. Esso è servito, come si evince dalla rendicontazione di spesa, a coprire in parte le molteplici iniziative di Fondazioni e associazioni onlus antimafia. Nel solo anno 2012 il Centro La Torre ne ha realizzate ben 50 sul territorio nazionale – dall’inaugurazione del Portale digitale “ Pio La Torre” presso la Camera dei deputati, presente il Capo dello Stato, alla manifestazione a Sala d’Ercole per il trentesimo anniversario dell’uccisone di La Torre e di Rosario Di Salvo, dal Progetto educativo rivolto alle scuole superiori italiane, seguito in videoconferenza da oltre 9000 studenti, alla pubblicazione settimanale on line di A Sud’Europa (circa 40.000 lettori), oltre tutte le ricerche scientifiche pubblicate e la molteplice attività convegnistica sui temi economici, sociologici e storici. Per la diversità dell’impegno del Centro, il suo inserimento nella tabella H del Bilancio della Regione è stato vissuto sempre con grande disagio, sia per la propria legge istitutiva sia per essere stato accomunato ad associazioni ed enti di diversa natura e spesso incerta identità. Il taglio lineare del capitolo di bilancio, deciso dalla precedente Assemblea senza alcuna selezione qualitativa, ha messo fortemente in crisi la sopravvivenza del Centro La Torre, senza colpire la spesa inutile. Anche per questo riteniamo sia stato giusto cassare definitivamente la Tabella H.
Nel caso in cui la Regione voglia perseguire e rafforzare l’impegno culturale antimafia non potrà prescindere dalla storia delle associazioni antimafia e dalla loro multiforme attività educativa, editoriale, di studi e ricerca storica, sociologica, economica, giuridica, di mobilitazione popolare (l’ultima del 26 febbraio scorso con decine di migliaia di cittadini che hanno aderito alla marcia popolare antimafia Bagheria-Casteldaccia).
Il Centro studi La Torre storicamente si è distinto come centro laico, non solo di memoria ma di riflessione ampia sull’intreccio affari, mafia, politica che ha condizionato la vita del Paese. Ha saputo creare sinergie con i mondi culturali delle scienze sociali, giuridiche, economiche, storiche. E’stato un lievito e una voce libera della coscienza civica antimafia. Ha affondato le radici nella storia del movimento democratico della Sicilia - dai Fasci siciliani al movimento contadino e operaio del Novecento sino a quello più recente, dopo la legge Rognoni-La Torre, unitario e trasversale contro tutte le mafie e le loro connessioni con una parte della politica, di cui sono braccio operativo illegale.
La Regione e il Governo, da lei presieduto, per l’impegno antimafia conclamato potranno contribuire a rafforzare le attività, insostituibili, di associazioni tipo Centro La Torre, la cui esistenza, non essendo interessato a una stentata sopravvivenza, è giustificata solo per quello che ha fatto e potrà ancora fare.
Siamo sicuri che il suo Governo di esplicito impegno antimafia non farà venir meno il sostegno a quanti, nel corso di questi anni, si sono battuti sempre a viso aperto per spezzare il trinomio affari, mafia, politica.
Con la stima di sempre e i nostri migliori auguri di buon governo
Il Presidente del Centro studi Pio La Torre
Vito Lo Monaco
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