Visualizzazione post con etichetta mons. Debernardi vescovo di Pinerolo. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta mons. Debernardi vescovo di Pinerolo. Mostra tutti i post

venerdì 21 aprile 2017

Invitiamo anche noi allassemblea pubblica promossa dal presidio dei lavoratori della PMT direttivo ALP/club

Questa sera, alle ore 21.00 presso il Salone dei Cavalieri,  si terrà l'assemblea pubblica promossa dal presidio dei lavoratori della PMT  direttivo ALP/club. Invitiamo anche a noi a partecipare ad un momento di confronto che dovrebbe vedere coinvolta l'intera comunità pinerolese. La cultura di una comunità dovvrebbe avere come legante il principio etico della solidarietà e della condivisione: ciascuno di noi dovrebbe sentire la responsabilità del bene-essere di coloro coi quali forma "comunità", e dal quel sentire dovrebbe scaturire l'impegno  di ciascuno, per quel che ciascuno può, per il ruolo che ciascuno di noi svolge all'interno della comunità. 
Nella Pasqua appena trascorsa, il Vescovo e i parroci di Pinerolo hanno inviato ai lavoratori della PMT una lettera di Auguri nella quale si evidenzia l'importanza di quanto sta avvenendo. . Ne riportimo un brano significativo: «(...) Al centro di ogni questione, specialmente di quella lavorativa, va sempre posta la persona e la sua dignità: per questo avere lavoro è una questione di giustizia, ed è una ingiustizia non avere lavoro! Quando non si guadagna il pane, si perde la dignità! E questo è il dramma del nostro tempo, specialmente per i giovani, i quali, senza il lavoro, non hanno prospettive per il futuro e possono diventare facile preda delle organizzazioni malavitose. Per favore, lottiamo per questo: la giustizia del lavoro (...)». 
(leggi qui il testo integrale)
In questi mesi, anche il presidio LIBERA "Rita Atria" Pinerolo aveva più volte riflettuto sul tema  negli incontri svolti nelle scuole pinerolesi. Tanto che lo scorso 21 marzo, nella celebrazione della Giornata della Memoria in Ricordo delle Vittime Innocenti delle mafie, protagonisti di una importante riflessione sul tema del lavoro e dei Diritti-Doveri di cittadinanza erano stati proprio i rappresentanti deilavoratori della PMT , insieme con le ragazze profughe ospitate a Pinerolo: i "fantasmi di Pinerolo", fantasmi che non dovrebbero esiste e che invece rappresentano i problemi epocali coi quali siamo chiamati a confrontarci e a cui dobbiamo dare risposte e soluzioni.
Perchè quello che è in gioco sono i principi di Dignità e Libertà. I principi per i quali festeggeremo il prossimo 25 Aprile: la Liberazione
Liberazione è Dignità e Libertà.
Invitiamo a partecipare all'assemblea pubblica di questa sera.


PMT: nessuno deve restare fuori

Le lavoratrici e i lavoratori della PMT (ex Beloit) da 2 mesi sono in lotta e mantengono dai primi di febbraio un Presidio Permanente davanti alla fabbrica.
I motivi sono che, dopo il fallimento del 31 gennaio 2017, questi lavoratori sono “SOSPESI” senza salario e senza contributi. Ad oggi non ci sono soluzioni di ammortizzatori sociali per poter sopravvivere e, cosa ancora più grave, non esiste un tavolo per sapere come sarà il futuro produttivo della fabbrica. Ora ci sono due società in corsa per prendere quello che gli interessa e con il rischio di lasciare fuori la maggior parte di lavoratori.

Le iniziative devono essere finalizzate a questi obiettivi:

  1. Impegnare il nuovo acquirente ad un piano industriale che dia continuità produttiva e non lasci nessuno fuori. Per questo è necessario attivare tutte le strade e sedi istituzionali a partire dal coinvolgimento del Presidente Chiamparino in prima persona.
  2. Certezza di ammortizzatori sociali che consentano una copertura salariale a tutti e accompagnino l'attuazione del piano produttivo. Oggi questi strumenti non ci sono perché sono stati annullati dalle leggi Fornero e Job Acts, e non si tratta di “un vuoto legislativo”, come ci viene detto oggi da molti politici e sindacalisti, ma bisogna riconquistarli con la lotta.
  3. Un Piano per l'area (ex Beloit e Buroni) che eviti il degrado inevitabile e già visto in altre fabbriche abbandonate sul nostro territorio. Degrado che verrebbe pagato da tutta la collettività.
  4. Fare chiarezza su come si è arrivati ad avere un buco di oltre 50 milioni di euro, definire le responsabilità e portare alla restituzione del mal tolto. Non è accettabile che siano i lavoratori, l'Inps e la collettività a pagare per le ruberie altrui.

Per queste ragioni il Direttivo dell'ALP/Cub riunito con la presenza di alcuni lavoratori PMT, ritiene urgente preparare una iniziativa di sciopero generale nel pinerolese, anche perché tali problematiche interessano oggi la PMT e potrebbero interessare domani altre realtà in crisi del territorio.
Per discutere e confrontarsi su questo tema invitiamo lavoratrici e lavoratori, partiti, sindacati, chiese e cittadini tutti ad una

ASSEMBLEA PUBBLICA Venerdì 21 aprile
presso il Salone dei Cavalieri a Pinerolo dalle ore 21.00

Un gruppo di lavoratrici e lavoratori del PRESIDIO PMT.
Direttivo ALP/Cub


Pinerolo aprile 2017

domenica 20 dicembre 2015

"Miseria Ladra"! Rendiamo illegale la Povertà: "essere voce e dare voce a coloro che voce non hanno"

Lo scorso 13 novembre 2015 il presidio LIBERA “Rita Atria” Pinerolo ha tenuto l'incontro pubblico Rendiamo illegale la Povertà: reddito di cittadinanza è reddito di dignità. I relatori intervenuti, esponenti delle forze politiche (la sen. Nunzia Catalfo del Movimento Cinque Stelle, Marco Grimaldi di Sinistra Ecologia Libertà), erano chiamati a confrontarsi a partire dai dati della realtà sociale presentati dall’assessora Agnese Boni, dal Vescovo di Pinerolo mons. Debernardi, da Leopoldo Grosso vice-presidente Gruppo Abele. In quella occasione abbiamo lanciato un appello affinchè l'incontro fosse da considerare il punto di partenza” per “un cammino”, da svolgere anche nella nostra comunità, capace di prefigurare e richiedere un “cambiamento di azione” per il contrasto alla Povertà: un cambiamento necessario, non più rinviabile. 
Le "fotografie"
Sono trascorsi oramai sette anni dallo scoppio della crisi finanziaria le cui conseguenze, a detta di molti economisti, sono paragonabili a quelle di una “guerra”. Lo stesso Papa Francesco ha parlato più volte in termini analoghi a proposito del momento storico che stiamo vivendo: “una terza guerra mondiale combattuta a pezzi”: perchè tanti sono i conflitti in corso nel mondo, più o meno estesi; tanti e diversi sono “i fronti” aperti da questa “guerra”. Il fronte “sociale” è fra i più drammatici.
Per quanto riguarda l'Italia, il RAPPORTO CARITAS 2015 ha presentato la “fotografia” di un Paese frammentato. Un paese che pare avere smarrito il senso della comunità e nel quale la condizione di povertà o di difficoltà economica, è sempre più relegata a questione “privata”, messa ai margini dello stesso “patto sociale” su cui dovrebbe fondarsi la Democrazia del nostro paese. Apprendiamo da quel Rapporto come i cittadini italiani che versano in condizioni di povertà assoluta sono più che raddoppiati dal 2008 ad oggi, passando da un numero di 1.800.000 ad oltre 4.000.000. Ma la realtà del fenomeno della povetà, vecchia e nuova, presenta dati ancora più drammatici: sono infatti circa 10.000.000 coloro che vivono condizioni di “marginazione sociale” conseguente alla difficoltà economica: una “società degli esclusi”: una sorta di “terzo stato” a cui è stato precluso aver “voce e volto”, se non nella massa informe della “gente” che affolla centri di carità e di assistenza. 
Colpe e responsabilità
Ma la “fotografia” del rapporto Caritas non è un mero esercizio di analisi statistica o socio-economica. La CARITAS individua chiaramente quelle che, a suo parere, sono colpe e responsabilità.
Le responsabilità maggiori sono quelle addebitate alla Politica italiana, alla sua storica disattenzione nei confronti del fenomeno della povertà a cui si risponde scaricando pesi e costi sulla “famiglia” (welfare mediterraneo). Una politica italiana corporativa “(...)incentrata sulla rappresentanza e il riconoscimento degli interessi di specifici gruppi professionali e sociali capaci di esercitare pressioni sul Parlamento, a discapito di una visione complessiva del bene comune”.
Colpe hanno pure le forze sindacali, impegnate sì a promuovere e difendere culture politiche incentrate sulla tutela del lavoro e dei lavoratori “già impegnati”, ma “(…) culture politiche che si sono rivelate incapaci di leggere e tutelare la condizione di chi si trovava escluso dal mondo del lavoro.”
Infine, giudizio critico la CARITAS esprime anche nei confronti del cosiddetto Terzo Settore, il mondo del volontariato, delle associazioni, del cooperativismo, che non ha saputo assumere, se non in misura limitatissima, il ruolo di rappresentanza dei cittadini più deboli. Il terzo settore italiano infatti ha finito con lo “specializzarsi” “(...) nella fornitura di servizi per conto delle amministrazioni pubbliche, smarrendo così la propria funzione di rappresentanza e pressione politica in favore dei diritti sociali universali(...)”.
Occorre dare voce alla necessità di un cambiamento possibile e non più rinviabile
La povertà deve essere considerato il vulnus del “patto sociale” su cui si fonda una nazione democratica. Coloro che in Italia vivono in condizioni di difficoltà, i 10.000.000 di cittadine e cittadini senza voce e senza volto, non chiedono elemosine ma chiedono più Giustizia Sociale. Occorrono pertanto misure e azioni differenti da quelle sinora condotte, in cui diritti e doveri costituiscano il “patto sociale” sul quale costruire nuove forme di “bene-essere” della comunità. Misure che portino ad un reale contrasto alle povertà anche attraverso rapporti di maggiore responsabilizzazione dei soggetti stessi: misure e azioni che da un lato vedano riconosciuti e tutelati il principio inderogabile della Dignità dell'individuo, dall'altro prevedano l'assunzione di responsabilità di ciascuno, per quanto ad ognuno compete, nei confronti della comunità.
Sono necessarie azioni i cui mezzi per la loro attuazione non possono essere richiesti se non alla Politica. D'altro canto, se la Politica persevera nella sua “disattenzione” verso il dramma sociale mostrato dalle “fotografie” a cui prima si faceva riferimento, finisce con l'apparire mero esercizio del Potere svolto a favore di interessi e privilegi inaccettabili. Quelle “fotografie”, economiche e sociali, sono in realtà le esistenze reali e dolenti di coloro a cui viene negato la condizione di una vita decorosa: “fotografie” inaccettabili quando permangono sostanzialmente inattaccabili privilegi, corruzione, malaffare. 
Se papa Francesco ha detto che non si può parlare di povertà e vivere “come faraoni”, noi affermiamo che, a partire dalle classi politiche, non ci si può occupare del bene comune” di una comunità e godere al contempo di retribuzioni e privilegi simili a quelli di “signori medioevali”!
 L'Appello
Per questi motivi porgiamo un invito, un appello, a partire dalle associazioni, dalle cittadine e cittadini che sentono la “responsabilità etica” di vivere nella comunità: incontrarsi per dare vita ad un “cammino” (fatto di conoscenza, analisi e riflessioni) necessario ad elaborare azioni e misure concrete da proporre alle Istituzioni a contrasto del dramma delle povertà.

Noi crediamo che sia necessario "essere voce e dare voce a coloro che voce non hanno" per affermare la necessità di un cambiamento, possibile e non più rinviabile


sabato 14 novembre 2015

Attentati di Parigi. Il vescovo di Pinerolo ai fedeli islamici: troviamoci a pregare insieme

Attentati di Parigi. Il vescovo di Pinerolo ai fedeli islamici: troviamoci a pregare insieme

Fonte: Vita Diocesana 

14 novembre 2015
Dopo i tragici avvenimenti di Parigi il vescovo di Pinerolo, monsignor Pier Giorgio Debernardi, ha rilasciato una dichiarazione condannando duramente le violenze dei terroristi e richiamando ai valori della pacifica convivenza tra fedi diverse.
Riportiamo di seguito il testo del messaggio con in quale invita i musulmani del territorio pinerolese ad un comune momento di preghiera.
"Sono atti di barbarie feroce quelli dell’attentato all’areo russo nel deserto del Sinai e quest’ultimo nel cuore di Parigi. Soprattutto è inaudita follia pensare di continuare a progettare altri attentati in altre città europee. Anche oggi la risposta non è mettere in atto la violenza per arginare  la violenza. Saremmo anche noi insensati. Ma serve la volontà determinata  da parte di tutti gli stati, ancora immuni da integralismo, di fermare questa follia con un supplemento di intelligenza e con la forza della ragione.
Guai a gridare il nome di Dio per giustificare questa atrocità. È lo straripamento della follia. Tutti – ogni persona di buona volontà – devono respingere questo impazzimento della ragione. A tutti quelli che credono in Dio, creatore dell’universo e della persona umana, rivolgo l’invito ad unirci in preghiera e per impegnarci con le nostre forze a voltare pagina in questo oscuramento della storia.
Rivolgo l’invito a tutti i fedeli islamici presenti nel nostro territorio a trovar un momento per dire insieme un “no” deciso e forte a questa strategia di violenza e invocare insieme il Dio della pace."

mons. Debernardi con i rappresentanti della comunità islamica di Pinerolo, nel giorno della fine del Ramadan

giovedì 8 gennaio 2015

#CharlieHebdo: "Preghiamo ad una voce sola il Dio Unico"

Noi pensiamo che la migliore risposta che le comunità possono dare alla strage avvenuta nella redazione parigina di Charlie Hebdo sia quella di creare ponti di dialogo fra le religioni, azioni comuni,  rapporti incentrati sulla conoscenza e sul reciproco rispetto . 

Ricordiamo quanto avvenuto a Pinerolo la mattina dello scorso 30 novembre  quando il Vescovo di Pinerolo, mons. Debernardi, aveva inaugurato le aule del Monastero della Visitazione offerte alla "Associazione culturale Moschea Taoub" affinchè le bambine ed i bambini di lingua araba possano apprendere la lingua "dei nonni". qui l'articolo). 

La commissione della Diocesi di Pinerolo per il dialogo Islamo-Cristiano esprime oggi il suo sgomento e la sua condanna per l'a strage avvenuta a Parigi

un momento dell'inaugurazione delle aule concesse dal Vescovo, mons. De Bernardi

Fonte: Vita Diocesana

La commissione per il dialogo della diocesi di Pinerolo: preghiamo ad una voce sola il Dio Unico

08 gennaio 2014
In seguito ai tragici fatti di Parigi, la commissione per il dialogo Islamo-Cristiano della diocesi di Pinerolo, ha rilasciato una nota. Nel testo, a firma di Hamid Tayert e Giorgio D’Aleo, si legge: « Noi, persone del gruppo dell’amicizia islamo-cristiana ci sentiamo profondamente feriti dal terribile attentato di Parigi. In questa azione vediamo l’intervento del demonio che vuole inquinare la Fede e il dialogo esistente, cercando di ostacolare così, il reciproco rispetto che, al contrario, vogliamo consolidare ed accrescere proprio in questa circostanza. Per questo noi, Cristiani e Mussulmani, insieme a tutte le persone di buona volontà, preghiamo ad una voce sola il Dio Unico che ci chiama alla vita, alla reciproca conoscenza e rispetto».
D'Aleo
Da sinistra, il vescovo di Pinerolo, Pier Giorgio Debernardi, con Hamid Tayert e Giorgio D’Aleo del gruppo di amicizia Cristiano-Islamico