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giovedì 19 aprile 2012

PROFANATA LA TOMBA DI DON PEPPE DIANA



Profanata la tomba di don Peppe Diana
Rubata la «mano d'oro» dalla nicchia

Ignoti hanno preso la targa posizionata da don Ciotti
sul sepolcro in occasione dell'anniversario della morte

Fonte :  Corriere Della Sera

CASERTA - Profanata la tomba di don Peppe Diana, sacerdote ucciso dalla camorra il 19 marzo del 1994. Ignoti - come riporta l'Adnkronos - hanno rubato la mano d'oro posta sul sepolcro del sacerdote a Casal di Principe. L'oggetto prezioso fu collocato sulla tomba in occasione del 17esimo anniversario dell'uccisione del sacerdote, che venne massacarato con un colpo di pistola alla bocca dai sicari mentre si trovava in sacrestia nel giorno della festa di San Giuseppe.

DON CIOTTI - La targa in oro che raffigurava una mano, simbolo della libertà' e della pace, fu deposta da don Luigi Ciotti. La tomba è situata nella cappella di famiglia dei Diana. È stato un familiare a scoprire il furto sacrilego e a denunciare l'accaduto ai carabinieri di Casal di Principe. 

Riportiamo il testo della lettera di Don Peppino, 'Per amore del mio popolo non tacerò", diffusa  a Natale del 1991 in tutte le chiese di Casal di Principe e della zona aversana insieme ai parroci della foranìa di Casal di Principe:


'Per amore del mio popolo non tacerò"

Siamo preoccupati
Assistiamo impotenti al dolore di tante famiglie che vedono i loro figli finire miseramente vittime o mandanti delle organizzazioni della camorra.
Come battezzati in Cristo, come pastori della Forania di Casal di Principe ci sentiamo investiti in pieno della nostra responsabilità di essere “segno di contraddizione”.
Coscienti che come chiesa “dobbiamo educare con la parola e la testimonianza di vita alla prima beatitudine del Vangelo che è la povertà, come distacco dalla ricerca del superfluo, da ogni ambiguo compromesso o ingiusto privilegio, come servizio sino al dono di sé, come esperienza generosamente vissuta di solidarietà”.

La Camorra
La Camorra oggi è una forma di terrorismo che incute paura, impone le sue leggi e tenta di diventare componente endemica nella società campana.
I camorristi impongono con la violenza, armi in pugno, regole inaccettabili: estorsioni che hanno visto le nostre zone diventare sempre più aree sussidiate, assistite senza alcuna autonoma capacità di sviluppo; tangenti al venti per cento e oltre sui lavori edili, che scoraggerebbero l’imprenditore più temerario; traffici illeciti per l’acquisto e lo spaccio delle sostanze stupefacenti il cui uso produce a schiere giovani emarginati, e manovalanza a disposizione delle organizzazioni criminali; scontri tra diverse fazioni che si abbattono come veri flagelli devastatori sulle famiglie delle nostre zone; esempi negativi per tutta la fascia adolescenziale della popolazione, veri e propri laboratori di violenza e del crimine organizzato.

Precise responsabilità politiche
È oramai chiaro che il disfacimento delle istituzioni civili ha consentito l’infiltrazione del potere camorristico a tutti i livelli. La Camorra riempie un vuoto di potere dello Stato che nelle amministrazioni periferiche è caratterizzato da corruzione, lungaggini e favoritismi.
La Camorra rappresenta uno Stato deviante parallelo rispetto a quello ufficiale, privo però di burocrazia e d’intermediari che sono la piaga dello Stato legale. L’inefficienza delle politiche occupazionali, della sanità, ecc; non possono che creare sfiducia negli abitanti dei nostri paesi; un preoccupato senso di rischio che si va facendo più forte ogni giorno che passa, l’inadeguata tutela dei legittimi interessi e diritti dei liberi cittadini; le carenze anche della nostra azione pastorale ci devono convincere che l’Azione di tutta la Chiesa deve farsi più tagliente e meno neutrale per permettere alle parrocchie di riscoprire quegli spazi per una “ministerialità” di liberazione, di promozione umana e di servizio.
Forse le nostre comunità avranno bisogno di nuovi modelli di comportamento: certamente di realtà, di testimonianze, di esempi, per essere credibili.

Impegno dei cristiani
Il nostro impegno profetico di denuncia non deve e non può venire meno.
Dio ci chiama ad essere profeti.
- Il Profeta fa da sentinella: vede l’ingiustizia, la denuncia e richiama il progetto originario di Dio (Ezechiele 3,16-18);
- Il Profeta ricorda il passato e se ne serve per cogliere nel presente il nuovo (Isaia 43);
- Il Profeta invita a vivere e lui stesso vive, la Solidarietà nella sofferenza (Genesi 8,18-23);
- Il Profeta indica come prioritaria la via della giustizia (Geremia 22,3 -Isaia 5)
Coscienti che “il nostro aiuto è nel nome del Signore” come credenti in Gesù Cristo il quale “al finir della notte si ritirava sul monte a pregare” riaffermiamo il valore anticipatorio della Preghiera che è la fonte della nostra Speranza.

NON UNA CONCLUSIONE: MA UN INIZIO
Appello
Le nostre “Chiese hanno, oggi, urgente bisogno di indicazioni articolate per impostare coraggiosi piani pastorali, aderenti alla nuova realtà; in particolare dovranno farsi promotrici di serie analisi sul piano culturale, politico ed economico coinvolgendo in ciò gli intellettuali finora troppo assenti da queste piaghe”
Ai preti nostri pastori e confratelli chiediamo di parlare chiaro nelle omelie ed in tutte quelle occasioni in cui si richiede una testimonianza coraggiosa;
Alla Chiesa che non rinunci al suo ruolo “profetico” affinché gli strumenti della denuncia e dell’annuncio si concretizzino nella capacità di produrre nuova coscienza nel segno della giustizia, della solidarietà, dei valori etici e civili (Lam. 3,17-26).
Tra qualche anno, non vorremmo batterci il petto colpevoli e dire con Geremia “Siamo rimasti lontani dalla pace… abbiamo dimenticato il benessere… La continua esperienza del nostro incerto vagare, in alto ed in basso,… dal nostro penoso disorientamento circa quello che bisogna decidere e fare… sono come assenzio e veleno”.

Forania di Casal di Principe (Parrocchie: San Nicola di Bari, S.S. Salvatore, Spirito Santo - Casal di Principe; Santa Croce e M.S.S. Annunziata - San Cipriano d’Aversa; Santa Croce – Casapesenna; M. S.S. Assunta - Villa Literno; M.S.S. Assunta - Villa di Briano; SANTUARIO DI M.SS. DI BRIANO )

mercoledì 11 aprile 2012

LIBERO GRASSI. 11aprile 1991. "Caro estorsore..."

L'11 aprile di 21 anni fa, Libero Grassi comunicava a tutta Italia le ragioni del suo rifiuto plateale a sottomettersi alla pratica del pizzo. Oggi è dovere di tutti noi portare avanti questo messaggio d'onestà e dignità!
fonte: "Addiopizzo onlus"



lunedì 9 aprile 2012

L’ESTREMO GESTO CONTRO UNA CRISI DRAMMATICA, CONTRO IL FISCO OPPRESSIVO



Dall’inizio dell’anno, sono tante, troppe le persone che compiono l’estremo gesto, l’estrema ribellione contro una crisi drammatica, contro un fisco oppressivo. Ma lascia  sgomenti il fatto che, di fronte al dramma di coloro che non riescono più ad avere i mezzi necessari per condurre una vita dignitosa, loro e le loro famiglie, permanga lo scandalo di coloro che, in Italia,  continuano a disporre di privilegi inaccettabili che permettono lo sperpero di ricchezze e denaro pubblico. Ricchezze e risorse che potrebbero essere utilizzate per impedire le situazioni drammatiche di cui abbiamo notizia ma che invece continuano ad alimentare le tante caste, non solo quella politica, che dominano l’Italia
In questi ultimi giorni, guardando la televisione o leggendo i quotidiani, ci si rende conto che la crisi  paese inizia a fare vittime anche nel nostro.
Imprenditori, operai, dipendenti che decidono di togliersi la vita non riuscendo a far fronte alle tasse o perché non riescono ad arrivare a fine mese.  E’ di ieri la notizia di un artigiano edile cinquantatreenne, con due figli minorenni, trovato morto, impiccato, all'interno di una abitazione che stava ristrutturando, nel centro di Savona; si è suicidato perché il lavoro non era più sufficiente per andare avanti ed era strangolato dai debiti. Sono di questi giorni le notizie riguardanti un cittadino di 27 anni che si è cosparso di benzina e si è dato fuoco in Piazza Bra a Verona, perché  non percepiva lo stipendio da quattro mesi; e del cinquantottenne, che si è dato fuoco davanti alla sede di Equitalia di Bologna, soffocato dalle cartelle esattoriali dell'agente pubblico di riscossione. 
Purtroppo non sono casi isolati…
Il 27 marzo 2012, un imbianchino di 49 anni si lancia dal balcone a Trani perché da tempo non riusciva a trovare un posto di lavoro.
Il 23 marzo 2012, un imprenditore di 44 anni si  impicca con una corda legata a un carrello elevatore nel capannone dell’azienda di cui era socio.
Il 21 marzo 2012 a Crispiano, in provincia di Taranto, un uomo di 60 anni, disoccupato da due anni e invalido civile, a causa dello sconforto per le precarie condizioni economiche, si rinchiude nello sgabuzzino della propria abitazione e tenta il suicidio impiccandosi.
Il 15 marzo 2012 una donna di 37 anni tenta il suicidio per aver perso il lavoro in provincia di Lucca.
Lo scandalo di morti che non suscitano scandalo

Federica