Sabato 6 giugno in piazza contro la povertà e le disuguaglianze
Oltre 70 mila cittadini hanno firmato la petizione di Libera e Gruppo Abele per chiedere una una buona legge sul reddito minimo o di cittadinanza. La mobilitazione scende in piazza: Libera
e Gruppo promuovono insieme alle realtà sociali e studentesche il 6
giugno la giornata nazionale della dignità e per il reddito. In oltre 200 piazze, dal Nord al Sud, saranno organizzati banchetti, iniziative, feste per
raccogliere le firme per l'istituzione il reddito minimo o reddito di
cittadinanza contro la povertà e le diseguaglianze e per contrastare le
mafie.
Dal 2008 al 2014 la crisi in Italia ed Europa secondo i dati Istat ha più che raddoppiato i numeri della povertà relativa ed assoluta. Dieci milioni di italiani e italiane vivono in condizione di povertà relativa, e sei milioni in condizione di povertà assoluta. Le diseguaglianze sono cresciute a dismisura e diventate insopportabili. Più la povertà aumenta, più le diseguaglianze si ampliano, più le mafie si rafforzano. Per questo in Italia è necessario avere una misura come il reddito minimo o di cittadinanza. Non è impossibile, non è una proposta irrealistica: è una scelta di buon senso, necessaria e giusta.
Il 6 giugno nelle piazze di Italia con Libera e Gruppo Abele per un richiesta chiara: il Parlamento approvi subito una buona legge per il reddito minimo o di cittadinanza per contrastare povertà, diseguaglianze e mafie. L'appello ha già ottenuto l'adesione di tutti i gruppi parlamentari del M5S, di Sel, di Area Riformista del Pd e di altri parlamentari del gruppo misto .Il reddito minimo o di cittadinanza, è un supporto al reddito che garantisce una rete di sicurezza per chi non riesce a trovare un lavoro, per chi ha un lavoro che però non garantisce una vita dignitosa, per chi non può accedere a sistemi di sicurezza sociale adeguati. Il reddito minimo o di cittadinanza- concludono Libera e Gruppo Abele-è una misura necessaria per invertire la rotta della crisi, una risposta concreta ed efficace a povertà e mafie perché garantisce uno standard minimo di vita per coloro che non hanno adeguati strumenti di supporto economico, liberandoli da ricatti e soprusi. È una misura prevista già da tutti i paesi europei, con l'esclusione di Italia, Grecia e Bulgaria. Il Parlamento Europeo ci chiede dal 16 ottobre 2010 di varare una legge che introduca un "reddito minimo, nella lotta contro la povertà e nella promozione di una società inclusiva".E'arrivato il momento di passare dalle parole ai fatti. Milioni di italiani non possono più aspettare.
Dal 2008 al 2014 la crisi in Italia ed Europa secondo i dati Istat ha più che raddoppiato i numeri della povertà relativa ed assoluta. Dieci milioni di italiani e italiane vivono in condizione di povertà relativa, e sei milioni in condizione di povertà assoluta. Le diseguaglianze sono cresciute a dismisura e diventate insopportabili. Più la povertà aumenta, più le diseguaglianze si ampliano, più le mafie si rafforzano. Per questo in Italia è necessario avere una misura come il reddito minimo o di cittadinanza. Non è impossibile, non è una proposta irrealistica: è una scelta di buon senso, necessaria e giusta.
Il 6 giugno nelle piazze di Italia con Libera e Gruppo Abele per un richiesta chiara: il Parlamento approvi subito una buona legge per il reddito minimo o di cittadinanza per contrastare povertà, diseguaglianze e mafie. L'appello ha già ottenuto l'adesione di tutti i gruppi parlamentari del M5S, di Sel, di Area Riformista del Pd e di altri parlamentari del gruppo misto .Il reddito minimo o di cittadinanza, è un supporto al reddito che garantisce una rete di sicurezza per chi non riesce a trovare un lavoro, per chi ha un lavoro che però non garantisce una vita dignitosa, per chi non può accedere a sistemi di sicurezza sociale adeguati. Il reddito minimo o di cittadinanza- concludono Libera e Gruppo Abele-è una misura necessaria per invertire la rotta della crisi, una risposta concreta ed efficace a povertà e mafie perché garantisce uno standard minimo di vita per coloro che non hanno adeguati strumenti di supporto economico, liberandoli da ricatti e soprusi. È una misura prevista già da tutti i paesi europei, con l'esclusione di Italia, Grecia e Bulgaria. Il Parlamento Europeo ci chiede dal 16 ottobre 2010 di varare una legge che introduca un "reddito minimo, nella lotta contro la povertà e nella promozione di una società inclusiva".E'arrivato il momento di passare dalle parole ai fatti. Milioni di italiani non possono più aspettare.
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