Ci avviciniamo alle elezioni politiche. Nelle settimane
trascorse LIBERA aveva ribadito la sua indipendenza da qualsiasi partito o
movimento e il carattere e lo spirito a-politico e a-partitico
dell’Associazione.
Notizia oramai confermata è che due esponenti legati a
LIBERA sono stati invitati a candidarsi: Gabriella
Stramaccioni, attuale direttrice nazionale di LIBERA, ha accettato la
candidatura offerta dal movimento "Rivoluzione
Civile" guidato da Antonio Ingroia; Davide Mattiello, fondatore
e presidente di "Benvenuti in Italia" e già nel direttivo di
LIBERA, ha accettato la candidatura nelle file del PD.
Riconoscendoci nei principi e nel carattere dell'Associazione LIBERA,
riconoscendo nel contempo la facoltà di ogni libero cittadino a partecipare
attivamente alla vita politica della nazione, auguriamo ai due candidati un
lavoro proficuo e utile alla rinascita del nostro Paese
Lettera di
Gabriella Stramaccioni.
Cari amici di Libera e del Gruppo Abele, queste poche
righe per comunicarvi che ieri ho accettato definitivamente la proposta di
Antonio Ingroia a presentarmi nella sua lista "Rivoluzione
Civile" che correrà alle prossime elezioni. La decisione,non facile,
scaturisce da tre elementi fondamentali
1) Antonio Ingroia me lo ha chiesto ripetutamente e
convintamente perchè pensa che qualora questa lista possa raggiungere il
quorum per entrare in Parlamento, (4%), ci possa essere una maggiore
opportunità di affrontare i temi dei quali ci siamo occupati in questi
anni (soprattutto lotta alle mafie e alla corruzione) che sono state
una delle cause fondamentali del drenaggio di risorse al sociale, al
lavoro, all'istruzione, ecc..
2) Questa lista (sempre
qualora raggiunga lo sbarramento del 4%) potrebbe portare in
parlamento sensibilità legate al mondo dell'associazionismo ( che sarà
largamento rappresentato nella scelta dei candidati)
3) Dopo 18 anni di impegno attivo e responsabile in Libera reputo sia giusto, anche per me ,intraprendere altri percorsi ed in tale senso abbiamo proceduto con l'ufficio di presidenza in questi mesi , suddividendo maggiormente gli incarichi e soprattutto permettendo a tutta la nostra rete di strutturarsi con maggiori strumenti e con una ottima qualità umana e di competenza dei nostri referenti. Cio' non vuol dire che abbandono Libera, ma che ,qualora eletta , continuerò con lo stesso impegno le battaglie per gli obiettivi a noi tutti cari : in primo luogo la giustizia sociale. Sempre al fianco di Libera e del gruppo Abele che per me sono stati punti fondamentali della mia crescita umana .
Voglio anche impegnarvi con voi fin da ora che, qualora eletta, continuerò a vivere con il mio attuale stipendio e che tutto quello che verrà dagli emolumenti previsti per le cariche parlamentari, verrà devoluto a Libera e al Gruppo Abele per realizzare parte di quei progetti e di quelle attività che ci hanno visti protagonisti in questi anni.
3) Dopo 18 anni di impegno attivo e responsabile in Libera reputo sia giusto, anche per me ,intraprendere altri percorsi ed in tale senso abbiamo proceduto con l'ufficio di presidenza in questi mesi , suddividendo maggiormente gli incarichi e soprattutto permettendo a tutta la nostra rete di strutturarsi con maggiori strumenti e con una ottima qualità umana e di competenza dei nostri referenti. Cio' non vuol dire che abbandono Libera, ma che ,qualora eletta , continuerò con lo stesso impegno le battaglie per gli obiettivi a noi tutti cari : in primo luogo la giustizia sociale. Sempre al fianco di Libera e del gruppo Abele che per me sono stati punti fondamentali della mia crescita umana .
Voglio anche impegnarvi con voi fin da ora che, qualora eletta, continuerò a vivere con il mio attuale stipendio e che tutto quello che verrà dagli emolumenti previsti per le cariche parlamentari, verrà devoluto a Libera e al Gruppo Abele per realizzare parte di quei progetti e di quelle attività che ci hanno visti protagonisti in questi anni.
Non è un addio ma un arrivederci
, con un ringraziamento a tutti voi per il percorso fin qui fatto insieme.
Gabriella Stramaccioni
Lettera aperta di Davide
Mattiello
ho accettato la candidatura alla Camera dei Deputati propostami dal Partito Democratico.
Un riconoscimento reciproco.
Il Partito Democratico ha visto in me il rappresentante di un movimento che arriva da lontano, fatto di comunità di accoglienza, di educazione alla cittadinanza nelle scuole, di reti anti mafia, di cooperazione per il lavoro.
Io vedo nel Partito Democratico il più importante partito popolare e riformista del Paese.
Non ho mai fatto parte di un partito, ma faccio parte di un gruppo che ha da sempre chiara la necessità di alimentare la Repubblica, attraverso l’utilizzo degli strumenti previsti dalla Costituzione e tra questi i partiti.
Ogni partito ha le sue contraddizioni e il PD non fa eccezione, ma chi non voglia abitare il conflitto è meglio che faccia altro e non politica.
Le modalità di questa candidatura mi permettono per altro di portare dentro il PD e dentro la politica italiana, la nostra storia ed è di questa intanto che rispondo.
Lavorerò lealmente con il Partito Democratico, perché esca dalle urne come sicura forza di governo del Paese, confortato dalla prossimità di persone che stimo, come Cesare Damiano e Ignazio Marino.
Bene ha fatto Bersani ad adottare il motto “L’Italia giusta”, mi ci ritrovo senz’altro.
L’Italia sarà più giusta prima di tutto se ci sarà più lavoro, lavoro vero, libero da ogni forma di sfruttamento.
L’Italia sarà più giusta se compirà la rivoluzione della normalità, attraverso una legge che sia uguale per tutti, se saprà aggredire con efficacia il circuito vizioso fatto di evasione fiscale, corruzione, traffici illeciti, finanza d’azzardo.
L’Italia merita una politica all’altezza della sua migliore cultura e merita una cultura che investa sull’educazione e la ricerca, scommetta sui futuri cittadini, costruisca coesione sociale e una religione civile italiana.
Per prepararci collettivamente all’impegno diretto in politica abbiamo cominciato un lungo cammino: tre anni fa mi dimettevo dalla presidenza di ACMOS, dalla referenza di Libera Piemonte e questa estate uscivo al termine del mandato triennale dall’ufficio di Presidenza di Libera. Passi fatti per distinguere e tutelare, per evitare ogni forma di strumentalizzazione e contemporaneamente per condividere l’ambizione più alta, quella di contribuire al rinnovamento delle forme della politica, ecco perché abbiamo inventato la Fondazione Benvenuti in Italia (ne abbiamo scritto nel nostro primo libro Adesso, fare nuova la politica, uscito per EGA nel 2011).
Amiamo caparbiamente e talvolta dolorosamente il nostro Paese, per questo il nostro saluto, che è anche il nostro programma, è Benvenuti in Italia!
Davide Mattiello
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