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mercoledì 7 dicembre 2016

FELICIA BARTOLOTTA IMPASTATO. Una donna, una vita spesa per far vivere, per due volte, suo figlio GIUSEPPE

Oggi ricorrono 12 anni da quando FELICIA BARTOLOTTA IMPASTATO è morta: Una donna, una vita, quella di FELICIA, spesa per dare vita "due volte" a suo figlio PEPPINO

Chi era FELICIA BARTOLOTTA IMPASTATO ? Sul sito "GARIWO, la foresta dei Giusti" si può leggere questo profilo
FELICIA BARTOLOTTA IMPASTATO
1916 - 2004
La madre di Peppino Impastato
intervista a Felicia Bartolotta Impastato

Il 24 maggio 1916 nasce Felicia Bartolotta da una famiglia della piccola borghesia di Cinisi, provvista di qualche appezzamento di terra, coltivato ad agrumi e ulivi. Il padre è impiegato al Comune, la madre casalinga, come sarà anche Felicia. Si sposa, nel 1947, con Luigi Impastato, di una famiglia di piccoli allevatori legati alla mafia del paese. Il 5 gennaio 1948 nasce Giuseppe, detto Peppino; nel 1950 genera un altro figlio, che muore di meningite a due anni e nel 1953 nasce Giovanni, cui viene dato il nome del fratello morto. Luigi Impastato, durante il periodo fascista, aveva fatto tre anni di confino a Ustica, assieme ad altri mafiosi della zona, e durante la guerra era stato dedito al contrabbando di generi alimentari. Dopo non ebbe più problemi con la giustizia. Il cognato di Luigi, Cesare Manzella, marito della sorella, era il capomafia del paese. Manzella muore nel 1963, ucciso dall’esplosione di un’auto imbottita di tritolo.
La morte dello zio colpisce profondamente Peppino, che aveva quindici anni e da tempo aveva cominciato a riflettere su quanto gli dicevano il padre e lo zio. Felicia ricorda che le diceva: «Veramente delinquenti sono allora». L’affiatamento con il marito dura molto poco. Lei stessa afferma: «Appena mi sono sposata ci fu l’inferno. Attaccava lite per tutto e non si doveva mai sapere quello che faceva, dove andava. Io gli dicevo: ‘Stai attento, perché gente dentro [casa] non ne voglio. Se mi porti qualcuno dentro, che so, un mafioso, un latitante, io me ne vado da mia madre’». Felicia non sopporta l’amicizia del marito con Gaetano Badalamenti, diventato capomafia di Cinisi dopo la morte di Manzella, e litiga con Luigi quando vuole portarla con sé in visita in casa dell’amico. Il contrasto con il marito si acuirà quando Peppino inizierà la sua attività politica.
Peppino durante un comizio
Per quindici anni, dall’inizio dell’attività di Peppino fino alla morte di Luigi, avvenuta otto mesi prima dell’assassinio del figlio, la vita di Felicia è una continua lotta, che però non riesce a piegarla. In quegli anni non ha più soltanto il problema delle amicizie del marito. Ora c’è da difendere il figlio che denuncia potenti locali e mafiosi e rompe con il padre, impegnandosi nell’attività politica in formazioni della sinistra assieme a un gruppo di giovani che saranno con lui fino all’ultimo giorno. Felicia difende il figlio contro il marito che lo ha cacciato di casa, ma cerca anche di difendere Peppino da se stesso. Quando viene a sapere che Peppino ha scritto sul foglio ciclostilato L’idea socialista un articolo sulla mafia va in giro per il paese per raccogliere le copie e distruggerle. E quando l’attività politica di Peppino entra nel vivo, non ha il coraggio di andare a ascoltare i suoi comizi, ma intuendo di cosa avrebbe parlato chiede ai suoi compagni di convincerlo a non parlare di mafia. E a lui: «Lasciali andare, questi disgraziati».
Morto il marito in un oscuro incidente, Felicia intuisce che per Peppino il pericolo è aumentato: «Guardavo mio figlio e dicevo: ‘Figlio, chi sa come ti finisce’. Lo andai a trovare che era a letto, gli dissi: ‘Giuseppe, figlio, io mi spavento’. E come apro quella stanza, ché ci si corica mia sorella là, io vedo mio figlio, quella visione mi è rimasta in mente».
il manifesto affisso sui muri di Cinisi
dagli amici di Peppino
La mattina del 9 maggio 1978 viene trovato il corpo sbriciolato di Peppino. Felicia dopo alcuni giorni di smarrimento decide di costituirsi parte civile nel processo per l’omicidio. Una decisione che nelle sue intenzioni doveva servire anche per proteggere Giovanni, il figlio che le era rimasto e che, al contrario, in questi anni si è impegnato assieme alla moglie (anche lei Felicia), per avere giustizia per la morte di Peppino. Felicia ricorda: «Gli dissi: ‘Tu non devi parlare. Fai parlare me, perché io sono anziana, la madre, insomma non mi possono fare come possono fare a te’». Per questa decisione ha dovuto fare ancora una volta una scelta radicale, rompere con i parenti del marito che le consigliavano di non rivolgersi alla giustizia.
Al contrario, da allora Felicia ha aperto la sua casa a tutti coloro che volevano conoscere Peppino. Le delusioni, quando sembrava che non si potesse ottenere nulla, e gli acciacchi di un’età che andava avanzando non l’hanno mai piegata. Al processo contro Badalamenti (fortemente voluto da lei e dal figlio Giovanni), venuto dopo 22 anni, con l’inchiesta chiusa e riaperta più volte grazie anche all’impegno di alcuni compagni di Peppino e del Centro a lui intitolato, con il dito puntato contro l’imputato e con voce ferma lo ha accusato di essere il mandante dell’assassinio. Badalamenti è stato condannato, come pure è stato condannato il suo vice.
Entrambi sono morti, e Felicia, che aveva sempre detto di non volere vendetta ma giustizia, a chi le chiedeva se aveva perdonato rispondeva che delitti così efferati non possono perdonarsi e che Badalamenti non doveva ritornare a Cinisi neppure da morto. E il giorno in cui i rappresentanti dellaCommissione parlamentare antimafia le hanno consegnato la Relazione, in cui si dice a chiare lettere che carabinieri e magistrati avevano depistato le indagini, esprime la sua soddisfazione: «Avete risuscitato mio figlio». 

Felicia ha accolto sempre con il suo sorriso tutti, in quella casa che soltanto negli ultimi tempi, dopo un film che ha fatto conoscere Peppino al grande pubblico, si riempiva, quasi ogni giorno, di tanti, giovani e meno giovani che desideravano incontrarla. Rendendola felice e facendole dimenticare i tanti anni in cui a trovarla andavano in pochi e a starle vicino erano pochissimi. E ai giovani diceva: «Tenete alta la testa e la schiena dritta».
Muore il 7 dicembre 2004 nella sua casa a Cinisi.

sabato 9 maggio 2015

la notte del 9 maggio 1978: Aldo Moro e Peppino Impastato

Una data lega l'assassinio di due uomini: Aldo Moro e Peppino Impastato. 
Il primo ucciso dalle Brigate Rosse, il secondo ucciso da Cosa Nostra.  
La notte del 9 maggio 1978


Così si canta la canzone: 
"(...) Era una notte buia dello stato italiano, quella del 9 maggio '78
la notte di Via Caetani e il corpo di Aldo Moro 
l'alba dei funerali di uno stato


Riproponiamo esattamente quanto avevamo scritto lo scorso anno. Perchè lo spirito di questo Paese non è cambiato , anzi, forse , è peggiorato. 
Il mistero, la verità sull'uccisione di Aldo Moro non si è rivelato. E ancora oggi bisogna trovare il coraggio di urlare quello per cui è stato ucciso Peppino Impastato: "La mafia è una montagna di merda". 
Urlarlo a chi si è abituato, e vorrebbe che ci abituassimo, al puzzo della "montagna di merda", al compromesso morale, ai misteri che soffocano la Giustizia di questo paese, misteri custoditi dal sigillo del Potere.

"Dagli schermi televisivi, dalle radio, dalla "rete", forse oggi vedremo, ascolteremo, assisteremo, alla ovvia e vuota retorica a cui siamo abituati. Salvo Vitale, l'amico fraterno di Peppino Impastato, in occasione di un altro "anniversario" scrisse così: "Non li voglio vedere"...
Ci basterà, ce la faremo bastare, quella vuota retorica per giustificare la "legalità sostenibile" (di cui ha parlato in tante occasione don Luigi Ciotti, fondatore di LIBERA) e che abbiamo costruita a nostra misura affinchè non ci faccia troppo male e non ci costringa troppo? "A nostra insaputa" continuerà ad essere la giustificazione comoda che troveremo per atti, omissioni e reticenze? Ce lo faremo bastare? 
Oppure cominceremo davvero a "fare memoria" affinchè le cose accadute non abbiano più a ripetersi, affinchè si metta in atto l'insegnamento di coloro che, come in un triste rosario, continuiamo a snocciolarne nomi, date di nascita e di morte prematura?
Che non siano state morti inutili!
Felicia Impastato, la mamma di Peppino.
 Lottò tutta la vita per ottenere verità e Giustizia per il figlio "suicidato" dalla mafia 


Il discorso della Montagna - dialogo dal film " I cento passi"
Peppino Impastato e Salvo Vitale, dall’alto di Monte Pecoraro,  guardando l’aeroporto di Punta Raisi, dopo la costruzione della terza pista:
PEPPINO: Sai cosa penso? 

SALVO : Cosa? 

PEPPINO: Che questa pista in fondo non è brutta. Anzi 

SALVO (ride) : Ma che dici?! 
PEPPINO: Vista così, dall'alto ... [guardandosi intorno sale qua e potrebbe anche pensare che la natura vince sempre ... che è ancora più forte dell’uomo. Invece non è così. .. in fondo le cose, anche le peggiori, una volta fatte ... poi trovano una logica, una giustificazione per il solo fatto di esistere! Fanno 'ste case schifose, con le finestre di alluminio, i mri di mattoni finti, i balconcini ... mi segui?

SALVO: Ti sto seguendo


PEPPINO:... Senza intonaco, i muri di mattoni vivi ... la gente ci va ad abitare, ci mette le tendine, i gerani, la biancheria appesa, la televisione ... e dopo un po' tutto fa parte del paesaggio, c'è, esiste ... nessuno si ricorda più di com'era prima. Non ci vuole niente a distruggerla la bellezza ... 


SALVO: E allora?


PEPPINO: E allora forse più che la politica, la lotta di classe, la coscienza e tutte 'ste fesserie ... bisognerebbe ricordare alla gente cos'è la bellezza. Insegnargli a riconoscerla. A difenderla. Capisci? 


SALVO: ( perplesso) La bellezza…


PEPPINO: Sì, la bellezza. È importante la bellezza. Da quella scende giù tutto il resto. 

martedì 5 agosto 2014

QUESTA SERA A PINEROLO: CONCERTO di CISCO e LA STRADA

VI INVITIAMO

Pinerolo 5 agosto 2014, ore 21.00 -"Area Spettacoli Corelli"- via Dante Alighieri n. 9: 
Concerto di Ciscoautore della colonna sonora originale del film  "I Cento Passi",  con i  Modena City Ramblers . Lo ricordiamo: "I cento Passi" è stato il film di che ha avuto il merito di aver fatto "scoprire" a molti di noi la storia di Peppino Impastato, ucciso dalla mafia nella notte fra l'8 e il 9 maggio 1978.  
Il concerto di CISCO sarà preceduto dall'esibizione del gruppo pinerolese "LA Quadrilla"






LA STRADA LIBERA
presidio LIBERA " Rita Atria " Pinerolo e LA ROUTE degli scout 
del gruppo Clan Carrick 1, gruppo Capaci 1 gruppo Cognento 1

Il concerto di questa sera  servirà anche per celebrare quanto è avvenuto a Pinerolo proprio in questi giorni. 
L'AGESCI  vive, proprio in questi giorni, il momento che precede il suo raduno nazionale: " la Route" che si svolgerà nella tenuta presidenziale di San Rossore , in Toscana, a partire da domani 6 agosto. Il tema del raduno è "Il Coraggio"
Uno dei gruppi scout di Pinerolo, il gruppo Clan Carrick 1 in questi giorni ha ospitato due gruppi-scout: il gruppo Capaci 1proveniente da Capaci, in  Sicilia, e il gruppo il gruppo Cognento 1 proveniente da Modena.
Divisi in gruppi, gli scout  hanno compiuto attività e riflessioni affiancando quatto associazioni pinerolesi fra cui il presidio di LIBERA “ Rita Atria “. Le ragazze d i ragazzi con cui abbiamo lavorato hanno trascorso questi giorni a “Cascina Arzilla” a Volvera, il bene confiscato affidato a LIBERA. 



domenica 29 giugno 2014

Vi invitiamo al Concerto di CISCO e alla visione di " La mafia uccide solo d'estate"

VI INVITIAMO

Pinerolo 6 luglio 2014, ore 21.00 -"Area Spettacoli Corelli"- via Dante Alighieri n. 9: Concerto di Ciscoautore della colonna sonora originale del film  "I Cento Passi",  con i  Modena City Ramblers . "I cento Passi", lo ricordiamo, è stato il film di che ha avuto il merito di aver fatto "scoprire" a molti di noi la storia di Peppino Impastato, ucciso dalla mafia nella notte fra l'8 e il 9 maggio 1978.  
Nel pomeriggio della domenica 6 luglio, a partire dalle ore 17.30/18.00 e in preparazione-attesa del concerto, il gruppo scout Clan Carrick organizza momenti di riflessione su temi che interessano le nostre attività: le mafie al Nord, le "dipendenze" fra i giovani (...e meno giovani), le ludopatie.... Uno dei temi , "Le mafie al Nord", verrà trattato dal presidio LIBERA "Rita Atria" Pinerolo. Durante la presentazione del concerto, daremo notizia al pubblico delle nostre reciproche  attività sul territorio.


Pinerolo  7 luglio 2014, ore 21.00 "Area Spettacoli Corelli" via Dante Alighieri n. 9 :  proiezione del film "La mafia uccide solo d'estate" nell'ambito del programma 2014 di "Cinema in Piazza".
Il Fatto Quotidiano"Perché si può parlare di mafia, anche con un sorriso. E’ con il sorriso infatti che Pierfrancesco Diliberto, in arte Pif, racconta le stragi mafiose che sconvolsero la Sicilia tra gli anni ’70 e ’90 attraverso gli occhi di un bambino, Arturo, che nasce e cresce a Palermo. Partendo dalla strage di Viale Lazio del 1969, Pif unisce elementi di finzione a immagini di repertorio e racconta l’omicidio del generale Dalla Chiesa, di Boris Giuliano, di Pio La Torre e Rocco Chinnici fino ad arrivare alle bombe di Capaci e di via D’Amelio del 1992. (...)".