Oltre al processo "Minotauro", così denominato dal nome della imponente operazione portata a termine dalla procura torinese nel giugno 2011, a Torino ieri è stata emessa la sentenza del processo "Pioneer". Ancora una volta , la sentenza mette in evidenza come l'edilizia sia uno dei settori privilegiati dalle mafie per il riciclaggio del "denaro sporco".
Riportiamo la notizia della sentenza ma soprattutto un articolo de "Il Fatto Quotidiano", pubblicato il 2 marzo 2012, nel quale si spiega chi siano i due imputati, capaci di avere appalti in opere di primaria importanza quali le passate Olimpiadi Invernali 2006 e i lavori legati alla realizzazione della TAV
Fonte : LA Stampa 12 giugno 2013
Processo Pioneer, due condanne . Chiuso il processo sulla presenza
dell ’ndrangheta in Piemonte
Due condanne hanno chiuso a
Torino il processo «Pioneer» sulla presenza della `ndrangheta in Piemonte. I
giudici hanno inflitto a Ilario D’Agostino 8 anni e 6 mesi di reclusione, e 6
anni e 6 mesi a Francesco Cardillo: i due sono stati processati in una causa
che riguardava una presunta attività di riciclaggio in attività edilizie ed
immobiliari di denaro della cosca calabrese di Antonio Spagnolo di Ciminà. A
sostenere l’accusa in aula i pm Roberto Sparagna e Antonio Rinaudo.
Fonte : Il Fatto Quotidiano - 1 marzo 2012
‘Ndrangheta in Piemonte,
confische per dieci milioni. “Riciclaggio in Olimpiadi e Tav”
La
Dia mette i sigilli a una serie di immobili, anche in Lombardia e in Calabria,
per riciclaggio dei profitti del narcotraffico. Il
gruppo riconducibile a Ilario D'Agostino e Francesco Cardillo ha ottenuto
commesse nelle grandi opere, dall'Alta velocità in Val Susa ai Giochi invernali
del 2006, al porto di Imperia
Sorveglianza
speciale e confisca milionaria per la ‘ndrangheta imprenditrice in Piemonte,
Lombardia e Calabria. La Direzione investigativa antimafia di Torino ha posto questa
mattina i sigilli su terreni, ville, abitazioni, locali adibiti ad esercizi
commerciali, fabbricati in provincia di Torino, Cuneo, Asti, Milano (Legnano) e
in Calabria (Caulonia e Riace) e contanti (un tesoretto di 150 mila euro) per
un valore superiore ai 10 milioni di euro. I beni confiscati sono riconducibili
a Ilario D’Agostino e Francesco Cardillo, secondo gli inquirenti
esponenti della ‘ndrangheta incaricati di riciclare negli appalti e nel settore
immobiliare i soldi sporchi del narcotrafficante calabrese Antonio Spagnolo, boss di Ciminà. Nell’ottobre 2009, alla data del loro arresto
nell’ambito dell’operazione Pioneer, in cui è stata sequestrata la società Ediltava, “cassaforte” del
gruppo, il Procuratore della Repubblica di Torino Gian Carlo Caselli ha parlato della “più importante
operazione antiriciclaggio mai realizzata in Piemonte”.
Secondo le
ricostruzioni della Dia, il gruppo è riuscito a riciclare milioni di euro anche
in importanti commesse pubbliche inserite tra le opere realizzate per le Olimpiadi invernali di Torino 2006, la Tav e
il porto di Imperia. La “lavatrice” era azionata
attraverso il lavoro nero e un sistema di false fatturazioni: gli operai, per
la stragrande maggioranza calabresi legati alle famiglie della ‘ndrangheta,
venivano prima assunti regolarmente e poi licenziati perché continuassero a
lavorare in nero, mentre le fatture “gonfiate” venivano emesse all’interno di
un reticolo che metteva in relazione le società paravento del gruppo con altre
società satellite. Un modello complesso che richiedeva la consulenza di un
colletto bianco, il commercialista Giuseppe Pontoriero, che imputato con Cardillo e
D’Agostino nel processo Pioneer, per i fatti relativi alla confisca odierna, ha
scelto la via del patteggiamento.
I beni confiscati
sono riconducibili alle società “Ediltava
srl”, “Italia costruzioni srl” e “Domus
Immobiliare srl”, tutte facenti
capo a Ilario D’agostino e al nipote, Cardillo, considerato una “consapevole”
spalla degli affari imprenditoriali e immobiliari dello zio.
Ma chi è l’imprenditore D’agostino, capace in Piemonte
di penetrare gli appalti “blindati” delle Olimpiadi invernali?
Ilario D’agostino, attualmente in carcere con l’accusa
di associazione mafiosa in seguito all’Operazione Minotauro, la maxi
operazione contro la ‘ndrangheta del giugno scorso, già arrestato (e
assolto) nel 1988 in
Calabria per sequestro di persona, violenza privata, lesioni personali e
detenzione illegale di armi, indagato dalla Procura di Torino per narcotraffico
nel 1994 (poi archiviato), ha intrattenuto comprovati rapporti con il boss
calabrese Rocco Lopresti, deus ex machina dell’edilizia in
Val di Susa e all’origine dello scioglimento del Comune di Bardonecchia nel
1995 per condizionamento mafioso.
Condannato nel 2002
dalla Corte d’Appello di Torino alla pena di tre anni e 4 mesi di reclusione
per l’importazione di 250
chilogrammi di hashish dalla Spagna, è stato rinviato a
giudizio per riciclaggio, aggravato dal favoreggiamento alla ‘ndrangheta,
insieme al nipote Francesco Cardillo e al commercialista Pontoriero.
Secondo gli
inquirenti D’Agostino coltiva numerosi legami con esponenti dalla ‘ndrangheta, a partire da Antonio
Spagnolo, boss di Ciminà, di cui secondo le ricostruzioni degli inquirenti è
incaricato di riciclare il denaro. Ma anche con Bruno Polito, Pietro Guarnieri, Nicola Polito, Pasqualino Marando, Cosimo Salerno, Peppe Aquino e soprattutto Cosimo Barranca, uno dei capi riconosciuti della ‘ndrangheta milanese.
Secondo il pentito Rocco Varacalli «è
il contabile di Antonio Spagnolo, è affiliato alla ’ndrangheta di Ciminà ed è
un imprenditore edile». Le sue imprese servirebbero «per far girare e riciclare
i soldi di Spagnolo e coprirne il lavoro sporco».
“Questa confisca arriva dopo un lungo dibattimento –
spiega il procuratore aggiunto Alberto Perduca –
dimostrazione che le misure di prevenzione hanno oggi valore ed efficacia come
strumento per colpire i patrimoni di origine sospetta, posseduti da persone
socialmente pericolose e fortemente sospettate di appartenere a sodalizi
criminali. La Procura di Torino si è attrezzata con un pool apposito. Nel
2011″, continua Perduca, “sono state presentate 25 proposte di prevenzione, di
cui la metà per misure patrimoniali, con un sostanziale incremento rispetto al
passato. Destinato ad aumentare ulteriormente”.
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