martedì 22 novembre 2016

Salviamo quel che resta della Bellezza di Monte Oliveto. Lettera alla Commissione Urbanistica Regionale

Sentinelle del territorio. Torniamo ad occuparci dell'area di Monte Oliveto . Il Forum delle associazioni si è rivolto direttamente ai componenti la Commissione incaricata della discussione del Piano Paesaggistico Regionale, al fine di presentare le ragioni della propria avversità a qualunque indebolimento del Piano stesso che consentisse l'edificazione nell'area ai piedi di Monte Oliveto. 
Il Paesaggio è bene primario assoluto! leggi qui il primo comunicato 
Nel caso dell'area ai piedi di Monte Oliveto, al principio di tutela del bene Paesaggio si aggiunge un secondo aspetto, non meno importante del primo: la difesa del territorio da dissesti idro-geologici in atto. Troppo spesso in italia assistiamo a politiche e indirizzi urbanistici discutibili, attuate ai danno del bene comune Paesaggio: piani regolatori sovra-dimensionati disegnati a favore delle rendite speculative, del “partito del mattone”; consumo del suolo a fronte di una mole di case sfitte e invendute; edificazioni permesse in "zone a richio", all'origine di tanti disastri a cui si deve poi far fronte.
Alla luce di queste considerazioni, il vincolo di tutela espresso dai tecnici della Regione Piemonte sull'area ai piedi della collina di Monte Oliveto (CP7), acquista ancor più valore: davvero appare come azione volta a perseguire il “bene lungimirante della comunità” dove l'aspetto della tutela del bene primario Paesaggio si unisce alla tutela della Vita umana, bene altrettanto primario.  Questi princìpi non possono trovare "mediazioni al ribasso, compromessi,” e ci pare paradossale che “compromessi al ribasso“ debbano giungere proprio da coloro che adempiono -pro tempore- alla funzione di rappresentanti della comunità stessa di cui dovrebbero invece tutelare il bene comune Paesaggio.
Riportiamo di seguito la lettera indirizzata ai componenti la Commissione Urbanistica Regionale. si invita ad una attenta lettura per comprendere quante e quali siano le criticità presenti sull'area ai piedi di Monte Oliveto

Lettera alla Commissione incaricata alla redazione del Piano Paesaggistico Regionale
Le sottoscritte associazioni, riunite nel Forum Salviamo il Paesaggio di Pinerolo chiedono una audizione al fine di presentare le ragioni della propria avversità a qualunque indebolimento del Piano stesso, che consentisse l'edificazione nell'area ai piedi di Monte Oliveto (CP7).
La Regione Piemonte ed il Ministero dei Beni Culturali hanno infatti riconosciuto che l'area di Monte Oliveto presenta un elevato valore paesaggistico, meritevole di salvaguardia e tutela, tanto che buona parte di quell’area viene dichiarata inedificabile proprio dal Piano Paesaggistico Regionale (PPR) in via di approvazione. E' tuttavia noto che la precedente amministrazione, guidata dal sindaco E. Buttiero, aveva presentato “osservazioni” al suddetto Piano, opponendosi alla dichiarazione di inedificabilità dell'area giacchè il vigente P.R.G.C. prevederebbe invece un'ampia possibilità edificatoria.
Le sottoscritte associazioni avevano pertanto inviato alla Regione Piemonte copia delle firme dei cittadini pinerolesi che si opponevano alla devastazione di “quel che resta della bellezza di Monte Oliveto”.
Nel caso dell'area ai piedi di Monte Oliveto, al principio di tutela del bene Paesaggio si aggiunge un secondo aspetto, non meno importante del primo: la difesa del territorio da dissesti idro-geologici in atto. Parlando in linea generale, siamo tutti a conoscenza di come la mancata azione di contrasto a questo grave problema, che investe l'intero territorio nazionale, continui a provocare ingenti danni alle comunità, sino alla perdite di vite umane nei casi più drammaticamente eclatanti. Occorre quindi ricordare che l'area collinare di cui Monte Oliveto fa parte presenta una particolare fragilità dovuta alla sua intrinseca conformazione: nel 2001, in località Santa Brigida, proprio sopra la zona CP7, parte del versante era franato, causando danni solo alle cose. Tuttavia in una relazione del 2010 dell'adeguamento del P.A.I. si evidenzia come la stessa frana sia in “stato di riattivazione”, classificata come “fa attiva”. Siamo quindi in presenza di uno stato geologico critico e instabile che, a seguito dei cambiamenti climatici in atto, in presenza di precipitazioni violente quali quelle che oramai periodicamente si verificano, potrebbe mettere concretamente a richio l'area abitata sottostante.
Si segnala altresì che sulla collina di Monte Oliveto (Cascina Serena), è presente un bacino di sbarramento (diga) a scopo irriguo autorizzato dalla Regione: una diga permanente con invaso di Cat. A2 (fino a 10 metri di profondità ed un accumulo fino a 30.000 mc.). Immaginiamo tutti quali conseguenze potrebbero derivare qualora, per cause naturali (alluvioni, smottamenti, terremoto), si verificasse un riversamento di quella massa d'acqua nella sottostante area CP7.
allagamento in via Martiri del XXI
La già abnorme edificazione che si è concessa nell'area ha pure aumentato notevolmente la superficie impermeabilizzata, riducendo al contempo la naturale capacità di assorbimento del suolo. E la via Martiri del XXI, la maggiore arteria viaria della zona, è così diventata una sorta di impluvio “innaturale”, obbligato e costretto. A questo proposito è ancora vivo nella memoria dei pinerolesi il ricordo del violento nubifragio avvenuto il 17 giugno 2012 (leggi qui): proprio gli abitanti della zona ai piedi di Monte Oliveto dovettero assistere impotenti al “fiume d'acqua e fango” che, ruscellando dalla collina, allagando strade, sottopassi e cantine, confluiva in Via Martiri, l'impluvio “innaturale”. E lo scorso settembre 2016 sono bastati 15 minuti di pioggia intensa a far “saltare”, letteralmente, un tombino posto al centro della stessa via Martiri.
Gli studi idraulici redatti in questi ultimi anni a supporto degli strumenti urbanistici – lo studio di POLITHEMA (2008), studio GEO SINTESI per adeguamento del PAI al PRGC (2012), studio di fattibilita dell'ing. Ripamonti (2014)- concordano nel rilevare la carenza e il sottodimensionamento delle opere idrauliche esistenti, condizione aggravata dalla evidente cementificazione dell'area. In particolare, nella relazione idrogeologica allegata al PRGC redatta dallo studio POLITHEMA a proposito dell'area di Monte Oliveto così si leggeva:Questa porzione della collina esposta magnificamente a sud-est è stata oggetto di invasive urbanizzazioni. L'urbanizzazione del territorio si è spinta sino all'attaco della collina e gli impluvi che scendevano dalla stessa sono stati completamente cancellati.(...)”.
Lo studio di fattibilita di adeguamento del P.A.I., commissionato nel 2014 dall'Amministrazione Buttiero all'ing. Ripamonti, individuava pertanto come necessarie opere idrauliche importanti: il ripristino del reticolo idrografico di superficie, la realizzazione di opere dei deflusso e di opportune vasche di laminazione, la costruzione di un nuovo grande collettore dell'acqua piovana. E proprio sulla base di quello studio dell'ing. Ripamonti, ( nel quale tuttavia non sono considerate aree eventualmente edificate nella CP7) è stato già richiesto alla Regione Piemonte-Settore Difesa Assetto Idrogeologico un finanziamento delle opere ( importo di € 6.500.000,00). Ovviamente, una ulterione cementificazione determinerebbe un'alterazione sostanziale dei dati oggettivi su cui quello studio si fonda e da cui trae provvedimenti e misure conseguenti. Non solo: le opere individuate come utili ad impedire l'aggravamento della situazione esistente di certo si rivelerebbero insufficienti -se non addirittura inutili- di fronte ad una ulterione nuova edificazione nell'area della CP7. Verrebbe così mancato proprio l'obiettivo a cui tutto doveva tendere: la messa in sicurezza idraulica di un'area già fortemente compromessa. L'eventuale nuova edificazione nella CP7 avrebbe poi un'ulteriore conseguenza negativa: modificare il progetto presentato ed inserito nel R.E.N.D.I.S. (Repertorio Nazionale degli interventi per la Difesa del Suolo) per l'ottenimento dei contributi da utilizzare per la messa in sicurezza dal richio idaulico l'area ed i suoi abitanti, il che potrebbe determinare l'esclusione dalla graduatoria relativa all'erogazione dei contributi stessi. Dal danno alla beffa! Stentiamo a credere che codesta Commissione voglia accollarsi la responsabilità di un tale risultato, accantonando l'interesse pubblico a vantaggio di un interesse meramente privato.
Alla luce di quanto detto, il vincolo di tutela espresso dai tecnici della Regione Piemonte sull'area ai piedi della collina di Monte Oliveto (CP7), acquista ancor più valore: davvero appare come azione volta a perseguire il “bene lungimirante della comunità” poiché si inquadra in una visione di insieme, complessiva, dove l'aspetto della tutela del bene primario Paesaggio si unisce alla tutela della Vita umana, bene altrettanto primario. Questi princìpi non possono trovare mediazioni “al ribasso”,“di compromesso”. Tali “soluzioni” sarebbero ancora più difficili da accettare, a nostro parere, qualora dovessero giungere proprio da coloro che adempiono -pro tempore- alla funzione di rappresentanti della comunità stessa, ponendosi palesemente in contraddizione con la tutela che i tecnici preposti hanno invece sentito di dover conferire all'area ai piedi di Monte Oliveto (CP7). Il Paesaggio -l'insieme dei valori inerenti il territorio”, le sue comunità, l’ambiente, l’eco-sistema- è bene primario assoluto!
Le sottoscritte associazioni chiedono al Presidente di codesta Commissione di poter essere ascoltate, per meglio esprimere quanto fin qui esposto.
Nell’attesa, porgono cordiali saluti.
Osservatorio 0121- Salviamo il Paesaggio
Italia Nostra
CeSMAP
Legambiente
presidio LIBERA “Rita Atria”- Pinerolo
Centro studi Silvio Pellico

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