Nino Di Matteo fra gli uomini della scorta |
Anche Salvatore Borsellino, fratello del giudice Paolo , si è espresso con durezza contro quella che sembra essere l'ennesimo ostacolo frapposto al processo sulla "Trattativa"
"Stanno strappando il processo sulla trattativa a Di Matteo e agli altri magistrati che se ne stanno occupando(...) "Il Csm sta cercando di smantellare il pool di Palermo come accadde 20 anni fa. Il popolo deve reagire, non può aspettare che altri magistrati vengano eliminati.
Fonte: La repubblica
L'allarme del pm Di Matteo: "Una circolare del Csm blocca la continuità delle
indagini". Il magistrato palermitano impegnato nelle
indagini sulla trattativa Stato-mafia denuncia lo smantellamento del pool
E' preoccupato Nino Di Matteo
dopo lo stop alle nuove indagini sulla trattativa imposto da una decisione del
Csm: "Una circolare del Consiglio superiore della magistratura, soprattutto
se interpretata in maniera restrittiva, sacrifica la continuità investigativa
indispensabile nelle indagini più complesse, come quelle sulle stragi e sui
rapporti di Cosa nostra con interlocutori esterni".
Nino Di Matteo non potrà fare più nuove indagini sulla trattativa fra i
vertici della mafia e pezzi dello Stato. Anche Roberto Tartaglia dovrà fermarsi. E, fra un mese, la stessa sorte toccherà a Francesco Del
Bene. Tira un’aria pesante nelle stanze blindate della Procura. Il pool di
Palermo è praticamente azzerato, resta soltanto il coordinatore del gruppo, il
procuratore aggiunto Vittorio Teresi. È il primo drammatico effetto di una
circolare arrivata dal Consiglio superiore della magistratura il 5 marzo
scorso: ordina che tutti i nuovi fascicoli d’inchiesta sulla mafia debbano
essere affidati esclusivamente a chi fa parte della Dda, la direzione
distrettuale. E Di Matteo è formalmente scaduto da quattro anni, ufficialmente
è assegnato al gruppo che si occupa di abusi edilizi. Tartaglia, invece, non fa
ancora parte della Dda. Fino ad oggi, i due magistrati che hanno istruito il
processo in corso a Palermo sono stati solo «applicati» al pool. Il terzo
componente del gruppo, Francesco Del Bene, è l’unico ancora legittimato a fare
nuove indagini, ma fino al primo giugno, poi scadrà anche lui dall’incarico
decennale in Dda.
La circolare del Csm spedita a
tutte le procure d’Italia è perentoria: nessun nuovo fascicolo antimafia potrà
più essere gestito da chi non fa parte della direzione distrettuale, «salvo
casi eccezionali». E i casi eccezionali sono particolari competenze «nei
delitti contro l’economia, la pubblica amministrazione, la salute e
l’ambiente». Oppure, dice il Csm, tutti i componenti della Dda dovrebbero avere
dei carichi di lavoro tali da non poter condurre più altre indagini.
Così, al procuratore di Palermo
Francesco Messineo non è rimasto che fermare una nuova importante assegnazione
a Di Matteo e Tartaglia. Quale, resta un segreto d’indagine. Ma sembra che
riguardi proprio gli sviluppi di una serie di accertamenti fatti in questi
ultimi mesi. Perché, ormai, non è più un mistero che i pm di Palermo hanno
proseguito le indagini sulla trattativa anche dopo l’inizio del processo in
Corte d’assise: l’estate scorsa, si sono presentati con la Dia nelle sedi
romane dei servizi segreti per acquisire una montagna di documentazione. Di
recente hanno poi continuato a interrogare decine di uomini delle istituzioni
come testimoni. Il pool di Palermo sta cercando di chiarire il ruolo della
misteriosa Falange Armata, la sigla che rivendicava gli attentati del 1992-1993
ai centralini delle agenzie di stampa. E sembra che alcuni nomi su cui indagare
siano saltati fuori. Ma su questi nomi Di Matteo e Tartaglia non potranno fare
alcuna indagine, anche se sono stati loro a individuarli nella giungla dei
misteri che ancora restano.
La circolare del Csm non ammette
deroghe. Non importa che un gruppo di magistrati abbia acquisito una competenza
unica. Non importa che le indagini offrano nuovi spunti di approfondimento, e
relative iscrizioni nel registro degli indagati. Perché, intanto, quella
misteriosa sigla della “Falange armata” è ricomparsa, in una lettera minacciosa
spedita in carcere al boss Totò Riina dopo la pubblicazione sui giornali delle
sue intercettazioni all’ora d’aria. «Chiudi la bocca, ricordati che hai
famiglia», gli hanno scritto.
L'allarme di Salvatore Borsellino
"Stanno strappando il processo
sulla trattativa a Di Matteo e agli altri magistrati che se ne stanno occupando",
dice il fratello del giudice Paolo parlando dal palco allestito a piazza
Castelnuovo dal Movimento Cinque Stelle per il comizio di Beppe Grillo. Alle
sue spalle un presidio di Scorta civica con uno striscione: "Siamo tutti
Di Matteo".
Salvatore Borsellino prosegue:
"Il Csm sta cercando di smantellare il pool di Palermo come accadde 20
anni fa. Il popolo deve reagire, non può aspettare che altri magistrati vengano
eliminati. Il presidente Napolitano, garante della Costituzione, è entrato a
gamba tesa nel processo sulla trattativa Stato-mafia. Vi esorto a chiedere la
verità e giustizia ed evitare che venga messo il bavaglio ai magistrati. Non
possiamo aspettare che sia versato altro sangue, vi esorto a fare sentire la
vostra presenza ai magistrati e consentirgli di continuare a fare il loro
lavoro, ribellatevi"
di SALVO PALAZZOLO
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