Don Luigi Ciotti. “Antimafia. Una volta era una parola nobile, ora snaturata da un uso superficiale: è diventata un'etichetta. Se la eliminassimo, sbugiarderemmo quelli che ci hanno costruito sopra una falsa reputazione. L'ho scritto anche a papa Francesco”
Proponga allora una parola nuova!
«Responsabilità. Sembra semplice, ma è la più impegnativa e basterebbe da sola a cambiare le cose»
L'antimafia. Lo abbiamo capito da tempo: per certi personaggi, per certi ambienti, "l'antimafia" è un affare favoloso. Carriere, denaro ( da gestire o da drenare), lustrini e ribalte. Da qui le divisioni, i personalismi. le "splendide carriere" dietro a cui si nasconde "il nulla", se non il vacuo riferimento a storie e nomi speculati per raggiungere e conquistare i lustrini, le ribalte, i privilegi.
La mia personale opinione è che "fare memoria" non serve a molto se non capiamo che occorre guardarsi intorno -ovunque- per impedire che si generino situazioni e comportamenti mutuati dalla matrice mafiosa. Lo ripetiamo sempre: i meccanismi ( mafiosi) sono talmente semplici ed efficaci da essere "normalmente" praticati anche da chi "mafioso" non è dal punto di vista penale-giudiziario. Quanto poi è accaduto in queste elezioni, e proprio in Piemonte, ribadisce -a mio parere - la denuncia dell'oramai ex procuratore Caselli, denuncia pronunciata nella requisitoria al processo Minotauro: non bastano i giudici , non bastano i processi se la società civile (meglio sarebbe parlare di società "responsabile") non rivendica il limite dell'osceno, del "non accettabile".E allora accade che anche la lezione a Bassano del Grappa di Paolo Borsellino la si metta da parte (anche quella?), accantonata perchè non faccia troppo male, perchè non dia troppo fastidio:
E allora, anche se si tratta di rapporti non penalmente rilevanti, è giusto, "è bello", che la politica abbia "scelto" i suoi uomini senza provare la vergogna di candidare certi personaggi nella regione che ha visto assassinare Bruno Caccia?
Occorre riflettere! Tutti!...noi per primi! Questa è la mia opinione
Arturo Francesco Incurato
referente presidio LIBERA "Rita Atria" Pinerolo
Fonte : L'ESPRESSO
In un'intervista a “l'Espresso” nel numero in edicola venerdì 30 maggio, Don Luigi Ciotti, fondatore del gruppo Abele e promotore di Libera, prete da sempre in prima linea contro l'illegalità, prende le distanze dalla retorica dell'antimafia.
Don Luigi Ciotti. “Antimafia. Una volta era una parola nobile, ora
snaturata da un uso superficiale: è diventata un'etichetta. Se la eliminassimo,
sbugiarderemmo quelli che ci hanno costruito sopra una falsa reputazione. L'ho
scritto anche a papa Francesco”
- Il termine “antimafia”?
"Una di
quelle parole «una volta nobili e ora snaturate da un uso superficiale che le
ha rese inservibili».
A 50 anni dai voti sacerdotali, ricostruisce la sua vita di prete di periferia e parla del nuovo papa. «Ora l'aria è cambiata. Pensi che Francesco ha avuto persino l'umiltà di dirmi: “Mi mandi qualche appunto sulle mafie”»
A 50 anni dai voti sacerdotali, ricostruisce la sua vita di prete di periferia e parla del nuovo papa. «Ora l'aria è cambiata. Pensi che Francesco ha avuto persino l'umiltà di dirmi: “Mi mandi qualche appunto sulle mafie”»
- Che cosa gli ha scritto?
«Quello
che so e quello che va cambiato. A cominciare da parole una volta nobili e ora
snaturate da un uso superficiale che le ha rese inservibili. Oggi tutti parlano
di pace, di diritti, di giustizia e soprattutto di legalità, che è diventata
fluida, malleabile, piegata ai bisogni di chi la pronuncia. L'uguaglianza di
fronte alla legge ha bisogno di uguaglianza sociale, altrimenti la legalità
diventa una discriminazione tra chi sta bene e chi tira la cinghia. Per non
parlare dell'antimafia. E' ormai una carta d'identità, non un fatto di
coscienza. Se la eliminassimo, forse sbugiarderemmo quelli che ci hanno
costruito sopra una falsa reputazione. Per fortuna anche qualche politico lo ha
capito. Rosy Bindi, presidente della Commissione antimafia, all'inizio
criticata perché ritenuta incompetente, è stata qui ore e ore ad ascoltare con
umiltà la nostra esperienza, ha approfondito e oggi si muove molto bene in un
territorio scivoloso e difficile, a cui l'etichetta di antimafia non aggiunge
niente. Anzi»
Proponga allora una parola nuova!
«Responsabilità. Sembra semplice, ma è la più
impegnativa e basterebbe da sola a cambiare le cose»
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