25 anni fa la mafia decise di
zittire un giornalista di raro coraggio, una voce scomoda, un uomo capace di
dare fastidio ai padroni e ai padrini.
Mauro Rostagno é nato a
Torino. Chiediamo che a Torino uno spazio pubblico degno renda omaggio al
suo sacrificio.
Era il 26 settembre del 1988, quando a Valderice, in provincia di Trapani, Cosa nostra freddò in un agguato Mauro Rostagno. Abbiamo deciso di "intitolare" un Ponte a Mauro, perché da 5 anni 1000 cittadini aspettano risposta. OGGI ORE 11, PONTE DI VIA LIVORNO, TORINO.
"Agli uomini capita di mettere radici, e poi
il tronco, i rami, le foglie... quando tira vento, i rami si possono spaccare,
le foglie vengono strappate via: allora decidi di non rischiare, di non sfidare
il vento. Ti poti, diventi un alberello tranquillo, pochi rami, poche foglie,
appena l’indispensabile.
Oppure te ne
fotti. Cresci e ti allarghi. Vivi. Rischi. Sfidi la mafia, che è una forma di
contenimento, di mortificazione. La mafia ti umilia: "calati junco che
passa la piena", dicono da queste parti. Ecco, la mafia è negazione d’una
parola un po’ borghese: la dignità dell’uomo."
Mauro Rostagno
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