giovedì 6 dicembre 2012

A Torino, "Fabbrica delle e", la storia di Piera Aiello: "Maledetta mafia"

Senza "la storia" di Piera Aiello forse non ci sarebbe stata "la storia" di Rita Atria. Le loro vite si legano per sempre a quella di Paolo Borsellino



- Paolo Borsellino: " Piera, tu cosa vedi allo specchio?"
- Piera: " Vedo una ragazza con un passato turbolento, un presente inesistente e un futuro con un punto interrregotivo grande quanto il mondo. Che futuro posso avere io?"
- Paolo Borsellino: "io vedo una ragazza che ha avuto un passato turbolento, che però si è ribellata a questo passato che non ha mai accettato. Vedo una ragazza che ha un presente e avrà un futuro pieno di felicità. Non per altro: hai diritto ad avere felicità per tutto quello che stai facendo"

Partanna (Trapani). Piera Aiello ha solo 18 anni quando sposa Nicolò. Nove giorni dopo il matrimonio il suocero, Vito Atria, un piccolo mafioso locale, viene assassinato. Nel 1991 la stessa sorte tocca a Nicolò, sotto gli occhiimpotenti di Piera. Dopo quell'omicidio in Piera scatta qualcosa: "vedova di un mafioso, vestita a lutto come impongono le regole della mia terra, con una bimba di tre anni da crescere e una rabbia immensa nel cuore. In quel momento il destino ha messo un bivio lungo il mio percorso: dovevo scegliere quale futuro dare a mia figlia Vita Maria". Il momento di svolta è l'incontro con un uomo che una mattina, scrive Piera: "mi ha preso sottobraccio e mi ha piazzato davanti ad uno specchio, eravamo in una caserma dei Carabinieri". Quell'uomo è Paolo Borsellino. "Da quando lo "zio Paolo" mi ha piazzato davanti a quello specchio e mi ha ricordato chi ero, da dove venivo e dove sarei dovuta andare, sono diventata una testimone di giustizia. Io non ho mai commesso reati, né sono mai stata complice dei crimini di mio marito e dei suoi amici, gli stessi che poi ho accusato nelle aule dei tribunali e nelle corti d'assise. Quel che è certo è che la mia storia, la mia vita, è stata rivoluzionata dalla morte", compresa la morte di Rita Atria, sua cognata, che a 17 anni decide di ribellarsi al sistema mafioso, ma dopo l'assassinio di Borsellino Rita non riesce a reggere al dolore e si toglie la vita. Rita Atria, come Piera Aiello,  diventano l'esempio del "testimone di giustizia" , figura che sarà introdotta nell'ordinamento giuridico italiano con la legge n. 45 del 13 febbraio 2001 



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