Visualizzazione post con etichetta GIORNATA DELLA MEMORIA. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta GIORNATA DELLA MEMORIA. Mostra tutti i post

domenica 27 gennaio 2019

NON E' PASSATO. E' MEMORIA. E' CONOSCENZA"! MAI PIU' FASCISMI

IL 27 GENNAIO 1945  UN REPARTO DELL'ESERCITO RUSSO VARCA L'INGRESSO DEL CAMPO DI STERMINIO DI AUSCHWITZ


il cancello di Aushwitz con la scritta "Arbeit macht frei": "Il lavoro rende liberi"

Ma fare Memoria significa conoscenza e coerenza. Pertanto invitiamo a togliere le maschere "pittate a lutto" che nascondono il volto di tanti ipocriti dei giorni nostri: alla luce di quanto accade in queste ore, in questi giorni, anche a causa del governo italiano che sostiene politiche ritenute da molti "fasciste e discriminatorie" nei confronti dei migranti, le vittime della Shoah non meritano tanta ipocrisia. VERGOGNA! 

La Storia ci chiederà da che parte eravamo mentre tutto quello che sapevamo si ripeteva sotto i nostri occhi, mentre altri lager, persecuzioni, violenze, venivano costruiti e compiute ai danni di nuovi "diversi". 

VERGOGNA!



"(…) Allora per la prima volta ci siamo accorti che la nostra lingua manca di parole per esprimere questa offesa, la demolizione di un uomo. In un attimo, con intuizione quasi profetica, la realtà ci si è rivelata: siamo arrivati al fondo. Più giù di così non si può andare: condizione umana più misera non c'è. Ci toglieranno anche il nome: e se vorremo conservarlo, dovremo trovare in noi la forza di farlo, di fare sì che dietro al nome, qualcosa ancora di noi, di noi quali eravamo, rimanga." 
 brano tratto da “Se questo è un uomo” di Primo LevI


''La Giornata della Memoria non deve essere un'occasione per manifestare la falsa coscienza e non può essere usata in modo strumentale. Ci deve ricordare la tragedia universale della violenza contro l'uomo e non solo contro gli ebrei.
Io sono ebreo e ho il dovere di ricordare ciò che ha subito la mia gente. Ma proprio perchè questo è stato un massacro di esseri umani, tra cui ebrei, rom, gay e antifascisti, si devono ricordare tutti, soprattutto quelli piu' scomodi. 
Dobbiamo ricordare, tutti i popoli che hanno subito violenza. In questo senso, il destino degli ebrei vale per quello di tutte le minoranze. Primo Levi non ha scritto 'Se questo è un ebreo', ma 'Se questo è un uomo'.
Moni Ovadia

Elie Wiesel, sopravvissuto dei campi di concentramento di AuschwitzBuna e Buchenwald: "Mai dimenticherò quella notte, la prima notte nel campo, che ha trasformato la mia vita in una lunga notte, sette volte maledetta e sette volte sigillata. Mai dimenticherò quel fumo. Mai dimenticherò i piccoli volti dei bambini, i cui corpi vidi trasformarsi in ghirlande di fumo sotto un muto cielo blu. Mai dimenticherò quelle fiamme che consumavano la mia fede per sempre. Mai dimenticherò quel silenzio notturno che mi privò, per tutta l'eternità, del desiderio di vivere. Mai dimenticherò quegli istanti che assassinarono il mio Dio e la mia anima e trasformarono i miei sogni in polvere. Non dimenticherò mai queste cose, anche se fossi condannato a vivere quanto Dio stesso. Mai". 

Eva Picková, morta ad Auschwitz il 18 dicembre 1943 all’età di 12 anni":
"...mio Dio, noi vogliamo vivere! Non vogliamo vuoti nelle nostre file. Il mondo è nostro e noi lo vogliamo migliore. Vogliamo fare qualcosa. E’ vietato morire!”. 

bambini del Lager mostrano il braccio tatutato
migranti cacciati dal centro di accoglienza

Fare Memoria significa conoscere quanto è accaduto; fare Memoria significa capire i meccanismi" che si celano dietro ai fatti; fare Memoria significa impegnarsi affinché quanto è accaduto non abbia più “il tempo” e “il modo” di ripetersi. Fare Memoria significa conoscere per diventare ed essere cittadini responsabili. 
Come è stato possibile l'orrore dei Lager? 
Come è stato possibile concepire lo sterminio di popoli? 
La cosiddetta "banalità del male", il pericolo che il male possa ripresentarsi,  è un pericolo sempre presente Dopo quelli nazisti, l'Umanità ha sofferto per altri Lager, altri stermini, altre violenze terribili inflitte da uomini ad altri uomini. 
Perchè? Come è possibile che ciò accada dopo quello che è già accaduto? 
Primo Levi si interroga su come sia stato possibile il dramma dello sterminio nel libro “I sommersi e i Salvati”. Luogo di quella ricerca èl'animo umano di ogni tempo; le risposte sono celate nell'eterna -mediocre- lotta per il potere, con attori che si dividono le parti dei"padroni" e dei "servi" alla conquista di un  "privilegio" possibile.
“Il privilegio per definizione difende il privilegio. (…) L’ascesa dei privilegiati, non solo nel Lager ma in tutte le convivenze umane, è un fenomeno angosciante ma immancabile: essi sono assenti solo nelle utopie. E’ compito dell’uomo giusto fare la guerra ad ogni privilegio non meritato, ma non si deve dimenticare che questa è una guerra senza fine. Dove esiste un potere esercitato da pochi - o da uno solo- contro i molti, il privilegio nasce e prolifica, anche contro il volere del potere stesso; ma è normale che il potere, invece, lo tolleri  e lo incoraggi.(…) la classe ibrida dei prigionieri-funzionari ne costituisce l’ossatura ed insieme l’elemento più inquietante. E’ una zona grigia, dai contorni mal definiti, che insieme separa e congiunge i due campi dei padroni e dei servi. (…)”.

giovedì 11 febbraio 2016

RITA ATRIA: "UNA STORIA DISEGNATA NELL'ARIA".

Pinerolo - 12 febbraio 2016 Teatro Incontro - ore 21.00

"UNA STORIA DISEGNATA NELL'ARIA"

per raccontare RITA ATRIA che sfidò la mafia con PAOLO BORSELLINO. 

Una storia disegnata nell’aria” è uno spettacolo nel quale si narra la storia della "picciridda" (ragazzina, in dialetto siciliano), il vezzeggiativo col quale la indicava il giudice Paolo Borsellino: è la storia di Rita Atria, della sua voglia di vivere, della sua capacità di trasformare, grazie all’aiuto di Paolo Borsellino, il sentimento di vendetta in senso di giustizia. 
Le parole che Rita Atria scrisse sul suo diario poche ore dopo la morte di Paolo Borsellino e degli agenti della sua scorta costituiscono la "pietra d'inciampo" dinanzi alla quale fermare le coscienze di ciascuno, una verità scomoda disvelata con semplicità e limpidezza, parole che da allora si impongono alla nostra riflessione:
“(…) Prima di combattere la mafia devi farti un auto-esame di coscienza e poi, dopo aver sconfitto la mafia dentro di te, puoi combattere la mafia che c'è nel giro dei tuoi amici; la mafia siamo noi e il nostro modo sbagliato di comportarci.(…)”. 

La scrittura di Guido Castiglia si è avvalsa delle testimonianze, preziose e significative, di PIERA AIELLO, che ha dato il suo assenso alla realizzazione dell'opera teatrale: un omaggio a RITA ATRIA.

La rappresentazione, la serata, vorremmo costituisse uno dei "cento passi" che ci porteranno alla Giornata della Memoria e dell'Impegno nel Ricordo delle Vittime Innocenti delle mafie che si terrà  il prossimo 21 marzo 2016.


La locandina dello spettacolo



Una storia disegnata nell’aria”


per raccontare Rita, che sfidò la mafia con Paolo Borsellino

Nonsoloteatro (Torino)
Di e con: Guido Castiglia - Spettacolo realizzato in collaborazione con: Piera Aiello (testimone di giustizia) e Libera Associazione contro le Mafie Presidio “Rita Atria” Pinerolo


Una storia disegnata nell’aria” è uno spettacolo nel quale l’arte della narrazione mira diritto al cuore dei ragazzi facendo emergere, con l’intelligenza delle emozioni e con la delicatezza di un linguaggio adeguato, la fragilità di una adolescente trovatasi al centro di uno dei momenti più drammatici della nostra Repubblica: le stragi di mafia.
La storia di Rita Atria, la più giovane testimone di giustizia in Italia, è emblematica; è una storia nella quale emerge forte il desiderio di affermare una realtà libera da veti e mutismi, da intimidazioni velate e soprusi subiti.(...) la sua voglia di vivere e la sua capacità di trasformare, grazie all’aiuto di Paolo Borsellino, il sentimento di vendetta in senso di giustizia. “Una storia disegnata nell’aria” vive il sentimento contemporaneo nelle pieghe degli stati d’animo e nella vitalità caparbia di una diciassettenne che ha visto sgretolare la sua speranza in quel tragico luglio 1992; una storia degna di essere raccontata, oggi, ai ragazzi”


Biglietti d’ingresso: € 5,00 

prenotazioni: Nonsoloteatro - 337.446004  

informazioni:  info@nonsoloteatro.com


mercoledì 27 gennaio 2016

Le parole dell'A.N.P.I.: " NON E' PASSATO. E' MEMORIA"

" NON E' PASSATO. E' MEMORIA"
IL 27 GENNAIO 1945  UN REPARTO DELL'ESERCITO RUSSO VARCA L'INGRESSO DEL CAMPO DI STERMINIO DI AUSCHWITZ


il cancello di Aushwitz con la scritta "Arbeit macht frei": "Il lavoro rende liberi")
Anche quest'anno abbiamo fatto Memoria insieme agli studenti del Liceo Scientifico "M. Curie" di Pinerolo 


"(…) Allora per la prima volta ci siamo accorti che la nostra lingua manca di parole per esprimere questa offesa, la demolizione di un uomo. In un attimo, con intuizione quasi profetica, la realtà ci si è rivelata: siamo arrivati al fondo. Più giù di così non si può andare: condizione umana più misera non c'è. Ci toglieranno anche il nome: e se vorremo conservarlo, dovremo trovare in noi la forza di farlo, di fare sì che dietro al nome, qualcosa ancora di noi, di noi quali eravamo, rimanga." 
 brano tratto da “Se questo è un uomo” di Primo LevI


''La Giornata della Memoria non deve essere un'occasione per manifestare la falsa coscienza e non può essere usata in modo strumentale. Ci deve ricordare la tragedia universale della violenza contro l'uomo e non solo contro gli ebrei.

Io sono ebreo e ho il dovere di ricordare ciò che ha subito la mia gente. Ma proprio perchè questo è stato un massacro di esseri umani, tra cui ebrei, rom, gay e antifascisti, si devono ricordare tutti, soprattutto quelli piu' scomodi. 

Dobbiamo ricordare, tutti i popoli che hanno subito violenza. In questo senso, il destino degli ebrei vale per quello di tutte le minoranze. Primo Levi non ha scritto 'Se questo è un ebreo', ma 'Se questo è un uomo'.
Moni Ovadia

"Mai dimenticherò quella notte, la prima notte nel campo, che ha trasformato la mia vita in una lunga notte, sette volte maledetta e sette volte sigillata. Mai dimenticherò quel fumo. Mai dimenticherò i piccoli volti dei bambini, i cui corpi vidi trasformarsi in ghirlande di fumo sotto un muto cielo blu. Mai dimenticherò quelle fiamme che consumavano la mia fede per sempre. Mai dimenticherò quel silenzio notturno che mi privò, per tutta l'eternità, del desiderio di vivere. Mai dimenticherò quegli istanti che assassinarono il mio Dio e la mia anima e trasformarono i miei sogni in polvere. Non dimenticherò mai queste cose, anche se fossi condannato a vivere quanto Dio stesso. Mai". Elie Wiesel, sopravvissuto dei campi di concentramento di Auschwitz, Buna e Buchenwald.
"...mio Dio, noi vogliamo vivere! Non vogliamo vuoti nelle nostre file. Il mondo è nostro e noi lo vogliamo migliore. Vogliamo fare qualcosa. E’ vietato morire!. Eva Picková, morta ad Auschwitz il 18 dicembre 1943 all’età di 12 anni



bambini del Lager mostrano il braccio tatutato

Il Giorno della Memoria ricorda la data in cui l'ersercito russo entra nel lager Aushwitz, oramai abbandonato dalle SS: 27 gennaio 1945 
Fare Memoria significa conoscere quanto è accaduto; fare Memoria significa capire i meccanismi" che si celano dietro ai fatti; fare Memoria significa impegnarsi affinché quanto è accaduto non abbia più “il tempo” e “il modo” di ripetersi. Fare Memoria significa conoscere per diventare ed essere cittadini responsabili. 
Come è stato possibile l'orrore dei Lager? 
Come è stato possibile concepire lo sterminio di popoli? 
La cosiddetta "banalità del male", il pericolo che il male possa ripresentarsi,  è un pericolo sempre presente Dopo quelli nazisti, l'Umanità ha sofferto per altri Lager, altri stermini, altre violenze terribili inflitte da uomini ad altri uomini. 
Perchè? Come è possibile che ciò accada dopo quello che è già accaduto? 
Primo Levi si interroga su come sia stato possibile il dramma dello sterminio nel libro “I sommersi e i Salvati. Luogo di quella ricerca è l'animo umano di ogni tempo; le risposte sono celate nell'eterna -mediocre- lotta per il potere, con attori che si dividono le parti dei "padroni" e dei "servi" alla conquista di un  "privilegio" possibile.
“Il privilegio per definizione difende il privilegio. (…) L’ascesa dei privilegiati, non solo nel Lager ma in tutte le convivenze umane, è un fenomeno angosciante ma immancabile: essi sono assenti solo nelle utopie. E’ compito dell’uomo giusto fare la guerra ad ogni privilegio non meritato, ma non si deve dimenticare che questa è una guerra senza fine. Dove esiste un potere esercitato da pochi - o da uno solo- contro i molti, il privilegio nasce e prolifica, anche contro il volere del potere stesso; ma è normale che il potere, invece, lo tolleri  e lo incoraggi.(…) la classe ibrida dei prigionieri-funzionari ne costituisce l’ossatura ed insieme l’elemento più inquietante. E’ una zona grigia, dai contorni mal definiti, che insieme separa e congiunge i due campi dei padroni e dei servi. (…)”.
Anche quest'anno abbiamo fatto Memoria insieme agli studenti del Licero Scientifico "M. Curie di Pinerolo 

domenica 27 gennaio 2013

GIORNATA DELLA MEMORIA . 27 GENNAIO

IL 27 GENNAIO 1945  UN REPARTO DELL'ESERCITO RUSSO ENTRA NEL CAMPO DI STERMINIO 
DI AUSCHWITZ 



‎''La Giornata della Memoria non deve essere un'occasione per manifestare la falsa coscienza e non può essere usata in modo strumentale. Ci deve ricordare la tragedia universale della violenza contro l'uomo e non solo contro gli ebrei.
Io sono ebreo e ho il dovere di ricordare ciò che ha subito la mia gente. Ma proprio perchè questo è stato un massacro di esseri umani, tra cui ebrei, rom, gay e antifascisti, si devono ricordare tutti, soprattutto quelli piu' scomodi. 

Ora e' diventato molto di moda, in Occidente, fare i carini con gli ebrei ma non con i rom. Dobbiamo ricordare, tutti i popoli che hanno subito violenza. In questo senso, il destino degli ebrei vale per quello di tutte le minoranze.
Primo Levi non ha scritto 'Se questo è un ebreo', ma 'Se questo è un uomo'." 
Moni Ovadia





Voi che vivete sicuri
nelle vostre tiepide case,
voi che trovate tornando a sera
il cibo caldo e visi amici:
Considerate se questo è un uomo
che lavora nel fango
che non conosce pace
che lotta per mezzo pane
che muore per un si o per un no.
Considerate se questa è una donna,
senza capelli e senza nome
senza più forza di ricordare
vuoti gli occhi e freddo il grembo
come una rana d'inverno.
Meditate che questo è stato:
vi comando queste parole.
Scolpitele nel vostro cuore
stando in casa andando per via,
coricandovi, alzandovi.
Ripetetele ai vostri figli.
O vi si sfaccia la casa,
la malattia vi impedisca,
i vostri nati torcano il viso da voi.
PRIMO LEVI