Proseguono gli incontri. Alla Scuola Media "F. Brignone"
, la quarta fotografia a sostegno di Nino Di Matteo.
Anche agli studenti più giovani abbiamo fatto conoscere
la lettera aperta con la quale don Luigi Ciotti, lo scorso 14 novembre 2013, ha espresso la vicinanza di
Libera al giudice Nino Di Matteo e agli altri giudici che conducono il
processo sulla “trattativa”, minacciati di morte da Totò Riina. Anche noi del presidio Libera “Rita Atria” Pinerolo, accogliendo le
parole di don Luigi Ciotti, vogliamo manifestare a favore Nino
Di Matteo e agli altri giudici. Pertanto, dopo aver letto la
lettera di don Ciotti, chiediamo agli studenti che condividono quelle parole di scattare una fotografia. Questa è la quarta fotografia
Lettera aperta di don Luigi Ciotti a Nino Di Matteo
CARO Nino Di Matteo, devi sapere
che non sei solo, che tutti voi a Palermo, e in ogni angolo d`Italia, non
sarete mai più soli. Dalla stagione delle stragi è cresciuta nel nostro
paese la consapevolezza che la questione delle mafie non è solo di natura
criminale. È un problema più profondo, anche culturale e sociale. Una
questione che non sarebbe ancora cosi grave se a contrastare le mafie ci
fossero stati, oltre alla magistratura e alle forze di polizia, la coscienza
pulita e l`impegno della maggior parte degli italiani. Questa coscienza e
questo impegno, lentamente e faticosamente si sono negli anni moltiplicati.
Devi dunque sapere caro Nino, anche se qualcuno—mafiosi o complici dei mafiosi
— continua a minacciare e lanciare messaggi inquietanti, che oggi tu e tutti
gli altri magistrati siete meno soli. Che minacciare voi vuoi dire minacciare
tanti di noi, tanti italiani, che nei più vari ambiti si sono messi in gioco.
Cittadini che non si limitano a scendere in piazza, a indignarsi o commuoversi,
ma che hanno scelto di muoversi, di trasformare il loro "no" alle
mafie in un impegno quotidiano per la democrazia, per la libertà e la dignità
di tutti. Le luci non nascondono però le molte ombre. In tanti ambiti prevale
ancora l`indifferenza o una semplice e facile risposta emotiva. Anche la
politica non sempre ha saputo affrontare la questione con la pulizia morale e
il respiro necessario: pensiamo solo ai troppi compromessi che hanno impedito
un`adeguata riforma della legge sulla corruzione e ai patti sottobanco. Lo
Stato, tutto lo Stato, deve proteggere se stesso e i suoi cittadini. Ma negli
ultimi tempi, come molti segnali lasciano intendere, le mafie — indisturbate
nei suoi livelli più alti: economia, finanza, appalti, affari—hanno
approfittato per organizzarsi in silenzio.
Quelle minacce dall`interno di un
carcere dicono perciò una verità imbarazzante: se nell`ambito repressivo e
giudiziario importanti risultati sono stati ottenuti, sul versante del
contrasto politico e sociale c`è ancora molta strada da fare. Perché di
una cosa dobbiamo essere certi: sconfiggeremo le mafie solo quando sapremo
colmare le disuguaglianze sociali che permettono il loro proliferare. Le
mafie non vanno solo inseguite: vanno prevenute. Prevenzione vuoi dire anche
realizzare la condizione di dignità e di libertà responsabile prevista dalla Costituzione,
il primo e più formidabile dei testi antimafia.Altrimenti, nello scarto fra le
parole e i fatti, continuerà a insinuarsi la più pericolosa e subdola delle
mafie: quella della corruzione, del privilegio e dell`abuso di potere. A te un
forte abbraccio da parte mia e dalle oltre 1600 realtà associate a Libera.
Luigi Ciotti
Nessun commento:
Posta un commento
Abbiamo deciso di non moderare i commenti ai post del blog. Vi preghiamo di firmare i commenti.