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lunedì 25 luglio 2016

l'Africa saccheggiata dalle offshore dei potenti. Non possiamo fingere di ignorare a chi giova "svuotare" l'Africa

"Panama Papers": l'Africa saccheggiata dalle offshore dei potenti: una nuova inchiesta giornalistica internazionale svela 1.400 società anonime utilizzate per spogliare le risorse naturali del continente nero. Petrolio, gas, oro, diamanti: ecco come i soldi sottratti alle popolazioni in miseria finiscono nei paradisi fiscali. Tra corruzioni, guerre, colpi di stato e riciclaggio di denaro sporco. Non possiamo fingere di ignorare a chi giova "svuotare" l'Africa dalle sue popolazioni. Potrebbe sembrare la fisima di menti accecate da paure infantili di "complottismo universale" ma occorrerebbe sempre cercare di "allargare lo sguardo", avere una visione d'insieme. E allora, se accostiamo e mettiamo a raffronto gli interessi della alta finanza ( che non ha confini nè "colori") alla manifesta debolezza della politica mondiale a gestire e risolvere i problemi complessi dell'epoca e della crisi che viviamo (quando addirittura non si rilveli -quella della "politica"- mera accondiscendenza ai "desiderata" della finanza), possiamo gingere alla conclusione che quello a cui stiamo assistendo pare avere le caratteristiche di un disegno organico: se parliamo per metafora, si può acquistare certamente a buon prezzo una casa abbandonata, cadente e col tetto devastato....A questo è stata ridotta l'Africa, un continente che da secoliviene sfruttato come un metaforico "bancomat" dalle potenze mondiali: dalla predazione umana, la riduzione in schiavitù delle popolazione africane, alla predazione ininterrotta delle ricchezze minerarie di cui il continente è ricchissimo.

Fonte : L'ESPRESSO 

Ecco  nuovi Panama Papers: l'Africa saccheggiata dalle offshore dei potenti. Tre mesi dopo aver svelato migliaia di società anonime utilizzate dai ricchi del mondo per spostare profitti e patrimoni nei paradisi fiscali a tassazione bassissima o nulla, una nuova inchiesta internazionale dei giornalisti associati al consorzio Icij mette a nudo gli affari segreti di politici, militari, dirigenti statali, manager e imprenditori che si spartiscono le enormi risorse naturali del Continente nero . Leggi qui l'articolo 

immagini e facce della stessa medaglia...






giovedì 12 febbraio 2015

L'appello di Arci, Cgil, Libera e Uil dopo le ultime stragi nel Mediterraneo

L'ppello di Arci, Cgil, Libera e Uil dopo le ultime stragi nel Mediterraneo


A Federica Mogherini 
perché si adoperi per l’apertura di canali d’ingressoumanitari.
A Matteo Renzi 
perché riattivi l’operazione Mare Nostrum

Si apre con una nuova tragedia il 2015 nel Mediterraneo, con centinaia di profughi morti, assiderati o annegati. Una tragedia che non può essere attribuita soltanto al cinismo di chi ha costretto queste persone a imbarcarsi nonostante il freddo invernale e le condizioni avverse del mare.
Questa ennesima strage poteva essere evitata se il governo italiano non avesse deciso di sospendere Mare Nostrum, sostituendo un’azione dedicata alla ricerca e al soccorso in mare con l’operazione Triton, le cui finalità sono tutt’altre, e cioè il controllo e la sicurezza delle frontiere entro un raggio assai limitato.      
Ricordando le parole pronunciate dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, nel suo discorso di insediamento, su cosa debba intendersi per emergenza umanitaria, chiediamo all’Unione Europea, e facciamo appello in particolare alla vice Presidente della Commissione Federica Mogherini affinché promuova l’attivazione di canali d’ingresso regolari in grado di mettere in salvo i profughi, consentendo loro di rivolgersi agli Stati e non ai trafficanti.
Facciamo appello anche al Governo italiano affinché scelga la protezione delle persone anziché quella delle frontiere.
Chiediamo al Presidente del Consiglio Matteo Renzi di riattivare l’operazione Mare Nostrum in attesa che gli Stati dell'UE modifichino le loro politiche,  consentendo l’accesso regolare e in sicurezza alle nostre frontiere a chi fugge da guerre e persecuzioni.
Questa è anche l’unica via per per contrastare efficacemente la criminalità e i trafficanti di essere umani.   


Roma, 11 febbraio 2015