martedì 30 ottobre 2012

Leinì non riesce a costituirsi "parte civile" nel processo Minotauro. Colpa dell'avvocato del boss di Scampia Paolo Di Lauro, detto «Ciruzzo o’ milionario».


Chi sono i professionisti (casertani) prescelti dall'ex commissario Provolo a tutelare la città dominata dai Coral e dalla 'ndrangheta? E davvero tutto casuale, frutto solo di quelle che appaiono come inopportune coincidenze?

 

fonte: la Stampa

L’avvocato che ha tradito Leini

Operazione Minotauro. Così il Comune, principale vittima, esce di scena dal processo «Minotauro» contro l’ex sindaco, e non si sa se il nuovo commissario chiederà i danni al legale di Santa Maria Capua Vetere
Il legale salta l’udienza: il Comune
non sarà parte civile contro Coral
RAPHAËL ZANOTTI
TORINO
Leini è una città vittima di intrecci maledetti. Per quasi 20 anni è stata governata dalla genìa dei Coral. Prima il padre Nevio, sindaco per 11 anni, quindi il figlio Ivano, subentratogli. Poi l’operazione Minotauro ha individuato collegamenti tra Coral e le cosche della ’ndrangheta e questa egemonia è stata spazzata via
A Leini è arrivato un commissario: nuova era, nuovo clima, si pensava. Poi però il commissario ha scelto un avvocato perché il Comune si costituisse parte civile contro l’ex sindaco Nevio Coral. L’avvocato non si è presentato alla prima udienza, ha mandato un sostituto senza procura speciale alla seconda, e il Comune di Leini non è riuscito a costituirsi parte civile. E ora tutti si domandano: ma che avvocato ci siamo presi? L’avvocato si chiama Vittorio Giaquinto ed è del foro di Santa Maria Capua Vetere. Qualcuno chiederà: e perché proprio un legale campano? Qui tornano gli intrecci maledetti. Perché l’avvocato Giaquinto ha lo studio a Caserta. La stessa città dove ha famiglia il commissario che lo ha indicato, Francesco Provolo. Coincidenza?  

Quando l’allora commissario Provolo (oggi è prefetto a Rovigo) ha nominato il compaesano Vittorio Giaquinto, qualcuno ha sollevato qualche dubbio. Ma perché prendere un avvocato di un foro così lontano? Non costerà di più visto che dovrà nominare comunque un domiciliatario a Torino? L’allora commissario ha rassicurato tutti: non vi preoccupate, è un esperto della materia. E così la commissione, all’unanimità, ha dato l’incarico allo studio Giaquinto. E poi è successo quel che è successo. 

Che l’avvocato fosse un esperto della materia non c’è dubbio. È un penalista famoso, nel Casertano. Non foss’altro perché Giaquinto è il difensore storico del boss di Scampia Paolo Di Lauro, detto «Ciruzzo o’ milionario». Non che questo crei qualche conflitto, è bene dirlo, ma ai cittadini di Leini magari sarebbe piaciuto sapere chi li avrebbe rappresentati contro le cosche della ’ndrangheta e contro il loro ex sindaco. E magari avrebbero anche apprezzato sapere quanto è costato rivolgersi a un avvocato di chiara fama come Giaquinto. Invece, rintracciando su Internet la determina del Comune di Leini, questo dato non c’è. O meglio, è «oscurato», visto che l’impegno di spesa risulta essere di euro 0,00.  

Ora, dopo la clamorosa uscita di scena dal processo Minotauro del Comune maggiormente colpito (sono riusciti a costituirsi parte civile Comuni come Volpiano e associazioni come Libera, con profili decisamente inferiori), tutti chiedono conto, invocano responsabilità, domandano ragione. Il commissario compaesano, però, è partito alla volta di Rovigo e non si sa ancora se i nuovi commissari, dopo la figuraccia di venerdì, intendano coinvolgere l’avvocato in una causa per responsabilità professionale. 

Di certo c’è che l’avvocato Giaquinto non è l’unico lascito «casertano» del commissario Provolo. Quando si doveva capire se al Comune di Leini conveniva mantenere una quota nella Provana Spa, società produttrice di energia partecipata dal Municipio, è stato infatti chiamato lo studio associato Cioffi di Caserta per una spesa di 12.600 euro. Intrecci maledetti? 

Forse. Oppure semplicemente la scelta di uomini fidati da parte di un commissario che ha passato quasi tutta la sua carriera all’interno della Prefettura di Caserta. La speranza è che queste scelte non danneggino ulteriormente una città, Leini, che sta cercando di rialzare la testa. La partenza non è stata delle migliori. 

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