"(…) Allora per la
prima volta ci siamo accorti che la nostra lingua manca di parole per esprimere
questa offesa, la demolizione di un uomo. In un attimo, con intuizione quasi
profetica, la realtà ci si è rivelata: siamo arrivati al fondo. Più giù di così
non si può andare: condizione umana più misera non c'è. Ci toglieranno anche il
nome: e se vorremo conservarlo, dovremo trovare in noi la forza di farlo, di
fare sì che dietro al nome, qualcosa ancora di noi, di noi quali eravamo,
rimanga."
brano tratto da “Se questo è un uomo” di Primo Levi
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il cancello di Aushwitz con la scritta "Arbeit macht
frei": "Il lavoro rende liberi")
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"Mai dimenticherò quella notte, la prima notte nel campo, che ha trasformato la mia vita in una lunga notte, sette volte maledetta e sette volte sigillata. Mai dimenticherò quel fumo. Mai dimenticherò i piccoli volti dei bambini, i cui corpi vidi trasformarsi in ghirlande di fumo sotto un muto cielo blu. Mai dimenticherò quelle fiamme che consumavano la mia fede per sempre. Mai dimenticherò quel silenzio notturno che mi privò, per tutta l'eternità, del desiderio di vivere. Mai dimenticherò quegli istanti che assassinarono il mio Dio e la mia anima e trasformarono i miei sogni in polvere. Non dimenticherò mai queste cose, anche se fossi condannato a vivere quanto Dio stesso. Mai".
Elie Wiesel, sopravvissuto dei campi di concentramento di Auschwitz, Buna e Buchenwald.
"...mio
Dio, noi vogliamo vivere! Non vogliamo vuoti nelle nostre file. Il
mondo è nostro e noi lo vogliamo migliore. Vogliamo fare qualcosa. E’
vietato morire!”
Eva Picková, morta ad Auschwitz il 18 dicembre 1943 all’età di 12 anni
Eva Picková, morta ad Auschwitz il 18 dicembre 1943 all’età di 12 anni