Anche noi del presidio LIBERA "Rita Atria" abbiamo seguito con attenzione la vicenda e la riflessione che ha portato all'evento che si terrà oggi, 27 ottobre 2016, presso la sala stampa della Regione Piemonte: la presentazione del progetto culturale "Terre d'Acaja". Alla presenza
dell'assessore regionale al paesaggio, Alberto
Valmaggia, Giancarlo Chiapello, Mario Fina, Gian
Franco Billotti, Jacopo Fontaneto e Marco
Civra presentano alla stampa e agli amministratori locali dei
Comuni dell'area omogenea del pinerolese della Città metropolitana
di Torino il progetto Terre d'Acaia.
A questo proposito così scrivono Marco Civra e Giancarlo Chiapello: "(...) concretizziamo tre anni di lavoro, di impegno, di una visione
ambiziosa e che molti hanno definito un mero sogno. Per tre anni, storici,
direttori di musei, giornalisti, enogastronomi, insieme a una
pattuglia di giovani volontari, hanno cercato quel filo unitario,
quella narrazione speciale che come un filo di Arianna potesse
condurre gli abitanti del territorio pinerolese a riconoscersi, a
ritrovarsi, a raccontarsi e, contemporaneamente, potesse spingere
turisti italiani, europei, internazionali, a imboccare la via che
conduce a queste montagne che galleggiano sulla nebbia, alle
roccaforti di mille battaglie, alle tavole imbandite dei villaggi. Ora siamo pronti a narrarla."
Condividiamo un sogno: "Ci vuole il coraggio di sentirsi "comunità"!...
Indirizzando "in bocca al lupo" agli ideatori del progetto, ci auguriamo davvero che questo sia l'inizio di un racconto che porti frutti sani alle nostre comunità. Il proggetto "Terre D'Acaja" ci interessa infatti perchè, sin dalla nostra nascita come presidio "Rita Atria"- Pinerolo, ci siamo detti voler svolgere il ruolo di "sentinelle del territorio". A nostro parere, un progetto culturale condiviso dalla comunità, un progetto che si proponga di far emergere, valorizzare, se non addirittura dare stimoli per creare "eccellenze territoriali", ci pare possa costituire un vero "presidio di legalità". Laddove si valorizza il merito, le capacità, la storia di comunità che camminano insieme verso il raggiungimento di risultati concreti che mirino al "bene lungimirante della comunità", ebbene questi elementi, a nostro parere, si costruisce già un argine verso quello che noi del presidio "Rita Atria" chiamiamo "il pensiero mafioso": ottenere quello che non ci meritiamo!
Il progetto quindi ci pare meritevole di attenzione anche perchè pare che si condivida lo stesso sogno: contribuire a creare "comunità". Due anni orsono , così scrivevamo in occasione di "Un anno chiamato Coraggio": "Riscoprire e
rendere vivi i valori di conoscenza e partecipazione per essere
cittadine e cittadini responsabili, perché questi sono tempi in cui
"ci vuole Coraggio..." anche solo per "fare comunità",
per “sentirsi parte di una comunità”. Vorremmo
costruire insieme un luogo -una “Agorà”- dove, partendo
dalla conoscenza delle situazioni esistenti, si possano condurre
analisi e considerazioni; discutere e prefigurare idee che portino a
individuare e richiedere priorità. Il sogno è provare a elaborare
una visione, un progetto!(...) Perchè "ci
vuole coraggio" per mettere in discussione le
riflessioni, le idee di ciascuno; ci vuole coraggio per legare
esperienze e non disperderle! "Un
Anno Chiamato Coraggio" : l’invito ad offrire e mettere
insieme l'impegno e le capacità di ognuno al servizio del bene
lungimirante della comunità. Questo il sogno!"
In bocca al lupo a "Terre D'Acaja" affinchè possa contribuire a costruire "il bene lungimirante delle nostre comunità".
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