Lo scorso sabato 8 novembre, al "Teatro del Lavoro" di Pinerolo si era svolto
l'incontro pubblico a partire dalla riflessione sul libro “Le Città del Desiderio”.
Il tema era quindi la città, l’urbanistica, vista e vissuta attraverso le
esperienze delle donne delle “Città vicine” rappresentate da due delle autrici del libro, Elena Bottero e Anna Di Salvo.
Cosa lega quell'evento al titolo dell'articolo?
Il legame è dato dal fatto che quello di cui si è discusso offriva una analisi degli organismi urbani, e dei problemi-opportunità che questi offrono, svolta in modo originale, a partire dall'espressione di visioni ed esigenze delle “città viventi” – le comunità. Comunità che spesso si vedono contrapporre politiche e indirizzi urbanistici discutibili, incentrate sulle "esigenze" della “citta di pietra” (...e cemento”), sull’edilizia e le sue derive.
Cosa lega quell'evento al titolo dell'articolo?
Il legame è dato dal fatto che quello di cui si è discusso offriva una analisi degli organismi urbani, e dei problemi-opportunità che questi offrono, svolta in modo originale, a partire dall'espressione di visioni ed esigenze delle “città viventi” – le comunità. Comunità che spesso si vedono contrapporre politiche e indirizzi urbanistici discutibili, incentrate sulle "esigenze" della “citta di pietra” (...e cemento”), sull’edilizia e le sue derive.

Quanto avvenuto a Genova poche settimane orsono, quanto sta accadedo in queste ore, non è quindi opera della natura "matrigna o killer"! E' invece da
addebitare: “(…) alle azioni di coloro che, amministrando quei territori, ne
hanno sconvolto gli equilibri e le caratteristiche. Disastri annunciati, provocati da
politiche urbanistiche davvero censurabili,perseguite da
frotte di amministratori e classi dirigenti la cui unica preoccupazione pare
essere il procacciamento del Potere e il suo mantenimento. (...) La presenza delle
organizzazioni mafiose in quei territori è poi un filo conduttore che potrebbe
spiegare tante delle cose che accadono in questo Paese.”
Questo è quanto, fra altre cose, scrivevamo un mese fa!
Questo è quanto, fra altre cose, scrivevamo un mese fa!
I temi si legano perchè ieri 13 novembre, oltre all'ennesimo "allarme alluvione", gli organi di informazione hanno riportato la notizia che a Genova, sono stati arrestati i
fratelli Gino e Vincenzo Mamone,( qui un articolo) imprenditori del settore edile e delle
bonifiche. L’inchiesta, portata avanti dai carabinieri del Noe,
riguarda appalti truccati per il post alluvione del 4 novembre 2011, alluvione che causò la morte di
quattro donne e due bambine!
Secondo
l’accusa gli imprenditori avrebbero offerto cene a base di incontri
sessuali ad alcuni dirigenti dell’Amiu, l’azienda pubblica di igiene urbana in
cambio di appalti. Come si legge nell’ordinanza i presunti episodi di corruzione sarebbero "correlati a servizi per eventi alluvionali... tra cui la redazione da parte del responsabile del procedimento attestante i motivi dello stato di urgenza... in violazione dei principi di buon andamento, correttezza ed imparzialità della pubblica amministrazione".
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Christian Abbondanza |
Gino Mamone e il fratello Vincenzo si occupano ufficialmente di bonifiche industriali, con la società Eco.Ge. I due fratelli hanno costruito un vero e proprio impero, con ditte che si aggiudicano importanti appalti pubblici e che danno lavoro a centinaia di dipendenti. Tuttavia vi è qualcosa di paradossale poichè i Mamone, risultano iscritti, già dal 2002, nell’elenco delle famiglie ‘ndranghetiste (relazione semestrale della DIA, Direzione Investigativa Antimafia).
Come scrive qualche foglio locale, qui l'articolo: "(...) anche alla luce dell’ennesimo guaio giudiziario per la famiglia Mamone, forse sarebbe il caso che la politica ligure spiegasse i rapporti con i due fratelli, oppure che ne prendesse le distanze".
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