Proseguono gli incontri nelle scuole pinerolesi.
Lo scorso 14 novembre, con una lettera aperta don Luigi
Ciotti ha espresso la vicinanza di Libera
al giudice Nino Di Matteo e agli altri giudici che conducono il processo
sulla “trattativa”, minacciati di morte da Totò Riina. Accogliendo le parole di
don Luigi Ciotti, anche noi del presidio Libera “Rita Atria” Pinerolo vogliamo
manifestare la nostra attenzione e la nostra vicinanza a Nino Di Matteo e agli altri giudici. Pertanto, dopo aver letto la lettera di don Ciotti, chiediamo agli studenti che condividono le parole di don Ciotti di scattare una fotografia. martedì scorso , a l Liceo "M. Curie", la prima fotografia
Devi
dunque sapere caro Nino, anche se qualcuno — mafiosi o complici dei
mafiosi — continua a minacciare e lanciare messaggi inquietanti, che oggi
tu e tutti gli altri magistrati siete meno soli. Che minacciare voi
vuol dire minacciare tanti di noi, tanti italiani, che nei più vari
ambiti si sono messi in gioco. Cittadini che non si limitano a
scendere in piazza, a indignarsi o commuoversi, ma che hanno scelto
di muoversi, di trasformare il loro “no” alle mafie in un impegno
quotidiano per la democrazia, per la libertà e la dignità di tutti.
Le
luci non nascondono però le molte ombre. In tanti ambiti prevale ancora
l’indifferenza o una semplice e facile risposta emotiva. Anche la politica
non sempre ha saputo affrontare la questione con la pulizia morale e il
respiro necessario: pensiamo solo ai troppi compromessi che hanno impedito
un’adeguata riforma della legge sulla corruzione e ai patti sottobanco.
Lo Stato,
tutto lo Stato, deve proteggere se stesso e i suoi cittadini. Ma negli
ultimi tempi, come molti segnali lasciano intendere, le mafie —
indisturbate nei suoi livelli più alti: economia, finanza, appalti, affari —
hanno approfittato per organizzarsi in silenzio.
Quelle
minacce dall’interno di un carcere dicono perciò una verità imbarazzante: se
nell’ambito repressivo e giudiziario importanti risultati sono stati ottenuti,
sul versante del contrasto politico e sociale c’è ancora molta strada
da fare. Perché di una cosa dobbiamo essere certi: sconfiggeremo le mafie
solo quando sapremo colmare le disuguaglianze sociali che permettono
il loro proliferare. Le mafie non vanno solo inseguite: vanno
prevenute. Prevenzione vuol dire anche realizzare la condizione di dignità
e di libertà responsabile prevista dalla Costituzione, il primo e più
formidabile dei testi antimafia. Altrimenti, nello scarto fra le parole e
i fatti, continuerà a insinuarsi la più pericolosa e subdola delle mafie:
quella della corruzione, del privilegio e dell’abuso di potere. A te un forte
abbraccio da parte mia e dalle oltre 1600 realtà associate a Libera.”
Luigi Ciotti
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