La notizia è stata diffusa nella giornata di ieri: Sedriano, comune della periferia nord di Milano, è stato sciolto per infiltrazioni mafiose. In casi come questi, i fatti sono sempre i medesimi: amministratori che agiscono in combutta con organizzazioni mafiose, oppure sono "a disposizione" di queste per indirizzare appalti e politiche di gestione del territori. E' la prima volta che in Lombardia una amministrazione viene sciolta per questi motivi. In quella Lombardia dove "le mafie non esistono" e il problema "mafie" era lontano dai territori della regione. Questo affermavano politici, governatroi e amministratori di quella regione, almenso sino a un paio d'anni . La realtà era purtroppo ben diversa, come ha dimostrato la clamorosa operazione "Crimine" condotta dal procuratore Ilda Boccassini nel 2010 e "il caso Buccinasco", altro centro del milanese nelle mani della 'ndrangheta calabrese.
Ma riportiamo la notizia dello scioglimento di Sedriate perchè sempre ci chiediamo cosa posa fare la società civile, la comunità dei cittadini, per ergersi a difesa del territorio, per essere "sentinelle del territorio" contro il sistema corruttivo delle mafie. Ce lo insegna Ester Castagno una giovane giornalista che facendo onestamente il proprio lavoro ha fatto quello che molti , noi tutti, potremmo fare: imparare "a vedere" le cose e non limitarci "a guardare". Questo significa essere cittadini responsabili; quello che ha fatto Ester Castagno significa essere sentinelle del territorio
Fonte: La Stampa
Sedriano,
la giovane cronista anti-mafia
“Comune sciolto? Il premio più bello”
Ester Castano, classe 1990, è una giovane cronista del
settimanale L’Altomilanese. Anche grazie al suo lavoro si è arrivati allo
scioglimento del comune di Sedriano per infiltrazioni con la criminalità
organizzata
Ester Castano,
giornalista di 23 anni dell’Altomilanese, ha contributo con i suoi articoli a
sollevare il caso nell’hinterland milanese
DAVIDE
LESSI (NEXTA)
TORINO
«Aspetta un attimo»,
dice. E interrompe la telefonata per parlare al fotografo. «Guarda è quello
l’avvocato del sindaco». Ester Castano, 23 anni, risponde al cellulare da
Sedriano, il primo comune lombardo sciolto per infiltrazioni della criminalità
organizzata. Il giorno dopo la decisione del Consiglio dei ministri lei è
ancora lì. Sulla strada. A fare il suo lavoro di giovane cronista per il
settimanale l’Altomilanese.
Lo stesso nel quale continua a pubblicare, da più di due anni, articoli e
inchieste che hanno contribuito allo scioglimento per mafia di questo comune di
11 mila anime nell’hinterland milanese. «Quando ieri sera ho saputo del
provvedimento comunicato da Alfano ho provato una grande emozione», dice. E
aggiunge irriverente: «Il vicepremier non mi sembra il primo dei
comunisti...Insomma, non vedevo la mafia dovunque solo perché ho origini
siciliane».
Ester Castano, in
realtà, ci aveva visto bene. La conferma è arrivata nell’ottobre 2012 quando
l’assessore della Lombardia Domenico Zambetti è finito in carcere insieme con
altre 19 persone. Tra queste, agli arresti domiciliari, c’era proprio il
sindaco del Pdl di Sedriano Alfredo Celeste. Il «Celeste», come lo chiama
Ester, aveva stretto rapporti con Eugenio Costantino, chiamato da tanti il
«boss» e accusato di associazione mafiosa. «Il bello è che, dopo tre mesi ai
domiciliari, il sindaco non si era ancora dimesso». Peggio. Il primo cittadino
ha continuato a querelare la giovane cronista e il suo settimanale. Una
campagna iniziata nell’ottobre del 2011, quando Ester riesce ad ottenere la
prima e ultima intervista con «il Celeste». Da lì in poi è un’escalation di
querele per diffamazione. «Non so nemmeno quante sono. L’ultima è arrivata due
settimane fa», racconta. E aggiunge: «Il prossimo 18 dicembre ho l’udienza al
tribunale di Biella per il procedimento penale che è stato aperto nei miei
confronti. Non ho fatto altro che il mio mestiere».
Un mestiere per cui
Ester è pagata una manciata di spiccioli ad articolo. «Dai due ai dieci euro
per pezzi che realizzo anche in cinque giorni», racconta. Certo, il “caso”
Sedriano le ha portato un po’ di celebrità, alcuni riconoscimenti - due
settimane fa ha vinto il premio giornalistico “Vita da cronista” dell’Unci - e
qualche collaborazione in più. «Ma continuo ad avere difficoltà - ammette-.
Negli ultimi giorni ho mandato il mio curriculum per trovare un lavoro:
cameriera, pr, baby sitter. Qualsiasi cosa mi permetta di avere un po’ di soldi
per continuare a fare il mestiere che amo, il giornalismo». Un giornalismo
fatto sul campo e sui dati. «Scartabellando gli atti del Comune, gli albi,
qualsiasi carta possa tornare utile».
Un giornalismo che ha contribuito a
sciogliere il primo comune lombardo per infiltrazioni mafiose. «Ma non
chiamatemi eroina anti-mafia. Non sono la prima né l’ultima che prova a
cambiare le cose nel modo più semplice: facendo bene il mio lavoro».
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