Si è svolta a Roma la manifestazione a difesa della
Costituzione Italiana promossa da, Lorenza Carlassare, Stefano Rodotà, Gustavo
Zagrebelsky, Don Luigi Ciotti, Maurizio Landini. Sono questi coloro che
hanno lanciata l’appello nel quale , fra l’altro, si leggeva: "La difesa della Costituzione è innanzitutto
la promozione di un’idea di società, divergente da quella di coloro che hanno
operato finora tacitamente per svuotarla e, ora, operano per manometterla
formalmente. [...] Non è la difesa d’un passato che non può ritornare, ma un programma
per un futuro da costruire in Italia e in Europa
LA COSTITUZIONE È LA LEGGE FONDAMENTALE DELLO STATO
Le parole dal palco
Don Ciotti:"
Siate sempre eretici!(…) La Costituzione e' stata tradita, se no non
saremmo qui! Cosa ce ne facciamo di quegli F-35 se non ci sono i soldi per
le persone e per i servizi? Una domanda me la pongo ed e': ci sara' una
priorita' in questo paese quando non ci sono le risorse per le persone
bisognose? E' una vergogna. Noi non siamo qui per sondare nuovi partiti ma per
difendere la Costituzione. Siamo tutti chiamati a collaborare ...La nostra
Costituzione e' la legge fondamentale dello Stato, un grimaldello delle
coscienze...Sono venuto qui come cittadino, come italiano e anche comes
sacerdote perche' il Vangelo sta dalla parte degli umiliati, dei poveri, degli
esclusi. La Costituzione e' scritta proprio per dire mai piu' poverta', mai
piu' esclusione, mai piu' disuguaglianze. Dobbiamo difenderla". Per il
fondatore di Libera: "non possiamo
costruire speranze se non partendo dagli ultimi e anche il Vangelo e' dalla
parte degli umiliati, dei poveri, degli esclusi e di quelli che fanno piu'
fatica. La Costituzione chiede impegno e coerenza e non devono dimenticarsi
di questo quei politici che dicono essere cattolici. Oggi il problema non e'
solo la crisi economica. Abbiamo anche una crisi etica e culturale, una crisi
della politica che ha tradito la sua funzione di servizio alla comunita'.
Quando gli interessi pubblici vengono mangiati da quelli privati e '
inevitabile che un Paese si impoverisca".Don Ciotti ha chiuso il suo
intervento facendo un appello a tutti i presenti: "Siate eretici perche' gli eretici sanno scegliere, esprimere un
giudizio autonomo e ricercare la verita'". Ricercate la verità che è più
importante della verità stessa. Rifiutate il cinismo e l'ipocrisia di chi dice
NOI ma pensa IO. Eretico è chi si ribella alle ingiustizie e al sonno delle
coscienze. Siate sempre eretici!"
Gustavo Zagrebelsky che dal
palco incassa subito gli applausi della gente e dice: "Noi qui oggi siamo
una piazza di moderati, siamo stati esclusi da tanti, però noi non escludiamo
nessuno". E respinge le accuse di 'conservatorismò sulla Costituzione. Il
professore ha poi continuato: "Abbiamo
paura che la macchina delle riforme, una volta messa in moto, non si fermi più.
Abbiamo paura dei danni che ci potrebbero essere". Si è poi rivolto ai
'saggi' nominati da Napolitano: "Ai miei colleghi costituzionalisti dico
che la cultura non si presta a
fiancheggiare i progetti del potere. La cultura è libera, vi prometto che
noi non finiremo qui, che non ci faremo spiaggiare".
Stefano Rodotà lancia un progetto:
"Possiamo mettere insieme una coalizione dei vincenti che abbia al centro
la Costituzione. (…) abbiamo avuto qualche imbarazzante diserzione. Alcuni non
sono venuti qui abbandonando la battaglia comune di anni per calcoli molto
modesti. Non si perde l'identità qui, la si rafforza". E ancora,
rivolgendosi al premier Enrico Letta: "La Costituzione è stata sequestrata e sono state distorte le
regole fondative. Io vorrei che il presidente del Consiglio usasse una
parola di verità, le sue parole sono tra la denigrazione e il terrorismo
ideologico". Sulla riduzione del
numero dei parlamentari e la modifica del bipolarismo perfetto, il giurista ha
aggiunto che "c'è ampio consenso sociale. Si sarebbe potuto avviare un
processo di revisione limitata della Carta". Invece, ha sottolineato,
si sta tentando, "in assenza di consenso, una scorciatoia pericolosa. Stare attorno alla Costituzione oggi vuol
dire evitare un rischio per la democrazia".
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