giovedì 3 maggio 2012

Più sale il livello di corruzione più sale il livello di inquinamento.


Paul Connett: ideatore della “Strategia Rifiutizero”. 
Lo sappiamo: anche grazie al libro "Gomorra" di Robero Saviano, sappiamo dello scandalo dei rifiuti tossici e pericolosi smaltito dalle mafie. Imprenditori senza scrupoli, dirigenti di aziende, tecnici, per anni si sono affidati a mafiosi e faccendieri per ridurre i costi di smaltimento e la gestione dei prodotti di scarto delle lavorazioni industriali. I "rifiuti" sono diventati un lucroso affare per le cosiddette "ecomafie" e alcune zone del Sud dell'Italia, insieme ad alcune nazioni del cosiddetto "Terzo Mondo", sono divenute "discariche abusive" di sostanze che minano la salute di intere comunità.
Fra i beni più preziosi, la salute dei cittadini, il territorio-paesaggio, sono quotidianamente minacciati dall'illegalità: "(...)Più sale il livello di corruzione più sale il livello di inquinamento(...)." E' quanto afferma Paul Connett, teorico della “Strategia Rifiutizero", nell'intervista che riportiamo: l'analisi di un problema, i rifiuti prodotti dalla nostra società, può divenire il punto di partenza per riflettere su un sistema,  quello del modello capitalistico-occidentale, che  rischia di implodere se non diventa "eco-sostenibile".

Fonte : "Articolo tre", 29 aprile 2012,  intervista di Davide Pelanda


"E’ proprio difficile non conoscere Paul Connett docente di Chimica Generale, Chimica Ambientale e Tossicologia presso la St. Lawrence University (New York), ambientalista di fama mondiale, tra i maggiori esperti in tema di diossine, furani e teorico dellaStrategia Rifiutizero”. È passato più di una volta in Italia, facendo su e giù dalla Sicilia e risalendo lo stivale fino a Roma, Pisa, e su su fino a Torino dove di recente l’abbiamo incontrato durante l'evento “Rifiutizero Italia chiama USA” in collegamento via skype proprio con San Francisco ed il suo Primo Cittadino.
- Professor Connett sapeva che l'ex sindaco di Torino Sergio Chiamparino, convinto promotore dell'inceneritore del Gerbido di Torino, intervistato dagli Amici di Beppe Grillo, alla domanda “Lei sa chi è Paul Connett?” rispose “Io non so chi sia Paul Connett, per me è uno sconosciuto”. Pensa che l'attuale sindaco Piero Fassino ed altri sindaci italiani conoscano lei e la “Strategia Rifiutizero” di cui è massimo esponente mondiale?
«Ho parlato in più di 220 città d’Italia e quindi penso che molti sindaci conoscano la “Strategia Rifiutizero” cioè un diverso modo di affrontare la gestione dei rifiuti. Le città che in Italia hanno aderito a questa idea sono adesso 73. Se proprio il vostro sindaco non conosce questa strategia potrà leggere il libro che ho appena pubblicato sull’argomento. Per il passato va bene, ma per il futuro non ci sono più scuse»
- Come può creare posti di lavoro un inceneritore? E come può invece creare benessere e lavoro la Strategia da lei promossa?
«Quando si costruisce un inceneritore si mettono i soldi in un macchinario  estremamente complicato. Una gran parte di denaro lascia la comunità e si creano pochissimi posti di lavoro. L’inceneritore di Brescia è costato trecento milioni di euro ed ha creato solo ottanta posti di lavoro. Ci sarebbero dieci volte quel numero di posti di lavoro nel riciclaggio, riutilizzo ecc…»
- Lei diceva che dove ci sono Paesi con tanta corruzione c'è tanto inquinamento. E' una correlazione dimostrabile? Se è vera, come mai succede?
«Più sale il livello di corruzione più sale il livello di inquinamento perché c’è una cattiva legge. Invece una buona legge consente una buona partecipazione della gente che farebbe migliorare anche la questione dell’inquinamento. Dobbiamo pulire il sistema democratico politico per pulire l’ambiente
- Cosa possono fare i cittadini per convincere i politici ed amministratori, ora che l'inceneritore è in fase avanzata di costruzione, che è una scelta perdente quella di bruciare i rifiuti?
«Una volta che il denaro è stato speso per questa costruzione è difficile tornare indietro. Però negli Stati Uniti alcune città hanno visto che sarebbe stato più economico non far partire l’inceneritore e scegliere le alternative. Anche se l’impianto è già stato costruito si possono usare molte sue infrastrutture per il riciclaggio dei rifiuti, senza però usare il forno. Da noi non lo si è completamente abbandonato, lo si è riutilizzato solo in parte»
- La grande partecipazione popolare per la tutela dell'ambiente e della salute dei cittadini può essere fermata con i soldati e la violenza governativa, come sta succedendo con la Tav in Valsusa?
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«E’ assurdo che nella situazione economica in cui ci si trova lo Stato italiano continui a mettere denaro in opere così grandi invece di usarlo per scuole, ospedali e opere per il welfare. E’ un problema molto serio. Per imporre cattive decisioni hanno bisogno di diventare antidemocratici: queste Grandi Opere non sono decisioni condivise con la popolazione. Invece non si ha bisogno dell’esercito per realizzare la “Strategia Rifiutizero” perché è ciò che la gente vuole»
- Lei ebbe a dire che la data per raggiungere l'obiettivo Rifiutizero era il 2020. Una tempistica idealista? Reale? A che punto siamo, nel mondo per ottenere quel risultato, visto che mancherebbero otto anni?
E’ bene avere un obiettivo chiaro, una chiara direzione verso cui andare. Per adesso è impossibile raggiungere lo Zero, però ci stiamo avvicinando: ad esempio, Villafranca d’Asti è all’85 per cento, San Francisco 78 per cento, tutto ciò per dire che l’80 per cento è raggiungibile con la responsabilità civica della popolazione. Ma dall'altro capo ci deve anche essere la responsabilità industriale: quello che non si può riciclare, quello che non si può riutilizzare, non dovrebbe essere prodotto. E senza questo non si arriva allo Zero. E’ questo il messaggio fondamentale.
La responsabilità civica della comunità, invece, è veloce da ottenere e dà buoni risultati, mentre la responsabilità dell’industria è molto più lenta soprattutto quella del packaging, molto più restia a collaborare. Ci sono molti esempi di produttori che adottano la “Strategia Rifiutizero”: per esempio chi fa fotocopiatrici o computer durevoli nel tempo e che possono essere anche recuperati. La “Strategia Rifiutizero” è difficile, certo, ma è un passo verso la sostenibilità che è un imperativo morale a cui noi non possiamo sottrarci. Comincia dalle mani, dalla separazione che ciascuno fa e finisce con la mente e la capacità e inventiva per trovare soluzioni nuove nella progettazione».
Davide Pelanda

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