"CARO PAOLO..." A Torino, domani, il 18
gennaio 2014, alla vigilia del 74 compleanno di Paolo Borsellino, alle ore 16:00 - presso
il Centro Congressi Santo Volto -
Via Borgaro, 1 (ang. Via Nole)
Interverranno: Antonino Di Matteo,
Sostituto Procuratore di Palermo recentemente minacciato di morte da Salvatore
Riina, Roberto Scarpinato, Procuratore
Generale di Palermo, Sonia
Alfano, Presidente Commissione Antimafia Europea, Salvatore Borsellino, fratello
del giudice Paolo e presidente del Movimento Agende Rosse, Marco Travaglio, Vicedirettore de
"Il Fatto Quotidiano
I
magistrati sono abbastanza protetti dalle istituzioni?
La trattativa
stato-mafia è tutt'ora in corso?
Toto Riina è pericoloso anche dal carcere?
Di
questo e di altro si parlerà, in un incontro/dibattito aperto alla
cittadinanza, dopo la proiezione del Docufilm “Caro Paolo” (regia di Donata Gallo), una lettera-denuncia di Roberto Scarpinato,
Procuratore generale di Palermo, letta in via D'Amelio in occasione del
ventennale della strage.
Riportiamo l'inizio della lettera -denuncia di Roberto Scarpinato:
"Caro Paolo,
oggi siamo qui a commemorarti in
forma privata perché più trascorrono gli anni e più diventa imbarazzante
il 23 maggio ed il 19 luglio partecipare alle cerimonie
ufficiali che ricordano le stragi di Capaci e di via D’Amelio.
Stringe il cuore a vedere talora
tra le prime file, nei posti riservati alle autorità, anche personaggi la cui
condotta di vita sembra essere la negazione stessa di quei valori di giustizia
e di legalità per i quali tu ti sei fatto uccidere; personaggi dal passato e
dal presente equivoco le cui vite – per usare le tue parole – emanano
quel puzzo del compromesso morale che tu tanto aborrivi e che si
contrappone al fresco profumo della libertà.
E come se non bastasse, Paolo,
intorno a costoro si accalca una corte di anime in livrea, di piccoli e grandi
maggiordomi del potere, di questuanti pronti a piegare la schiena e abarattare
l’anima in cambio di promozioni in carriera o dell’accesso al mondo dorato
dei facili privilegi.
Se fosse possibile verrebbe da
chiedere a tutti loro di farci la grazia di restarsene a casa il 19 luglio, di
concederci un giorno di tregua dalla loro presenza. Ma, soprattutto,
verrebbe da chiedere che almeno ci facessero la grazia di tacere, perché
pronunciate da loro, parole come Stato, legalità, giustizia, perdono
senso, si riducono a retorica stantia, a gusci vuoti e rinsecchiti.(...)"