Questo è quanto avevamo scritto:
"Fatti inquietanti e pericolosi si sono verificati a Piossasco nei
mesi scorsi: minacce, richieste di “pizzo” sono state rivolte a commercianti,
in cambio di incolumità. Forze dell’ordine e magistratura stanno conducendo indagini.
Qualunque sia la natura di questi episodi, le comunità devono far sentire
la loro voce e mostrare il vero significato dell’essere comunità: sentirci,
tutti insieme, responsabili e partecipi della vita di coloro con i quali
formiamo comunità.(…)
Ieri sera, la fiaccolata : “CONTRO IL PIZZO SCENDO IN PIAZZA”
il corteo è aperto dallo striscione del presidio LIBERA "Rita Atria" Pinerolo |
LIBERA ha seguito sin dall’inizio degli avvenimenti la vicenda accaduta e a noi così vicina. Lo scorso 18 dicembre 2013, il presidio LIBERA “Rita Atria “ Pinerolo era stato invitato a portare testimonianza e riflessioni nell’ambito di un incontro pubblico organizzato dai formatori della Parrocchia “SS. Apostoli”. Il presidio LIBERA “Rita Atria Pinerolo si è quindi all’appello della comunità di Piossasco “CONTRO IL PIZZO SCENDO IN PIAZZA”
Fonte : La Stampa
In mille alla fiaccolata antiracket
Don Ciotti: non è mafia, ma reagite
PIOSSASCO
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Sono partiti in poco più di cinquecento ma all’arrivo, di fronte alla chiesa di San Francesco, c’erano quasi mille persone. Piossasco ha reagito compatta alle richieste estorsive giunte nei mesi scorsi ai commercianti del centro storico. Dietro l’ombra del racket, questa volta, non c’è la criminalità organizzata; i carabinieri sono già sulle tracce dei responsabili ma la città ha voluto comunque mandare un segnale importante, aderendo alla fiaccolata silenziosa organizzata dal Comune e da Libera.
Serrande abbassate
Ieri sera due cortei, popolati da imprenditori, politici, bambini e gente comune, hanno attraversato la città «armati» di torce e candele. Le serrande di (quasi) tutti i negozi sono state chiuse in anticipo e il lungo serpentone che ha invaso le strade del centro si è ingrossato ad ogni incrocio. In testa alla manifestazione c’era don Luigi Ciotti, presidente di Libera, che è poi intervenuto nella chiesa gremita mentre molti sono rimasti fuori per quasi un’ora, sotto la pioggia, ad ascoltare dagli altoparlanti.
Richiesta d’aiuto
Sentire parlare di pizzo e intimidazioni ha riportato Piossasco indietro nel tempo. Ma a differenza degli anni ’70, mafia e organizzazioni criminali non sembrano essere coinvolte ma la paura resta. La scorsa estate si erano verificati misteriosi atti vandalici, catalogati inizialmente come «dispetti». Dalle vetrine infrante si è però velocemente passati alle offerte di protezione in cambio di denaro. I commercianti hanno chiesto aiuto ai carabinieri, al parroco e all’amministrazione che ha deciso di organizzare una grande manifestazione per «dire no al pizzo».
Polemiche
Non sono mancate le polemiche e le accuse di strumentalizzazione, come quella lanciata dal candidato M5S Francesco Colucci: «Si è stati così ansiosi di reagire da non essere in grado di aspettare la ricerca della verità, compito che spetta a magistratura e forze dell’ordine. Noi abbiamo deciso di sottrarci a questo processo sommario che danneggia Piossasco».
Serrande abbassate
Ieri sera due cortei, popolati da imprenditori, politici, bambini e gente comune, hanno attraversato la città «armati» di torce e candele. Le serrande di (quasi) tutti i negozi sono state chiuse in anticipo e il lungo serpentone che ha invaso le strade del centro si è ingrossato ad ogni incrocio. In testa alla manifestazione c’era don Luigi Ciotti, presidente di Libera, che è poi intervenuto nella chiesa gremita mentre molti sono rimasti fuori per quasi un’ora, sotto la pioggia, ad ascoltare dagli altoparlanti.
Richiesta d’aiuto
Sentire parlare di pizzo e intimidazioni ha riportato Piossasco indietro nel tempo. Ma a differenza degli anni ’70, mafia e organizzazioni criminali non sembrano essere coinvolte ma la paura resta. La scorsa estate si erano verificati misteriosi atti vandalici, catalogati inizialmente come «dispetti». Dalle vetrine infrante si è però velocemente passati alle offerte di protezione in cambio di denaro. I commercianti hanno chiesto aiuto ai carabinieri, al parroco e all’amministrazione che ha deciso di organizzare una grande manifestazione per «dire no al pizzo».
Polemiche
Non sono mancate le polemiche e le accuse di strumentalizzazione, come quella lanciata dal candidato M5S Francesco Colucci: «Si è stati così ansiosi di reagire da non essere in grado di aspettare la ricerca della verità, compito che spetta a magistratura e forze dell’ordine. Noi abbiamo deciso di sottrarci a questo processo sommario che danneggia Piossasco».
Il sindaco Roberta Avola ha replicato dal pulpito: «Manifestazioni come questa scaldano il cuore e dimostrano che avevamo ragione. Non bisogna lasciare terreno fertile a nessun tipo di criminalità».
Da don Ciotti è arrivato l’invito a non ingigantire il fenomeno piossaschese senza però sottovalutarlo: «È chiaro che qui non c’è un’organizzazione mafiosa ma la prima protezione per chi è stato minacciato deve arrivare dalla comunità. Anche da Piossasco arriva un segnale che spinge la politica a fare la sua parte». Infine l’invito all’unità: «Di fronte a questi episodi, grandi o piccoli che siano, non ci devono essere divisioni. Fanno il gioco degli altri».
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