Ingroia sull'inchiesta trattativa:
"Dalle istituzioni nessun sostegno"
Secondo il magistrato: non tocca alla magistratura
appurare la verità storica. La politica dovrebbe anche individuare
responsabilità storiche e responsabilità politiche, non certo le
responsabilità penali, e invece questo in Italia non è avvenuto
Fonte: La Repubblica
Le istituzioni non hanno sostenuto, "almeno finora",
l'azione della magistratura volta ad accertare la verità giudiziaria
sulla trattativa tra Stato e mafia. Lo afferma, in un videointervento
sul blog di Beppe Grillo, il procuratore aggiunto alla procura
distrettuale antimafia di Palermo, Antonio Ingroia.
"In un Paese
normale - afferma Ingroia - di fronte a questa azione della
magistratura, il paese delle istituzioni e la società si stringerebbero
attorno ai magistrati, li si sosterrebbe in questo compito difficile,
anzi ciascuno cercherebbe di fare la propria parte. La politica dovrebbe
occuparsene, accertando quello che alla politica tocca accertare
rispetto al passato, la verità politica, la verità storica. Non tocca
alla magistratura appurare la verità storica. La politica dovrebbe anche
individuare responsabilità storiche e responsabilità politiche, non
certo le responsabilità penali, e invece questo in Italia non è
avvenuto".
"Almeno fino a oggi non è avvenuto - prosegue Ingroia -
perché per esempio tante e tante commissioni parlamentari antimafia si
sono avvicendate in questi vent'anni, ma nessuna di queste ha messo al
centro della propria attenzione, al centro della propria indagine,
l'accertamento della verità su quel terribile biennio 92/93, che è poi
il biennio sul quale è nata questa Repubblica. Perché questa Seconda
Repubblica affonda letteralmente i suoi pilastri nel sangue di quelle
stragi, in quella trattativa"
E,
prosegue il pm, "non solo la politica non ha fatto questo, ma nè dalla
politica, nè dal mondo dei mass media, è venuto un sostegno nei
confronti della magistratura, anzi queste iniziative di verità, di
realtà giudiziaria, sono state accolte con freddezza, fastidio, a volte
con ostilità come se questo Paese la verità non la volesse, come se ci
fosse una grande parte del Paese che preferisce vivere in quell'eterno
presente immobile senza conoscere le proprie origini, forse per la paura
di scoprire qualcosa di cui vergognarsi nella propria vita".
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