venerdì 29 maggio 2020

George Floyd: "Please...I can't breathe"... Come Federico Aldrovandi

Patrizia Moretti, madre di Federico Aldrovandi: "Quanto accaduto a Minneapolis l'ho visto accadere tante volte, qui in Italia, come in tante altre parti del mondo. Soprattutto è successo anche a mio figlio Federico che è morto esattamente allo stesso modo di George Floyd, schiacciato sotto il peso di un poliziotto proprio mentre chiedeva aiuto, e diceva 'non riesco a respirare' chiamando la mamma. Un rito che si è ripetuto troppe volte ed è dolorosissimo: vederlo ogni volta per me significa rivedere la scena di mio figlio". 
Non riportiamo le immagini della morte atroce di George Floyd, ma forse sarebbe necessario. George Floyd, ucciso da un agente della polizia di Minneapolis; George Floyd: "Please...i can't breathe". 
Come  Federico Aldrovandi, George Floyd chiedeva aiuto, diceva 'non riesco a respirare' chiamando la mamma.

sabato 23 maggio 2020

GIOVANNI FALCONE, FRANCESCA MORVILLO, ANTONIO MONTINARO, ROCCO DICILLO, VITO SCHIFANI - 23 maggio 1992 - ore 17:57:48 - Capaci

Giovanni Falcone:"Gli uomini passano , le idee restano. Restano le loro tensioni morali e continueranno a camminare sulle gambe di altri uomini."
Oggi più che allora questa Italia ha bisogno di persone oneste che agognino il sogno Paolo Borsellino: "(...) il fresco profumo di libertà che si contrappone al puzzo del compromesso morale dell'indifferenza, della contiguità e quindi della complicità". 
Resta la memoria e l'insegnamento di Giovanni Falcone, di Paolo Borsellino, dei tanti che hanno sacrificato la loro vita per gli ideali Giustizia, Verità e Libertà. 
Invitiamo quindi a riflettere su quell'avvenimento che, insieme alla Strage di Via D'amelio,  segnò il culmine di una stagione di sangue nella quale, per mezzo dei mafiosi, si compie un drammatico disegno di "conservazione" nel nostro Paese. Giovanni Falcone e Paolo Borsellino non sono stati uccisi "solo" dai mafiosi; Falcone e Borsellino sono uccisi da "menti raffinatissime" alle quali ancora oggi non è stato dato volto. Uccisi perché l'Italia continuasse ad essere un Paese "medioevale": un Paese in cui mafie, cricche, caste e cosche continuano a dominare. 

Ma con ancora maggior forza che nel passato, in questi giorni giunge l'appello accorato dei magistrati impegnati concretamente contro mafie e pensiero mafioso affinché cessi l'ipocrisia di tante cerimonie. Nel discorso di commemorazione tenuto dinanzi al Consiglio Superiore della magistratura, lo stesso organismo che più volte "bocciò" Giovanni Falcone e punì Paolo Borsellino, i magistrati Sebastiano Ardita e Nino Di Matteo sono stati chiari: "Dobbiamo essere coerenti e non ipocriti ricordando Falcone. Quella di Giovanni Falcone fu una storia di solitudine, di sconfitte, di tradimenti subiti dentro e fuori la magistratura. Dovette difendersi dal Csm. Venne isolato, calunniato, accusato di costruire teoremi, mentre svelava i rapporti tra cosa nostra ed il potere. Gli venne contestato protagonismo, presenza sui media, di collaborare col governo, non fu eletto al csm. Subì le stesse critiche che oggi si contestano ai magistrati più esposti" ha ricordato il consigliere del Csm. Dovremmo fare in modo che, se rinascesse, Falcone non si ritrovasse in quelle stesse condizioni. Ma (...) oggi, con la gerarchia del nuovo ordinamento,  Falcone non potrebbe neppure essere quello che è stato. Questo dobbiamo dire e fare, se vogliamo rimanere distanti dall'ipocrisia di certe commemorazioni ufficiali, alle quali oramai alcuni di noi preferiscono non andare più".

Anche nei giorni della pandemia, magari col viso coperto da una mascherina, conosciamo e riconosciamo quindi coloro che oggi indosseranno le "maschere pittate a lutto": gli ipocriti che, anche e soprattutto nella Magistratura, umiliarono Falcone e Borsellino; conosciamo e riconosciamo "le maschere" della "docile antimafia" descritta da Attilio Bolzoni; coloro che hanno fatto "mercato" di quelle vite perdute per servire l'ideale di Giustizia in un paese che ,troppo spesso, appare ancora "irredimibile". Oggi più che mai, anche in memoria di GIOVANNI FALCONE, FRANCESCA MORVILLO, ANTONIO MONTINARO, ROCCO DICILLO, VITO SCHIFANI chiediamo Giustizia e Verità!


                                   Per Loro chiediamo Verità e Giustizia

Nella fotografia, la Croma bianca su cui viaggiavano Giovanni Falcone, Francesca Morvillo e Giuseppe Costanza, l'agente che avrebbe dovuto guidare l'auto di Falcone e che sopravvisse alla strage. A pochi metri la croma azzurra sulla quale viaggaivano gli altri tre agenti di scorta che rimarranno solo feriti dall'esplosione: Angelo Corbo, Gaspare Cervello, Paolo Capuzza.
In questa immagine i resti della Croma marrone su cui morirono, dilaniati dall'esplosione che li investì in pieno, Antonio Montinaro, Rocco Dicillo e Vito Schifani. 
Il nome in codice della scorta era "Quarto Savona Quindici"

 Per AMORE
GIOVANNI FALCONE, FRANCESCA MORVILLO, ANTONIO MONTINARO, ROCCO DICILLO, VITO SCHIFANI, vivono nelle parole pronunciate da Paolo Borsellino la sera del 23 giugno 1992 , ad un mese dalla strage di Capaci:
Giovanni Falcone lavorava con perfetta coscienza che la forza del male, la mafia, lo avrebbe un giorno ucciso. Francesca Morvillo stava accanto al suo uomo con perfetta coscienza che avrebbe condiviso la sua sorte. Gli uomini della scorta proteggevano Falcone con perfetta coscienza che sarebbero stati partecipi della sua sorte. Non poteva ignorare, e non ignorava, Giovanni Falcone, l’estremo pericolo che egli correva perché troppe vite di suoi compagni di lavoro e di suoi amici sono state stroncate sullo stesso percorso che egli si imponeva. 
Perché non è fuggito, perché ha accettato questa tremenda situazione, perché mai si è turbato, perché è stato sempre pronto a rispondere a chiunque della speranza che era in lui? 
Per amore! 
La sua vita è stata un atto di amore verso questa sua città, verso questa terra che lo ha generato, che tanto non gli piaceva. 
Perché se l’amore è soprattutto ed essenzialmente dare, per lui, e per coloro che gli siamo stati accanto in questa meravigliosa avventura, amore verso Palermo e la sua gente ha avuto e ha il significato di dare a questa terra qualcosa, tutto ciò che era ed è possibile dare delle nostre forze morali, intellettuali e professionali per rendere migliore questa città e la patria a cui essa appartiene.(...)"

lunedì 11 maggio 2020

Lettera aperta ai Sindaci...Giacché non siamo marionette!




Egr. signori Sindaci

visto l’interesse che suscita il futuro della ferrovia Pinerolo-Torre Pellice, saremmo stati felici di poterci confrontare con voi in occasione dell’evento pubblico dell’8 maggio che, nonostante la Vs assenza, ha avuto più di mille visualizzazioni e un picco di 387 persone che hanno seguito in contemporanea la diretta su YouTube.

Ci rallegriamo del fatto che finalmente vi sia una sensibilità sulla materia dei trasporti di Valle, anche se nutriamo alcuni dubbi sul fatto che, come affermato,  vi sia una “sostanziale e univoca unità d’intenti a livello d’area vasta”. Per lo meno, per quanto riguarda l’Amministrazione del Comune di Torre Pellice, ci risultano sensibilità molto differenti all’interno della stessa maggioranza e, visto che si parla di area vasta, durante l’incontro di venerdì sera la Sindaca del Comune di Barge si è detta molto favorevole al ripristino del servizio ferroviario sulla linea Pinerolo-Torre Pellice anche per favorire gli spostamenti dei suoi concittadini.

Ribadiamo che prima di qualsivoglia studio di fattibilità su eventuali mezzi di trasporto alternativi, occorrerebbe avere alla base solide indagini sulla mobilità del territorio, al fine di non sprecare inutilmente le poche risorse a disposizione dei Comuni. In questo senso, sarebbe interessante avere chiarimenti in merito alla proposta di un innovativo servizio di trasporto pubblico per il quale avete interessato il Consorzio Pinerolese Energia che, ricordiamo, resta un soggetto privato seppur a guida ACEA e partecipato da diverse aziende del territorio, fra le quali le “lusernesi” Pontevecchio S.r.l., Freudenberg S.a.s., Caffarel S.p.A..

Nell’attesa di ricevere risposte concrete riguardo alla Vs visione del futuro della Valle, vista l’attuale esigenza di mobilità della popolazione locale, ricordiamo l’assoluta urgenza di procedere nei confronti della Regione affinché rispetti gli obblighi conseguenti l’aggiudicazione del servizio ferroviario piemontese a Trenitalia S.p.A., che prevedevano la riattivazione del servizio sulla tratta Pinerolo-Torre Pellice a dicembre 2019.

Considerato che riteniamo imprescindibile confrontarci con voi e nonostante preferiate un incontro a porte chiuse, rispetto all’incontro ampio, partecipato e democratico che vi abbiamo proposto, siamo comunque disponibili ad incontrarvi mercoledì 13 maggio alle ore 18.

Sentiti però i consulenti legali delle associazioni, Vi preghiamo di voler verificare con la Prefettura la possibilità di colloquio de visu e, in caso affermativo, acquisire e trasferire esplicita autorizzazione del Prefetto. Le norme attualmente in vigore per arginare la diffusione del Covid-19 non includono infatti le attività associative, salva la fattispecie dell'urgenza, tra quelle che permettono di derogare alle restrizioni su spostamenti e assembramenti.

Inoltre vi ricordiamo che le associazioni/gruppi che hanno collaborato all'incontro dello scorso venerdì 8 maggio sono oltre una dozzina e con competenze molto diversificate tra loro; per una corretta interlocuzione vi chiediamo di prevedere modalità di incontro che possano includere tutti i soggetti coinvolti e che quindi non pongano un limite massimo di persone invitate a sole 6, come da vostra lettera. Evidenziamo infine che le associazioni/gruppi coinvolti hanno basi operative ripartite tra Val Pellice, Pinerolo e Torino.

Pertanto, dato l'invito generalizzato e la possibilità di comunicare a distanza con strumenti informatici, riteniamo che non sia particolarmente saggio rischiare il contagio con un incontro fisico e vi chiediamo quindi di proporci una piattaforma web di Vs gradimento per poter parlare in sicurezza e senza escludere nessuno.

A disposizione per informazioni o chiarimenti, porgiamo cordiali saluti.

Circolo Legambiente Val Pellice

Comitato Trenovivo Val Pellice (TrenoVivo Val Pellice)

Associazione Ferrovie Piemonte

Salvaiciclisti Pinerolese

Trattoxtratto (trattoxtratto)

Associazione “Rita Atria” - Pinerolo

Osservatorio 0121 – Salviamo il paesaggio

Fridays For Future Val Pellice

Fridays For Future Pinerolo (Fridays For Future Pinerolo - Italy)

Circolo Legambiente Pinerolo (Legambiente Circolo di Pinerolo)

Circolo Legambiente Barge (Legambiente Circolo di BARGE)

Circolo Legambiente GreenTO (greenTO)

Legambiente Piemonte e Valle d’Aosta (Legambiente Piemonte e Valle d'Aosta)


venerdì 8 maggio 2020

Continuano a tagliare i fili! Ma noi non siamo marionette

Continuiamo ad occuparci di gestione del territorio poiché, a nostro parere, questo può rappresentare un indicatore utile ad individuare gli scopi, gli indirizzi,  il “progetto generale” che guida e determina non solo il carattere di una amministrazione locale ma anche della sua comunità. Non solo: avere cura e amore per i territori è un primo ma fondamentale strumento per opporsi a "mafie e pensiero mafioso".
Come abbiamo già scritto, in piena emergenza COVID19 Rete Ferroviaria Italiana ha iniziare lo smantellamento della linea Pinerolo-Torre Pellice come se fosse una cosa urgente e improcrastinabile. 
Perché? Forse è un intervento "improcrastinabile" per non onorare quanto Trenitalia si era impegnati a fare?
Necessario e utile riassumere sinteticamente la questione: a fine 2019 Trenitalia si è aggiudicata l'affidamento tramite gara del Servizio del Trasporto Pubblico Locale di alcune linee piemontesi tra cui la Torino-Torre Pellice. Tuttavia il contratto invece non è stato ancora firmato nonostante fosse molto vantaggioso e prevedesse la riapertura del tratto di linea da Pinerolo a Torre Pellice con numerose INNOVAZIONI dal punto di vista del Servizio (treni diretti per torino, cadenzamento, TRASPORTO GRATUITO DELLE BICICLETTE al di fuori delle ore di punta.


Alcune domande da porre in attesa delle necessarie  risposte :
  • Perché la Regione Piemonte non ha firmato un contratto così vantaggioso per il Pinerolese? 
  • Dove verrà dirottato l'impegno economico destinato da Trenitalia ala nostra tratta e quindi al nostro territorio? 
  • Perché RFI smantella la linea laddove dovrebbe già essere stato attivato il contratto tra Trenitalia e Regione? 
  • Perchè la Regione sta a guardare? 
Contestualmente all'inizio dello smantellamento, lascia perplessi una raccolta firme di "amanti della bicicletta" ( probabilmente di coloro che considerarno la bicicletta -magari pure elettrica- un giocattolo utile al più come svago di sereni "pensionati") i quali propongono una trasformazione della ferrovia in una ulteriore strada (sarebbe la 3^ strada che si costruisce per andare in Val Pellice!) con la possibilità di utilizzo "limitato" a bus "ecologici" e biciclette. I promotori della raccolta firme non hanno considerato un fondamentale aspetto tecnico: la sezione utile dell'attuale ferrovia è troppo ristretta per accogliere una strada a doppio senso affiancata da una pista ciclabile in sicurezza. 
Qualora si volesse perseguire questa soluzione sarebbero necessari anzitutto una serie di investimenti e spese a fondo perduto per studi, progettazioni, "nuovi tavoli", incarichi e consulenze che dureranno anni. Questo sì, sospettiamo, siamo un argomento valido per rimescolare le carte. E qualora il progetto venisse poi attuato, i lavori necessari sarebbero tali e tanti che costeranno al territorio molto di più che riattivare e mantenere la linea attuale.  Senza considerare la sostenibilità ambientale e l'impatto sul Paesaggio che deriverebbe 
Invece noi siamo sostenitori di una mobilità sostenibile, dolce, rispettosa dell'ambiente, che vede l'uso della bicicletta come mezzo da privilegiare nei centri urbani in alternativa all'automobile, da utilizzare per raggiungere fermate e stazioni dei mezzi pubblici nella logica dell'intermodalità e della sinergia efficace dei mezzi di trasporto. 
La domanda che logicamente ne consegue è quindi la seguente: è: 
"E' preferibile un treno che trasporti pure le biciclette, senza restrizioni, e che permetta ai turisti di raggiungere le valli e ai pendolari di viaggiare con un mezzo comodo, sicuro e non inquinante, un treno che già esiste e potrebbe ripartire senza costi con migliori orari e fermate e intermodalità (come previsto e finanziato da trenitalia in sede di gara già aggiudicata); oppure è meglio sprecare denaro pubblico per studi velleitari in "salsa fantasy"?

Per chiarire e approfondire siete tutti invitati 

VENERDI' 8 MAGGIO   ORE 21  Diretta You Tube 
Canale di Legambiente VAL PELLICE 
UN INCONTRO PUBBLICO PER DISCUTERE DI SERVIZIO, OPZIONI E PROSPETTIVE DELLA VALLE.

martedì 5 maggio 2020

"Tagliano i fili. Ma noi non siamo marionette".

"Tagliano i fili. Ma noi non siamo marionette". 

Torniamo ad occuparci di gestione del territorio poiché, a nostro parere, questo può rappresentare un indicatore utile ad individuare gli scopi, gli indirizzi,  il “progetto generale” che guida e determina non solo il carattere di una amministrazione locale ma anche della sua comunità. 

Quel che sta avvenendo in Val Pellice, la rimozione della linea aerea sul tratto ferroviaria Pinerolo-Torre Pellice, pare contraddica i buoni propositi che oggi sentiamo sbandierare, anche piuttosto retoricamente. "Niente dovrà essere come prima" si va proclamando, anche e sopratutto nei confronti delle azione che si compiiono verso l'Ambiente. Eppure, l'evidenza dei fatti mostra evidenti contraddizioni: cosicché, nella nostra vale si procede a rimuovere il servizio ferroviario quando "il treno" viene universalmente riconosciuto essere il mezzo di trasporto più ecologico in assoluto, ancor meglio se inserito in un sistema sinergico ( ad esempio, con la bicicletta) e con un sistema  strutturato ed efficiente.


L'iniziativa è partita da Legambiente Val Pellice, entrata in azione con il primo flash mob sulla linea ferroviaria sospesa Pinerolo-Torre Pellice. Un segno di protesta contro la rimozione della linea aerea, con lavori iniziati il 23 aprile a Bricherasio. Da parte loro, la Regione Piemonte e Rfi (Rete Ferroviaria Italiana, ex ferrovie dello Stato) hanno dichiarato trattarsi un semplice intervento di manutenzione al fine di evitare furti. Ma il comitato TrenoVivo Val Pellice e Legambiente l’hanno letto quei lavori come un vero e proprio smantellamento di una struttura, la linea aerea elettrificata, ovviamente essenziale per il ripristino del servizio. Due attivisti hanno così esposto sui binari, nei pressi della stazione di Luserna San Giovanni, lo striscione “Tagliano i fili. Ma noi non siamo marionette!”. Sono previste altre iniziative simili da attivisti che abitano nei pressi dei binari della tratta.

In difesa della tratta si è schierata anche l’associazione Ferrovie Piemonte che ha diffuso una nota in cui sottolinea i vantaggi del treno: il contratto formalmente in essere prevede, ad esempio, che i pendolari possano recarsi da Torre Pellice a Torino Porta Susa in 60 minuti, impiegando quindi molto meno tempo rispetto al servizio bus o dell’accoppiata treno-bus. Viene poi  contesta l’ipotesi di realizzare una bus-via sul sedime ferroviario, che dovrebbe convivere con una pista ciclabile. 

Le associazione ambientaliste contestano quindi la scelta di rinunciare al treno, denunciando quello che sembra un evidente paradosso: “I sindaci accettano di rinunciare ad un’opzione di servizio pubblico senza una reale alternativa e senza dati e scenari sulla mobilità del territorio». 

Nei giorni della pandemia provocata dal "coronavirus" pare davvero inconcepibile che si debba rinunciare ad un servizio, quello ferroviario, il quale consente il trasporto di un numero di utenti maggiore di qualsia altro mezzo, in sicurezza e con maggiore sostenibilità ambientale

Invitiamo a riflettere con due info-grafiche che sintetizzano i termini della questione 

Aggiungi didascalia

Le associazioni ambientaliste del terrotorio, capofila legambiente Val Pellice, hanno pertanto rivolto agli amministratori l'invito ad un confronto al fine di comprendere quali saranno le azioni che la valle intera potrà promuovere per difendere un servizio, il trasporto pubblico assicurato dalla ferrovia, il cui contratto  è stato già sottoscritto fra regione Piemonte e RFI 





sabato 25 aprile 2020

LIBERAZONE E' RESISTENZA, GIUSTIZIA, LIBERTA'

LIBERAZIONE è FRUTTO della RESISTENZA 
"PER DIGNITA' NON PER ODIO"

Piero Calamandrei: "(...) Vittoria contro noi stessi: aver ritrovato dentro noi stessi la dignità dell’uomo. Questo fu il significato morale della Resistenza: questa fu la fiamma miracolosa della Resistenza.
Aver riscoperto la dignità dell’uomo, e la universale indivisibilità di essa: questa scoperta della indivisibilità della libertà e della pace, per cui la lotta di un popolo per la sua liberazione è insieme lotta per la liberazione di tutti i popoli dalla schiavitù del denaro e del terrore, questo sentimento della uguaglianza morale di ogni creatura umana, qualunque sia la sua nazione o la sua religione o il colore della sua pelle, questo è l’apporto più prezioso e più fecondo di cui ci ha arricchito la Resistenza. 

Ma la concretizzazione dei principi di quella LIBERAZIONE, frutto del sacrificio della RESISTENZA di tante cittadine e cittadini "responsabili", è in gran parte ancora tutta da realizzare a partire dalla considerazione che accompagna soprattutto oggi, nei giorni della "tempesta" della pandemia, le nostre riflessioni: "occorre riscoprire  e rendere vivi i valori di conoscenza e partecipazione per essere cittadine e cittadini responsabili, perché questi sono tempi in cui "ci vuole Coraggio..." anche solo per "fare comunità", per “sentirsi parte di una comunità”. 

La LIBERAZIONE è ancora in gran parte da costruire quando vediamo “l'anima delle nostre comunità” offese da ingiustizia ma anche intorpidite da indifferenza, conoscenza superficiale delle cose, latitanza di  progetti politici e culturali lungimiranti; comunità in cui all’impegno encomiabile di “singoli” si contrappongono complicità al “sistema” e cedimenti al “pensiero mafioso che assicura privilegi immorali caste-cricche-cricche- mentre disconosce diritti fondamentali a milioni di cittadine e cittadini 

La LIBERAZIONE è ancora in gran parte  da costruire quando di fronte al dramma delle migrazionialle "schiavitù del denaro e del terrore" denunciate già da Calamandrei e che permangono  ancora ai nostri giorni; quando vengono mantenute regole-leggi che innalzano mura e discriminazioni, contraddicendo i principi della nostra Costituzione e della Convenzioni sui diritti umani.

Ancora oggi occorre lottare perche DIGNITÀ' e LIBERTÀ' siano principi riconosciuti e riconoscibili nella corpo vivo delle nostre comunità. 

Associazione Rita Atria Pinerolo


Estratto dal discorso di Piero Calamandrei  agli studenti della Cattolica di Milano, inaugurando un ciclo di lezioni sulla Costituzione (26 gennaio 1955): 

"(...) L’articolo 34 dice: “I capaci e i meritevoli, anche se privi di mezzi, hanno diritto di raggiungere i gradi più alti degli studi”. Eh! E se non hanno i mezzi? Allora nella nostra Costituzione c’è un articolo che è il più importante di tutta la Costituzione, il più impegnativo per noi che siamo al declinare, ma soprattutto per voi giovani che avete l’avvenire davanti a voi. Dice così: “È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’uguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese”. È compito di rimuovere gli ostacoli che impediscono il pieno sviluppo della persona umana: quindi dare lavoro a tutti, dare una giusta retribuzione a tutti, dare una scuola a tutti, dare a tutti gli uomini dignità di uomo. Soltanto quando questo sarà raggiunto, si potrà veramente dire che la formula contenuta nell’art. 1 – “L’Italia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro” – corrisponderà alla realtà. Perché fino a che non c’è questa possibilità per ogni uomo di lavorare e di studiare e di trarre con sicurezza dal proprio lavoro i mezzi per vivere da uomo, non solo la nostra Repubblica non si potrà chiamare fondata sul lavoro, ma non si potrà chiamare neanche democratica perché una democrazia in cui non ci sia questa uguaglianza di fatto, in cui ci sia soltanto una uguaglianza di diritto, è una democrazia puramente formale, non è una democrazia in cui tutti i cittadini veramente siano messi in grado di concorrere alla vita della società, di portare il loro miglior contributo, in cui tutte le forze spirituali di tutti i cittadini siano messe a contribuire a questo cammino, a questo progresso continuo di tutta la società.

E allora voi capite da questo che la nostra Costituzione è in parte una realtà, ma soltanto in parte è una realtà. In parte è ancora un programma, un ideale, una speranza, un impegno di lavoro da compiere. Quanto lavoro avete da compiere! Quanto lavoro vi sta dinanzi! (...) Perché quando l’art. 3 vi dice: “È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale che impediscono il pieno sviluppo della persona umana” riconosce che questi ostacoli oggi vi sono di fatto e che bisogna rimuoverli. Dà un giudizio, la Costituzione, un giudizio polemico, un giudizio negativo contro l’ordinamento sociale attuale, che bisogna modificare attraverso questo strumento di legalità, di trasformazione graduale, che la costituzione ha messo a disposizione dei cittadini italiani. Ma non è una Costituzione immobile che abbia fissato un punto fermo, è una Costituzione che apre le vie verso l’avvenire. Non voglio dire rivoluzionaria, perché per rivoluzione nel linguaggio comune s’intende qualche cosa che sovverte violentemente, ma è una costituzione rinnovatrice, progressiva, che mira alla trasformazione di questa società in cui può accadere che, anche quando ci sono, le libertà giuridiche e politiche siano rese inutili dalle disuguaglianze economiche dalla impossibilità per molti cittadini di essere persone e di accorgersi che dentro di loro c’è una fiamma spirituale che se fosse sviluppata in un regime di perequazione economica, potrebbe anche essa contribuire al progresso della società. "(...) Però, vedete, la Costituzione non è una macchina che una volta messa in moto va avanti da sé. La Costituzione è un pezzo di carta: la lascio cadere e non si muove. Perché si muova bisogna ogni giorno rimetterci dentro il combustibile, bisogna metterci dentro l’impegno, lo spirito, la volontà di mantenere queste promesse, la propria responsabilità.  (…)"                                                                       


La Costituzione della Repubblica Italiana 
Principi fondamentali

Art. 1

L'Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro.
La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione.

Art. 2
La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell'uomo, sia come singolo sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità, e richiede l'adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale.

Art. 3
Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.
È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese.

Art. 4
La Repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove le condizioni che rendano effettivo questo diritto.
Ogni cittadino ha il dovere di svolgere, secondo le proprie possibilità e la propria scelta, un'attività o una funzione che concorra al progresso materiale o spirituale della società.

Art. 5
La Repubblica, una e indivisibile, riconosce e promuove le autonomie locali; attua nei servizi che dipendono dallo Stato il più ampio decentramento amministrativo; adegua i principi ed i metodi della sua legislazione alle esigenze dell'autonomia e del decentramento.

Art. 6
La Repubblica tutela con apposite norme le minoranze linguistiche.

Art.7
Lo Stato e la Chiesa cattolica sono, ciascuno nel proprio ordine, indipendenti e sovrani.
I loro rapporti sono regolati dai Patti Lateranensi. Le modificazioni dei Patti accettate dalle due parti, non richiedono procedimento di revisione costituzionale.

Art. 8
Tutte le confessioni religiose sono egualmente libere davanti alla legge.
Le confessioni religiose diverse dalla cattolica hanno diritto di organizzarsi secondo i propri statuti, in quanto non contrastino con l'ordinamento giuridico italiano.
I loro rapporti con lo Stato sono regolati per legge sulla base di intese con le relative rappresentanze.

Art. 9
La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica.
Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione.

Art. 10
L'ordinamento giuridico italiano si conforma alle norme del diritto internazionale generalmente riconosciute.
La condizione giuridica dello straniero è regolata dalla legge in conformità delle norme e dei trattati internazionali.
Lo straniero, al quale sia impedito nel suo paese l'effettivo esercizio delle libertà democratiche garantite dalla Costituzione italiana, ha diritto d'asilo nel territorio della Repubblica secondo le condizioni stabilite dalla legge.
Non è ammessa l'estradizione dello straniero per reati politici.

Art. 11
L'Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali; consente, in condizioni di parità con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni; promuove e favorisce le organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo.

Art. 12

venerdì 24 aprile 2020

RESISTENZA è LIBERTÀ


(...) Se voi volete andare in pellegrinaggio nel luogo dove è nata la nostra Costituzione, andate nelle montagne dove caddero i partigiani, nelle carceri dove furono imprigionati, nei campi dove furono impiccati. 
Dovunque è morto un Italiano per riscattare la libertà e la dignità della nazione, andate là, o giovani, col pensiero, perché là è nata la nostra costituzione." Piero Calamandrei, Discorso ai giovani sulla Costituzione nata dalla Resistenza. Milano, 26 gennaio 1955( leggi qui il testo integrale)": 
                                                                                           
"Coltivare la memoria è ancora oggi un vaccino prezioso contro l'indifferenza e ci aiuta, in un mondo pieno di ingiustizie e di sofferenze, a ricordare che ciascuno di noi ha una coscienza e la può usare". Liliana Segre 

"Quest’anno, a causa dell’emergenza sanitaria che impedisce i contatti diretti tra le persone, i tradizionali appuntamenti tradizionali appuntamenti del 24 e 25 APRILE in onore delle Partigiane e Partigiani che ci hanno donato con il loro sacrificio la pace e la libertà verranno sostituiti da un corteo virtuale sui luoghi della Resistenza nel Pinerolese, trasmesso da Radio Beckwith Evangelica sabato mattina 25 Aprile e da una Fiaccolata Virtuale promossa dall'ANPI di Pinerolo la sera del 24 Aprile con il patrocinio della Città di Pinerolo".

 Riccardo Vercelli -  ANPI Pinerolo



Condividiamo la riflessione che il sen. Elvio Fassone ha voluto offrire a memoria della lotta partigiana per la RESISTENZA e l'interrogativo se noi si sia riusciti a concretizzare l'Italia per la quale i partigiani si erano battuti. Un interrogativo che è uno sprone a non tradire la Memoria di coloro che si sono sacrificati per il bene di tutti, per una Italia che fosse Italia giusta e libera.